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No: nessun set cinematografico riaprirà il 4 maggio

La notizia divulgata dall'Ansa nasce da un fraintendimento ed è falsa

Nelle ultime ore è circolata la notizia secondo cui dal 4 maggio nella Regione Lazio si ricomincerà a lavorare sui set cinematografici seguendo una procedura atta a preservare la salute della troupe e del cast: la notizia è stata lanciata da Ansa ed è poi stata ripresa dalle varie testate web, fino ad arrivare a essere enunciata al TG1 delle 20:00. Ma c'è un problema di fondo: questa notizia non è vera. 

 

 

Abbiamo parlato con il Rappresentante della Delegazione dei Lavoratori delle Troupe, che raccoglie al suo interno 18 associazioni di professionisti del Cinema, che ci ha raccontato che il 4 maggio nella Regione Lazio non si lavorerà su nessun set cinematografico. 

 

Non solo, perché la notizia delle ultime ore ha colto completamente in contropiede i lavoratori e i loro rappresentanti, dato che proprio in questi giorni stavano aspettando gli sviluppi dell'incontro dei sindacati con il Ministro per i beni e le attività culturali Dario Franceschini avvenuto in data 10 apriledove sono stati chiesti i necessari strumenti di tutela del lavoro e del reddito per i lavoratori dello spettacolo. 

 

 

 

 

Queste le parole del Vice Presidente della Regione Lazio Daniele Leodori, che hannno dato il via al fraintendimento: 

"...abbiamo disciplinato anche la riapertura delle produzioni cinematografiche, molto importanti nella nostra regione, che riprenderanno dal 4 maggio anche queste dopo un confronto.


Siamo partiti da una specifica formazione del personale rispetto all'utilizzo dei dispositivi e delle regole igienico-sanitarie, poi le regole specifiche per le produzioni, per i set, per le troupe e per gli attori, la presenza di un medico aziendale competente durante ogni ripresa, la misurazione della temperatura due volte al giorno in ingresso e in uscita delle riprese, la presenza di soluzioni per l'igiene, test sulle condizioni di salute degli attori prima delle riprese, l'utilizzo delle mascherine e la distanza di sicurezza, laddove possibile, tra gli operatori del settore.”

 

Una volta uscita la notizia su Ansa la Delegazione dei Lavoratori delle Troupe ha contattato Umberto Carretti, rappresentante della CGIL/SLC, che ha così risposto: 

"Nessun impegno a partire il 4 e conferma dell'impegno a mantenere il percorso condiviso per i protocolli sicurezza.

Incontro probabilmente intorno a metà della settimana prossima. La Regione Lazio sbaglia a parlare di ripartenza dei set per due motivi: non sono pronti i protocolli e i  codici Ateco del settore non hanno mai subito interruzioni per decreto, ma per buon senso.

 

E col buon senso si riprenderà, ma non certo il 4 maggio 2020. 

Troverei singolare che una azienda qualunque partisse senza la condivisione preventiva di protocolli di sicurezza concordati con le associazioni datoriali." 

Si accodano alla dichiarazione di Carretti anche le sigle più importanti del panorama cinematografico italiano: ANICA, APA, APE e CNA - rispettivamente Associazione Nazionale Industrie Cinematografiche Audiovisive e Multimediali, Associazione Produttori Audiovisivi, Associazione Produttori Esecutivi, Confederazione Nazionale dell’Artigianato e della Piccola e Media Impresa - confermano che nessuna ripartenza avverrà il 4 maggio. 

 

 



Come si può leggere sul sito ufficiale di Regione Lazio, l'incontro programmato per decidere sulle misure di sicurezza in merito alle produzioni cinematografiche è fissato a mercoledì 6 maggio. 

 

La situazione dei lavoratori dello spettacolo è al momento tragica. 

 

Al momento del Lockdown le produzioni in corso erano circa una quarantina, tra cui 17 film, 19 serie televisive e 3 prodotti stranieri in lavorazione in Italia. 

 

Quando tutto è stato bloccato sono dunque saltate 252 settimane di lavoro per 3000 lavoratori: un totale di circa 110mila giornate di lavoro andate in fumo, e tutto questo parlando solo dei tecnici sul set, non considerando quindi gli attori, le figurazioni e tutti i lavoratori che si occupano della post-produzione.

 

E senza calcolare tutte le produzioni già programmate e che sarebbero dovute partire. 

 

I lavoratori dello spettacolo hanno anche dovuto subire un agghiacciante licenziamento da parte della maggior parte delle case di produzione, che al posto di attendere notizie da parte del Governo in merito alla possibilità di mandare i lavoratori in cassa integrazioone hanno preferito lasciare a casa circa 3000 persone da un giorno all'altro. 

 

Persone che per la particolarità del loro settore rischiano spesso di non avere accesso ai sussidi, con in più il recente fantasma di un paventato ulteriore abbassamente del tetto di reddito per accedervi. 

 

 

 

 

Parlando di film e di Cinema si pensa solitamente a coloro che appaiono di più, agli attori, ai registi. 

 

Ma il Cinema è fatto da tutte quelle persone di cui non si parla mai, e che oggi sono ferme da ormai due mesi e stanno esaurendo le energie, le speranze e i pochi sussidi ai quali hanno accesso. 

 

Una fake news come quella di oggi che parlava di "riapertura dei set cinematografici il 4 maggio" rischia di avere ripercussioni non da poco nel già delicatissimo momento in cui decine di migliaia di lavoratori aspettano delle risposte e hanno voglia - e assoluto bisogno - di tornare a lavorare. 

 

Non mancheremo di seguire la situazione e di dare voce a chi di solito voce non ha. 

 

Perché anche gli appassionati e i cinefili e gli spettatori possano non dimenticarsi mai che "Nei titoli di coda c'è gente che lavora". 

 

 

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