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La carriera di Jennifer Lawrence: Bad gone Good

Bad gone Good

Jennifer Lawrence è già adesso una delle attrici simbolo della nuova, talentuosissima, generazione che anno dopo anno si sta guadagnando una fetta sempre più considerevole dell'attenzione di Hollywood.

 

Attrici che, in questi anni più che mai, devono trovare il proprio equilibrio tra franchise supereroistici di successo e film d'autore per ritagliarsi uno spazio di primo piano nel gotha del Cinema mondiale.

 

Anzi, potremmo arrivare a notare come J-Law possa tranquillamente essere definita come la capofila di questa generazione: è stata la prima attrice nata negli anni '90 a vincere un premio Oscar come Migliore Attrice Protagonista nel 2013, precedendo altre esponenti della nuova ondata di talento femminile come Brie Larson ed Emma Stone, altre due che hanno effettuato scelte di carriera per certi versi comparabili. 

 

[Reazione, caduta, discorso: tutto estremamente naturale e divertente]

 

 

Ciò che realmente stupisce di Jennifer Lawrence, in effetti, è proprio l'assoluta naturalezza con la quale questa attrice nativa del Kentucky affronta ogni step della sua carriera.

 

Una naturalezza che probabilmente deriva dalla sua formazione da autodidatta e da un'attitudine praticamente unica nell'intero panorama hollywoodiano.

 

Il primo ruolo capace di darle visibilità è stato quello di Lauren Pearson nella sit-com The Bill Engvall Show, mentre i suoi primi ruoli di successo al cinema sono stati quelli da lei interpretati in The Poker House, The Burning Plain e Un Gelido Inverno, tre lavori dal tenore ben differente.

 

La sua interpretazione in The Burning Plain le è valsa il Premio Marcello Mastroianni alla Mostra del Cinema di Venezia, mentre la sua prova in Un Gelido inverno si è tramutata addirittura nella sua prima nomination agli Oscar.

 

Tutto ciò ben prima di compiere ventuno anni. 

 

 

[Anche Jennifer Lawrence è diventata ben presto protagonista di un franchise molto famoso. Anzi: due.]

 

 

A quel punto, quindi, Jennifer Lawrence si è ritrovata a essere una delle attrici in rampa di lancio e ha accettato di prendere parte a ben due franchise: The Hunger Games e il filone reboot della saga degli X-Men, che  l'hanno portata ad essere l'attrice più pagata del mondo negli anni 2015 e 2016. 

 

Due scelte sicuramente remunerative e capaci di tenerla saldamente sulla cresta dell'onda ma che, al contempo, l'hanno un po' allontanata da un certo tipo di cinema costringendola a dover fare anche delle scelte piuttosto dolorose negli anni immediatamente successivi.

 

Ha infatti dovuto rinunciare al ruolo andato a Jennifer Jason Leigh in The Hateful Eight e posticipare la lavorazione di It's What I Do, film prodotto da Steven Spielberg e diretto da Ridley Scott, annunciato nel 2016 ma su cui si hanno al momento ben poche notizie.

 

Al contempo, però, J-Law non ha rinunciato a prender parte a film che hanno avuto un enorme impatto sulla sua carriera: la sua collaborazione con David O. Russell, ad esempio, le ha fruttato una cascata di nomination e premi.

 

Il lato positivo, American Hustle e Joy le sono valsi un Oscar, due Screen Actors Guild, tre Golden Globe e la nettissima impressione di trovarci dinanzi a una nuova luminosissima stella.

 

[Un duello di bravura tra due delle migliori attrici dei nostri giorni]

 

 

Certo, non tutte le sue scelte post-Oscar sono state impeccabili.

 

Una folle passionePassengers e Red Sparrow sono pellicole dal valore molto discutibile, ma la sua prova in madre! sotto la regia di Darren Aronofsky ci ha mostrato, una volta in più, che tipo di talento unico possieda la nativa di Louisville.

 

La sensazione è che, una volta smaltiti gli impegni anche con la saga degli X-Men, Jennifer Lawrence possa davvero cominciare a dedicarsi in via preferenziale a un certo tipo di Cinema più ricercato. 

 

 

 

A confermarlo, due cose: una è il suo debutto dietro la macchina da presa con Project Delirium, film al momento in fase di trattamento ma che vedrà Jennifer Lawrence nei panni di regista di una dark comedy tratta da un articolo del The New Yorker, che svelava gli esperimenti chimici del governo statunitense su 5000 soldati americani negli anni '60 a base di LSD, marijuana e altre sostanze. 

 

L'altra è la recente notizia che la vede nella doppia veste di protagonista e produttrice in Mob Girl, nuova opera di Paolo Sorrentino.  

 

Quello tra la star statunitense e l'autore napoletano è un binomio che promette di fare scintille.

 

Esattamente la stessa impressione che ci dà l'intera carriera di J-Law negli anni a venire. 

 

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