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Buon compleanno Batman! 10 film per celebrare il Batman Day

In occasione del Batman Day vi consigliamo come celebrare il Cavaliere Oscuro

Nel mese di maggio del 1939 sulle pagine del numero 27 di Detective Comics esordiva un nuovo personaggio: Batman. 

 

Da quel maggio del 1939 al maggio del 2019 il personaggio ha conosciuto una serie di fasi e rivisitazioni di varia natura e il suo mito ha subito diverse oscillazioni di popolarità, riconfermandosi grazie a grandi autori del fumetto, del cinema e del videogame come uno dei personaggi di fantasia più potenti del mondo moderno. 

 

L'archetipo dietro il personaggio di Batman è piuttosto semplicistico ma a rendere interessante la sua ombra è la conseguenza, la conscia e inconscia decisione di Bruce Wayne di annullarsi in quanto persona per ricercare un totem nel quale identificarsi, diventando più forte degli uomini vili che avevano ucciso la sua famiglia e dei prepotenti che terrorizzavano e corrompevano l'intero tessuto sociale del suo mondo. 

 

 

 

 

Frank Miller, nel suo Batman: Anno Uno, ha riscritto le origini del mito per incontrare l'ispirazione della Maschera di Zorro, opera seminale dietro la genesi del personaggio creato da Bob Kane e Bill Finger, e la logica oscura, adulta e più psicologicamente stratificata dell'uomo alla ricerca di un artifizio per combattere una forma di criminalità apparentemente invincibile. 

 

"Yes father. I shall become a bat," sussurra un Bruce Wayne ferito e arrabbiato sanguinando sulla poltrona dello studio di Wayne Manor, rivolgendosi alla memoria del padre defunto, mentre un pipistrello gli vola incontro sfondando una finestra.   

 

Batman ha acquisito il suo status di leggenda nel cuore dei lettori non tanto per i suoi gadget, per il carattere pop delle sue entrate in scena o per un intelletto superiore, strafottente e maledetto, ma per la spinta motivazionale, l'empowerment, che la sua figura riesce a ispirare nelle persone. 

 

Bruce Wayne, per quanto psicologicamente rotto, di fronte alla morte dei propri genitori e alla sua immensa fortuna non decide di annegare nelle risposte semplici dettate dalla rabbia e dallo status di classe privilegiata lontana dalla fonte dei sentimenti che generano il male, ma prende coscienza di dover affondare le mani nel fango, di dover scendere tra i criminali, di comprendere la logica dei mafiosi e quando li accomuna al bullo arriva a capire come si renda necessario creare un'ombra che non sia riconducibile a un nome, che non possa essere minacciata, ricattata o uccisa.

 

 

[Da Batman: Anno Uno di Frank Miller e David Mazzucchelli]

 

 

Bruce diventa consapevole di come gli uomini, anche i più terrificanti, siano pur sempre uomini e che hanno paure, debolezze e sono vittime di supertizioni, credenze, voci, sussurri tra i vicoli e che il sistema di giustizia fatto da uomini per uomini è limitato nel combattere individui che non conoscono regole e strutture, trovandosi disarmata quando contrapposta ad un tipo d'infezione spinta oltre il bordo dello specchio della società. 

 

Siamo fuori dalla catena alimentare, siamo in un campo da gioco dove si rende necessario un crociato solitario il cui mantello è capace di oscurare la piramide, gettando un ombra sopra chi si sente di poter sovvertire ogni regola per imporsi con la prepotenza. 

 

La mafia di Sal Maroni e Carmine Falcone può corrompere un poliziotto con la paga bassa e due figli, può spaventare un giudice, può portare avanti i propri business allungando una mazzetta ad un costruttore colluso, può assassinare un procuratore distrettuale in pieno giorno, poiché nessuno sfiderà mai un folle pieno di risorse votate al male e senza regole e remore, ma altrettanto non può fare con una leggenda vivente.

 

E così Bruce Wayne dedica la propria vita a diventare un detective, un genio della deduzione affinando le sue capacità investigative, studiando la psicologia criminale e seguendo il principio del mens sana in corpore sano, lavorando prima di tutto a migliorare se stesso al fine di creare ogni struttura necessaria per raggiungere il proprio scopo. 

