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L'inquadratura: la differenza tra Campi e Piani

L'inquadratura è 'l'unità minima di base del linguaggio cinematografico'

È la parola dello scrittore, è la nota del musicista, è parte fondante della grammatica di regia: l'inquadratura è lo strumento che chiunque volesse provare a fare del Cinema dovrebbe conoscere perfettamente. 

 

Le inquadrature fondamentali sono divisibili in due grandi famiglie: 

- i campi (dove l'ambiente ha prevalenza sui personaggi)

- i piani (dove il personaggio prevale sull'ambiente)

 

Si possono classificare in base ad altre due famiglie:

- inquadrature statiche

- inquadrature dinamiche

 

E ancora in tre tipologie che cambiano a seconda de: 

- la distanza della macchina da presa

- l'angolazione della macchina da presa 

- l'inclinazione della macchina da presa 

 

Ma vediamo quelle basiche: statiche e dipendenti dalla distanza, partiamo dal largo per arrivare allo stretto. 

 

 

 

 

Campo Lunghissimo 

(abbreviato in CLL, in inglese Extreme Long Shot)

 

È l'inquadratura più larga che si possa pensare di fare, in inglese viene anche chiamato "establishing shot".

Il personaggio non ha importanza, ha importanza l'ambiente del film. 

 

Si usa principalmente per questi motivi:

- spiegare dove siamo (Londra, Calcutta, Marte...),

- spiegare quando siamo nell'epoca (1885, 1977, 2025...),

- spiegare quando siamo nel tempo (giorno, sera, notte...) 

 

Blade Runner

(1982, regia di Ridley Scott, fotografia di Jordan Cronenweth)

________________

 

 

 

 

Campo Lungo

(abbreviato in CL, in inglese Long Shot)

 

È un'inquadratura leggermente più stretta del CLL, viene utilizzata per descrivere l'ambiente in relazione al personaggio.  

Per mostrare il suo spaesamento, il suo percorso o ciò che lo circonda: il CL è tra le inquadrature più usate nel Cinema, anche se ultimamente sta passando di moda.

 

 

Revenant - Redivivo

(2015, regia di Alejandro G. Iñárritu, fotografia di Emmanuel Lubezki)

________________

 

 

 

 

Campo Medio

(abbreviato in CM, in inglese Wide Shot) 

 

Stringiamo ancora e abbiamo il personaggio inserito nell'ambiente circostante: l'importanza di entrambi è perfettamente equilibrata. 

Può essere in esterni come in interni e solitamente viene utilizzata come "presentazione", per introdurre il personaggio nella storia: è l'ultima della famiglia dei "campi". 

 

Mad Max: Fury Road

(2015, regia di George Miller, fotografia di John Seale)

________________

 

 

 

 

Figura Intera 

(abbreviato in FI, in inglese Full Shot) 

 

È la più larga inquadratura dei "piani": il personaggio è perfettamente incorniciato dal quadro, dalla testa ai piedi, e assume un'importanza maggiore rispetto all'ambiente che lo circonda.  

 

Guerre stellari

(1977, regia di George Lucas, fotografia di Gilbert Taylor)

________________

 

 

 

 

Piano Americano

(abbreviato in PA, in inglese Cowboy Shot)

 

Poco più stretta della figura intera, il personaggio è inquadrato fino a metà coscia circa. 

 

Praticamente inventata da John Ford, nasce tra gli anni '30 e gli anni '40 nel Cinema western per il bisogno di avere un'inquadratura più stretta della figura intera che però non andasse a escludere le pistole tenute nelle fondine: il nome deriva ovviamente da quello.

 

Ombre Rosse

(1939, regia di John Ford, fotografia di Bert Glennon)

________________

 

 



Mezza Figura

(abbreviato in MF, in inglese Medium Shot) 

 

Ancora più stretta del PA troviamo la MF, dove il personaggio è tagliato a metà e l'inquadratura lo incornicia dalla testa alla vita circa. 

