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Les garçons sauvages - Recensione: il giovane lo uccide il vecchio che lo inghiotte - RNFF 2019

Il film d'apertura al Festival italiano del Cinema dell'orrore e dell'oscuro è uno splendore 

Partiamo dalla fine, come capita spesso: dalla critica. I Cahiers du Cinéma indicarono Les garçons sauvages come il più bel film del 2018: Il filo nascosto di Paul Thomas Anderson fu terzo, per farvi capire.

 

Ciò che più colpisce di Les garçons sauvages è la densità della costellazione dei richiami artistici che suscita.

 

Coleridge e la sua Ballata dell'antico marinaio, Freud e la evoluzione psico-sessuale dal bambino all'adulto, Il signore delle mosche, L'odissea, L'inferno dantesco e su tutti Arancia meccanica sono solo alcuni di essi.

 

Per non scomodare il piano musicale e i  suoi richiami ai temi di Čajkovskij.

 

 


 

Ma non perdiamoci in referentismi, non fini a se stessi ma più utili a chi scrive che a chi legge, e approdiamo alle cose stesse, al film e alla sua contestualizzazione.

 

Les garçons sauvages di Bertrand Mandico apre la 17ª edizione del Ravenna Nightmare Film Festival.  


Girato in pellicola 16mm dichiara da subito che sarà ogni elemento del linguaggio filmico a volere farsi significante. 

 

 



In poche parole: un gruppo di ragazzi alla fine del XIX secolo commette un crimine orribile.

 

La società si prende a carico la loro rieducazione e più precisamente un marinaio si proporrà di occuparsi dei cinque trascorrendo con loro del tempo sulla sua imbarcazione.

 

 

 

 

I metodi educativi dell'uomo tanto reprimono le pulsioni libidiche dei ragazzi quanto acutizzano quelle aggressive.

 

Ma il viaggio di "guarigione" è appena cominciato. La cura Ludovico van è al contempo mentale e violentemente organica: in un fortunato sincretismo potremmo dire, non senza una certa pertinenza, ormonale

 

[Trailer di Les garçons sauvages]

 

 

Fedele allo spirito freudiano del film il regista non risparmia alcun riferimento pulsionale-sessuale come già fu per Stanley Kubrick e il suo capolavoro.

 

I ragazzi (?) sono arance a orologeria, mosche, lotofagi, dannati, e gli adulti - poliziotti, signori, Dei, angeli caduti - dovranno addomesticare loro e il ragazzo (?) che sono stati.

 

Per chi scrive, e per i Cahiers du Cinéma, Les garçons sauvages è già il più bel film di questo Festival.

 

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