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Nicola Correia-Damude: L'intervista all'ospite della The Italian Institute 2019, la Convention di Shadowhunters

Nicola Correia-Damude: L'intervista all'ospite della The Italian Institute 2019 la Convention di Shadowhunters che si è tenuta a Milano.

Anche quest'anno il cast di Shadowhunters è sbarcato in Italia per la The Italian Institute, la Convention organizzata dalla Kinetic Vibe: siamo alla terza edizione e l'evento non smette di stupire e accontentare i fan della serie TV di Freeform (da noi distribuita da Netflix) che arrivano da tutta Italia e non solo per incontrare i loro idoli.

 

Ovviamente noi di CineFacts.it non potevamo mancare e abbiamo avuto l'occasione di intervistare alcuni membri del cast!

 

Bella, simpatica e talentuosa Nicola Correia-Damude, che interpreta Maryse Lightwood nella serie e che abbiamo trovato anche in The Strain la serie TV di Guillermo del Toro, ha risposto ad alcune delle nostre domande.

 

 

[Nicola Correia-Damude]

 

 

NN: Sei una grande attrice, ma anche una grandissima cantante.
Preferisci cantare o recitare?

 

Nicola Correia-Damude:

Per me sono due cose molto differenti.

All’inizio della mia carriera ho fatto entrambe le cose, professionalmente, ero attrice e cantante.

Quando ho iniziato scrivevo canzoni, suonavo la chitarra, e mi esibivo nei bar, usando il mio materiale e mentre amavo davvero scrivere le canzoni, era una fonte di gioia, qualcosa che ha portato una certa bellezza nella mia vita, esibirmi era invece molto stressante, per me e in parte perché era molto personale. 

 

Avvertivo ogni esibizione con molta pressione e da un certo momento in poi ha smesso di essere divertente.

Non era tanto la musica in sé, quanto esibirsi o il farci soldi e vale quasi altrettanto per i musical… non mi sono mai sentita rilassata in quella mia sfera artistica ed era molto stressante…

Ehm… credo che chiunque abbia diversi interessi artistici tenda ad averne una nella quale si sente più a suo agio e per me è sempre stata la recitazione.

 

Amo ogni tipo di recitazione, ogni parte, anche quando un lavoro mi porta ad avere, tecnicamente parlando, le così dette “brutte esperienze”, continuo ad amare quello che sto facendo.

Quindi, professionalmente parlando, per me la recitazione è la migliore.

 

Cantare è, per me, la cosa più catartica, emotivamente coinvolgente e bella che faccio nella mia vita, però è personale.

 


NN: Cosa ne pensi del tuo personaggio in Shadowhunters?

Hai qualcosa in comune con lei?

 

Nicola Correia-Damude:

All’inizio della prima e della seconda stagione abbiamo davvero poco in comune, ma nel corso delle stagioni, soprattutto verso la fine della terza, cominciamo a somigliarci molto.

 

Meryse ha più anni di quanti ne abbia io nella vita reale quindi siamo in due momenti diversi della nostra vita.

Quando ho iniziato lo show avevo avuto il primo figlio, aveva 6 mesi quando ho avuto la parte, mentre Meryse aveva già tre figli adulti...

 

 

NN: Un punto di vista completamente diverso...

 

Nicola Correia-Damude:

Stili di vita completamente diversi, fasi della vita completamente diverse e lei stava attraversando un momento della sua vita in cui è un po’ crudele, ha qualcosa di oscuro nel suo passato che io non ho e non credo che qualcuno possa dire di non essere capace di qualcosa perché non sai davvero di cosa sei capace finché non ti trovi in certe situazioni, ma il nostro passato è molto differente.

 

Ma credo comunque di potermi relazionare con questa realtà della vita per la quale a un certo punto del tuo percorso le cose cambiano e si spostano e sei costretto a reinventarti e credo che molti di noi hanno dovuto farlo almeno un paio di volte nel corso della loro vita.

 

Se sei fortunato e hai una vita affascinante, ti porterà in quella direzione. In questo senso ho potuto ritrovarmi in lei come umano, donna, madre e più si apre alla sua famiglia e al mondo che la circonda e più riesco a ritrovarmi in lei.

 

 

[Nicola Correia-Damude in Shadowhunters]

 

NN: Qual è il tuo ricordo più divertente in questi anni in cui hai recitato in Shadowunters?