 

Bruce non ha super poteri, non ha armature fantascientifiche, ma quello che ha è se stesso e il potere e la volontà di cambiare le cose, spingendosi oltre ogni limite possibile e arrivando a toccare traguardi solo immaginabili, poiché tutto quello che l'uomo inventa e scopre è qualcosa che prima ha solo disegnato nella propria mente. 

 

 

[Da Batman: Anno Uno di Frank Miller e David Mazzucchelli, aka come si fa entrare in scena Batman]

 

 

Batman è un simbolo per Bruce Wayne tanto quanto per il suo pubblico, un totem che il lettore ha spesso preso ad esempio per motivarsi nell'affrontare le situazioni più spiacevoli e, un po' come Rocky, è divenuto un concetto, un ideale da perseguire per l'uomo che non vuole arrendersi e si sente abbandonato dal contesto attorno a lui, ma spinto oltre dalle sue ossessioni e motivazioni.

 

Batman è la dimostrazione che un singolo uomo può davvero cambiare le cose e avere un grosso impatto sulla propria vita tanto quanto su quella di molte persone.   

 

"Cos'è Batman se non un tentativo di controllare la morte?" dice Alfred al Bruce Wayne interpretato da George Clooney in Batman e Robin. 

 

Poiché Batman è anche questo: il trauma di un bambino che, in fondo, è rimasto inginocchiato tra i cadaveri dei genitori, incredulo di fronte all'impotenza dell'uomo verso la morte e alla potenza che questo ha nel poterla imporre e infliggere ad altri, innescando conseguenze irreversibili. 

 

Eppure il Crociato di Gotham non esiste unicamente in funzione della scrittura dietro il suo carattere ma anche grazie al corollario di personaggi e situazioni creatogli attorno. 

 

Gotham è una città decadente, sporca, fatta di tagli di luce, di figure e villain psicotici e sopra le righe, capaci di spaziare tra le raccapriccianti maschere di efferati assassini a mostri grimm da circo degli orrori.

 

 

[Batman - Il Lungo Halloween di Jeph Loeb e Tim Sale: oltre ad essere un grande graphic novel, pare sia stato fonte d'ispirazione per la sceneggiatura del Batman di Matt Reeves]

 

Nel fumetto esistono tante di quelle interpretazioni, sfaccettature e visioni, da aver dato a Gotham una mitologia gotica sconfinata e affascinante tanto quanto, e spesso molto di più, del suo protagonista. 

 

Si dice infatti che l'eroe è reso grande dai nemici che affronta e Batman ha forse il cattivo più interessante di sempre: il Joker.  

 

La creazione del Joker ha una sorta di logica lynchananel senso che per quanto esista una figura - ambigua e non di pura luce, ma pur sempre positiva e crociato del bene - esiste un essere di pura tenebra, figlio di istinti e umori della natura umana e universale la cui genesi è da cercare in quello che il dottor Loomis di Halloween definisce "il male puro."

 

Joker è come Frank Booth o Bobby Peru, un uomo geniale mosso da motivazioni malvage e il cui scopo, come dice bene l'Alfred di Michal Caine, non è associabile in cose materiali come i soldi o uno scopo sociale ma, per parafrasare il Joker di Heath Ledger, è un'entità che non ha piani, un cane che insegue le auto senza sapere cosa farsene una volta raggiunte. 

 

E il Joker non è solo ideologicamente l'opposto, la conseguenza naturale di Batman, lo stesso personaggio che troviamo comatoso poichè senza scopo ne Il Ritorno del Cavaliere Oscuro di Frank Miller, ma ne riflette in negativo anche le peculiarità che lo rendono così potente. 

