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Martin Scorsese e i film Marvel: quando il tifo supera la ragione

La dichiarazione di Martin Scorsese dice una verità personale, che molti hanno travisato

Fa discutere in questi giorni la dichiarazione di Martin Scorsese in merito ai film sui supereroi della Marvel, ma chiunque conosca un minimo il cineasta newyorkese non ha di che stupirsi, dato che è evidente il senso di quanto abbia detto, mentre chi ci sta polemizzando sopra evidentemente non ha afferrato. Oppure non vuole farlo, spostando il discorso su una mera questione di tifo che poco ha a che fare con il Cinema. 

 

La dichiarazione di Martin Scorsese nasce durante un'intervista di Empire Magazine, che dopo aver chiesto al regista un parere in merito alla proliferazione dei film con i supereroi e al Marvel Cinematic Universe si è sentito rispondere così: 

 

“I don’t see them. I tried, you know? But that’s not cinema.

Honestly, the closest I can think of them, as well made as they are, with actors doing the best they can under the circumstances, is theme parks.
It isn’t the cinema of human beings trying to convey emotional, psychological experiences to another human being.”

 

Tradotta in italiano, la dichiarazione è 

"Non li guardo. Ci ho provato, ma non è cinema.

Onestamente, la cosa più vicina a quei film, per quanto siano fatti bene e abbiano attori che fanno del loro meglio viste le circostanze, sono i parchi a tema.

Non è un cinema di esseri umani che cercano di veicolare esperienze emotive e psicologiche ad altri esseri umani."

 

La cosa sta facendo imbufalire i fan dei film Marvel, con un relativo carico di insulti lanciati verso Martin Scorsese che ha dell'imbarazzante. 

 

 

[Martin Scorsese, Robert De Niro e Al Pacino sul set di The Irishman]

 

 

La querelle nasce soprattutto da quel "Non è Cinema". 

 

Appare evidente che quell'inciso si riferisca alle intenzioni dei Marvel movies e non alla loro realizzazione tecnica, anche perché subito dopo Martin Scorsese dice che quei film "sono fatti bene".

Ma la vena dei tifosi Marvel si chiude subito alla frase precedente.

 

Credo però che sia innegabile anche per i più accaniti: i film del Marvel Cinematic Universe nascono e vengono prodotti con intenzioni diverse rispetto a un altro tipo di Cinema. 

 

Negli ultimi 10 anni sono riusciti a creare un universo cinematografico condiviso che non ha precedenti e hanno portato in sala milioni e milioni di persone, ma nascono principalmente per incassare, per intrattenere e divertire e il più delle volte riescono egregiamente a centrare tutti e tre gli obiettivi. 

 

 

[Avengers: Endgame: il film più redditizio di sempre senza il calcolo dell'inflazione]

 

Non è una colpa né una vergogna: il Cinema è un'industria che dà lavoro a migliaia di persone che devono essere pagate e chiunque spenda dei soldi per mettere in moto la produzione di un film lo fa perché vuole guadagnare più di quello che ha speso.

 

Il Cinema come pura forma d'arte sopravvive nei piccoli festival ed è quello di chi non vive di Cinema: nel momento in cui esiste una distribuzione, ed è a livello mondiale, il primo obiettivo di un prodotto cinematografico è quello di incassare soldi, non di fare arte.

 

Se poi nell'opera creata per incassare c'è la voglia e lo spazio per fare anche dell'arte, ben venga. 

 

Mi sembra quindi chiaro che, pur parlando dello stesso medium, non si possano mettere sullo stesso piano i film dei fratelli Russo o quelli di Jon Watts con il Cinema di P.T. Anderson, di Bong Joon-ho o di Jean-Luc Godard

 

La dichiarazione di Martin Scorsese, che pure ammette di aver provato a guardare i cosiddetti cinecomic, va intesa in tal senso. 

Quando il regista di Taxi Driver, Toro Scatenato, Mean Streets, Fuori Orario, L'ultima Tentazione di Cristo, The Aviator, Quei Bravi Ragazzi, ecc... parla di "Cinema" non vuole parlare di film. 

