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Tartarughe Ninja - Caos mutante - Recensione: FOMO mutante

Nelle sale italiane ha esordito il tanto atteso Tartarughe Ninja - Caos mutante, lungometraggio animato che riporta al cinema l’amato franchise nato sul finire degli anni ‘80, simbolo di intere generazioni cresciute negli anni ‘90

Lo sciopero di Hollywood ha impedito al progetto di usufruire dell’ampia promozione pianificata e sfortunatamente, nonostante il grande entusiasmo legato all’opera, Tartarughe Ninja - Caos mutante sembra essere passato un po’ sotto traccia negli USA e forse subirà un analogo destino anche da noi. 

 

Eppure il film adattato da Evan GoldbergSeth Rogen per la regia di Jeff Rowe è un passo importante, per il franchise e per chi lo ama tanto quanto per l’animazione, straordinaria forma di storytelling che sembrerebbe aver trovato una rivoluzione.

 

Andiamo con ordine, così posso raccontarvi perché secondo me non dovreste perdervi Tartarughe Ninja - Caos mutante.

 

[Il trailer internazionale di Tartarughe Ninja - Caos mutante]

 

 

Un disclaimer dolente prima di andare a prendere la pizza!

 

Prima di entrare nel vivo della recensione di Tartarughe Ninja - Caos mutante voglio togliermi un dente che ha un peso relativo riguardo la riuscita dell’opera: il doppiaggio.

 

Per circa 10 anni, vissuti in Irlanda, ho usufruito del Cinema in purezza: i film erano sempre e comunque in lingua originale e in caso di opere d’animazione giapponese (o altre lingue) venivano distribuiti concedendo al pubblico il lusso della scelta tra la versione doppiata e quella originale; spesso non c’era nemmeno la scelta: originale o morte!

 

Rientrato in Italia il mio entusiasmo per l’esperienza Cinema è scemato e nonostante viva a Milano spesso devo piegarmi al doppiato, anche quando si parla di distribuzioni di grande risonanza o IP molto famose, come nel caso di Tartarughe Ninja - Caos mutante. 

 

Questo significa che non posso valutare l’opera per come è stata pensata e per come è stata scritta, non ho quindi modo e occasione di raccontarvi il cast di voci (realmente) teen scelto per Tartarughe Ninja - Caos mutante, o le performance di John Cena, Seth Rogen, Rose Byrne, Giancarlo Esposito, Paul Rudd, Post Malone e Jackie Chan.

 

 

[Un frame di Tartarughe Ninja - Caos mutante]

 

 

Voglio soffermarvi su quest’ultimo: Jackie Chan, che nel film presta la voce al Maestro Splinter.

 

Non voglio nominare il peccatore, ma il doppiaggio di Splinter è a mio avviso sinceramente rivedibile, figlio di quella deformata concezione dell’animazione come di un mezzo di serie Z (perché per bambini) e non meritevole di un dignitoso lavoro sull’interpretazione dei personaggi.

 

Splinter è macchiettistico, inutilmente sopra le righe e impostato, per cercare la riproduzione di una cadenza e un accento che scimmiotti quello di Jackie Chan. la cosa non ha molto senso, è un po’ svilente verso Jackie Chan e lo trovo anche pigro. 

Avrei gradito la ricerca di un tono originale che non facesse suonare Splinter come una maschera idiota e ammiccante, la cui impostazione vocale ricorda quelle signore anziane che fanno versi da aneurisma ai bambini, trattandoli come fossero masse di cellule mutate senza capacità intellettive.

 

Nel complesso il doppiaggio è accettabile, ma questa nota stonata mi ha allontanato un po’ dal film e, a margine, avrei gradito sentire il lavoro svolto dal cast per poter valutare l’opera per come è stata pensata, considerando anche l’enorme mole di riferimenti di cultura pop e lo slang utilizzati in sceneggiatura, pensati inoltre con specifici tempi comici un po’ rotti dal doppiaggio e dal buon lavoro di adattamento.

 

Chiudo qui la parentesi, perché non rovina in modo drastico l’esperienza e perché non è parte dell’opera originale.

