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Omicidio a Easttown - Recensione: colpa e misericordia nella provincia americana

La nuova miniserie HBO vede come protagonista indiscussa Kate Winslet

Omicidio a Easttown è la nuova e acclamata miniserie di 7 puntate targata HBO e trasmessa in Italia su Sky Atlantic e Now, ideata e sceneggiata da Brad Ingelsby (sceneggiatore de Il fuoco della vendetta – Out of the furnace e Tornare a vincere), diretta da Craig Zobel e che vede come protagonista indiscussa Kate Winslet, di nuovo sul piccolo schermo ben dieci anni dopo Mildred Pierce

 

[Trailer internazionale di Omicidio a Easttown]

 

 

La serie crime parte da un soggetto non proprio originale: a Easttown - una piccola cittadina di provincia della Delaware County in Pennsylvania - una detective brusca e senza fronzoli (Kate Winslet) ha a che fare con la morte di una giovane madre, un caso che sembra essere legato alla sparizione di un'altra ragazza, avvenuta un anno prima e ancora irrisolta.  

 

C'è il paesino di provincia americano, con i suoi misteriosi abitanti; c'è la morte di una ragazza giovane e apparentemente innocente... Dopo che David Lynch ha elevato quello che è ormai uno stilema del crime a vera e propria opera d'arte con il suo Twin Peaks, sembrerebbe impossibile avere ancora qualcosa di nuovo da dire sull'argomento. 

 

Da questo punto di vista, Omicidio a Easttown non spicca certo per originalità.

Tuttavia, gli elementi che la rendono assolutamente valida e la distinguono dalla moltitudine di serie poliziesche confezionate con lo stampino, sono una scrittura (quasi) perfetta, un carico drammatico ed emotivo in grado di coinvolgere lo spettatore, una buona gestione della tensione - seppur senza i picchi registici di Jean-Marc Vallée in Sharp Objects - e la delineazione di personaggi molto interessanti, primo tra tutti quello di Mare Sheehan, interpretato da una sempre sublime Kate Winslet.

 

Il titolo originale della serie, Mare of Easttown, è molto più esemplificativo di quello italiano, che sembrerebbe etichettare la serie come un'ennesima indagine di omicidio e poco altro.

In realtà, è proprio Mare il fulcro dell'opera.

 

La detective fa da collante tra tutti i personaggi e le storie che orbitano intorno al mistero principale della cittadina.

 

 [

[Mare in una scena di Omicidio a Easttown]

 

 

Quello che sembra interessare davvero a Ingelsby, più che il caso in sé, è il modo in cui Mare si scontra e viene a patti con il proprio passato attraverso l'indagine, nello specifico, e il suo lavoro in generale.  

 

Il primo episodio, nel mostrarci la quotidianità di Mare, ci dà a intendere come in realtà la donna sia vista dagli abitanti di Easttown non solo come una detective, ma come un'amica, una psicologa, un punto di riferimento.

I cittadini del resto si conoscono tutti, le loro storie sono intrecciate e, come farà notare in seguito il detective Zabel (Evan Peters), sembra che tutti siano imparentati.

 

In un contesto simile è chiaro che la vita lavorativa di Mare si sovrapponga di continuo a quella personale, il che, se da un lato l'aiuta a rivolvere delle problematiche grazie all'estrema capacità di intuire le intenzioni dei suoi concittadini, dall'altro la pone spesso in situazioni scomode, quando non risparmia amici e parenti pur di inseguire la realtà.  

 

 

[Mare e il detective Colin Zabel, interpretato da Evan Peters, in una scena di Omicidio a Easttown]

 

 

La dedizione che riversa nel suo lavoro però – come osservato da una terapista assegnatale in seguito a una condotta lavorativa non proprio etica – sembrerebbe celare un dolore e un senso di colpa interiori legati a un avvenimento che ci viene lasciato intendere pian piano nel corso dei primi episodi.

 

Il figlio diciannovenne tossicodipendente di Mare, infatti, si è tolto la vita qualche anno prima lasciandole il nipotino da accudire e il tragico evento ha inferto uno strappo apparentemente impossibile da rimarginare, nell'animo della donna e della sua famiglia.  

 

 

[Mare e la madre Helen, interpretata da Jean Smart, in una scena di Omicidio a Easttown]

 

 

A tal proposito ho trovato davvero interessante e complesso il turbolento rapporto tra le tre donne della famiglia.

 

La madre di Mare, Helen (interpretata da una brillante e spesso sarcastica Jean Smart) e la figlia di Mare, Siobhan (Angourie Rice).

Il ruolo che la protagonista ricopre nella comunità, sembra essere inversamente proporzionale a quello che riveste nella propria famiglia, dove incomprensioni e litigi sono all'ordine del giorno.  

 

Tornando alla parte crime, la prima parte di Omicidio a Easttown sembra un po' soffrire proprio la quantità di tempo dedicato all'approfondimento del personaggio di Mare e di alcuni che le gravitano intorno, come la migliore amica Lori (Julianne Nicholson).

 

 

[Lori, interpretata da Julianne Nicholson, è forse l'unica a capire Mare]

 

 

In realtà, l'incedere ponderato dell'indagine e il focus su alcuni degli abitanti della città, deve essere considerato nell'ottica del caso stesso.

 

Se in alcuni momenti sembra essere messo da parte, basterà arrivare alla fine della serie per rendersi conto di come, al contrario, tutto riconducesse in quella direzione.  

Bisogna ammettere che alcuni personaggi e storyline fungano un po' da riempitivi, il che non era necessario in una miniserie di 7 episodi.

