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Serenity - L'Isola dell'inganno - Recensione: il colpo di scena che non ti aspetti

Steven Knight riunisce la coppia di Interstellar Matthew McConaughey e Anne Hathaway

Steven Knight riunisce la coppia di Interstellar Matthew McConaughey e Anne Hathaway in Serenity - L'isola dell'inganno, per un thriller dalle atmosfere esotiche dove niente è davvero quello che sembra, come suggerisce il forse troppo esplicito sottotitolo italiano. 

 

Il regista e sceneggiatore di Locke, nonché creatore delle serie tv Peaky Blinders e Taboo, sceglie due protagonisti Premi Oscar per il suo nuovo film: Matthew McConaughey - vincitore nel 2014 per Dallas Buyers Club - e Anne Hathaway - vincitrice nel 2013 per Les Misérables - si ritrovano in Serenity dopo aver fatto coppia in Interstellar di Christopher Nolan. 

 

 

 

 

Serenity è un thriller particolare: fin dall'inizio si percepisce qualcosa di strano, di deviato, come se quello che stessimo vedendo non sia davvero quello che a tutti gli effetti succede.

 

La storia è ambientata nella tranquilla Plymouth Island, un'isola tropicale dove il capitano Baker Dill (Matthew McConaughey) si guadagna da vivere portando i turisti a pescare i tonni; lo accompagna l'amico fidato Duke (Djimon Hounsou) e le loro giornate sembrano trascorrere tranquille nonostante entrambi dimostrino di avere dei fantasmi nel proprio passato da cui non riescono fino in fondo a liberarsi.  

 

 



Dill viene un giorno raggiunto da Karen (Anne Hathaway), colei che scopriamo essere l'ex moglie ora sposata con un miliardario violento e alcolizzato (Jason Clarke), che non risparmia angherie nei suoi confronti e nei confronti del giovane Patrick (Rafael Sayegh), il figlio di Dill e Karen che ora vive con loro.  

 

Karen ha rintracciato Dill, che si era nascosto dal mondo, per chiedergli una cosa terribile: eliminare il suo attuale marito in cambio di una cifra esagerata a 7 zeri. 

 

 



Il capitano sulle prime rifiuta l'accordo, ma presto sia per lui che per noi si svelerà tutta l'architettura della storia, la verità sull'isola e su loro stessi. 

E la cosa è ben lontana da qualunque idea o intuizione si potesse avere.

 

Con Serenity il regista sceglie di scardinare le regole del thriller e del noir.

 

L'ambientazione tropicale - il film è stato girato alle Mauritius - è lontana dalle atmosfere cupe e oscure del genere e anzi il tutto avviene sotto un sole accecante, e se dapprima la storia si dipana in maniera classica con tanto di triangolo amoroso, scene di sesso e violenza e dei segreti tenuti nascosti anche dai personaggi secondari, a un certo punto c'è una svolta improvvisa verso un luogo che mai ci saremmo aspettati.  

 

 



Dalle prime scene di Serenity si intuisce che ci sia qualcosa che non va: c'è un personaggio che rincorre il capitano Dill mancandolo ogni volta per pochi attimi, e la curiosità su chi sia e perché lo stia cercando tiene all'erta un campanello dentro le nostre teste, facendoci capire che la storia di base non è che un pretesto e che la verità sia altrove. 

 

La fotografia è quello che invece ci si aspetta da una storia simile: torbida, madida e soffocante. 

 

Matthew McConaughey interpreta il suo personaggio attingendo molto da quel Rust Cohle visto nella prima stagione di True Detective: il suo Baker Dill è un uomo tormentato, dedito all'alcol e al fumo, con le proprie regole e il proprio codice d'onore, custode di oscuri segreti che nonostante lui cerchi di non considerarli è evidente che lo abbiano segnato nel profondo.  

 

 



Il resto del cast l'ho invece trovato un po' sottotono a partire da Anne Hathaway, dark lady senza l'appeal né il magnetismo e che in comune con le donne hitchcockiane ha solo la tinta dei capelli, fino a Jason Clarke che impersona il marito violento, imprigionato in un cliché che non gli permette di muoversi molto. 

 

E in generale il film stesso a mio parere presenta dei meccanismi che nascono vecchi e la sceneggiatura è carica di stereotipi e di semplicità già viste mille volte.  

 

 

 

 

Ma c'è un "ma" enorme. 

 

Perché se durante la visione di Serenity si ha l'impressione di vedere qualcosa di molto diverso rispetto a quanto ci ha fatto finora vedere Steven Knight, il tutto può essere spiegato dopo aver assistito al plot twist. 

 

Che è davvero qualcosa che sterza improvvisamente, sia dal film che dal genere a cui appartiene, e nonostante gli spettatori più smaliziati forse potrebbero intuirlo prima che arrivi grazie a qualche piccolo indizio disseminato qua e là, lo svelamento è talmente incredibile che colpisce. 

 

 

 

Lo ha dichiarato lo stesso Knight: 

 

"L'intenzione era costruire una storia convenzionale, quasi un noir anni '40 e '50, con il ritorno dell'ex moglie e il piano omicida.

Poi, nel momento meno indicato per la storia, si trattava di buttare tutto quanto all'aria e tentare qualcosa di completamente diverso."

 

Ed è fuori di dubbio che il plot twist di Serenity tenti qualcosa di diverso, scardinando le regole del noir cervellotico con un'idea originale, che potrebbe apparire forse forzata ma che evidentemente nasce dalla voglia di proporre al pubblico amante del thriller qualcosa che non si aspetta.  

 

 

 

Quindi ecco che i cliché e gli stereotipi visti fino a quel momento trovano una spiegazione.

 

Perché Serenity - L'Isola dell'inganno è certamente scritto da Steven Knight, filtrato però attraverso degli occhi non suoi. 

 

Ma per scoprire di chi siano, dovrete vedere il film.

 

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