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Maurizio Crozza nel remake de Le Iene

I Broncoviz, il cinema e... Hollywood Party!

In principio erano i Broncoviz.



Prima di Crozza nel Paese delle Meraviglie, prima di Jean Claude e Madrina di Sensualità a Corte e prima del Pupazzo Gnappo erano solo Maurizio Crozza, Carla Signoris, Marcello Cesena, Ugo Dighero e Mauro Pirovano: meglio conosciuti nel mondo del teatro e della TV anni '90 come I Broncoviz.

Gruppo comico formatosi nel 1989 a Genova, I Broncoviz costituirono una compagnia teatrale presso il Teatro dell'Archivolto dove portarono in scena Il Bar sotto il Mare e Amlieto - Il principe non si sposa, entrambi scritti da Stefano Benni.


Un esordio mica da ridere.

Nel 1991 il quintetto sbarca nel mondo della televisione su Rai 3 prima ad Avanzi e in seguito a Tunnel, storiche trasmissioni comico/satiriche/culturali condotte dalla bravissima Serena Dandini.

Tra i mattatori dei due programmi - pietre miliari della TV italiana - c'erano i fratelli Guzzanti (Corrado e Sabina), Olcese e Margiotta e ovviamente I Broncoviz.


Più, ovviamente, una serie di ospiti italiani e internazionali di livello assoluto: ricordiamo le puntate con in studio Willy DeVille, Francesco De Gregori, Elvis Costello oltre all'ultima apparizione televisiva di Kurt Cobain con i suoi Nirvana.

 



[Save the Servants dei Nirvana a Tunnel]

 


Ma cosa ha a che fare un gruppo di comici (ahimé) ormai sciolto con il cinema?
Ci arriviamo...

Già nel nome dell'ex formazione genovese c'è un omaggio al mondo della Settima Arte: Samuel L. Bronkowitz era la firma del produttore dei fake trailer presenti nel film del 1977 Ridere per Ridere (The Kentuky Fried Movie) di John Landis, il papà dei Blues Brothers.

E già questo è un biglietto da visita niente male.

Ma la vera e propria esplosione cinefila dei Broncoviz l'abbiamo nel 1995 con la produzione - sempre per Rai 3 - di Hollywood Party, ovvio omaggio al film con protagonista l'immenso Peter Sellers).

Trasmesso all'epoca in seconda serata (sic!), il programma prodotto, scritto e interpretato dal gruppo di comici gravitava interamente intorno al mondo del cinema.


Lo trasmissione, che aveva luogo nella villa di Kevin Costner occupata abusivamente, aveva come improbabili conduttori Bob (Maurizio Crozza con un osceno parrucchino) e Sheela (Carla Signoris, perfetta nella sua macchiettistica interpretazione della valletta/conduttrice senza cervello). 


Ogni puntata (già dalle meravigliose sigle/incipit) seguiva il "tema" dei diversi generi cinematografici.

 





Dal thriller alla fantascienza, dall'horror al musical, gli sketch comico-cinematografici del quintetto genovese erano un trionfo di non-sense e trovate geniali, tutte legate al mondo della pellicola.

 

C'erano le rivisitazioni dei trailer di capolavori della Storia del Cinema (come dimenticare Il Cacciatorino, che fa il verso al capolavoro di Michael Cimino?) e le interviste al mago degli effetti speciali Tom Reiner (Maurizio Crozza) che trovava ogni volta un modo diverso per torturare il povero Skreek (Marcello Cesena).

 


 

 
[La "versione originale" di Blade Runner per quanto mi riguarda è ARTE: "Ora apro lo sportello e le faccio vedere le batterie!!!"]


Nel corso delle puntate collaborarono anche attori/ospiti occasionali come Michele Placido, Milena Vukotic, Claudio Amendola e tanti altri che si prestarono a dare vita a gustose parodie cinematografiche.

 



[Michele Placido protagonista di un esilarante finale alternativo di Chorus Line di Richard Attenborough]


Hollywood Party ci ha consegnato anche personaggi assurdi come Aristotiles Piroskafos (Mauro Pirovano), produttore fallito costantemente sull'orlo del suicidio per aver rifiutato di produrre film come Superman o Nightmare, il baffuto direttore d'orchesta Empire State McNamara (Ugo Dighero) e la silenziosa cantante di origini armene Irina Skassalkatsaja (Marcello Cesena) che in ogni puntata si esibiva nell'esecuzione di una colonna sonora, mentre Sheela e Bob trovavano un sistema per zittirla, o per meglio dire, eliminarla. 

 

E se rileggerete con attenzione il cognome di Irina capirete perché.




Nonostante alcuni sketch risultino ora meno efficaci (si parla comunque di una comicità di più di 20 anni fa), da appassionato di cinema ritengo che Hollywood Party sia stata una delle pagine più belle e divertenti della storia della televisione italiana di cui, purtroppo, restano ormai solo sbiaditi ricordi e video sgranati su Youtube con l'audio fuori sync.

 

Nel selezionare i trailer e gli sketch per questo articolo mi sono sentito costantemente in difetto: nonostante la scarsa disponibilità sul web, lasciare fuori genialità come Mary Poppins, Nightmare, Criminalità disorganizzata, Tuttapatata, Rocky, L'invasione degli ultracorpi tutte le sigle introduttive (Crozza e Dighero che storpiano "Heaven, I'm in heaven" di "Cheek to cheek" di Frank Sinatra con "Seven, five and seven" per la puntata dei musical sono impagabili) non è niente meno che un crimine. 

Vi invito quindi a navigare un po' su Youtube e farvi quattro risate...

Oppure unirvi alla mia petizione di richiesta alla Rai affinchè le puntate di Hollywood Party vengano rese disponibili sul portale streaming della nostra tv nazionale.

E come promesso nel titolo dell'articolo, vi lascio al remake de Le Iene di Quentin Tarantino... rivisto ovviamente in salsa Broncoviz!

Buona visione!




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2 commenti

Adriano Meis

5 anni fa

Sarebbe bello farla davvero!

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Adriano Meis

5 anni fa

Siamo un sito a tutto tondo..!Proprio il Claudione!!

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