 

Infatti Joker non ha nome, non ha identità, non ha una famiglia da minacciare e si riconosce solo ed esclusivamente nella sua maschera, un ghigno deformato che in Arkham Asylum, graphic novel di Grant Morrison e Dave McKean, diventa anche sessualmente deviata e psicologicamente deviante, eterea nel suo disegno malvagio di pura follia, prendendo il manicomio come metafora e scena di un racconto dove ogni comprimario diventa profondamente gotico e drammatico, esplorando sfaccettature psicologiche interessanti e disturbanti e piegando lo stesso Batman

 

 

[Il Joker secondo la matita di Alex Ross]

 

Il mito di Gotham si estende però oltre e leggendo albi, meravigliosi, quali Il Lungo Halloween, scritto da Jeph Loeb e disegnata da Tim Sale, potete trovare e respirare l'aria del noir, della detective story languida e intrecciata che fa dei villain di Batman e di Gotham un centro narrativo ampio e magistralmente strutturato, descrivendo la complessità di un universo narrativo che, senza aggiungere altri caratteri DC, è capace di offrire moltissimo. 

 

Su Batman sono stati creati scritti, per breve tempo è esistita anche una facoltà universitaria, ci sono documentari dedicati alle persone che hanno fatto di Bruce Wayne il loro simbolo e un'ispirazione per vivere e combattere disabilità e malattie, e in linea di massima esiste una quantità enorme di materiale dedicata allo studio della psicologia di un personaggio inimitabile e inimitato.

 

Ma qui siamo su CineFacts.it e questo articolo omaggio vuole guidarvi attraverso alcune delle opere cinematografiche e d'animazione dedicate al Cavaliere Oscuro che potete guardare per omaggiare il personaggio.

 

Andiamo quindi in ordine sparso.  

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Batman: The Movie (1966) 

 

Apriamo questa carrellata con una wild card, ovvero quel Batman: The Movie principe del camp, lungometraggio tratto dalla serie dedicata a Batman con Adam West nei panni del Cavaliere di Gotham e Burt Ward in quelli di Robin, il ragazzo meraviglia. 

 

Il film commercialmente non ebbe un grandissimo successo ma è diventato, nel tempo, uno dei guilty pleasure della critica e del pubblico proprio grazie al carattere estremamente camp dell'opera, portando la stessa DC Comics a creare una testata dedicata elle avventure tratte da quello specifico immaginario, fondando Batman '66.

 

Il film è folle per scrittura, quasi sconclusionato e appiccicato alla bene e meglio, incollando scene e scenette maldestramente ma portando a casa un film il cui mood scanzonato e per nulla serioso trasuda l'aria più spensierata e ingenua degli anni '60 che avevano contagiato la figura di Batman e del suo immaginario, facendo dei cattivi personaggi da kid show, non andando davvero lontano dal Bat-Roberto di Bim Bum Bam.

 

Batman: The Movie è adorabile nella sua consapevole goliardia, nonostante sia indietro anni luce rispetto al mai abbastanza rispettato Diabolik di Mario Bava, del 1968, che tenendo in considerazione mezzi produttivi e materiale di partenza, era ben più ispirato e tecnicamente avanzato dell'hollywoodiano sforzo. 

 

Un film da recuperare per una visione di massa tra amici, pizza e Coca-Cola, per divertirsi guardando una trasposizione che non si prende mai sul serio e che celebra il personaggio guardandolo dall'angolo più assurdo che possiate trovare. 

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Batman (1989)

 

Nel 1989 Tim Burton dirige Batman, film che sarebbe diventato la mia ossessione per molti anni e che solo da adulto sono riuscito a vedere proiettato sullo schermo di un cinema. 

 

Un film che, anche senza l'invadenza chiassosa di internet, aveva creato controversie per il casting di Michael Keaton, un attore che invece ha dimostrato una versatilità inarrivabile per molti attori. 

 

Il film di Burton ci porta un Bruce Wayne davvero spaccato nella sua identità, sopra le righe nel suo apparire un po' bipolare e scanzonato, capace di trasformarsi in un personaggio scuro, imponente e spettrale quando si cala nei panni di Batman.

 

Il Batman di Keaton è quello che ha ispirato Christian Bale ad estremizzare la sua voce gutturale, cambiando abbassando la tonalità della sua voce quando è chiamato a impersonare il cavaliere di Gotham - in lingua originale è fantastico e la recitazione di Keaton spicca

 

Parlando di attori è impossibile non citare il Jack Napier/Joker di Jack Nicholson, che oltre a scrivere un origine del personaggio lo collega direttamente alla genesi di Batman, tendendo quel filo quasi orientale di yin e yang tra le due maschere. 

