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Star Wars - Perché non mi piace la Trilogia Prequel

Questo articolo nasce in risposta a una domanda che mi sento porre da quando ho reso palese la mia avversione nei confronti della cosiddetta Trilogia Prequel di Star Wars

Questo articolo nasce in risposta a una domanda che mi sento porre da quando ho reso palese la mia avversione nei confronti della cosiddetta Trilogia Prequel di Star Wars.

 

Mi trovo obbligato a mettere in chiaro un paio di cose prima di continuare: con questo pezzo non ho intenzione di far cambiare idea a nessuno.

 

Semplicemente vorrei esporre le motivazioni che mi spingono a scherzare in merito alla "non esistenza" della Trilogia Prequel, ovvero i tre film della saga usciti tra il 1999 e il 2005. 

 

Ho scritto "scherzare" perché di quello si tratta: so benissimo che sono film molto amati da milioni di persone, tante delle quali avevano l'età perfetta nel momento in cui li videro per la prima volta; lungi da me parlare seriamente o radicalizzarmi su una posizione: è una boutade, uno dei vari tormentoni che caratterizzano CineFacts e che nacque principalmente dal primo dei 3 video speciali che feci per raccontare l'immensa fatica di George Lucas nel preparare, farsi produrre e girare Guerre Stellari nel 1977. 

 

Qui sotto a 01:40 il mio pensiero appare evidente. 

 

 

 

Chi scrive è un appassionato di Guerre Stellari. 

 

E lo chiamo Guerre Stellari e non Star Wars proprio perché sono cresciuto chiamandolo in quel modo. 

Sono nato nel 1977 - guarda un po' le coincidenze - e sfortunatamente non ho potuto vedere i primi tre film al cinema; nonostante mi sia stato detto che Il Ritorno dello Jedi lo vidi in sala io non ne ho memoria alcuna e il mio incontro con la galassia lontana lontana di George Lucas avvenne una notte di capodanno quando diedero i film di fila in televisione. 

 

Non li avevo mai visti prima e andai a letto a un orario impensabile per l'età che avevo, perché ne rimasi rapito da subito. 

Per questioni che non starò a spiegare e che avrebbero poco senso qui sopra, mi identificai molto con il personaggio di Luke Skywalker, e da lì in poi Guerre Stellari divenne un'ossessione. 

 

Fa sorridere a dirsi di questi tempi, ma ci sono stati tanti anni nei quali palesare il proprio amore nei confronti della trilogia di Guerre Stellari equivaleva ad essere visto come uno sfigato brufoloso. 

 

 

 

 

In Italia non c'era, o quasi, del merchandising legato alla saga: non parliamo delle magliette o delle action figures che erano oggetti inesistenti, ma anche solo procurarsi un modellino da costruire della MPC o della AMT era roba da accaniti: non c'era molta varietà, c'erano solo alcune astronavi e i pochi pezzi che arrivavano nei negozi di modellismo finivano in fretta.

 

Oggi sembra impossibile, ma vi assicuro che era così. 

Per tantissimo tempo, dunque, ai fan italiani della trilogia cinematografica di Guerre Stellari che volevano restare appiccicati a quel mondo era concesso soltanto di consumare le videocassette. 

 

Poi, nel 1993, iniziò a circolare la notizia in merito a dei nuovi film che George Lucas aveva intenzione di scrivere e girare: dei prequel, che avrebbero narrato gli eventi precedenti alla Trilogia Originale e che ci avrebbero quindi mostrato come Darth Vader era diventato ciò che conoscevamo. 

 

Seguirono anni di spasmodica attesa, in assenza di internet le poche news a riguardo arrivavano dalle riviste specializzate o al massimo dal cugino dell'amico del gelataio che

"è stato in America e ha saputo che". 

Non ricordo con precisione tutte le notizie riportate di quel genere, ma erano palesemente finte e quindi anche divertenti.

Ma finte. 

 

Le notizie vere però ogni tanto arrivavano, e oltre alla storia il cast era davvero da diventare scemi: Natalie Portman, Ewan McGregor, Samuel L. Jackson, Liam Neeson...