 

 

[I quattro protagonisti di Tartarughe Ninja - Caos mutante]

 

 

Go Ninja, Go Ninja, GO: Go Ninja, Go Ninja, GO!

 

Tartarughe Ninja - Caos mutante ha sulle spalle il peso di ridare vita a una proprietà intellettuale che dopo l’esplosione degli anni ‘90 ha subito una caduta di popolarità piuttosto repentina.

 

Le Teenage Mutant Ninja Turtles, questo il nome originale dell’IP, sono nate dalla penna di Kevin Eastman e Peter Laird che, a metà degli anni ‘80, sfogano il loro amore per gli X-Men e Daredevil per creare un fumetto con protagoniste quattro tartarughe e un topo mutante.  

Il fumetto, dai toni molto più adulti rispetto all’evoluzione futura del franchise, omaggia fortemente Daredevil: il Clan del Piede e tutta la backstory legata al ninjutsu sono sostanzialmente una reinvenzione de La Mano, l’organizzazione criminale immaginata da Frank Miller, autore dal quale hanno preso a piene mani anche nel recente The Last Ronin

 

Come anticipato le Tartarughe Ninja, i cui nomi sono stati ispirati dai quattro artisti del Rinascimento Italiano e il cui legame con con il nostro Paese si consolida con la loro famosa passione per la pizza, sono una IP perfetta per giocattoli, cartoni animati e videogame. 

Molti di voi, che hanno avuto la fortuna di assistere a quel meraviglioso periodo storico, ricorderanno il cartone animato tanto quanto gli storici capitoli per la console NES di Nintendo.

 

Parlando poi di Cinema, nel 1990 Steve Barron girò un adattamento indie intitolato Tartarughe Ninja alla riscossa.

 

 

[Qualche anno prima di Tartarughe Ninja - Caos mutante]

 

 

Nonostante i soli 13,5 milioni di dollari investiti, Tartarughe Ninja alla riscossa incassò negli Stati Uniti 32 milioni nella settimana d’apertura, per poi toccare gli oltre 200 milioni in tutto il mondo, piazzandosi così al 9° posto della Top 10 degli incassi più alti del 1990.

 

La critica non lo ama particolarmente, ma anche rivisto di recente e con un occhio più adulto, quel film del 1990 ha avuto il coraggio di portare al cinema una IP per ragazzi senza trattarli come perfetti idioti: sporcava New York rendendola decadente e criminale, metteva le Tartarughe Ninja in costumi più credibili della recente CGI usata nelle trasposizioni più recenti e, soprattutto, offriva un buon intrattenimento da film di arti marziali e una gradevole e leggera interpretazione dei personaggi. 

Quel successo ha portato a un lodevole secondo film e a un terzo molto meno interessante e ispirato ma, in comune con molte altre interpretazioni dedicate alle TMNT, ha un problema che Seth Rogen e Evan Goldberg hanno deciso di risolvere con Tartarughe Ninja - Caos mutante: le tartarughe non avevano niente di Teenage, ma solo di Mutant e di Ninja.

 

Tartarughe Ninja - Caos mutante prende fortemente in considerazione questo aspetto, che diventa il pilastro portante dell’intera sceneggiatura e di una storia di origini che non ci presenta un team già consapevole della propria forza e del proprio mito. 

 

In quanto teenager, le Tartarughe quindicenni sono vittime di una delle forme di ansia sociale più comuni di questo delicato momento della crescita: la FOMO. 

L'acronimo di Fear of Missing Out è sostanzialmente una tipologia di ansia che ci fa sentire come se stessimo perdendo l’occasione di far parte di tutti quegli eventi centrali e irripetibili della crescita. 

 

Anche prima di sapere si chiamasse FOMO, tutti noi abbiamo attraversato quel momento della nostra adolescenza in cui abbiamo percepito la paura di perdere qualche pezzo, soprattutto se stavamo soccombendo sotto quel crudele gioco di popolarità che segna inevitabilmente quella stagione della nostra vita, magari perché quello che siamo ci rende estranei alle mode e alle conformazioni della massa.

