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Van Gogh - I Girasoli - Recensione: la ricerca del colore

La recensione di Van Gogh - I Girasoli, docufilm che sarà nelle nostre sale solo il 17, 18, 19 gennaio   

Se si pensa a Vincent van Gogh - oltre alle notti stellate, i cipressi e i noti autoritratti - una delle prime cose che sovvengono alla memoria sono i girasoli.

Il giallo, il suo utilizzo studiato, le gettate di colore metodiche e, più in generale, la ricerca cromatica ossessiva attuata dal pittore olandese.

 

Ma cosa si cela dietro questi fiori?

Perché nel 1888 van Gogh produsse ben 7 dipinti dedicati ai girasoli posizionati in vaso?

 

[Il trailer relativo a Art Icons, serie di documentari dedicati alle icone del nostro tempo, di cui Van Gogh - I Girasoli è la seconda proiezione-evento]

 


Di fronte al Van Gogh Museum si trova un pannello formato da centinaia di riproduzioni di Helianthus annuus (questo il nome scientifico della pianta), i quali sono presenti anche su decine, centinaia di gadget dedicati all'artista amico di Paul Gauguin.

 

Da cosa deriva l'attenzione per questo specifico soggetto, una natura morta, in mezzo a oltre 800 dipinti, più di 1000 disegni e innumerevoli schizzi realizzati nel corso della breve vita di van Gogh, morto alla giovane età di 37 anni?

 

Si propone di rispondere a questi (e a tanti altri, collaterali) quesiti Van Gogh - I Girasoli, docufilm diretto da David Bickerstaff per l'innovativo progetto di EXHIBITION ON SCREEN, che da tempo consente agli spettatori cinematografici di scoprire i grandi artisti della Storia dell'Uomo osservandone le opere magne, guidati dalle parole di critici d'arte, restauratori ed esperti di settore.

 

Esclusivamente per la produzione di Van Gogh - I Girasoli il Van Gogh Museum ha aperto le proprie porte, "liberando" i girasoli dalle teche e concedendo alla macchina da presa di Bickerstaff - e quindi all'occhio dello spettatore - una prospettiva più libera e dettagliata del quadro-icona del pittore olandese.

 

 

[Il Van Gogh Museum si schiude per Van Gogh - I Girasoli - © Exhibition on Screen]

 

 

 Il regista ha così commentato le riprese avvenute al museo di Amsterdam:

"Ho avuto il privilegio di filmare il quadro dei Girasoli di Van Gogh diverse volte al Van Gogh Museum.

Come molti altri, pensavo di conoscere questo iconico dipinto estremamente bene, ma non avrei potuto sbagliarmi di più.  

 

È stato solo quando sono stato invitato a filmare l'opera senza la sua cornice che un'intera nuova narrazione si è rivelata davanti ai miei occhi.

Tutta la storia del dipinto si è svelata con alcune sorprese inaspettate e ha innescato un bisogno di sapere di più su questa serie di capolavori"

 

"Serie di capolavori", esatto.

Si ritorna dunque a quanto detto in apertura di articolo: i girasoli in vaso di Vincent van Gogh erano originariamente 7.


Uno di essi ("Vaso con cinque girasoli") - facente parte di una collezione privata in Giappone - venne distrutto durante i bombaradmenti del secondo conflitto mondiale.

Un altro ancora ("Vaso con tre girasoli") non è visibile dal 1948, celato al pubblico in quanto proprietà privata di un milionario sconosciuto che lo acquistò nel 1996.

 

I restanti quattro dipinti dedicati ai girasoli in vaso sono disseminati in giro per il mondo fra Tokyo, Philadelphia, Londra e Monaco.

L'impresa straordinaria di Van Gogh - I Girasoli è stata quella di riunire tutte e cinque le opere di van Gogh e raccontarle - attraverso la macchina da presa e le parole di curatori, studiosi e botanici - come mai era stato fatto in precedenza, visto che il quintetto pittorico non è più stato nello stesso luogo da quando il pittore lo realizzò ad Arles nel 1888.

 

La mirabile analisi operata dal documentario di David Bickerstaff è veramente a 360°: partendo dall'origine puramente botanica dei fiori, americani e successivamente trapiantati anche nella vecchia Europa, si arriva all'esperienza personale di van Gogh, che da Parigi e da un utilizzo di colori scuri si mosse fino alla provincia in cerca di luce e soggetti dalle tonalità accese che lo aiutassero tanto nella pittura quanto nella stabilità emotiva e mentale.

 

 

[Jamie de Courcey è Vincent van Gogh in Van Gogh - I Girasoli - © Exhibition on Screen]

 

 

I girasoli, a questo punto, assumono una valenza fondamentale nel percorso dell'artista (e dell'uomo), che nel giallo dei fiori trovò un nuovo impulso per le sue sperimentazioni pittoriche e per la produzione successiva a questo periodo-spartiacque.

 

I momenti di racconto e di analisi da parte degli esperti presenti in Van Gogh - I Girasoli si intervallano con scene di ricostruzione storica, dove un ottimo Jamie de Courcey impersona van Gogh, portando sullo schermo i dolori, le gioie e il genio dell'artista nato a Zundert il 30 marzo 1853.

 

Il documentario è tutt'altro che una semplice "mostra virtuale", dipanandosi invece come viaggio cinematografico dinamico, intrigante, e assolutamente in grado di scavare nelle ricche e complesse dinamiche che si celano dietro i girasoli e il suo creatore.

Bickerstaff, non nuovo a produzioni dedicate a grandi artisti - avendo già diretto film su Francisco Goya, Edgar Degas, Michelangelo BuonarrotiHieronymus Bosch e sullo stesso van Gogh -, dirige con mano sicura un documentario mai noioso o "eccessivamente tecnico", mosso da una viva passione che traspare anche dai commenti di tutte le personalità intervistate durante gli 85' di durata del film.

 

"Mettendoli insieme sul grande schermo, è possibile confrontarli da vicino e vedere le differenze di ciascuno di essi, esaminando il potere della mano ossessiva dell'artista e la sua lotta con il colore e la composizione.

 

È stata una tale gioia testimoniare quanto fosse unica ogni versione, prova dell'esuberanza di Van Gogh per la sperimentazione.
[...]

Dramma, lotta e passione per la vita possono essere visti in ogni goccia di vernice dei Girasoli.

Secondo la mia opinione, ogni dipinto mostra un'onestà e un virtuosismo che parla del potere duraturo di un artista straordinario, che ha vissuto una vita straordinaria"

 

Il documentario distribuito da Adler Entertainment rappresenta dunque un unicum, lo studio di una serie di dipinti - un "particolare", se vogliamo, nella sterminata e preziosissima opera di van Gogh - eppure di rilevanza fondamentale per il percorso umano e creativo di uno dei più brillanti geni artistici della Storia dell'umanità.

 

Dopo Frida Kahlo continua quindi il percorso di Art Icons, collana dedicata alle indiscusse icone artistiche del nostro tempo, con il secondo imperdibile film-evento dedicato a Vincent van Gogh e ai suoi splendidi Girasoli che sarà nelle nostre sale eclusivamente il 17, 18, 19 gennaio.

 

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