 

Se pensate a un ventenne appassionato di Guerre Stellari che in quegli anni aveva adorato Léon, Trainspotting, Pulp Fiction e Schindler's List, vi renderete conto da soli di che caspita di entusiasmo ci potesse essere. 

 

 

 

 

Nel frattempo, in occasione dei vent'anni del primo film, la Lucasfilm decise di redistribuire al cinema la Trilogia Originale rimasterizzata, pulita e con delle scene aggiunte in digitale. 

 

Inutile dire che mi fiondai al cinema e con orgoglio ancora ricordo di essermi messo in coda dalle 10 di mattina per lo spettacolo delle 15 del primo giorno di distribuzione. 

Ero il primo, e per l'occasione avevo bigiato una giornata alla Scuola del Cinema di Milano - posso dirlo; ormai più di vent'anni anni dopo c'è la prescrizione, no? - pensando che mi sarei dovuto muovere perché chissà quanta gente ci sarebbe stata: ero il primo, e dieci minuti dopo arrivarono altri due ragazzi. 

 

Uno di loro non l'ho mai più perso di vista: chi ascolta il nostro podcast sa bene chi sia il fotografo Pietro Baroni. 

Vedere la saga al cinema fu un'emozione violentissima: mi resi conto che nonostante sapessi a memoria tutti e tre i film non li avevo mai "visti e sentiti" davvero. 

 

E poi con l'usura delle mie VHS le spade laser erano diventate tutte bianche e in alcune scene di massa non si capiva cosa succedesse. 

 

 

 

 

Il Cinema Manzoni di Milano in quelle tre occasioni fu per me un luogo di rinascita, non solo come fan di Guerre Stellari ma anche come spettatore cinematografico: il primo spettacolo di ogni film, distribuiti uno ogni due settimane, se non ricordo male, era ovviamente gremito di sfigati brufolosi ormai cresciutelli che conoscevano a memoria ogni passaggio del film... 

 

Vedere per la prima volta al cinema un film che ami attorniato da persone che lo amano quanto te è un'emozione che ha pochi paragoni. 

Il Manzoni ha chiuso definitvamente nel 2006, e con lui anche un pezzo dei miei ricordi legati al Cinema, al cinema e alla saga. 

 

Pochi mesi dopo l'abbuffata starwarsiana in sala, venni a sapere che una delle location principali del primo film della trilogia nuova era la Reggia di Caserta. 

Cacchio. Avrebbero girato delle scene del nuovo Guerre Stellari in Italia. 

Fantastico. 

Ci andai, nella speranza di vedere qualcosa del set. 

 

Scoprii in quell'istante che i set di George Lucas erano blindati in modo impenetrabile, con paratie di svariati metri che coprivano tutta l'area e un servizio di sicurezza che faceva spavento, e che a giudicare dall'aspetto aveva una mira migliore di quella degli Stormtrooper. 

 

Uscì poi la prima locandina promozionale, che faceva capire tutto con una semplice immagine: un bambino che proietta un'ombra, ma l'ombra è quella di Darth Vader. 

Da brividi, bellissima. 

 

La comprai e rimase appesa in casa per parecchio tempo.

 

 



E poi, finalmente, un giorno in cui mi trovavo nella Sala Energia dell'Arcadia di Melzo - non ricordo per quale film - arrivò il trailer: ascoltare quelle musiche associate a delle immagini nuove e sfavillanti, girate con un passo contemporaneo e non anni '70, fu una cosa da brividi. 

 

L'aspettativa arrivò a livelli impensabili. 

 

E ovviamente non potevo che tornare a Melzo per vedere il primo film, comprando addirittura due biglietti: uno per la prima nazionale in Sala Energia, dove il film veniva proiettato in pellicola, e uno per il giorno dopo in una delle altre 4 sale "più piccole", perché c'era la novità assoluta della proiezione in digitale ed io, che nel frattempo ero diventato un cameraman e oltre alla malattia per Guerre Stellari avevo sviluppato anche quella nei confronti della tecnica cinematografica, non volevo farmi scappare l'occasione. 