 

Una scelta coraggiosa portata in sceneggiatura da Sam Hamm e Warren Skaaren, ma che ha l'eleganza di una storia che si muove armonicamente tra due caratteri molto forti, un Joker omicida e folle, moderno nella sua comunicazione da mass media (Frank Miller insegna) a polarizzare la gente sfruttandone le debolezze e un Batman/Bruce Wayne mentalmente instabile e irrequieto. 

 

 

 

 

Burton si fa anche maestro nel portare sullo schermo una Gotham sporca, fatta di fumi, tagli di luce, neon e una scena che sembra fondere gli anni '40 alla fine degli anni '80, creando uno spazio surreale sospeso simile a quello che la famigerata serie animata di Bruce Timm proporrà in chiave quasi futuristica qualche anno più tardi.

 

Il Batman del 1989 di Tim Burton è un capolavoro, un film che rende ogni entrata in scena del Cavaliere Oscuro indimenticabile e potente e che vi contrappone un villain che è storia del cinema, capace anche di mangiare una parte consistente dell'attenzione del pubblico. 

 

Nota a margine ma non meno importante, il tema di Danny Elfman è forse uno dei più iconici e potenti di sempre. 

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Batman - il Ritorno (1992)

 

Il film di Tim Burton del 1992 è, per me, diventato un classico di Natale.

 

Il regista, che in quel momento vedeva in parallelo nascere Nightmare Before Christmas, doveva essere particolarmente legato al tema e ambienta una storia di Batman in una scenografia natalizia che conferisce una strana grazia ed un particolare calore ad un racconto gotico incentrato principalmente sui freaks. 

 

Il film propone un Batman ancora più ambiguo, fuso quasi completamente con Bruce Wayne in un abbraccio folle e che rivela la sua vera natura nel momento in cui entra in contatto con il Pinguino Elephant Man di Danny DeVito, plasmato in negativo dall'umanissimo e biecamente malvagio Max Shreck di Christopher Walken, e la sensuale e psicotica Catwoman di Michelle Pfeiffer.  

 

Batman - il Ritorno vede un Burton dotato di molti più mezzi e una libertà creativa più ampia che gli consente di rendere tutto più gotico, dipingendo una Gotham ancora più surreale e dominata da suggestioni oscure, di un carattere grimm più spiccato e nel quale questi freak si muovono dominando ogni scena e moderando l'azione, dando al film quel tono da detective story freak e maledetta. 

 

 

 

 

Tim Burton sigla quello che è davvero uno dei migliori Batman visti sul grande schermo: una pellicola carismatica, piena di idee, messa in scena con una potenza ancora più celebrativa dei personaggi e dei suoi toni mettendo nuovamente sullo stesso piano protagonista e villain, lasciandoci danzare con la dualità di Michael Keaton e Michelle Pfeiffer. 

 

Le scene indimenticabili e iconiche sono l'intero film, sin dall'apertura che racconta l'origine del Pinguino, passando per lo scontro tra Batman e la banda del circo, la trasformazione, quasi zombie, di Selina Kyle in Catwoman e la sua prima entrata in scena, fino al dinamismo di Walken, il vero cattivo del film. 

 

Batman - il Ritorno è un capolavoro nel suo genere e un film indimenticabile nella storia del cinema che vive di grandi personaggi e di una messa in scena che Burton ha raramente replicato in seguito e forse mai replicherà, per impatto e complessità. 

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Batman: La maschera del Fantasma (1993)

 

Nel 1992 Bruce Timm benedice le nostre vite con Batman: The Animated Series, una serie costruita tra echi classicistici di una Gotham fatta di linee bombate e squadrate anni '40, di gangster in giacca e cravatta e di un carattere filo futuristico. 

 

Una serie scura, con Mark Hamill a prestare al Joker una voce davvero da incubo e che ha creato il villain dell'era moderna DCHarley Quinn, entrata di prepotenza nell'immaginario collettivo.