 

Nicola Correia-Damude:

Ce ne sono state tante ma se dovessi sceglierne una c’è stato un episodio della terza stagione, non ricordo il numero, ma è quell’episodio dove mi viene tolta la runa e vengo convinta dai miei figli ad andare fuori a cena per incontrare il suo nuovo ragazzo ma sono nervosa perché è la prima volta che vado fuori senza le mie rune.

 

E quell’episodio era enorme e in particolar modo quella scena, che aveva un sacco di comparse, e c’erano molte parti coinvolte, molti elementi e storie coinvolte nella stessa scena e abbiamo girato la scena per due giorni, del tipo 17 ore per due giorni, ma ero stata altrove (lontana dal set) qualche tempo per girare Burden of Truth e per altre faccende e non vedevo tutti da un po’ e ci siamo divertiti un sacco, perché sostanzialmente stavamo seduti a questo tavolo per 17 ore al giorno per due giorni solo per riconneterci e le cose più divertenti accadono quando tutti vengono riuniti per tutto quel tempo e si comincia a essere stanchi e un po’ frastornati e…

 

Non saprei indicare una cosa particolarmente divertente, ma continuavamo a farci piccoli scherzi a vicenda ed è stato semplicemente un momento molto giocoso e una delle cose belle del gruppo di attori di Shadowhunter è che sono tutti molto professionali appena la camera comincia a girare ma ci divertiamo un sacco, insieme e continuiamo a farci piccoli scherzi, ridiamo moltissimo e quando ci viene detto che tutto è pronto, siamo pronti a fare il nostro lavoro...

 

È un modo di scherzare molto positivo e salutare ma essere messi tutti insieme per queste giornate epiche porta sempre a molte risate.

 

 

NN: Se dovessi scegliere un personaggio di un'altra serie TV da interpretare, quale sarebbe?

E perché?

 

Nicola Correia-Damude:

È una bella domanda… credo che vorrei essere il personaggio di Claire Danes in Homeland perché, ed è una cosa che non ho avuto spesso l’opportunità di fare, amo interpretare personaggi non solo multidimensionali, ma la cui personalità ha degli elementi ben distinti.

 

Per me il suo personaggio, ed è qualcosa che Claire ha fatto brillantemente, è danneggiato, travagliato, sia da un punto di vista medico che di storia personale, che nel modo in cui percepisce il mondo circostante, ma al tempo stesso è incredibilmente efficace, incredibilmente forte, incredibilmente amorevole e catturare quella cosa delle persone, per me, è la cosa più interessante nel fare arte, esplorare queste dicotomie e differenze nelle persone.

 

Quindi un personaggio come quello, che non penso qualcuno possa interpretare meglio di Claire Danes, è quello che vorrei interpretare.

 

 

[Nicola Correia-Damude]


NN: Quali sono i tuoi piani per il futuro?

 

Nicola Correia-Damude:

Professionalmente parlando sto terminando lo show di Apple, non sono ancora autorizzata a dire di cosa si tratta ma ci stiamo lavorando da 8 mesi e sono orgogliosa del lavoro svolto con loro: lo show dovrebbe essere rilasciato in autunno e questo mese, una volta terminato questo progetto, mi dedicherò alla terza stagione di Burden of Truth, il che è molto eccitante, e ho un altro paio di cosette in cantiere delle quali non posso parlare…

 

Ma professionalmente per quanto sta accadendo è un momento molto esaltante, diversi ruoli il che è buono e… personalmente… beh, ho perso una persona per me molto importante quest’anno, e ciò mi ha messo di fronte a come sto vivendo molte cose.

 

Viviamo in una cultura dove ci concentriamo molto sul lavoro e tendiamo a focalizzarci molto meno sulla vita personale e questo è diventato molto è diventato molto più chiaro nel corso dell’ultimo anno e quindi passare molto tempo con la mia famiglia è diventato il mio grande obiettivo… cioè trascorro già abbastanza tempo con la mia famiglia, ma vorrei fare di più e vorrei godere di ogni secondo a disposizione con loro.

 

 

Un grazie speciale a Giulia Binosi e Francesco Marchesi per averci organizzato l'intevista e per essere sempre molto disponibili.

 

E un grazie anche al mio collega Alessandro Dioguardi per avermi aiutato con la traduzione.

 

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