 

Avrei visto il film due volte, due giorni di fila, potendomi anche meglio rendere conto della "eventuale" (così pensavo) differenza tra pellicola e digitale. 

Era il futuro. 

 

Ho già scritto che uno dei fattori che ritengo determinino il nostro giudizio su un film è l'aspettativa. 

 

Nei confronti di Star Wars Episodio I: La Minaccia Fantasma credo che mai parole furono più centrate. 

 

 

 

Ci rimasi malissimo.

 

Sorvolando sulle varie incongruenze a livello di intreccio puro, come la morte della madre di Leia prima che possano vederla i figli o l'esistenza di un Maestro di Obi Wan che spunta dal nulla al posto di Yoda, uscii dalla sala con un'emozione strana dentro di me. 

 

Non mi era piaciuto, non mi aveva emozionato, ma sentivo che doveva piacermi per forza. 

Cacchio, era il nuovo film di Star Wars, il primo nuovo film che vedevo al cinema e in sala era pieno di gente conciata come Luke, Leia e Han, c'erano Stormtrooper e Darth Vader, c'erano anche due Predoni Tusken. 

Ho visto spade laser e battaglie, ho visto i Jedi, ho visto Darth da bambino, tante creature, tanta tecnologia. 

Deve piacermi per forza. 

 

Eppure. 

 

Ci fu una scena in particolare che fece scendere l'entusiasmo di tutta la sala, ricordo addirittura qualcuno che durante il film urlò a Lucas di farsi una gita in quel paese dove si manda chi ci sta antipatico, avete presente? 

Quello che inizia per F e finisce per anculo. 

 

La scelta di introdurre nell'universo di Guerre Stellari la questione dei Midichlorian non se la fece andar bene nessuno. 

Ed era anche ovvio, ancora oggi mi chiedo come gli sia venuto in mente...  

 

 

 

 

Uno stravolgimento totale del concetto della Forza la cui energia "ci circonda e ci lega ed è in me, in te, nell'albero e nella pietra" e dell'addestramento Jedi dovuto al sacrificio e all'abnegazione.

 

Per trasformarlo in un qualcosa di profondamente classista ed elitario, legato a quanti Midichlorian qualcuno possiede nel sangue.

 

Chiunque poteva diventare Jedi, prima.

Era il sogno di tutti i bambini appassionati, diventare Jedi. 

Ti fai un mazzo della madonna, rinunci a un sacco di roba, però poi oh: sei un Jedi. 

 

La Minaccia Fantasma invece ci diceva che no, non è così: se hai tanti Midichlorian sei un figo, altrimenti ti attacchi al primo Taun Taun che trovi. 

Quelli che puzzano fuori e dentro sono peggio. 

Per non parlare dell'accenno all'immacolata concezione. 

 

Nonostante tutto diedi fiducia ai film successivi, ovviamente andai sempre e comunque all'Arcadia e sempre e comunque il primo giorno di distribuzione. 

Ma ormai si era già rotto qualcosa. 

E sicuramente si era rotto il giorno successivo alla prima, quando di tornare a Melzo per rivederlo in digitale non mi entusiasmava come poche ore addietro. 

 

Ci andai e tolsi quell'"eventuale" dalla mia testa: la differenza c'era eccome. 

 

 



In ogni caso, la Trilogia Prequel non mi è mai andata giù, per tantissimi motivi. 

 

E li ho rivisti ben più di una volta, anche recentemente per provare a me stesso che il mio "odio" nei confronti di quei tre film fosse esagerato, che in realtà se piacciono davvero a così tante persone sono io quello che sbaglia, sono io quello che deve ripensare il suo giudizio, io quello che deve guardarla con occhio critico e non solo da fan. 

 

Niente da fare.

Anche liberandomi dalla veste da groupie, sono dell'opinione che quei film siano scritti farraginosamente, girati male e interpretati peggio.

 

George Lucas, ai tempi della Trilogia Originale, era un autore che per forza di cose doveva affidarsi al parere di altri.

