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Honey Boy: prossimamente nei nostri cinema!

La struggente e atipica autobiografia di Shia LaBeouf

Honey Boy: da una sceneggiatura di Shia LaBeouf, basata sulle sue esperienze personali, la pluripremiata regista Alma Har’el porta in vita l'infanzia burrascosa e i primi anni dell’età adulta di un giovane attore, mentre lotta per riconciliarsi con suo padre attraverso il cinema e i sogni.

 

 

Portando in scena il passaggio dall’infanzia alla celebrità, e i successivi momenti della riabilitazione e della guarigione in età più adulta, Har’el sceglie Noah Jupe e Lucas Hedges per vestire i panni di Otis Lort, che si addentra nelle diverse fasi di una frenetica carriera.

 

LaBeouf affronta la sfida audace e terapeutica di interpretare suo padre, ex clown di rodeo e criminale.

L’artista e musicista FKA twigs fa il suo debutto come attrice, interpretando la vicina - spirito affine del giovane Otis - del motel in cui vive il ragazzo.

 

Il primo lungometraggio di Har’el è una collaborazione unica nel suo genere tra regia e soggetto, che esplora l'arte come terapia e l'immaginazione come speranza. 

 

 

 

Honey Boy è diretto da Alma Har’el (Bombay Beach, LoveTrue) su una sceneggiatura originale di Shia LaBeouf.

 

 

L'attore, produttore e ora sceneggiatore Shia LaBeouf è cresciuto sotto i riflettori, diventando un attore professionista all’età di 10 anni e una star televisiva a 14 anni nella sitcom di successo di Disney Channel Even Stevens.

All’età di 20 anni, LaBeouf era già uno dei giovani attori più ricercati di Hollywood, con un curriculum che comprendeva la saga action di successo Transformers, due film di Lars von Trier e un capitolo della leggendaria saga di Indiana Jones di Steven Spielberg.

 

Nel 2017 la sua condotta nella vita privata aveva iniziato a offuscare le sue premiate esibizioni e LaBeouf sembrava destinato al percorso tipico di molte baby star.

Invece, un periodo di riabilitazione ordinato dal tribunale lo ha riportato in carreggiata come uno dei migliori attori della sua generazione e come nuovo entusiasmante sceneggiatore.

 

Ordinatogli da un terapista di scrivere della sua infanzia travagliata, in particolare della sua inquieta relazione con il padre, che lui pagava per fargli da supervisore, LaBeouf ha scritto il suo primo lungometraggio, Honey Boy, un racconto insolitamente intimo sulla relazione padre-figlio, intrisa di incomprensioni, competizione, traumi - e amore indistruttibile. 

 

 



Honey Boy è allo stesso tempo un’autobiografia, un esorcismo e una storia ricca di particolari.

 

"La sceneggiatura è nata da un momento specifico della mia vita", afferma LaBeouf.

"Non è qualcosa che avrei mai pensato di fare, che volessi fare o che dovessi fare.

Ma sono stato costretto a confrontarmi con il mio passato e la scrittura è stata una parte importante della mia terapia".

 

Ispirato dai tumulti della sua vita nei primi giorni in televisione, LaBeouf parla dell’origine dei suoi demoni.

"Come attore, tutto ciò che fai viene reinterpretato dalle idee che le altre persone hanno su di te", spiega.

"Ma non ne hanno alcuna, specialmente quando sei così giovane. Mi ci è voluto molto tempo per trovare la giusta prospettiva di ricordare, di pensare e parlarne in modo costruttivo".

 

Una delle prime persone con cui ha condiviso i suoi primi risultati è stata la sua amica e collaboratrice Alma Har'el, una pluripremiata documentarista nota per la sua estetica originale che ha caratterizzato i suoi due film precedenti, Bombay Beach e LoveTrue - che hanno riscosso grande successo nei circuiti dei festival cinematografici.

 

"Ho inviato la prima bozza ad Alma, perché è una mia amica e la persona più buona che conosca", spiega.

"Le mando tutto quello che faccio.

La fiducia è un elemento fondamentale del processo creativo che c’è tra me e lei. Lei ha risposto che era un film e che era un film che voleva fare".

