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Mandy - Recensione: un gothic metal revenge movie - Torino Film Festival 2018

Uno scatenato Nicolas Cage in un horror d'impatto un po' grossolano  

Uno scatenato Nicolas Cage è protagonista di Mandy, horror d'impatto ma forse un po' grossolano. 

 

Panos Cosmatos, figlio d'arte, deve avere respirato l'immaginario machista-goliardico anni '80 fin dall'infanzia: il padre George Pan ha di fatto diretto opere esemplari in tal senso come Rambo 2 - La vendetta e Cobra.

 

 

 

Mandy riesce ad unirvici l'immaginario gothic-metal, l'esoterismo che ne fa spesso da sfondo e, nel comparto tecnico, l'intero panorama orrorifico dei decenni precedenti (Non aprite quella porta, Venerdi 13, La casa).

 

Non sempre riuscendoci in eleganza o in opportunità, a dire il vero: l'opera eccede senza dubbio nell'utilizzo dell'effetto ralenti, che a volte sembra posto soltanto per rimpinguare il minutaggio, e alcuni raccordi di montaggio vengono deliberatamente sbagliati durante le scene di scontro decisive, allentando così il trasporto dello spettatore. 

 

[Andrea Riseborough è la Mandy del titolo]

 

 

Nicolas Cage eccede, lo sappiamo e ce ne ha parlato Adriano Meis: c'è il sospetto che dalla fine del secondo atto in poi si sia voluto spingere eccessivamente sulla reazione prevenuta del pubblico a scapito dell'approfondimento, se non di un messaggio, quantomeno della struttura del "mondo-Mandy".

 

Un lavoro considerevole è invece stato dedicato al missaggio sonoro sia per quanto riguarda le voci dei personaggi che dall'ambiente tutto attorno. 

 

Un rape and revenge movie dal forte impatto visivo-fonico, ma che a mio avviso resta molto debole nel montaggio degli eventi. 

 

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8 commenti

SViulenz

5 anni fa

Ma precisamente quando ho scritto che il film non va bene in generale? Ho pure specificato in più punti con le superflue particelle "secondo me" e "per me". Se nel mio commento ci hai letto un'opinione universale il problema è tuo, non mio. Poi intendiamoci, fare un revenge movie in cui mi costruisci lentamente la rabbia per poi interromperne l'esplosione al momento dello sfogo la trovo una scelta audace sì, ma in questo caso, non così riuscita.

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Marco Natale

5 anni fa

Ho parlato del tuo discorso del ritmo. Non ho fatto paragoni. Cosa c'entrano? Nulla ma hanno entrambi toni non tradizionali per il pubblico medio. Un film funziona perfettamente anche se tu non lo capisci. Non è che se percepisci una cosa diversa allora non va bene in generale

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