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Heartstopper - Recensione: l'amore è un petalo color pastello

Bastata sull'omonimo graphic novel di Alice Oseman, la serie TV racconta la nascita della relazione fra Nick e Charlie, trasformando in petali e disegni animati la delicatezza dei sentimenti dell'adolescenza

Basata sull'omonimo graphic novel di Alice Oseman, Heartstopper racconta con delicatezza la nascita di un amore, trasformando sentimenti ed emozioni in petali e disegni animati.

 

La serie TV ha debuttato su Netflix nel 2022 e nel giro di pochissimo tempo è diventata un successo di pubblico e critica.

 

La seconda stagione è uscita nell'estate 2023 e la terza è stata annunciata per il 2024.

 

 

[Il trailer della prima stagione di Heartstopper]

 

 

Heartstopper ha ricevuto diversi riconoscimenti, fra cui 5 Children and Family's Emmy Awards, un MTV Movie & TV Award e un GLAAD Media Award.

 

Se sin dall'inizio è stata apprezzata per la sensibilità a temi delicati e per la rappresentazione LGBTQ+, è soprattutto dalla seconda stagione che si nota la volotà degli autori di esplorare le varie sfaccettature dei rapporti umani per come si sviluppano durante l'adolescenza.

 

La critica (così come il pubblico) ha inoltre elogiato le performance degli attori e il tono della narrazione, in grado di bilanciare leggerezza e profondità. 

 

 

[Kit Connor e Joe Locke in una scena di Heartstopper, stagione 1]

 

Tra i banchi di scuola

 

Charlie Spring (Joe Locke) è un ragazzo timido e insicuro che frequenta la Truham Grammar School.

Ha una relazione con Ben Hope (Sebastian Croft), che però lo costringe a tenerla segreta perché non ha ancora fatto coming out. All'inizio del nuovo trimestre, a Charlie viene assegnato un nuovo compagno di banco: Nick Nelson (Kit Connor), giocatore della squadra di rugby. Prima ancora che Charlie riesca a porsi limiti o domande, le farfalle nel suo stomaco diventano incontrollabili. 

 

Nick è popolare, amichevole, sicuro di sé, affascinante... e fidanzato con Imogen (Rhea Norwood).

Gli amici di Charlie, Tao (William Gao), Elle (Yasmin Finney) e Isaac (Tobia Donovan) gli ripetono di non farsi illusioni, ma i sentimenti di Charlie non fanno che crescere, portandolo a rompere la relazione sempre più tossica con Ben. 

 

Quel che né lui né i suoi amici sanno è che anche Nick sta iniziando a provare qualcosa per Charlie, sentimenti che lo portano alla più totale confusione, prima di riuscire a mettersi in discussione e accettare il proprio orientamento sessuale. 

A una festa, all'improvviso Nick e Charlie si ritrovano soli. Seduti, uno vicino all'altro come fra i banchi, eppure sentono che qualcosa è diverso.

 

Quando si baciano in qualche modo sanno già che sarà l'inizio di qualcosa di nuovo per entrambi.  

 

 
 
 
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[Heartstopper: il confronto tra le tavole e la serie TV]

 

 

Dalla carta al video

 

L'autrice dei fumetti Alice Oseman è anche sceneggiatrice della serie e ha avuto un ruolo molto attivo nella produzione.

 

Un'accurata scelta del casting (in buona parte giovanissimo), unita alla ricerca dei dettagli in make-up e scelta costumi fa sì che i personaggi risultino anche fisicamente molto somiglianti a come vengono descritti nella fonte originale.

Lo stesso vale per la trama e i dialoghi: nonostante le piccole modifiche apportate per adattare Heartstopper a un medium diverso, molte scene si presentano come copie esatte delle tavole.

 

Come nei fumetti, inoltre, al centro della narrazione resta la storia di Nick e Charlie, ma episodio dopo episodio il racconto diventa sempre più corale, arrivando all'apice nella seconda stagione.

I personaggi secondari infatti non danno solo il proprio punto di vista sulla relazione dei due protagonisti, ma sviluppano storyline del tutto autonome, che vanno a incrociarsi le une nelle altre a livello relazionale e scolastico, un po' come accade ne Le Cronache del Ghiaccio e del Fuoco, la saga di George R.R. Martin che ha ispirato Game of Thrones, ma con meno sangue e trame più lineari.

