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Il male non esiste - Recensione: ama e proteggi - Venezia 2023

Dopo il trionfo mondiale di Drive My Car, Ryūsuke Hamaguchi sbarca per la prima volta alla Mostra del Cinema di Venezia

Selezionato a gran sorpresa per il concorso principale, Il male non esiste di Ryūsuke Hamaguchi è tra i film più attesi di questa 80ª edizione della Mostra del Cinema di Venezia

 

Si tratta della prima apparizione al Lido per il regista Premio Oscar, che nel 2021 ha invece raccolto premi ai Festival di Berlino e Cannes per Il gioco del destino e della fantasia e per Drive My Car.

 

[Dopo la corsa da Oscar di Drive My Car, Ryūsuke Hamaguchi torna a Venezia con Il male non esiste]

 

 

In realtà il cineasta giapponese non è un assoluto debuttante della città lagunare: aveva già messo il suo zampino in qualità di sceneggiatore in Wife of a Spy di Kiyoshi Kurosawa, poi premiato con il Leone d'argento per la Migliore Regia nella strana Mostra di Venezia 2020.

 

Il male non esiste racconta la storia di una piccola comunità montana giapponese vicino Tokyo, Mizubiki, all'interno della quale un'agenzia di spettacolo intende introdurre un glamping, ovverosia un camping glamour, che rischia di compromettere gli equilibri ecologici ed economici del luogo.

Protagonisti dell'opera sono il tuttofare Takumi e sua figlia Hana, due personaggi che incarnano l'anima del luogo: lo sguardo maturo e protettivo del padre e lo sguardo spensierato e sognante di una bambina che ha già imparato ad amare il suo nido.

 

A ben vedere però il film presenta una terza protagonista, la colonna sonora di Eiko Ishibashi, a cui lo stesso regista attribuisce enorme importanza nel suo commento all'opera: 

"Il progetto del film ebbe inizio quando Eiko mi chiese di realizzare un filmato per la sua esibizione dal vivo Gift, così che il film è stato concepito come “materiale sorgente originale” per il filmato. 


Sempre più coinvolto nel film che stavamo creando, ho potuto contare ampiamente sull’aiuto di Eiko e dei suoi amici anche durante le riprese.

Questo modo estremamente libero di fare cinema mi ha dato grande energia. Dopo le riprese, ho sentito di aver catturato le interazioni delle persone nella natura e ho completato il lavoro come un unico film con la bellissima musica di Eiko Ishibashi.

Spero che il pubblico avverta la forza vitale di queste figure che si muovono immerse nella natura e nella musica." 

 

La colonna sonora è, infatti, l'unico indizio che conduce lo spettatore verso la natura più autentica del film, insinuando nelle nostre menti l'inquietudine.

 

 

[Il male non esiste vive della quotidianità dei suoi protagonisti]

 

 

Nel corso dei primi due atti Hamaguchi ci conduce negli spazi di Mizubiki, lascia parlare le immagini e i silenzi, delinea la placida quotidianità dei protagonisti e il loro rapporto simbiotico con il luogo.

 

I dialoghi prendono la scena, anche con venature ironiche, quando i dipendenti dell'agenzia presentano il glamping in un incontro con la comunità nel quale delineano maldestramente il loro progetto.

Si tratta, però, di un grande inganno.

Quello che sembra un dramma ecologico sulla difesa di una comunità diventa - all'interno di un terzo atto che promette di restare marchiato a lungo nei ricordi cinefili degli spettatori - un trattato sulla natura umana e sulla ferina difesa dei propri spazi, tempi e affetti.

 

Il cineasta giapponese, dopo averlo scritto in punta di penna, dirige Il male non esiste con l'ormai ineccepibile eleganza che contraddistingue il suo Cinema e insinua nella pellicola una limpida metafora tra i due volti della comunità locale, Takumi e Hana, e l'innocenza dei cervi della zona.

 

Questi ultimi, vittime della caccia e anch'essi messi a rischio dal glamping, si distaccano dalla propria mite inoffensività solo se feriti o se viene messo a rischio il destino della loro prole.

 

 

[Ne Il male non esisteRyūsuke Hamaguchi tocca apici di bravura nella direzione di un personaggio in età infantile toccati in passato da grandi come da Abbas Kiarostami]

 

 

Lo sconvolgente finale, che si chiude in parallelismo con l'apertura del film, rivela quanto possa essere bifronte la lettura del suo titolo: il male non esiste, finché non si ritrova a prendere forma, con naturalezza, laddove non si era mai spinto. 

 

Il male non esiste è, assieme a Povere Creature!, una delle gemme più splendenti di questa edizione della Mostra di Venezia e conferma come Ryūsuke Hamaguchi sia uno dei giganti del Cinema contemporaneo. 

 

Azzardando una previsione tutt'altro che rischiosa, mi sento di dire che oltre che nel palmarès finale di questa kermesse, il suo nome verrà marchiato anche nei cuori degli spettatori che si imbatteranno in questa opera. 

 

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1 commento

Gianluca Sturla

7 mesi fa

L'ultimo film che mi aveva fatto pensare e ripensare così tanto a ciò che avevo visto era stato Caché di Haneke. Un'opera stupenda questa di Hamaguchi, non vedo l'ora di poterlo rivedere per goderne ancora e, a posteriori, poter notare certi dettagli.

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