Edgar Wright la butta di fuori in questo capitolo conclusivo della trilogia del Cornetto. Delirante e il più splatter dei 3 nonostante non ci sia sangue e dove Wright dimostra e conferma la sua...

Edgar Wright la butta di fuori in questo capitolo conclusivo della trilogia del Cornetto. Delirante e il più splatter dei 3 nonostante non ci sia sangue e dove Wright dimostra e conferma la sua maturità registica e da sceneggiatore. Da vedere evitando di leggere trame o trailer che spoilerano quella che doveva essere una grande sorpresa

Gary King ha un sogno: percorrere, insieme ai suoi amici, il famoso Miglio Dorato, ossia un tour dei dodici pub della sua città natale, da svolgersi, pinta dopo pinta, in una sola notte. Il primo...

Gary King ha un sogno: percorrere, insieme ai suoi amici, il famoso Miglio Dorato, ossia un tour dei dodici pub della sua città natale, da svolgersi, pinta dopo pinta, in una sola notte. Il primo tentativo fallì alla nona fermata, ma Gary, anche se sono passati tanti anni, non ha mai rinunciato al suo sogno. Decide quindi di radunare il gruppo, non senza difficoltà, e riprovare a percorrere la loro personale via crucis, superando la resistenza dei suoi amici… e della particolare popolazione di Newton Heaven. 
Terzo ed ultimo capitolo della Trilogia del Cornetto, firmata dalla ditta Wright – Pegg – Frost, The World’s End è forse il film migliore dei tre; è una sequenza di gag e trovate incredibili, a partire dal geniale concept di fondo, che basterebbe già a riempire la pellicola, che si tramuta, in modo assolutamente imprevedibile e improvviso, in un film di fantascienza distopico. Anche in questo caso, il genere è trattato con rigore e devozione, ma filtrato dall’esuberanza del protagonista Gary, ben deciso, nonostante l’assurdità della situazione, a portare a termine il Miglio. Gary è un personaggio più approfondito di quanto lo fossero i protagonisti delle due pellicole precedenti: è un uomo che ha superato i 40 anni e che ha visto i suoi amici crescere e costruirsi una vita, mentre lui è rimasto invischiato nella post adolescenza. Disprezza gli amici che hanno fatto carriera, e addirittura è orripilato e incredulo del fatto che il suo migliore amico, dopo anni di bevute condivise, sia diventato astemio. Nella sua mente, quindi, compiere il Miglio significa chiudere un capitolo della sua vita rimasto in sospeso e, forse, prepararsi finalmente a crescere. 
Le tante scene movimentate e i dialoghi serrati tra i protagonisti esaltano lo stile dirompente di Wright, che in questa pellicola torna a divertirsi e a sfoderare tutto il campionario di montaggi ultraveloci e scene a ritmo di musica, alcune delle quali sono veramente degne di nota. Ne scaturisce una degna conclusione della trilogia.