 

L'importanza del personaggio è maggiore, ma quello che sta facendo lo è altrettanto. 

 

Pulp Fiction

(1994, regia di Quentin Tarantino, fotografia di Andrzej Sekula)

________________

 

 

 

 

Primo Piano 

(abbreviato in PP, in inglese Close Up) 

 

È l'inquadratura principe del Cinema, anzi, la si potrebbe definire "Il Cinema": quella per cui qualunque attore sceglie di fare il mestiere che fa, quella per cui i direttori della fotografia e i truccatori sudano di più, quella che da spettatore ti resta dentro. 

Il personaggio è adesso molto importante e viene inquadrato fino alle spalle comprese.

 

"Inventata" da David W. Griffith negli anni '10 - anche se ci fu chi prima di lui aveva già avuto quell'intuizione tanto semplice quanto geniale di spostare la cinepresa verso gli attori e non restare a guardarli come a teatro - è probabilmente l'inquadratura più difficile da bilanciare bene, ma questo magari lo vedremo in uno dei prossimi articoli della rubrica.  

 

Arancia meccanica

(1971, regia di Stanley Kubrick, fotografia di John Alcott)

________________

 

 

 

 

Primissimo Piano

(abbreviato in PPP, in inglese Extreme Close Up) 

 

Il volto del personaggio copre il quadro intero: l'inquadratura si compone da poco sopra le sopracciglia al mento.

Non c'è altro spazio, non c'è scampo, gli spettatori notano qualunque micro movimento del volto dell'attore, le rughe, gli occhi: è un'inquadratura di forte effetto, che Sergio Leone rese famosa nel mondo.  

Ma mai quanto la prossima.

 

Il silenzio degli innocenti

(1991, regia di Jonathan Demme, fotografia di Tak Fujimoto)

________________

 

 

 

 

Italian Shot

 

È una dicitura statunitense per indicare un'inquadratura ravvicinata che riguarda solo e soltanto gli occhi dell'attore, il nome deriva ovviamente dallla Trilogia del Dollaro del nostro caro Sergio Leone: in italiano non c'è un nome corrispondente, perché qualunque quadro ravvicinato più stretto di un PPP lo si chiama Particolare.

 

Il buono, il brutto, il cattivo

(1966, regia di Sergio Leone, fotografia di Tonino Delli Colli)

________________

 

 



Particolare 

 

È un'inquadratura che va a sottolineare un qualcosa di piccolo, che altrimenti non si noterebbe, sul corpo di un attore: può essere un neo, un tatuaggio, un dito smaltato.

 

Se è parte del corpo di un attore si chiama particolare, se invece l'inquadratura è stretta su un oggetto, si chiama Dettaglio.  

 

Memento

(2000, regia di Christopher Nolan, fotografia di Wally Pfister)

________________

 

 

 

 

Dettaglio 

 

Psyco

(1960, regia di Alfred Hitchcock, fotografia di John L. Russell)

________________

 

Queste sono le inquadrature principali, quei piccoli e meravigliosi quadri che messi uno dopo l'altro formano la magia del Cinema, creando i film che tanto amiamo. 

 

Come i più bei libri iniziano da una parola e le più belle composizioni da una nota, un bel film inizia con un'inquadratura: nei prossimi appuntamenti di questa rubrica andremo sempre più a fondo per scoprire e provare a decifrare le immagini che creano la magia del Cinema. 

 

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4 commenti

Francesco Broccoli

1 mese fa

Articolo davvero interessante e ben fatto!
Sarebbe bello se questa rubrica andasse avanti

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Terry Miller

1 anno fa

Meno male che c'è Teo, finalmente ho più chiaro il significato di questi termini

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Claudio Bertelle

1 anno fa

Ho scoperto solo oggi di avere finalmente accesso a queste rubriche ... giusto il tempo di divorare questo magnifico articolo ❤️

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Teo Youssoufian

6 anni fa

grazie! 😍

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