 

La coppia si è conosciuta circa sette anni fa, quando LaBeouf l'ha contattata dopo aver visto Bombay Beach, un'accurata riflessione sulle vite di un gruppo di outsider che vivono in una degradata cittadina sulle sponde di Salton Sea in California.

 

"A volte sembra che abbiamo iniziato a lavorare a questo film la prima sera che ci siamo incontrati", afferma Har’el.

"Abbiamo cenato e parlato molto dei nostri padri. Ogni tanto dico che siamo entrambi figli di pagliacci alcolizzati - mio padre a causa del suo umorismo e del suo approccio infantile alla vita, mentre il padre Shia era letteralmente... un clown. All'epoca non parlavamo di girare un film, ma c'è stata immediatamente una rara connessione e comprensione".

 

LaBeouf ha finanziato ed è stato produttore esecutivo del secondo documentario di Har’el, LoveTrue.

 

"Mentre stavo cercando di ottenere i finanziamenti, ho ricevuto da lui una lettera che parlava di arte, di amore e di Dio, con un assegno che copriva l'intero budget del film", ricorda.

"Nessun contratto. Solo puro supporto.

La cosa che mi colpisce ora è che LoveTrue parlava di persone che amplificavano le loro vite e i loro ricordi con versioni più giovani di se stesse.

Per questo, guardando indietro a tutto ciò che abbiamo fatto insieme, tutto ha portato a Honey Boy".

 

 

 

Il lavoro precedente di Har’el affrontava disadattati di diverse tipologie, persone fuori dal convenzionale.

 

"Per molti versi, Shia è un emarginato perché rifiuta di adeguarsi al sistema", osserva.

"Molti pensano che abbia delle qualità sia buone che cattive, ma pochissimi conoscono effettivamente i problemi mentali contro cui lotta.

È anche una delle persone più divertenti che conosca. È stata questa la prima qualità che lo ha introdotto nella recitazione e in Honey Boy dimostra di essere abbastanza maturo per far sposare il suo umorismo con il suo dolore".

 

L'immagine che Har’el aveva in mente, durante lo sviluppo, di Otis Lort – l'alter ego cinematografico di LaBeouf – era quella di Pinocchio.

 

"È un ragazzo che è controllato dagli altri", spiega.

"Non vuole altro che tagliare i fili della marionetta ed essere un vero ragazzo, ma continua a mentire, il che fa sì che il suo naso diventi sempre più lungo agli occhi di tutti.

Pinocchio può diventare un ragazzo vero solo se si dimostra ‘coraggioso, sincero e altruista’.

Alla fine, il suo desiderio di provvedere a suo padre e il dedicarsi a incarnare quelle caratteristiche lo trasformano in un vero ragazzo".

 

Questa favola per bambini è una metafora che si adatta alla vita di LaBeouf, secondo Har’el.

 

"I suoi sbagli non sono mai stati nascosti", osserva. "Tutto era lì perché il mondo potesse vedere e giudicare.

Ascoltare alcune storie su ciò che gli è accaduto durante la sua infanzia e sul fatto che abbia provveduto al proprio padre, mi ha permesso di capire quanto straordinari siano i suoi sforzi per riprendersi la propria vita e diventare l'uomo che vuole essere".

 

 



Honey Boy è interpretato da Shia LaBeouf (Borg McEnroe, Fury), il candidato Oscar Lucas Hedges (Manchester By the Sea, Ben Is Back), Noah Jupe (A Quiet Place, Wonder, Suburbicon), Natasha Lyonne (Russian Doll, Orange Is the New Black) e Martin Starr (Silicon Valley, Spider-Man: Homecoming).

 

I produttori sono Brian Kavanaugh-Jones (Loving, Midnight Special), Daniela Taplin Lundberg (Harriet, Beasts of No Nation), Anita Gou (The farewell, To the bone), Christopher Leggett (LoveTrue, Ask Dr. Ruth) e Alma Har’el.

Il Direttore della Fotografia è Natasha Braier (The Neon Demon, Gloria Bell).

 

Honey Boy uscirà nei cinema italiani distribuito da Adler Entertainment. 

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