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La videografia d'autore dell'artista Jonas Åkerlund

Nella sua carriera da regista di video musicali Jonas Åkerlund ha dimostrato di essere un autore poliedrico e ispirato

Jonas Åkerlund è un autore! 

 

In questa rubrica di solito trovate articoli sulle colonne sonore passate alla Storia, collaborazioni tra compositori e registi, la musica che ha avuto un ruolo cruciale nella narrazione delle immagini proiettate sul grande schermo.

Oggi facciamo una piccola escursione ribaltando la visuale. 

 

Parliamo di un regista poco presente al Cinema, ma un vero leone dei video musicali, uno che grazie alla sua sensibilità riesce a mettere le immagini al servizio della musica come pochi: Jonas Åkerlund.  

 

Cercare di riassumere una carriera in un articolo sarebbe del tutto insensato. 

Quello che vorrei fare è concentrarmi su quattro aspetti, quattro tòpoi dell’opera di Jonas Åkerlund che ho trovato particolarmente presenti e pregnanti. 

Questo per dimostrare che si può essere autoriali anche lavorando su commissione per dei semplici video musicali.

 

 

 

Black Metal

 

La sua predisposizione per la musica, in effetti, non ci dovrebbe stupire.

Jonas Åkerlund, nato a Bromma (Svezia) nel 1966, si avvicina al mondo delle arti suonando la batteria nel gruppo black metal dei Bathory.

Proprio il black metal è uno dei temi ricorrenti della sua carriera da regista.

 

Nel 2018 è uscito il film Lords of Chaos in cui racconta la storia del black metal norvegese.

 

Alcune immagini del film sono state utilizzate in anteprima per il video di ManUNkind dei Metallica.

 

Il video che preferisco però è The Way You Used To Do dei Queens of the Stone Age.

 

Qui Jonas Åkerlund mostra la sua abilità nel padroneggiare simboli e immagini black metal, inquietanti e sataniche, inserendoli nel contesto danzereccio del video.

 

Questo connubio regala un senso grottesco alla breve vicenda in cui lo spettatore si ritrova a firmare un patto con un diavolo ballerino in giubbotto di pelle, sorridente e tentatore, molto distante dal tipico ambiente del black metal norvegese.

 

[Il Jonas Åkerlund ironico]

 

 

Animali

 

A Jonas Åkerlund piacciono i topi e tutti gli animali capaci di generare ribrezzo e risvegliare paure ataviche.

 

Gli insetti in Do you wanna be my baby di Per Gessle.

 

La lingua biforcuta di un tarantolato Till Lindemann in Mann Gegen Mann dei Rammstein, posta a stigmatizzare gli uomini che sviliscono gli omosessuali.

 

 

 

Se in Black Jesus di Everlast e in Ghosttown di Madonna i pochi frame spesi sui roditori possono sembrare quasi una firma dell’artista, in Come Undone l’intero raccapricciante zoo di Jonas Åkerlund viene utilizzato in maniera decisamente funzionale.

 

Nella canzone Robbie Williams racconta i suoi problemi con le dipendenze e la sua necessità di distaccarsi dalla sua “persona” pubblica, mentre il pubblico pagante osserva il suo esaurimento. 

Il video mostra la mattina successiva a una festa in casa di Robbie proponendoci dei flashback della sera prima.

 

Col passare dei minuti e con il degenerare della festa iniziano a comparire scorpioni, larve, scolopendre e serpenti a rappresentare il conflitto interiore di chi sa di essere arrivato al fondo.

 

[Una delle vette di Jonas Åkerlund]

 

 

Cinema

 

Nei suoi videoclip non mancano i riferimenti al mondo del Cinema.

 

Nel 1997 dirige il video del James Bond Theme riarrangiato da Moby, nel quale si alternano immagini della saga dell’agente 007 con un inseguimento urbano.

 

 

 

Magic dei Coldplay è una celebrazione del cinema muto in bianco e nero di inizio Novecento.

 

La coppia di cortometraggi girati per Lady Gaga, Paparazzi e Telephone porta invece l’idea di video musicale a un altro livello.

 

Il primo, con la partecipazione di Alexander Skarsgård, omaggia La donna che visse due volte di Alfred Hitchcock.

 

 

 

Il secondo, diretta continuazione del primo, strizza l’occhio a Quentin Tarantino riportando sullo schermo la Pussy Wagon di Kill Bill, e si chiude con una citazione di Thelma & Louise.

 

 

 

Il videoclip più divertente è quello realizzato per la canzone Me Julie di Shaggy e Ali G, inserita nella colonna sonora dell’ignorantissimo Ali G Indahouse.

 

Jonas Åkerlund ci mostra Ali G, lo spassoso personaggio creato da Sacha Baron Cohen, cercare di comportarsi come un vero giamaicano, facendo ripetutamente figure barbine.

 

 

 

Fuoco e Montaggio

 

Teoricamente il fuoco e il montaggio sono due elementi separati, ma nel caso di Jonas Åkerlund è bene abbinarli.

 

Il fuoco è presente in tanti suoi video, ad esempio potrei proporvi True Nature dei Jane’s Addiction.

 

 

 

Il montaggio ipercinetico e l’uso di ralenti e velocizzazioni sono sue cifre stilistiche praticamente onnipresenti.

 

Il motivo per cui li ho accomunati è presto detto.

 

Nel 2017 esce Rammstein: Paris, live album dei Rammstein, comprensivo di film dell’evento girato da Jonas Åkerlund, il film è stato anche proiettato per pochi giorni al cinema e alcune esibizioni live sono fruibili su una playlist di Youtube

 

Vi lascio qui sotto il video della performance live di Du hast, sperando di convincervi a recuperare anche gli altri: fuoco, montaggio, ralenti e accuratissime scelte registiche (soprattutto sulle inquadrature) ti immergono dentro al concerto.  

Il risultato è sopraffino, niente a che vedere con le classiche riprese delle esibizioni dal vivo. 

Fidatevi di chi li ha visti dal vivo: l’unica cosa che manca è il calore delle fiamme sulla pelle.

 

Questo nostro breve viaggio agli estremi confini del mondo del Cinema (e oltre) volge al termine.

 

 

Avrei potuto chiudere qui il pezzo e restare dentro la struttura che mi ero prefissato, ma questo articolo è già una mezza eccezione quindi perché non farne un’altra?

 

 

[Christian "Doktor Flake" Lorenz, tastierista dei Rammstein, voleva fare l’usciere…]

 

 

Censura

 

Il quinto tema, forse non definibile ricorrente, anche se due indizi fanno una prova, è la censura. 

Il primo elemento a carico dell’imputato è talmente auto esplicativo da mettermi in una posizione di completa inutilità.

 

Il video in questione è Pussy dei Rammstein, praticamente un porno nella versione non censurata.

Lo potete trovare nei siti appositi.

 

Il secondo è per quanto mi riguarda il videoclip musicale più bello di tutti i tempi.

È il POV di una serata pazza tra i club di Londra sulle note di Smack My Bitch Up dei Prodigy, videoclip controverso e passato solo a tarda ora su MTV ai tempi che furono. 

 

Un viaggio tra spogliarelliste, alcol e droga con un colpo di scena da 10 e lode. 

 

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