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8 cose che fino ad oggi non sapevi su Blade Runner 2049

Il sequel del cult di Ridley Scott firmato Denis Villeneuve

Blade Runner 2049 è uno di quei film che all'annuncio fece accaponare la pelle a molti. 

 

Solo l'idea che si potesse decidere di produrre un seguito del cult movie di Ridley Scott del 1982 era qualcosa di inquietante, ma Denis Villeneuve con il suo Blade Runner 2049 è riuscito a mettere d'accordo la grande maggioranza di critica e di pubblico. 

 

Una volta comunicato il nome del regista, con l'aggiunta di un nome importante alla fotografia come quello di Roger Deakins, molti animi iniziarono a placarsi. 

 

Sony poi diffuse la notizia della presenza di Harrison Ford nel cast e anche quella di Ryan Gosling, all'epoca ancora "in un ruolo non precisato". 

 

[Trailer internazionale di Blade Runner 2049]

 

 

Le prime immagini che trapelarono dal set fecero ben sperare, e il tempo che passava e l'uscita di La La Land convinse molti che la scelta di Ryan Gossling non era poi così da buttare via. 

 

Il primo trailer Blade Runner 2049 uscì poco prima del Natale 2016, annunciando l'uscita del film per l'ottobre successivo: visivamente era straordinario e le aspettative salirono alle stelle. 

 

Il film al botteghino seguì il triste destino del suo predecessore: Blade Runner 2049 incassò nel mondo poco meno di 260 milioni di dollari, a fronte di un budget di produzione che si aggira tra i 150 e i 185 milioni. 

La stessa Sony disse che per andare in pari il film avrebbe dovuto incassare non meno di 400 milioni. 

 

Non certo un successo, quindi, ma il film divenne immediatamente un oggetto di culto. 

Tecnicamente ineccepibile, Blade Runner 2049 collezionò 5 nomination agli Oscar per la Fotografia, gli Effetti Visivi, la Scenografia, il Sonoro e il Montaggio Sonoro. 

 

Vinse le prime due statuette, regalando così il primo Oscar a Roger Deakins che era giunto alla sua nomination numero 14 senza mai vincere. 

 

Blade Runner 2049 è un film ipnotico, che riprende molti dei temi del primo film ma li attualizza, quasi ribaltando il punto di vista, ed è soprattutto un film fortemente matriarcale. 

 

Le figure femminili sono le vere protagoniste, mentre quelle maschili sono o dei vascelli inermi, o delle vecchie glorie o ancora degli idealisti folli quasi inutili al racconto. 

 

Comunque la pensiate sul film, qui potete trovare una recensione piuttosto entusiasta in merito, Blade Runner 2049 ha sicuramente un merito che anche i suoi detrattori devono per forza attribuirgli: ha fatto emergere il talento di Ana de Armas, attrice che da lì in avanti noon si è più fermata e che sta dimostrando di essere una delle più talentuose della sua generazione. 

 

Oltre che protagonista di almeno due delle scene più iconiche del film di Villeneuve

 

E questo nessuno potrà mai negarlo.

 

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Posizione 8

David Bowie 

 

L'artista londinese era la prima scelta di Denis Villeneuve per il ruolo che fu poi di Jared Leto: quello dell'enigmatico Niander Wallace. 

 

Purtroppo però Bowie ci lasciò il 10 gennaio 2016, mentre il film era in piena fase di casting. 

 

Non sapremo mai come sarebbe stato, ma per chi ha visto il film il ruolo di Wallace è facilmente applicabile al volto e al corpo di Bowie, che avrebbe sicuramente regalato una performance difficilmente dimenticabile. 

 

Posizione 7

Joi 

 

Per rendere Joi (Ana de Armas) più artificiale, il montatore Joe Walker ha fatto un'esperimento.

 

Fermando il fotogramma di Ana de Armas per nove fotogrammi prima che rispondesse a una domanda sembrava che il suo programma si sospendesse per una frazione di secondo, come se il suo processore fosse brevemente occupato nel trovare una risposta.

 

Tuttavia la cosa sembrava fin troppo banale ed è stato poi deciso che l'artificialità di Joi veniva già comunicata a dovere tramite le trasparenze e i cambi di costume. 