 

Nel 1993, su sceneggiatura di Alan Burnett, Martin PaskoPaul Dini Michael ReavesEric Radomski e Bruce Timm dirigono il lungometraggio animato direct-to-video Batman: La maschera del Fantasma   

 

Un film che nel riproporre lo stile della serie animata si prende anche la briga di estenderne la poetica, portando al pubblico una storia che bazzica tra Anno Uno di Frank Miller e Anno Due di Mike W. Barr, mettendo in scena una storia di origini che si basa su una struttura in flashback articolata che si rifà addirittura a Quarto Potere.

 

Un lungometraggio di animazione appassionante, nel quale il mito del pipistrello ha una delle rappresentazioni più celebrative della sua storia e che ancora oggi quando lo riguardo mi fa venire i brividi, in quella magnifica scena in cui Bruce, per la prima volta, indossa la maschera di Batman, shockando Alfred. 

 

Batman: La maschera del Fantasma è un film che ha capito come si celebra la figura dell'eroe e il suo processo di catarsi, portando in cima i suoi contrasti e mettendo in scena quel meccanismo di big bang da origini ben congeniato e strutturato. 

 

Una nota d'onore va al tema composto da Shirley Walker che, per quanto possa voler bene a Elfam Zimmer, è senza dubbio il più bello e celebrativo mai creato, capace di infondere un tono davvero epico ed enfatico alla figura di Batman.

 

Se trovate la versione Italiana, compratela, poiché il doppiaggio del Joker offerto da Sergio Di Giulio non ha nulla da invidiare a quello americano di Mark Hamill, tanto quanto il Batman di Fabrizio Temperini contrapposto a quello di Kevin Conroy.

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Batman Begins (2005)

 

Dopo che Joel Schumacher aveva fatto a pezzi la dignità di uno dei più grandi eroi del fumetto, a risollevare la mia fede nell'umanità ci ha pensato Christopher Nolan, che con il suo Batman Begins riporta il personaggio ai toni a lui più congeniali. 

 

Il Batman di Nolan ha una presenza scenica davvero imponente e Bale offre uno stacco di tono tra il suo Bruce Wayne mondano e sbruffone e il vero personaggio, ovvero uno uomo pieno di rabbia che pur di sfogarsi si fa chiudere in una prigione piena di criminali per farli a pezzi uno ad uno. 

 

Nolan rende il tutto più quadrato, pur non trascurando la descrizione di una Gotham altrettanto sporca e corrotta e rendendo bene il senso epico del personaggio, conferendogli una forza scenica importante e dirompente che diventa mito grazie all'interpretazione di Bale, che da a Batman quel tono gutturale nella voce e brutale nel combattimento. 

 

Un film che forse avrebbe beneficiato di un villain più incisivo ma che si ricorda di fare cinema come solo altri pochi autori avevano fatto con il genere supereroistico. 

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Il Cavaliere Oscuro (2008)

 

Come avvenne per Batman - il Ritorno di Burton, con Il Cavaliere Oscuro Nolan viene dotato di più mezzi e sprigiona la sua poetica, mettendo in gioco il Joker.

 

Il Batman di questo film perde un po' della sua forza scenica con un costume più pratico ma meno incisivo da un punto di vista d'impatto, rendendolo meno imponente e forse comunicando involontariamente una certa vulnerabilità di un carattere che invece vuole sempre e comunque imporre la propria presenza distruttiva. 

 

Il film ha dei toni più cinematografici, perde ogni sopra le righe e vorrebbe essere molto più quadrato ma si bilancia grazie ad un villain formidabile. 

 

Il Joker di Heath Ledger non è solo una maschera sorretta da una interpretazione stratosferica ma un carattere geniale, anarchico, senza alcun controllo, spaventoso nel suo essere padrone di Gotham in quanto uomo libero determinato a imporre la sua logica su di una città che vuole vedere cadere per tornare ad essere il parco giochi di corruzione e decadenza che dovrebbe essere.

