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Uno scatenato Nicolas Cage è protagonista di Mandy, horror d'impatto ma forse un po' grossolano.
Panos Cosmatos, figlio d'arte, deve avere respirato l'immaginario machista-goliardico anni '80 fin dall'infanzia: il padre George Pan ha di fatto diretto opere esemplari in tal senso come Rambo 2 - La vendetta e Cobra.
Mandy riesce ad unirvici l'immaginario gothic-metal, l'esoterismo che ne fa spesso da sfondo e, nel comparto tecnico, l'intero panorama orrorifico dei decenni precedenti (Non aprite quella porta, Venerdi 13, La casa).
Non sempre riuscendoci in eleganza o in opportunità, a dire il vero: l'opera eccede senza dubbio nell'utilizzo dell'effetto ralenti, che a volte sembra posto soltanto per rimpinguare il minutaggio, e alcuni raccordi di montaggio vengono deliberatamente sbagliati durante le scene di scontro decisive, allentando così il trasporto dello spettatore.
[Andrea Riseborough è la Mandy del titolo]
Nicolas Cage eccede, lo sappiamo e ce ne ha parlato Adriano Meis: c'è il sospetto che dalla fine del secondo atto in poi si sia voluto spingere eccessivamente sulla reazione prevenuta del pubblico a scapito dell'approfondimento, se non di un messaggio, quantomeno della struttura del "mondo-Mandy".
Un lavoro considerevole è invece stato dedicato al missaggio sonoro sia per quanto riguarda le voci dei personaggi che dall'ambiente tutto attorno.
Un rape and revenge movie dal forte impatto visivo-fonico, ma che a mio avviso resta molto debole nel montaggio degli eventi.
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8 commenti
Marco Natale
4 anni fa
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SViulenz
4 anni fa
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Marco Natale
4 anni fa
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SViulenz
5 anni fa
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Marco Natale
5 anni fa
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Nic Cage
5 anni fa
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Adriano Meis
5 anni fa
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Sebastiano Miotti
6 anni fa
Una prima parte abbastanza estenuante e troppo scollegata dalla successiva
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