 

Posizione 6

La scena iniziale

 

La scena di apertura in cui "K" (Ryan Gosling) affronta Sapper Morton (Dave Bautista) è praticamente un remake quasi perfetto di una scena scritta e sceneggiata, ma mai filmata, per Blade Runner (1982).

 

Il fatto che la cosa si incastri perfettamente in un film girato più di trent'anni dopo sottolinea la bravura di Villeneuve nel raccogliere la sfida e dipingere un racconto che evoca quelle stesse atmosfere. 

 

Posizione 5

La director's cut

 

Come ben sappiamo il primo Blade Runner ha avuto nel tempo una quantità rara di versioni diverse. 

Quella cinematografica, quella internazionale, il director's cut, il final cut... 

 

A differenza del primo film, invece, il regista Denis Villeneuve ha dichiarato che il cut cinematografico di Blade Runner 2049 è la sua unica versione.

 

C'è stato un momento in cui la versione del film arrivava a 4 ore, divisa in due parti perché ai produttori sembrava che potessero vivere di vita propria come due film distinti. 

 

Ma Villeneuve intervenì e si arrivò alla versione attuale di 2 ore e 44 minuti, che non avrà mai una versione diversa.

 

Posizione 4

Rachel 

 

Figura fondamentale per il primo film, Rachel la ritroviamo anche in Blade Runner 2049 in una delle scene più emozionanti di tutto il film. 

 

E c'è un easter egg che la riguarda. 

 

Le figure di legno intagliate da Rick Deckard (Harrison Ford) sono un rinooceronte, un'antilope, un gatto, un cavallo, un elefante e un leone. 

 

In inglese gli animali si chiamano Rhino, Antelope, Cat, Horse, Elephant, Lion: se leggete solo le iniziali scoprirete che formano esattamente il nome di Rachel. 

 

Posizione 3

Il titolo 

 

Il titolo ufficiale del film non è stato deciso fino a pochi mesi prima della produzione.

 

La produttrice Cynthia Yorkin ha inventato il titolo Blade Runner: Time to Live, un gioco di parole che richiama la famosa battuta "È tempo di morire" (Time to die) di Rutger Hauer/Roy Batty del film originale.

 

Sony amava il titolo, ma decisero di chiamarlo prima Blade Runner 2051, e poi Blade Runner 2049 quando fu chiaro che il sequel sarebbe stato ambientato 30 anni dopo l'originale.

 

Posizione 2

Le serre 

 

Le sconfinate serre che si vedono all'inizio del film non sono merito della computer grafica. 

 

Le scene sono state girate su una location reale: si tratta di El Ejido, in Almeria, Spagna. 

 

Le serre sono destinate alla coltivazione di frutta e verdura e il luogo è famoso con il nomignolo di Mare di Plastica. 

 

Posizione 1

La scena d'amore a tre

 

Il cosiddetto threesome che si vede nel film fu girato davvero, senza l'uso di green screen e con un minimo intervento del digitale.

 

La scena è stata girata due volte: una volta con Ryan Gosling e Ana de Armas a fare le loro coreografie, e la volta dopo con Gosling e Mackenzie Davis che ripetevano i movimenti.

 

Entrambe le inquadrature sono state poi mescolate insieme, con le due versioni di Gosling e due sfondi.

La manipolazione digitale è stata utilizzata per rimuovere una delle attrici dall'inquadratura e per abbinare le posizioni di Joi e Mariette nel modo più preciso possibile.

 

Sono stati inseriti apposta alcuni momenti noon precisi, dove i loro movimenti non si allineavano perfettamente, per suggerire che non potevano sincronizzarsi perfettamente.

 

Solo una cosa è stata fatta con la CGI: quando Joi si sposta intorno a "K" per togliergli il cappotto, perché il movimento di Ana de Armas non corrispondeva a quello della Davis. 

 

Il montatore Joe Walker ha però notato che la cosa ha causato un inconveniente… coerente: un momento in cui Joi sembra brevemente meno realistica, come se il suo programma si comportasse in modo meno realistico quando sa che "K" non la sta guardando.

 



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