Che infatti cambiarono tantissime cose rispetto alla sua idea originale.

 

Durante lo sviluppo della Trilogia Prequel invece era ormai George Re Mida Lucas, e nel momento in cui decise di riprendere in mano la sua creatura in assoluto più redditizia, famosa e iconica, non aveva più nessuno che si potesse permettere di dirgli neanche un "ehi". 

 

A mio avviso la cosa si vede. 

Ritengo Lucas un ottimo soggettista, un grandissimo produttore, ma penso che come sceneggiatore e regista abbia i suoi limiti.

 

E se sui tanti ed evidenti limiti di Guerre Stellari e L'Impero Colpisce Ancora ci si passa un po' sopra è perché quei due film fanno parte della Storia del Cinema e hanno riscritto la storia di un genere cinematografico praticamente inventandone uno: il fantasy e la fantascienza prima di Star Wars erano ben separati, da lì in poi per il Cinema nacque il concetto di Space Opera. 

 

 



Ma i limiti che secondo me accompagnano Lucas su un set escono a dismisura nella Trilogia Prequel. 

 

Il caro George si è fatto prendere la mano da una storia complicata e - a mio avviso - un po’ troppo noiosetta, dove di “guerre stellari” ce n’è solo l’ombra. 

 

La scelta di affidarsi totalmente al green screen e al digitale, piuttosto che a set reali con creature tangibili, rende l'atmosfera dei film gelida e distaccata. 

 

Una quantità tale di "sfondo verde" ed effetti in CGI non era mai stata utilizzata prima, e credo si percepisca in più di un'occasione lo smarrimento degli attori che sul set non avevano idea di dove fossero e cosa stessero guardando. 

 

 

 

 

Natalie Portman, Ewan McGregor, Samuel L. Jackson, Liam Neeson.

 

Davvero vogliamo dire che siano stati diretti bene? 

Se dovessimo elencare i film in cui questi quattro hanno recitato meglio, ve la sentireste di mettere in lista i tre film della Trilogia Prequel? 

Io no. 

 

McGregor è diventato il simbolo di questa trilogia: vero protagonista ed evidente gran lavoratore, si vede che ce la mette tutta. 

Ma sentirlo recitare dialoghi imbarazzanti non lo rende grande. 

 

Gli attori su quel set erano per George Lucas delle marionette da manovrare tanto quanto i personaggi in CGI. 

 

 



Un Jackson ombra di se stesso, una Portman appesantita da trucco e costumi - per carità: bellissimi - in un ruolo senza una direzione. 

 

Penso sia superfluo dilungarmi più di tanto sul fallimento del comic relief affidato al personaggio interamente in digitale di Jar Jar Binks. 

O sulla fotografia piatta e inesistente, evidentemente schiava della computer grafica e della manipolazione digitale a posteriori. 

O ancora, proseguendo nella Trilogia Prequel, con i siparietti romantici a base di pere fluttuanti, mucche extraterrestri obese e sabbia che irrita la pelle. 

 

Ma soprattutto ciò che non mi ha emozionato è stata la storia. 

Il racconto, l'intreccio, il plot. 

 

La trama di come Palpatine diventi Palpatine mi ha annoiato, non mi ha appassionato, l'ho trovata gelida dall'inizio alla fine, ingessatissima nello sviluppo e nella rappresentazione, con dialoghi baroccheggianti che se già facevano sorridere alla fine degli anni '70 - Alec Guinness in merito fu lapidario - sinceramente nel 2000 sembravano la brutta copia di uno spin-off sulla burocrazia della serie di libri Harmony. 

 

Per fare una grande storia serve un grande cattivo.

Non è semplicemente un luogo comune, bensì la realtà che riguarda tutte le sceneggiature che hanno alla base l'epica o l'avventura. 

Se non hai un grande cattivo allora devi avere un grande conflitto. 

E se non hai un grande conflitto vuol dire che il conflitto sarà all'interno del protagonista: dovrà combattere con se stesso, con le sue paure, con le sue insicurezze. 