 

Questa tecnica, oltre a rendere la narrazione più sfaccettata, permette di esplorare diverse dinamiche, problemi e tipi di relazione senza andare ad appesantire in modo eccessivo nessun personaggio né la sua backstory.

 

Fra i tratti distintivi di Heartstopper è impossibile non nominare l'inclusione di dettagli animati su immagini live action, tecnica che rende ancora più forte il legame col fumetto.

Petali, foglie e scintille color pastello appaiono intorno ai personaggi ogniqualvolta si vuole rendere visibile una sensazione. L'elettricità fra le mani sempre più vicine di Charlie e Nick è resa tangibile, così come i primi subbigli dell'infatuazione.

Se in partenza si tratta solo di dettagli che appaiono quasi esclusivamente in situazioni romantiche, con l'avanzare della storia la presenza dell'animazione si fa sempre più importante.

In particolare nella seconda stagione, dove va a dipingere porzioni sempre più importanti dello schermo, mettendo in luce una gamma di sensazioni e sentimenti più sfaccettati e complessi.

 

La fotografia nel suo complesso sembra essere influenzata dal mondo del disegno: la luce è calda, i colori pieni e vibranti alternano tinte pastellose a toni vivaci, come se il romanticismo della storia permeasse le immagini.

Una scelta che ricorda la fotografia dei film di Wes Anderson, in particolare la luce e le tonalità con cui è dipinto Grand Budapest Hotel.

Ma se nel film la scelta vuole essere un richiamo alle favole che contribuisce alla costruzione di un mondo leggendario, in Heartstopper sembra invece ricordare lo sguardo degli adolescenti sul mondo.

 

Uno sguardo a tratti disincantato, nel quale le emozioni e le sensazioni coinvolgono non solo corpo e anima, ma vanno a tingere tutto ciò che li circonda. 

 

 

[Il cast completo di Heartstopper 2]

 

 

"Nell'abbagliante splendore del loro primo amore"

 

Così Jacques Prévert aveva descritto le sensazioni che Oseman ha tracciato a penna e matita.

 

Tra i vari temi trattati da Heartstopper, la scoperta dell'amore è sicuramente quello centrale e che occupa maggiore spazio nella trama: Charlie e Nick hanno entrambi avuto altre relazioni, ma nessuno dei due è stato veramente innamorato prima di conoscere l'altro.

I petali e le scintille animate vanno quindi a dare consistenza alle sensazioni tanto familiari al pubblico (adulto o adolescente che sia): le farfalle nello stomaco, i sorrisi che spuntano dal nulla, il desiderio di vedersi, la testa fra le nuvole.

 

Per Nick questo sentimento comporta anche un passo decisivo: accettare la propria bisessualità e farla accettare agli altri.

La sua famiglia, i compagni della squadra di rugby, gli amici che forse non lo considereranno più tale. La sua richiesta di vivere la relazione in modo segreto non implica vergogna, quanto un grado di paura di non essere accettato molto comune nell'adolescenza, ma nella comunità queer.

 

Rispetto a molti altri film e serie che seguono una storia d'amore LGBTQ+, però, Heartstopper non fa della volontà di accettazione un manifesto o il fulcro principale della storia.

 

Sebbene il processo di crescita e accettazione di Nick ricopra un ruolo fondamentale nel racconto, la linea principale (nonché il tono della narrazione) resta sempre quello del teen drama e la volontà del ragazzo di stare con Charlie.

 

 
 
 
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[Heartstopper e le mani]

 

 

Mantenendo l'equilibrio fra i vari personaggi, la serie riesce anche ad affrontare un'ampia gamma di temi cruciali e urgenti: bullismo, omofobia, disturbi mentali e dell'alimentazione, problemi famigliari, violenza fisica e psicologica, accettazione di sé, importanza dell'amicizia; Heartstopper riesce ad affrontare il mondo adolescenziale nei suoi aspetti più crudi, senza mai perdere la leggerezza.

 

La forza principale di Heartstopper riesta però la capacità di esplorare le più svariate sfaccettature dell'amore nella loro naturalezza. Nei desideri, nelle emozioni e nelle paure di Charlie e Nick tutti riescono a riconoscersi e a riconoscere, non senza un po' di malinconia, l'impeto e la follia del proprio primo amore.

 

Quella storia che, comunque sia andata, ci si porta dietro tutta la vita; quella storia vera, elettrizzante, intensa e colorata di tinte pastello.

 

[articolo a cura di Cristina Danini]

 

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