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Ratched - Recensione: Qualcuno volò sul nido di Ryan Murphy

Recensione in anteprima di Ratched: la serie TV di Ryan Murphy targata Netflix

Grazie all'accordo ormai ben consolidato tra Ryan Murphy e Netflix il 18 settembre debutterà Ratched: la nuova serie TV con Sarah Paulson che interpreta l'infermiera di Qualcuno volò sul nido del cuculo.

 

 

Quest'anno per tutti gli amanti di American Horror Story la mancanza della serie horror più famosa di sempre - rimandata a causa della Covid-19 - sarebbe stata un'assenza troppo grossa da sopportare nel palinsesto seriale, se non fosse però uscito Ratched.

 

Chi mi conosce lo sa: io amo Ryan Murphy, soprattutto quando produce serie TV come Ratched, uno show che si avvicina tantissimo allo stile che lo showrunner usa spesso in American Horror Story, in particolar modo nella stagione Asylum.

 

Un mix perfetto tra il thriller e il noir grottesco.

 

 

 

Ratched racconta la storia della vita di Mildred Ratched, prima di andare a lavorare come infermiera all’ospedale psichiatrico di Salem, come si vede nel film pluripremiato agli Oscar Qualcuno volò sul nido del cuculo.

 

La serie è un racconto onirico della vita traumatica della donna, che l'ha resa quella del film di Miloš Forman.

Una storia ricca di avvenimenti tragici e problematiche già radicate dall'infanzia, che portano la povera Mildred ad avere a che fare con personaggi poco raccomandabili già in tenera età.

 

In questa serie Mildred Ratched viene interpretata da una Sarah Paulson che come al solito dimostra di essere elegante e perfetta in ogni suo aspetto.

 

L'attrice non sbaglia mai un colpo e in Ratched viene affiancata da Cinzia Nixon: per un'amante di Sex and The City quale sono, è stata una gioia immensa vederla in questa veste così differente ma così ben riuscita, da sembrare cucita a pennello su di lei.

 

 

[Una scena di Ratched, con Sarah Paulson nei panni di Mildred Ratched]

 

Ma le due star non sono le uniche figure femminili ad emergere in questo racconto: Ratched vanta nel cast anche la presenza di Sharon Stone nei panni di Lenore Osgood, un personaggio degno di un mix tra Crudelia De Mon e Miranda Priestly de Il Diavolo veste Prada.

 

Questa volta Sharon Stone interpreta un personaggio molto differente da quelli che le sono sempre stati affidati in passato e in Ratched stupisce soprattutto per la sua versatilità e stravaganza.

 

Quello di scegliere, quasi in toto, sempre la stessa cerchia di attori è un tratto distintivo di Ryan Murphy che mi è sempre piaciuto molto.

Trovo che sia divertente riconoscere le stesse facce in ruoli sempre molto differenti.

 

Come la Paulson e molti altri ritroviamo anche un Finn Wittrock (Edmund Tolleson) che fa sempre la sua bella figura.

In AHS: Freak Show lo avevo adorato e in questa serie l'ho decisamente amato.

 

In Ratched ritroviamo quindi un cast degno di nota: ai già citati si aggiungono Judy Davis - che interpreta un personaggio con personalità multipla - e Jon Jon Briones nel ruolo del Dottor Hanover, un dottore filippino capo dell'ospedale psichiatrico che sperimenta lobotomie e assurde terapie sui suoi pazienti con l'intento di guarirli sul serio.

 

 

[Sarah Paulson in una scena di Ratched, la serie TV Netflix di Ryan Murphy]

 

 

Ratched è splatter e cruda, ma non troppo terrificante: ricorda sicuramente i toni che Ryan Murphy aveva proposto in Scream Queens, con dei tratti di American Horror Story: Asylum.

 

Forte, ma non troppo cruenta.

Elementi che giocano bene insieme, ma che non stravolgono troppo l'animo umano: un perfetto equilibrio tra l'horror e la continua ricerca di stravaganza.

 

La cosa che sicuramente mi ha colpito maggiormente di Ratched è la fotografia: Murphy è un esteta e si è impegnato particolarmente in questa serie a far uscire questa sua caratteristica, richiamando Simon Dennis e Blake McClure, con i quali aveva già lavorato su Hollywood, e per alcuni episodi anche Nelson Cragg, che ha fatto da direttore della fotografia in alcuni episodi di American Horror Story e Andrew Mitchell, operatore steadicam che Ryan Murphy conobbe su Glee e con il quale ha poi lavorato su Scream Queens, Feud, Pose e Hollywood, qui alla sua prima esperienza come DoP. 

 

La scelta di utilizzare sempre gli stessi colori - verde, rosso, azzurro e marrone - mettendoli in forte contrasto tra loro ha dato un risultato a mio parere spettacolare.

 

Sono sicura di poter promuovere la serie a pieni voti, questa volta non solo per la perfezione con cui Murphy confeziona i suoi prodotti tramite la caratterizzazione dei personaggi, la scenografia, la fotografia, i costumi, gli effetti visivi e sonori, ma anche per le storyline, lato che a volte nei suoi prodotti risulta debole e carente. 

 

Mi sento assolutamente di consigliare Ratched perché sono otto episodi che intrattengono e non annoiano mai. 

 

A mio parere un pizzico di paura in più avrebbe reso la serie perfetta, ma forse Murphy voleva lasciare quel tratto legato alla serie antologica American Horror Story e distaccarsene un po', per non crearne una copia.

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