 

Nel caso della Trilogia Prequel la cosa si risolve con la scelta di un cattivo nascosto e di un protagonista insipido. 

 

Il grande villain della Trilogia Prequel si muove nell'ombra e anche se è affascinante l'idea di un cattivo che non si esponga in prima persona, il risultato è quello di rendere i suoi rappresentanti deboli, se non addirittura ridicoli. 

 

Il personaggio di Darth Maul è a mio avviso di un'inconsistenza rara. 

Il make up è mirabile, chiunque rimase affascinato da questa faccia rossa e nera e da, cacchio, la sua rossa spada laser bipenne. 

 

Ma è un rappresentante, non un cattivo. 

 

 

 

 

Non ha carisma, non ha personalità. 

 

Darth Maul era interpretato da Ray Park; chi non lo conoscesse non si preoccupi: prima de La Minaccia Fantasma il caro Park aveva fatto lo stuntman in Mortal Kombat - Distruzione Totale e la controfigura di Christopher Walken per le scene in cui il suo Cavaliere senza Testa ne Il Mistero di Sleepy Hollow doveva effettivamente... cavalcare senza testa. 

Ray Park non era un attore, ma uno stuntman. 

 

Affidare il ruolo di villain a uno che recita per la prima volta mi sembra un'ammissione da parte di George Lucas sul fatto che volesse un bell'involucro, ma vuoto. 


Per fortuna nei film successivi c'è Christopher Lee, che come presenza e carattere riempie uno schermo da solo, ma il personaggio di Grievous invece era davvero necessario? 

Quello con le quattro braccia rotanti? 

 

Parlando di attori e recitazione ho tenuto in fondo il meglio. 

Perché è soprattutto per colpa sua se la Trilogia Prequel proprio non riesco a mandarla giù, compreso La Vendetta dei Sith che onestamente è lontano dall'essere un film riuscito male, e anzi mi sento di dire che lo preferisco a Il Ritorno dello Jedi che era ormai già diventato un contenitore per pupazzi e astronavi da vendere nei negozi. 

 

La colpa è dell'attore al cui confronto Stanis LaRochelle è Marlon Brando.

 

Colui che nel momento in cui venne accreditato come attore rivoluzionò il mondo e fece credere alle Lollipop di essere delle cantanti. 

Convinse Fabio Volo di essere un Premio Pulitzer e Federico Moccia un regista. 

 

Tutto era improvvisamente diventato possibile, anche l'impensabile. 

 

 

 

 

Hayden Christensen. 

 

Chiamato a interpretare uno dei personaggi più iconici di sempre, uno dei pochissimi Veri Villain dell'intera Storia del Cinema, uno che ha popolato gli incubi di milioni di ragazzini pur comparendo per un totale di neanche 40 minuti in oltre 6 ore di Trilogia Originale. 

Una figura imponente, minacciosa, sfaccettata e profonda. 

 

Anzi, peggio: Christensen non solo doveva interpretare Vader, ma doveva mostrarci il percorso del personaggio che da Anakin Skywalker si trasformava in in Darth Vader. 

Tutta la Trilogia Prequel si basa - in teoria - su questo percorso. 

 

Il tacito accordo con lo spettatore prevede che egli già conosca il destino del personaggio, eppure vuole vedere come tale destino si compia. 

 

Un ruolo meraviglioso, che qualunque attore avrebbe colto al volo come il migliore dei trampolini di lancio per dimostrare ecletticità, profondità, cambi repentini di umore e situazione.

 

Per fare un gran lavoro sullo slow burn per farci vivere il dramma, la tragedia, la follia di quello Skywalker che l'intera galassia temeva. 

Per dare corpo a quell'immagine del bimbo che proiettava un'ombra oscura. 

 

Il risultato direi che è sotto gli occhi di tutti. 

 

E la colpa non è nemmeno tutta da attribuire a lui - nonostante sia evidente che la sua successiva carriera abbia dimostrato che non eravamo di fronte a un nuovo Laurence Olivier - ma è da dividere con chi gli ha messo in bocca battute imbarazzanti e lo ha diretto in un modo che forse si potrebbe riassumere con "fai quello che vuoi, tanto quei nerd del nostro pubblico guarderanno quanto spacca Ewan e quanto è gnocca Natalie".