 

Il Cinema per lui è quello che tratta delle emozioni umane, quello che vuole comunicare qualcosa. 

 

 

[Robert De Niro in Toro Scatenato, di Martin Scorsese - 1980]

 

 

È il Cinema che nasce da un'esigenza, da una necessità, da una pulsione, è quello che prova a fare riflettere su una condizione o a rappresentare qualcosa raccontando per metafore e simbolismi, quello che va oltre la fine dei titoli di coda e resta dentro. 

 

Il Cinema che cresce dopo aver visto il film, che non si limita all'emozione provata durante la visione bensì continua a emozionare dopo, perché ognuno di noi può ritrovarci se stesso o un qualcosa a lui vicino, e ragionandoci sopra a posteriori può magari offrirgli delle risposte, delle domande, dei punti di vista. 

 

Martin Scorsese ha semplicemente detto che non lo emozionano i film sui supereroi, non ha detto che sia impossibile che emozionino qualcun altro. 

 

È ovvio che quel genere di film possa emozionare, è successo e succederà ancora, ma sono film di intrattenimento che si concludono una volta usciti dalla sala. 

A parte le elucubrazioni e le varie fan theory che fanno nascere - grazie anche al geniale utilizzo delle scene post credits, che aprono sempre nuove strade e creano nuovi cliffhanger - i film del MCU non sono pensati per aprire riflessioni profonde sulla condizione dell'uomo, i suoi tumulti e le sue paure. 

 

Sono pensati per divertire. 

 

Il messaggio di fondo esiste, ma resta flebile e sempre più o meno lo stesso, inchiodato dalla struttura stessa del film che prevede che i buoni debbano vincere, che il gruppo funziona meglio del singolo, che nessun uomo è un'isola e che nel perseguimento del bene per il genere umano è giusto che un uomo si sacrifichi.  

 

 



Secondo Martin Scorsese, evidentemente, questo "non è Cinema". 

 

Perché nella sua opinione il Cinema è quello creato da "esseri umani che cercano di veicolare esperienze emotive ad altri esseri umani." 

 

Oltre al fatto che resta chiaro si tratti di una sua opinione, e non mi pare abbia la presunzione di pensare che debba necessariamente essere condivisa a livello universale, non vedo come si possa contestare la cosa. 

 

Per Martin Scorsese il Cinema è quello. 

Per Martin Scorsese i film Marvel non nascono con quella intenzione, quindi non li ritiene "Cinema" ma "parchi di divertimenti".

 

Ed è imbarazzante leggere in queste ore la quantità di insulti e invettive nei confronti di un uomo che crea capolavori cinematografici da quasi mezzo secolo, che a 70 anni ha girato uno dei film in 3D più riusciti di sempre dal punto di vista tecnico che era contemporaneamente una dichiarazione d'amore per Georges Méliès e il Cinema delle Attrazioni, che ha creato una Fondazione che restaura e preserva le pellicole dei capolavori mondiali per tramandarle ai posteri. 

 

Insulti e invettive che partono da persone che non hanno capito, o non vogliono capire, cosa intendesse con quella dichiarazione. 

 

Che non hanno capito, o non vogliono capire, che esistono i film ed esiste il Cinema, e sono due cose differenti.  

 

 

[Robert de Niro e Harvey Keitel in Mean Streets - Domenica in chiesa, lunedì all'inferno, di Martin Scorsese -1973]

 

 

E che non hanno capito, o non vogliono capire, che Martin Scorsese non ha insultato nessuno né ha voluto denigrare alcunché, ma che semplicemente ha voluto spiegare il perché non guarda quel tipo di film. 

 

Ha sbagliato nel generalizzare paragonando tutti i Marvel Movies a dei parchi di divertimento, anche perché non è chiaro dalla sua dichiarazione quanti e quali film del MCU abbia visto e parlare senza conoscere non è mai un comportamento corretto. 

