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Homecoming - Recensione: le identità nascoste - Cannes 2023

Catherine Corsini porta il suo nuovo film a Cannes in mezzo a mille polemiche

Homecoming è il nuovo film di Catherine Corsini presentato in selezione ufficiale al Festival di Cannes 2023, arrivato accompagnato da polemiche e malumori: inizialmente non compreso nella selezione è stato inserito all'ultimo momento, anche a seguito delle denunce di maltrattamenti e violenze sul set a danno delle due protagoniste, all'epoca delle riprese ancora minorenni.  

 

La realtà a volte si confonde con il Cinema, perché in Homecoming - titolo internazionale di Le Retour - le due sorelle interpretate da Suzy Bemba ed Esther Gohourou non fanno sicuramente delle passeggiate tranquille. 

 

Il film ci racconta la storia di una madre che torna per lavoro in Corsica, luogo dove molti anni prima conobbe un uomo che divenne poi il padre delle sue due figlie e che morì in circostanze tremende: per tanti motivi che scopriremo lungo il film Khedidja - questo il nome della donna interpretata da una sempre bravissima Aïssatou Diallo Sagna - si era tenuta lontana dall'isola francese e aveva fatto in modo che le figlie Jessica e Farah conoscessero il loro passato soltanto attraverso le sue parole. 

 

Ma come spesso accade la verità sta altrove. 

 

[Una clip di Homecoming]

 

 

Corsini sa trovare spesso il lato distensivo e divertente che ogni dramma porta con sé quando visto lateralmente, da lontano e con la mente più lucida.

 

Tanto quanto in Parigi, tutto in una notte la regista sceglie di lasciare da parte i sentimentalismi carichi dei suoi primi lungometraggi e mescola il dramma con la commedia, facendoci sorridere anche in situazioni che solitamente vengono presentate con più gravità. 

Homecoming muta con il passare del tempo e accumula temi su temi, passando dalla ricerca delle radici e dell'identità al trauma per la scomparsa violenta di un amore, dalla scoperta della sessualità alla voglia di ribellione, lasciando a mio avviso colpevolmente sulla strada l'approfondimento che alcuni di questi temi avrebbero senza dubbio meritato.

La cosa diventa a un certo punto un problema perché non ci viene mai davvero raccoontato né spiegato il fortissimo trauma vissuto da Khedidja, il motivo che la spinse a lasciare la Corsica con una bimba di 3 anni e l'altra di pochi mesi, le crepe nel suo rapporto con la suocera; tutto è suggerito e poi lasciato lì, per concentrarsi sulle storie delle due ragazze e di come affrontano un'estate della loro gioventù. 

 

Estate che però forse le porta a vivere troppe cose insieme, senza dar modo a loro - e di conseguenza a noi spettatori - di riflettere su cosa stiano vivendo e su come gli eventi le stiano facendo maturare. 

 

Le due giovani interpreti sono secondo me davvero bravissime nei panni delle sorelle che prima si amano, poi si combattono e si ritrovano, così come risulta interessante il personaggio di Marc-Andria (Cédric Appietto), l'amico fraterno del padre delle ragazze, che rientra nella vita della madre dopo 15 anni di lontananza e dopo la cesura improvvisa del rapporto voluta da Khedidja. 

Ma anche per lui l'approfondimento non arriva mai e resta tutto un po' troppo in superficie. 

 

Homecoming mi ha lasciato la voglia di conoscere di più Jessica e Farah, al punto che estraniandomi dalla finzione vorrei davvero sapere come stanno oggi, cosa stiano facendo e come vivono, segno questo che i loro personaggi nel film siano riusciti e che le interpretazioni di Bemba e Gohourou siano mirabili. 

 

Il film coinvolge, diverte e appassiona, ma forse mi sarebbe piaciuto di più se avesse usato meno ingredienti dosati meglio. 

 

Resta comunque in piedi ciò che continuo a pensare di Corsini: un'autrice che sa lavorare con il proprio cast ottenendo sempre performance di alto livello e che riesce a mischiare il tono brillante e il tono greve come in Italia difficilmente si riesce a fare.

 

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