 

Se aggiungiamo che Christensen ottenne la parte davanti ad altri 13 pretendenti perché

"Lui e Natalie stavano bene insieme"

 

E se sottolineiamo che tra quei 13 c'erano anche Christian Bale, Heath Ledger, Joshua Jackson e Leonardo DiCaprio... beh, capite che un po' di rammarico resterà sempre.

 

 

 

 

La Trilogia Originale raccontava in fin dei conti non solo il viaggio e la crescita di Luke, ma anche la redenzione di Vader.

 

Il personaggio aveva un fascino irresistibile che era in gran parte dovuto al suo passato: era un grande eroe caduto, un Maestro Jedi passato al Lato Oscuro e divenuto uomo misto a macchina, consumato dal Male che porta dentro di sé perché via più semplice per ottenere una grandezza che il Lato Chiaro non permetterebbe. 

 

Le aspettative - maledette - erano quindi quelle di vedere quell'uomo ascendere e poi cadere. 

 

La Trilogia Prequel invece ci mostra prima un bambino dotato e fortunato e poi un ragazzo che si comporta in maniera impertinente. 

Un predestinato che arrogantemente sfida gli insegnanti e se ne frega di regole e tradizione, un presuntuoso piagnucolone. 

 

Davvero George Lucas ha deciso di mostrarci Anakin Skywalker in quel modo? 

Dov'è il Grande Uomo, il Maestro che tutti rispettavano e stimavano, l'eccezionale pilota delle grandi imprese? 

 

Io non l'ho visto, ho visto un personaggio egocentrico e anche un po' stupido verso il quale non ho mai provato un pizzico di empatia, anzi. 

 

E tutto il lato romance del secondo episodio va oltre l'imbarazzo. 

I dialoghi già buffi del primo episodio diventano inconsistenti e impalpabili, leggeri come carta velina: a Lucas non interessa minimamente approfondire i suoi personaggi, quanto farli muovere in mezzo a mille meraviglie visive.

E se negli altri attori almeno un minimo di volontà la si può percepire, nel giovane Hayden l'inconsistenza della sceneggiatura si rivela secondo me in tutta la sua mediocrità. 

 

Mi spiace, ma personalmente questa è una pecca sopra la quale non riesco ad andare, problema mio.

 

 



De L'Attacco dei Cloni si potrebbero guardare i primi dieci minuti e gli ultimi venti senza perdersi chissà che, in termini di sviluppo degli eventi. 

 

Anzi, ed è questo a mio avviso un altro enorme problema della Trilogia Prequel, dei primi due film di "necessario" ci sono appunto sì e no tre quarti d'ora. 

 

La storia di Anakin e Palpatine parte da troppo lontano, non ci vengono mostrati snodi così salienti da giustificare gran parte del minutaggio dei tre film, che in tutto arrivano a quasi 7 ore di racconto. 

Sette ore meno due minuti, per essere precisi. 

 

Sette ore dove il potere dell'epica e del mito, il fascino dell'eroe, la forza di una storia semplice ma avvincente - gli elementi che furono alla base del successo di Guerre Stellari, ma che a ben guardare risultano fondamentali in tutte le storie scritte seguendo Il Percorso dell'eroe - si perdono in mille discorsi prolissi e in battaglie a colpi di esagerati salti mortali, in inquadrature e scene cinetiche ma vuote, in uno sfarzo clamoroso e in un dispiegamento di mezzi esagerato che però racchiude dentro di sé una storia che fondamentalmente è esile come uno stuzzicadenti. 

 

E sono del parere che il Cinema riuscito sia quello che riesce a raccontare in modo originale una storia semplice così come quello che racconta in modo classico una storia profonda.

 

Nella Trilogia Prequel non trovo nessuna delle due cose. 

 

 

 

E so perfettamente che i primi due film della saga, quelli del 1977 e 1980, certo non brillano per l'intelligenza dei dialoghi o per le interpretazioni sopraffine. 