 

Ma si può forse muovere una critica nei confronti del regista in attività più importante al mondo solo perché ha detto che secondo lui il Cinema è altro? 

 

Non si tratta di Alejandro G. Iñárritu che definì questo tipo di film un "genocidio culturale", non si tratta di James Cameron che disse che non vedeva l'ora che questa moda finisse, si tratta di Martin Scorsese che dice che secondo lui il Cinema è quello degli uomini che vogliono veicolare emozioni.

 

E guardando la sua filmografia appare lampante quale sia il senso di quelle parole. 

Guardando il lavoro che da decenni fa per promuovere nel mondo il Cinema Italiano che noi per primi non ci ricordiamo più, leggendo la lista dei titoli salvati e salvaguardati dalla sua Film Foundation, ascoltandolo parlare di Cinema in ogni sua intervista.  

 

 

[Martin Scorsese ne Il Mio Viaggio in Italia, documentario di 240 minuti sulla Storia del Cinema Italiano - 1999]

 

 

Andando al di là del tifo, al di là delle preferenze personali, risulta palese che Martin Scorsese abbia voluto dire cosa sia il Cinema secondo lui, perfettamente cosciente del fatto che questa sua dichiarazione avrebbe fatto il giro del mondo. 

 

E chi lo accusa di essere anziano, superato, anacronistico, forse dovrebbe ricordarsi che oltre a quell'Hugo Cabret girato a 70 anni, Martin Scorsese è l'uomo che nel 2013 ha sfornato un film di 3 ore che non lascia spazio per respirare e che sembra diretto da un ventenne in overdose da Red Bull, l'uomo che a 77 anni ha girato The Irishman per una piattaforma streaming, film nel quale la CGI è preponderante al fine di ringiovanire di decenni i protagonisti. 

 

Martin Scorsese è l'unico vero superstite di quella New Hollywood che rivoluzionò il Cinema Americano, corrente che è stata cancellata dalla storia recente con i vari Francis Ford Coppola e Brian De Palma che arrancano per farsi produrre qualcosa.

 

Con i vari Michael Cimino, Robert Altman, John Schlesinger, Arthur Penn e Alan J. Pakula che erano stati pressoché dimenticati prima di lasciarci e ben prima che arrivasse il MCU.

 

Con Bob Rafelson che è scomparso assieme a John Milius e con uno Steven Spielberg che nonostante rimanga un gigante pare essersi ormai scordato la fame e la grinta.  

 

Seriamente esiste qualcuno al mondo che non si rende conto di quanto sia presuntuoso voler spiegare a Martin Scorsese cosa sia il Cinema e cosa dovrebbe lui intendere come tale? 

 

 

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5 commenti

Slask

4 anni fa

ahahahaah :P

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Antonio Petta

4 anni fa

Il film è finito andate a guardare film decenti 😂

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Filman

4 anni fa

Guarda, se scrolli la pagina leggerai il mio commento, che ti da anche ragione.
Io sono dell'idea che se oggi il cinema è personaggi bidimensionali e serialità, questo va accettato e da questo bisognerebbe trarne il meglio invece che piangersi addosso.
Però non è che bisogna neppure mettersi i prosciutti sugli occhi.
Va detto che questo modo di fare film è lontanissimo dall'idea di film che esiste dai suoi inizi, o quanto meno dalla nascita del cinema sonoro e che anche se al pubblico piace un film questo non lo rende bello. Il problema dei film Marvel e di Fast&Furious non è che sono brutti film ma che sono brutti luna park.

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Giorgio Notaro

4 anni fa

E che male c'è? Ricordati che molte persone vanno al cinema per divertirsi. Se Fast&Furious li fa divertire per loro è un bel film. Certamente a livello tecnico non è neanche paragonabile ma non per questo è da sminuire

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Filman

4 anni fa

La gente oggi si emoziona anche con Fast&Furious, non vuol dire che ci sia una costruzione emotiva di scrittura e regia dietro, soprattutto con personaggi bi-dimensionali come i supereroi Marvel.

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