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WGA e SAG-AFTRA in sciopero: cosa sta succedendo a Hollywood?

Decine di migliaia di lavoratori e lavoratrici dello spettacolo stanno attualmente incrociando le braccia per la mancanza di accordi con i rappresentanti dei produttori cinematografici e televisivi

Il 14 luglio i membri del sindacato SAG-AFTRA hanno indetto uno sciopero che proibisce loro di partecipare a qualsiasi iniziativa legata ai set cinematografici e alle promozioni di film prodotti dagli studios, con cui sono in rotta di collisione. 

 

La Screen Actors Guild - American Federation of Television and Radio Artists conta al momento circa 160.000 fra attori cinematografici e televisivi, artisti radiofonici, doppiatori, giornalisti e altre figure professionali legate all'industria dello spettacolo statunitense: la loro protesta si è intrecciata a quella degli sceneggiatori che aderiscono alla Writers Guild of America (WGA), in sciopero da inizio maggio.

 

Per entrambi i sindacati il motivo dello sciopero è la mancanza di un accordo sul nuovo contratto da sottoscrivere con l'Alliance of Motion Picture and Television Producers (AMPTP), unione che rappresenta i maggiori produttori cinematografici e televisivi e le piattaforme streaming: le negoziazioni, che andavano avanti da oltre un mese, sono al momento in una fase di stallo.

 

 

[Una foto ritraente alcuni membri della WGA in sciopero]

 

 

L'attrice Fran Drescher, attuale presidente del SAG-AFTRA, ha descritto la risposta dell'AMPTP alle loro richieste come "offensiva e irrispettosa" del contributo dato dagli attori all'industria cinematografica statunitense, definenendo "disgustoso" l'atteggiamento degli studios che - a dire di Descher - si lamentano della loro povertà, mentre danno centinaia di milioni di dollari ai loro amministratori delegati. 

 

Uno dei temi al centro del dibattito è quello della transizione allo streaming: stando a quanto afferma il SAG-AFTRA, il nuovo contratto deve tenere conto del cambiamento del modello di business con il passaggio della distribuzione dalle sale cinematografiche ai servizi streaming, al fine di aumentare le retribuzioni degli attori e i contributi al fondo pensionistico e sanitario del sindacato.

 

Nodo principale è quello dei cosiddetti "residuals", ossia i proventi derivanti dal diritto d'autore: il sistema di calcolo attuale si basa sulle repliche, con gli attori che incassano una percentuale ogni volta che un prodotto cinematografico o televisivo è acquistato per essere replicato, ma tale concetto è stato di fatto annullato dalle piattaforme streaming, dove film e serie TV sono sempre disponibili. 

 

La soluzione proposta dal direttivo del SAG-AFTRA è quello di basarsi sul successo delle singole produzioni, individuando un ente che controlli ascolti e visualizzazioni, ipotesi al momento rigettata dall'AMPTP.

 

[Il discorso di Fran Drescher sullo sciopero del sindacato SAG-AFTRA]

 

 

Altro argomento scottante è quello dell'intelligenza artificiale, strumento che i produttori potrebbero utilizzare per sostituire gli interpreti reali.

 

Tale "concorrenza" danneggerebbe ovviamente attori e attrici, quindi è vitale regolamentare l'uso dell'I.A. per preservare le loro performance e stabilire una forma di pagamento qualora le fattezze degli interpreti venissero riprodotte, o modificate o replicate, in maniera digitale. 

Dal canto suo l'AMPTP ha sostenuto di aver presentato un accordo che offre notevoli aumenti delle retribuzioni e dei "residuals", garanzie in materia di intelligenza artificiale e massimali sostanzialmente più alti per i contributi pensionistici e sanitari.

 

Cosa succederà nell'immediato futuro è difficile da prevedere; attori e sceneggiatori proclamarono uno sciopero congiunto nel 1960, guidato da Ronald Reagan, ottenendo una serie di vantaggi che contribuirono a difendere soprattutto gli interessi dei lavoratori meno abbienti, oltre a vedersi riconosciuti i diritti sull'assistenza sanitaria e la pensione.

Oggi una vittoria simile potrebbe ispirare un'intera nuova generazione di lavoratori a lottare insieme per ottenere ciò che meritano. 

 

Al momento, come sostiene lo stesso sindacato, è certo che gli attori sono pronti a sostenere lo sciopero e fare sacrifici al contrario dei produttori, cosa che paralizzerebbe l'intero mondo hollywoodiano: grandi produzioni come i sequel di Avatar e de Il gladiatore rischiano di entrare in una lunga fase di stand-by; eventi promozionali come le anteprime, i festival e le convention potrebbero essere rimandati o cancellati. 

 

 

[Il cast di Oppenheimer poco prima di abbandonare la première britannica del film a causa dello sciopero]

 

 

Facendo riferimento allo sciopero della WGA, la strategia dell'AMPTP - stando a quanto dichiarano alcuni rappresentanti dei produttori che hanno scelto di restare anonimi - è quella di avere la meglio sugli sceneggiatori puntando sulla loro disperazione: la categoria, già vicina alla soglia della povertà, potrebbe accettare i termini del contratto offerto a causa della mancanza di nuovi guadagni. 

 

Resta da vedere se una strategia simile sarà adottata anche nei confronti dei membri del sindacato SAG-AFTRA; i produttori hanno affermato come lo sciopero degli attori non sia il risultato in cui speravano perché "gli studios non possono operare senza gli interpreti che danno vita agli spettacoli televisivi e ai film", arrecando inoltre notevoli difficoltà finanziarie a migliaia di persone che dipendono dall'industria.

 

Come spettatori e come professionisti possiamo solo dichiarare di essere dalla parte di chi lotta per ottenere ciò che gli spetta, augurandoci una rapida e felice risoluzione della questione. 

 

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2 commenti

Nuriell

9 mesi fa

Io sono totalmente con gli sceneggiatori, meno con gli attori (e i registi, che hanno già firmato un accordo) perché nel settore c'è un forte sbilanciamento con alcuni che prendono quantità di denaro spropositate e altri che prendono poco o nulla, anche quello dovrebbe essere sistemato, ci sarebbero più risorse per tutti perché quelle non sono infinite.

Nonostante il mio supporto sono certo che questo sciopero congiunto, più di ogni altra cosa, sortirà l'effetto opposto a quelo sperato, ovvero porterà le case a spingere molto sulle AI in modo che la prossima volta che capiterà qualcosa di simile ci saranno alternative.

Di mio vedo un futuro in cui in un mondo di realtà virtuale come in Redy Player One, o meglio Sword Art Online, potremo vivere film e videogiochi in prima  o terza persona, da ogni punto di vista, sentendo o meno quello che provano i personaggi.

Allo stesso tempo le AI ci permetteranno di creare facilmente quello che vogliamo e ci permetteranno anche di modificare ciò che abbimao vissuto come vogliamo, cambiando gli attori, le voci, le musiche, la trama e tutto il resto a seconda dei nostri gusti, o creando seguiti o prequel che ci possano soddisfare.

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Terry Miller

9 mesi fa

Spero ottengano quello che vogliono. Il supporto di attori così importanti è molto importante, perché da più rilevanza mediatica

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