 

Ma quei film costruirono il Mito. 

In maniera modesta, anche un po' camp e cialtrona a volte, ma il primo getta le basi per la grande storia del secondo, con quella rivelazione che ancora oggi è un grandissimo colpo di scena per coloro - che forse sono rimasti una decina al mondo - che non dovessero conoscerlo. 

 

I film nuovi non costruiscono alcunché e, al contrario, prendono quel Mito e lo afflosciano, lo appesantiscono. 

 

Capisco perfettamente perché le nuove generazioni amino la Trilogia Prequel: è spettacolare. 

È visivamente attraente, da ogni punto di vista: gli effetti, le scenografie, i colori, i costumi, le coreografie. 

 

E molto probabilmente la amano perché è lì che hanno iniziato a conoscere l'universo di Guerre Stellari, recuperandosi magari la Trilogia Originale in seguito per poi bollarla come "vecchia". 

 

 

 

Ma i film vanno contestualizzati. 

 

E se appare chiaro che Guerre Stellari e L'impero Colpisce Ancora siano visivamente invecchiati - George, potevi pure rimasterizzarli per l'ennesima volta in 16K e aggiungerci altri mille inutili minuti in più, ma è evidente che siano film di quarant'anni fa - mantengono una potenza espressiva che i film della Trilogia Prequel si sognano. 

Personalmente mi sembrano invecchiati peggio i film di vent'anni fa rispetto a quelli di quaranta, e non è dovuto al semplice legame affettivo o a un'arrabbiata nostalgia. 

 

Gli effetti fisici e prostetici invecchieranno sempre meglio di quelli digitali, ne sono testimoni decine di film. 

 

E per chiarezza vorrei dire che non sono un talebano della Trilogia Originale che odia il resto.

Anzi. 

 

La Trilogia Sequel non mi è affatto dispiaciuta. 

 

 



Su L'Ascesa di Skywalker preferirei non esprimermi, perché personalmente lo ritengo forse il meno riuscito di tutti e nove i film, ma Il Risveglio della Forza e Gli Ultimi Jedi mi sono piaciuti entrambi, per motivi diversi, e nemmeno poco. 

 

Se volete potete leggere qui le mie recensioni di entrambi i film: dell'Episodio VII di J.J. Abramsdell'Episodio VIII di Rian Johnson. 

 

Se poi ne sentiste il bisogno qui c'è anche quella dell'Episodio IX. 

 

Negli anni, ogni volta che scherzando ho scritto "la Trilogia Prequel non esiste" ho dovuto accettare decine e decine di insulti. 

Al di là del fatto che resta comunque un'opinione personale - e come ho scritto all'inizio di questo pezzo la cosa non nasce con l'idea di far cambiare idea a nessuno - ogni volta mi stupisco di quanti fan abbia la Trilogia Prequel. 

 

Che è senza dubbio foriera di meme e situazioni divertenti, ma davvero non mi capacito di come così tante persone possano ritenerla valida, in alcuni casi addirittura migliore di quella Originale. 

Di quella Sequel figuriamoci, nell'era delle opinioni per tutti si legge un sacco di roba quindi è normale che venga additata come "orribile" e "peggio dei prequel". 

 

Ma volevo far notare una cosa: non sono solo. 

Universalmente la critica cinematografica ha apprezzato poco la Trilogia Prequel. 

 

Quella nuova è stata apprezzata di più. 

 

 



Come immagino abbiate capito ritengo la media voto della critica fin troppo generosa nei confronti della Trilogia Prequel, ma in linea di massima mi trovo d'accordo con l'andamento generale dei giudizi sui 9 film. 

 

E non è solo la critica a pensarla così. 

La The Walt Disney Company ha acquisito la Lucasfilm per 4 miliardi di dollari nel 2012. 

Ne detengono i diritti di sfruttamento, e sappiamo tutti benissimo che a differenza di qualche anno fa dove i gadget erano introvabili ormai la situazione si è ribaltata, ed è diventato impossibile evitare il merchandising legato alla Saga di Star Wars. 