 

Il Joker di Nolan sembra spuntare dal nulla, generato dalle ombre, nutrito e stimolato dalla presenza di qualcuno che, finalmente, possa contrapporsi alla sua caustica morale.

 

Il Cavaliere Oscuro di Nolan non è forse il miglior Batman mai realizzato, proprio perché perde un po' della follia del personaggio fumettistico e la scena che lo contraddistingue, ma è sicuramente un grande film e una storia stratificata sulla decadenza dell'eroe e dei simboli della speranza della gente, arrivando a incarnare nell'Harvey Dent di Aaron Eckhart il trionfo della logica del villain e la sfida più grande che un rappresentante del bene deve affrontare quando incontra una forza così distruttiva come quella del Joker

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Batman: Under the Red Hood (2010)

 

La DC Comics, negli ultimi anni, ha messo in produzione una interessante sequela di film d'animazione home video dedicati a trasposizioni di archi narrativi di graphic novel dedicate a Batman

 

Judd Winick, autore della serie a fumetti, lavora all'adattamento della sceneggiatura di questo lungo diretto da Brandon Vietti.

 

La trasposizione è certamente riuscita e Under the Red Hood è un film d'animazione davvero ben realizzato, curato quanto basta per trasportare il pubblico in una delle detective story più avvincenti ed emozionanti mai dedicate al Crociato di Gotham

 

L'attenzione questa volta si sposta sul lato più ingenuo di Batman e del suo senso di responsabilità verso la Bat-family e il perenne gioco di scacchi che Batman Joker portano avanti. 

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Batman: Anno Uno (2011)

 

Batman: Anno Uno di Frank Miller è stato citato in questo articolo diverse volte: se amate il personaggio e non avete mai letto questo arco narrativo siete indubbiamente meritevoli di una walk of shame, ma potete rimediare, in parte, grazie a questa bella trasposizione per l'home video. 

 

Adattato da Tab Murphy, l'Anno Uno animato cerca, lodevolmente, di riprodurre i toni della storia a fumetti di Frank Miller ed il tratto di David Mazzucchelli, regalando agli appassionati un racconto ben strutturato e ben trasposto. 

 

Se non avete letto il fumetto, potete evitare di ricoprirvi di catrame e piume di gallo caraibico, e rimediare comprando questo adattamente, pezzo fondamentale di una mitologia riscritta con molto carattere e rispetto per un personaggio qui incredibilmente forte tanto quanto i comprimari - uno su tutti un Jim Gordon mai così sfaccettato.

 

Non ho mai visto la versione doppiata in Italiano, ma posso dirvi che il production value di quella USA è davvero alto e vede nel cast di doppiatori Bryan Cranston e Ben McKenzie a dare voce a Bruce Wayne e che, incredibilmente, poco dopo avrebbe interpretato Jim Gordon in Gotham.

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Batman: Il ritorno del Cavaliere Oscuro Part I & II (2012/2013)

 

Come alcuni di voi avranno intuito, separare Batman Frank Miller è davvero molto difficile e il suo Il ritorno del Cavaliere Oscuro è forse una delle opere che più ha influenzato il mondo del fumetto e dello storytelling del personaggio, segnando i tempi come solo una manciate di opere hanno saputo fare. 

 

A cavallo tra il 2012 e il 2013 Warner distribuisce un bell'adattamento diviso in due lungometraggi la cui durata totale conta 148 minuti.

 

Diretto da Jay Oliva e sceneggiato da Bob Goodman, le due parti de Il ritorno del Cavaliere Oscuro entrano di diritto tra le migliori trasposizioni dedicate al personaggio. 

 

Il racconto ricalca Frank Miller, in positivo, e porta una storia dai colori spenti, crepuscolari, carichi però di una certa violenza, rendendo questo Batman del futuro ancora più folle e destrorso, fortemente motivato a riprendere la sua crociata con ancora più forza e determinazione, imponendosi come un carattere controverso, facendo del supereroe una figura sovversiva. 

 

Il contrasto ideologico questa volta è davvero potente e Superman, filosoficamente parlando opposto di Batman e potente mascott dell'american way, anche quella nixoniana del racconto, diventa caustico e porta Bruce Wayne ancora più in alto nell'elaborazione del suo simbolo, trasformando la determinazione di un singolo in qualcosa di così potente da piegare tutto. 