 

 

[Un frame da Tartarughe Ninja - Caos mutante]

 

 

Tartarughe Ninja - Caos mutante si offre come perfetta metafora della FOMO e dell’adolescenza, perché chi più di un gruppo di tartarughe mutanti con un ratto come padre può sentirsi reietto? 

 

In fondo gli esseri umani, teenager o meno, si sono distinti nel corso della Storia (e continuano a farlo) per la loro capacità di accendere forconi e assediare il diverso, indipendentemente da quale siano le sue intenzioni. 

In tal senso Tartarughe Ninja - Caos mutante propone questo conflitto mettendo in moto un contrasto che prende le tartarughe nel mezzo: da un lato un padre che cerca di proteggerle da un mondo di umani cattivi e vogliosi di mungerli (come fosse un ansiogeno Magneto), dall'altro un misterioso supercattivo desideroso di prendersi una rivincita, rifiutandosi di continuare a vivere nell’ombra (proprio come Magneto!)

 

Tra le due figure, una paterna e una da fratello maggiore, le tartarughe esplorano la propria voglia di combattere la schiacciante FOMO che le assale: incontreranno April, conosceranno il mondo degli umani, espanderanno la propria famiglia e, in un turbine di easter egg e riferimenti, getteranno le basi del proprio mito per diventare più potenti nel già annunciato sequel, per vivere la propria vita come Matthew Broderick in Una pazza giornata di vacanza.

 

Tartarughe Ninja - Caos mutante è la summa di tutti gli stilemi di scrittura di Seth Rogen e Evan Goldberg (affiancati anche da Jeff Rowe, Dan Hernandez e Benji Samit), portando una versione per tutti di Suxbad - Tre menti sopra il pelo, film cult che come pochi altri ha raccontato un gruppo di teenager reietti, disperatamente decisi a farsi accettare dai propri pari.

 

 

 

 

Ovviamente Tartarughe Ninja - Caos mutante è ricco non solo di bombe di cultura pop e stilemi della realtà adolescenziale di oggi, suggerita largamente dal cast di giovani interpreti, ma è una lettera d’amore ai fan del franchise grazie a una marea di riferimenti tratti da Cinema, televisione e fumetto: tutti realizzati senza spezzare la continuità narrativa del film, quasi in ombra e mai sottolineati, ammiccando al pubblico come fa da ormai troppo tempo il Cinema d’intrattenimento tratto da IP importanti.

 

Tartarughe Ninja - Caos mutante è inoltre parte del cambiamento che l’animazione sta cercando di apportare al suo linguaggio dopo l’avvento di Spider-Man: Un nuovo universo.

 

Il film sfrutta gli umori della IP per creare uno stile di animazione che non sia derivativo, ma suo soltanto.

Per quanto sia chiaro che l’opera Sony abbia ispirato la produzione a cercare una sua voce, Tartarughe Ninja - Caos mutante ha il merito di non ricalcare quello degli ultimi due film dedicati all'Uomo Ragno, ma di creare uno stile che rappresenti un universo ninja al neon, votato a fondere l’estetica degli anni ‘90 con la contemporaneità. 

 

Tartarughe Ninja - Caos mutante sembra il quaderno di uno street artist emergente e in alcuni momenti, quando le tartarughe assecondano le proprie fantasticherie, lo stile si sposta proprio verso i bordi del quaderno degli appunti di un teenager annoiato durante la lezione di calcolo statistico.

 

 

 

 

Tartarughe Ninja - Caos mutante è dinamico, divertente, irriverente e racconta molto bene per immagini e in scrittura il carattere di Leonardo, Donatello, Raffaello e Michelangelo, allontanandosi da una pigra caratterizzazione dove spesso a distinguerli è giusto il colore della bandana o l’arma di riferimento.

 

A livello visivo Tartarughe Ninja - Caos mutante è il caos di un teenager preda della FOMO e dei suoi ormoni, narrativamente onesto rispetto alla IP e al suo ampio pubblico di riferimento e, soprattutto, racconta con intelligenza, sensibilità e passione una storia per ragazzi in una canonica, onesta, ora e quaranta minuti di durata. 

 

NB: non c'è una scena post-credit, ma c'è una mid-credit, quindi restate in sala un minuto per gustarvela!  

 

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