 

È ovunque. 

Se vi recaste a Disneyland vi accorgereste che ormai Guerre Stellari fa parte a pieno titolo dell'immaginario della Casa del Topo: c'è veramente qualsiasi cosa di acquistabile, i suoi personaggi sono dappertutto e il brand è sfruttato fino al midollo. 

 

Eppure. 

 

Quanti gadget vedete legati alla Trilogia Prequel? 

Legati alla Trilogia Originale ce ne sono parecchi, ovviamente, tanti quanti sono quelli legati alla Trilogia Sequel, nata dopo l'acquisizione di Lucasfilm. 

Ma sgusci? Watto? Maul? 

Grievous? Navi di Naboo, Jar Jar, ecc? 

 

Anche Disney sa perfettamente che il sentimento generale nei confronti della Trilogia Prequel non giustifica grandi investimenti in merchandising da vendere.  

 

 

 

 

Con questo non voglio assolutamente dire che ho ragione io - lo ripeto per l'ennesima volta - ma semplicemente è una prova del fatto che se esiste un'opinione condivisa in merito alla Trilogia Prequel, di certo non è quella dove vengono incensati in quanto grandi film. 

 

Ed è inutile che tiriate in mezzo la questione Disney per affondare gli ultimi tre film: Disney è proprietaria di Lucasfilm tanto quanto lo è di Marvel Studios, di Pixar, di National Geographic, di ABC, di ESPN... 

Ma non c'è un uomo Disney nascosto in ogni ufficio delle aziende controllate o possedute dalla The Walt Disney Company. 

 

Se amate i film Pixar o vi piacciono i film Marvel è merito degli uomini Pixar e Marvel, principalmente in questi due casi Pete Docter - e prima di lui John Lasseter - e Kevin Feige: non ci sono executive Disney che abbiano più potere di loro. 

E funziona così anche in Lucasfilm, dove è Kathleen Kennedy che decide. 

 

La Kennedy era co-direttrice generale assieme a George Lucas, ed è rimasta da sola quando il George decise di vendere la sua creatura alla Disney. 

Fondò all'inizio degli anni '80 la Amblin assieme a suo marito Frank Marshall e a Steven Spielberg. 

 

Dieci anni dopo aprì la Kennedy/Marshall. 

 

 



È la produttrice dietro a film come E.T. - L'extraterrestre, la trilogia di Ritorno al Futuro, i film di Indiana Jones, i Goonies, Poltergeist, Chi ha incastrato Roger Rabbit, Jurassic Park, Schindler's List, la saga di Bourne, vanta 8 nomination agli Oscar... 

 

Chi è davvero così naïf da credere che sopra a un personaggio di queste dimensioni ci possa essere un uomo Disney che decide al posto suo? 

Certo, ci saranno state decine di riunioni tra Disney e Lucasfilm prima di mettere in moto la Trilogia Sequel, ma quei film sono Lucasfilm. 

Non compare il logo del castello della Bella Addormentata prima dei titoli di testa, come non compare prima dei film di Marvel Studios. 

 

Se andaste a leggere i nomi dei principali produttori, produttori esecutivi e produttori associati dei tre film nuovi trovereste una quarantina di nomi, alcuni ricorrenti, di persone che lavorano per Lucasfilm, per Bad Robot - la compagnia di J.J. Abrams - o nomi di producer freelance che vengono contrattualizzati su un film... dalla produzione. 

 

Se davvero ritenete plausibile che l'azienda che possiede le altre possa decidere tutto in merito a qualsiasi cosa, dovreste a mio avviso uscire da una bolla dove il mondo è semplice e dove il Cinema viene fatto da tre persone in pochi giorni. 

 

Tutto ciò mi rendo conto non avere più niente a che fare con la Trilogia Prequel, la mia avversione nei suoi confronti e la mia ironia nel continuare a dire che per me "non esiste". 

È vero, ho divagato. 

 

Ma avevo già detto tutto sulla Trilogia Prequel... 

La Trilogia Preq... La che? 

 

...di cosa stavo parlando? 

 

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