 

Se non avete mai visto o letto l'opera di Miller e pensate che Zack Snyder abbia fatto un buon lavoro, dopo aver visto (o letto) Il ritorno del Cavaliere Oscuro capirete perché Snyder dovrebbe vendere ciccioli fuori dallo stadio piuttosto che toccare argomenti che, per quanto lo possano affascinare e per quanto possa essere intelligente nel coglierne una certa estetica, chiaramente non comprende davvero. 

 

Descrivere Batman: Il ritorno del Cavaliere Oscuro richiederebbe lo spazio di una tesi di laurea, quindi fidatevi e recuperatelo immediatamente, poiché avrete tra le mani un'opera inestimabile. 

 

Anche in questo caso, nota a margine non da poco: la production value è portata in cima da un doppiaggio inglese ottimo, con Peter Weller a prestare la voce al vecchio Bruce Wayne

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Categoria "Zona Cesarini": Il Cavaliere Oscuro - Il Ritorno (2012)

 

Nel 2012 è arrivato nei cinema il terzo, e controverso, film della trilogia di Nolan

 

Questo film mi rende parecchio bipolare. 

Da un lato ho ammirato lo sforzo e l'ambizione di Nolan nel dirigere un film così grande. 

 

Prendete in esame Avengers: Endgame, un film che ho gradito molto ma che rispetto al terzo capitolo di Nolan sembra uno showreel di un VFX artist, più che uno sforzo registico dei fratelli Russo

 

Nolan, invece, mette in scena un cinema muscolare, con scene ampie piene di comparse e battaglie campali estese e un Batwing fisico e nessun film di super-eroi, oggi, è riuscito a proporre qualcosa del genere senza eccedere in CGI. 

 

Al contempo ammiro l'idea di costruire una storia non soltanto sulle influenze fumettistiche, come il sopracitato Il ritorno del Cavaliere Oscuro Batman: Terra di Nessuno, ma anche basando la sceneggiatura su Racconto di due città di Charles Dickens, provando a spostare i toni su qualcosa di più stratificato. 

 

Il film che chiude la trilogia di Nolan e che si avvale del supporto del fratello Jonathan Nolan, è indubbiamente un buon film ma che inciampa su alcune strutture portanti dei toni che il regista ha voluto imporre alla storia. 

 

Nolan dimentica di misurare il rapporto tra la finzione di un personaggio che si veste da pipistrello e il carattere quadrato e reale che cerca di dare al suo universo e alcune soluzioni narrative tradiscono questo equilibrio creando delle crepe che vanno a danneggiare la credibilità della sceneggiatura. 

Questa ambiguità della scrittura del film, che non definisce mai davvero in cosa debba credere lo spettatore, confonde e crea piccoli paradossi.

 

Il Cavaliere Oscuro - Il Ritorno doveva consegnarci un ritorno ad un Batman più arrabbiato, estremizzato e imponente, magari rispolverando una tutta meno agile ma più animalesca nel suo impatto scenico e cambiare il tono del realismo in qualcosa di più morbido tanto quanto quello della finzione che bastava misurare con qualche scena che, visivamente, giustificasse alcune soluzioni. 

 

Un film che ha comunque un livello morale interessante e che celebra bene il mito del personaggio, portnado una Selina Kyle dispettosa e sfaccettata quanto basta, che chiude il cerchio del rapporto con Gordon e con Alfred, ma che si perde nei dettagli e che vorrebbe convincerci che ogni orfano sa capire quale sia la vera identità di Batman guardando Bruce Wayne negli occhi. 

 

Il Cavaliere Oscuro - Il Ritorno è un film che consiglio di perdonare se non lo avete digerito, perché non è un brutto film, e di celebrare un po' meno se ne siete innamorati, cercando un equilibrio in una pellicola che ha delle ottime idee ben portate sullo schermo tanto quanto alcune ingenuità perdonabili, ma che minano la totale riuscita del film.

 

Buon Batman Day a tutti! 

 

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