 

Basti pensare al personaggio di Richard (Guy Pearce) dal quale forse ci aspetteremmo più di quella che in realtà è la sua funzione nella storia, ovvero una pura e semplice fonte di distrazione nella vita complicata di Mare e a quello di Colin Zabel (interpretato da Evan Peters, reduce dalla saga degli X-Men e dalla serie WandaVision), un detective inviato ad aiutare con le indagini ma che in realtà si rivela poco efficace in tal senso e nutre un sentimento per la partner probabilmente fuori luogo nell'economia della serie.  

 

 

[Mare e Richard, interpretato da Guy Pearce, in uno dei pochi momenti di serenità di Omicidio a Easttown]
Omicidio a Easttown Omicidio a Easttown

 

Tuttavia si tratta di dettagli perfettamente trascurabili quando in soli 7 episodi, Ingelsby e Zobel riescono a inquadrare e a dotare ognuno dei numerosi personaggi introdotti di specifiche peculiarità in grado di stuzzicare la curiosità dello spettatore.

 

Come spesso accade in una crime story sono in molti ad avere dei segreti e, pian piano, la nostra fiducia nei confronti di ognuno di loro viene meno: ogni motivazione sembra valida e ogni volto sembra effettivamente celare segreti inconfessabili.  

Dal diacono (James McArdle) con precedenti accuse di pedofilia, all'ex marito di Mare e insegnante della ragazza uccisa (David Denman, il Roy di The Office), passando per il problematico ex ragazzo della giovane.  

 

La risoluzione del caso - anzi: dei casi - è stratificato in vari livelli e ricco di colpi di scena, ma a mio avviso l'aspetto più apprezzabile è che ognuno di essi, per quanto spiazzante, non è mai gratuito e immotivato (qualcuno ha detto Il trono di spade?).

Una volta svelata la verità, infatti, ci si renderà conto di averla sempre avuta davanti agli occhi, grazie ai molti ma discreti indizi disseminati nel corso degli episodi.  

 

Come accennato in precedenza, comunque, Omicidio a Easttown non colpisce solo per la puntualità della scrittura ma anche, e soprattutto, per la profondità dei temi che l'indagine aiuta a far emergere.

Alcuni, seppur trattati in maniera superficiale, fungono comunque da promemoria su alcuni drammi che affliggono la società quali la tossicodipendenza, la disoccupazione, l'incomunicabilità e, in generale, i pregiudizi che sorgono in determinati contesti, chiusi e asfissianti.

 

Omicidio a Easttown rappresenta un ulteriore affresco della provincia americana, dove le aspirazioni dei giovani vengono soffocate e sono gli adulti, che dovrebbero essere punti di riferimento, a fare davvero paura.  

 

 

[Billy e John, zii di Erin, la ragazza uccisa, interpretati da Robbie Tann e Joe Tippett in una scena di Omicidio a Easttown]

Omicidio a Easttown Omicidio a Easttown

 

Il contesto è strettamente relazionato alle questioni più introspettive sviluppate nella serie, come l'elaborazione del lutto e il rapporto tra genitori figli, con una particolare attenzione al legame madre-figlio, che torna come una costante nel corso della serie ed è fondamentale per il delineamento e la successiva redenzione del personaggio di Mare, nonché per l'indagine stessa.

 

In quest'ottica diventa chiaro che l'ultimissimo colpo di scena non sia solo una forzatura per stupire lo spettatore, ma un'ulteriore ed estrema conseguenza di un ambiente malsano e un filo conduttore tra le anime colpite e dilaniate da duri traumi, nonché uno spunto di riflessione sul concetto di colpa e misericordia.

 

Impossibile, infine, non accennare all'ennesima ottima interpretazione di Kate Winslet che ha ormai alle spalle una carriera quasi trentennale a dimostrare la sua maestria nel gestire i ruoli drammatici.

La stessa attrice britannica ha dichiarato di essersi sentita molto legata a Mare Sheehan, forse più che ai suoi precedenti ruoli, tanto da essere diventata Mare durante le riprese.

 

Dalla dedizione con cui ha imparato l'accento del luogo alla pretesa di non essere ritoccata in post-produzione, tutto dimostra l'estrema etica professionale di una delle migliori attrici della sua generazione, per l'occasione qui anche in veste di produttrice esecutiva.  

 

 

[Mare in giro per Easttown] Omicidio a Easttown Omicidio a Easttown

 

 

Omicidio a Easttown ha riscontrato un'ottima risposta da pubblico e critica, tanto che l'idea di un'eventuale seconda stagione non sembrerebbe essere così improbabile.

 

Lo stesso Ingelsby, durante un'intervista per la rivista Slate, ha dichiarato di non avere in mente una seconda stagione al momento, ma di non escludere la possibilità in caso si presentassero delle buone idee su come ampliare la storia di Mare.

Malgrado si tratti di una serie autoconclusiva non sarebbe questo il primo caso in cui si decida di estendere una storia già conclusa in seguito a un riscontro estremamente positivo, basti pensare a Big Little Lies, targata sempre HBO.

 

Qualunque sarà il futuro della serie, le circa 7 ore di Omicidio a Easttown bastano per immergersi in un contesto inquietante e nocivo, fatto di segreti e mezze verità, che si celano dietro le rughe e gli occhi innocenti spalancati al mondo.

 

Soprattutto, sono sufficienti a farci conoscere e amare una donna rigida, sboccata e burbera, ma al tempo stesso forte e determinata, ironica e (in)fallibile, assolutamente reale: Mare di Easttown.

 

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