close

NUOVO LIVELLO

COMPLIMENTI !

nuovo livello

Hai raggiunto il livello:

livello

#CineFacts. Curiosità, recensioni, news sul cinema e serie tv

#articoli

Kim Han-min e Park Hae-il ospiti al FKFF 2023 tra risate e imprevisti

Il Florence Korea Film Festival ha ospitato il regista Kim Han-min e l’attore Park Hae-il per ripercorrere le loro rispettive carriere

Tra risate e imprevisti, come il guasto elettrico che ha trasformato parte dell’incontro in un appuntamento a lume di candela, ha avuto luogo al Cinema La Compagnia di Firenze l’attesa Masterclass organizzata dal Florence Korea Film Fest con protagonisti il regista Kim Han-min e l’attore Park Hae-il.

 

I due hanno presentato in questi giorni Hansan: Rising Dragon, secondo capitolo della trilogia di ambientazione storica del regista, proiettato in occasione della cerimonia di apertura del festival. 

Kim era già stato ospite al FKFF nel 2015 per presentare il suo sequel prequel L’impero e la Gloria e ha già annunciato che il terzo e ultimo film sull’ammiraglio Yi avrà come protagonista Kim Yoon-seok.

 

All’attore Park Hae-il, recentemente sotto i riflettori grazie alla sua straordinaria interpretazione in Decision to Leave di Park Chan-wook, è stata invece dedicata una speciale rassegna omaggio che ripercorre i suoi ruoli più importanti.

 

 

[Kim Han-min e Park Hae-il durante l'inaugurazione del Florence Korea Film Fest]

 

 

L’incontro moderato da Caterina Liverani, curatrice della sezione e della Masterclass, è iniziato con le prime domande a Kim Han-min incentrate sulla sua ultima fatica.

 

Hansan: Rising Dragon è un film apparentemente complesso da realizzare, soprattutto da un punto di vista storiografico e di ricerca: il regista ha raccontato infatti di aver ricevuto molte contestazioni dopo L’impero e la Gloria circa l’attinenza storica di alcuni eventi rappresentati. 

Oltre ad aver coinvolto gli stessi esperti che avevano espresso lamentele, ha deciso di proseguire con la realizzazione dei successivi capitoli della trilogia basandosi sul diario dell’ammiraglio Yi; un documento che contiene a grandi linee tutte le battaglie e che lo ha obbligato a muoversi attraverso operazioni deduttive, verso una prospettiva sicuramente personale e interpretativa.

 

Da un punto di vista tecnico il regista aveva già sperimentato le sequenze di combattimento e l’utilizzo di determinati effetti speciali non solo ne L’impero e la Gloria, ma anche nel precedente War of the Arrows, film ambientato durante la seconda invasione manciù del 1636 e incentrato sulla storia di un arciere alla ricerca di sua sorella.

 

Le grandi produzioni non sembrano spaventare Kim Han-min che anzi ha spiegato quanto sia stato naturale contenere i costi e gestire il budget efficacemente partendo dall’idea di girare Hansan: Rising Dragon insieme al capitolo successivo Noryang, in uscita a dicembre.

 

Non sono mancati certo i momenti difficili durante le lavorazioni, in particolare per il primo film: 

“Metà delle riprese è avvenuta sulla terra ferma, metà in mare. 

Le riprese sul mare comportavano un sacco di problemi, soprattutto legati alla sicurezza, e dunque abbiamo incontrato numerose difficoltà. 

Anche per questo motivo e grazie a una CGI tecnologicamente più avanzata, abbiamo deciso di realizzare Hansan interamente in computer grafica.”  

 

A spaventare maggiormente Kim Han-min è sembrata più che altro l’idea di realizzare un altro film simile al suo debutto cinematografico. 

 

Nel 2007 infatti il regista ha diretto Paradise Murdered, collaborando per la prima volta con Park Hae-il: il film racconta le sorti di un’isola abitata da sole 17 persone e sconvolta improvvisamente dalla comparsa di alcuni omicidi.  

 

“[Paradise Murdered] è più che altro una commedia di serie B; è horror perché a un certo punto la comicità diventa grottesca. 

Secondo me è un film perfetto come esordio, ma non credo che oggi rifarei un film simile...

 

Mi sembra quasi più difficile realizzare una cosa del genere piuttosto che un’opera come Hansan!”

 

 

[Tra psicosi, allucinazioni, suicidi e omicidi in Paradise Murdered, presente nel programma del FKFF 2023, l’ombra del sospetto si estende sull’intera isola coinvolgendo ciascun personaggio]

 

 

L’incontro con il regista, personalità brillante e estremamente ironica, è proseguito con alcuni simpatici aneddoti sulle sue arrangiate esperienze attoriali, concludendosi con le consuete domande dal pubblico. 

 

Una in particolare, a carattere politico sul rapporto tra Giappone e Corea, gli ha permesso di ribadire quanto l’arte cinematografica sia in grado di annullare i confini, permettendo a cineasti di diverse nazioni di influenzarsi a vicenda.  

 

“Una mia grande ispirazione è Akira Kurosawa. 

Una volta il produttore del regista mi disse che L’impero e la Gloria gli ricordava molto lo stile di Kurosawa e io ne fui contentissimo [...] Il Cinema coreano e quello giapponese possono stringere rapporti d’amicizia. 

Ciò dimostra che l’arte va oltre i conflitti politici sociali; il suo scopo è proprio questo e questo mi auguro che accadrà sempre, anche per i conflitti ai quali assistiamo oggi.”  

 

Concluso l’incontro con Kim Han-min, Park Hae-il ha fatto il suo ingresso sul palco esordendo con una battuta legata al guasto elettrico avvenuto precedentemente il suo arrivo che ha obbligato la Masterclass a proseguire in penombra e senza microfoni.  

 

“Sono arrivato poco e fa e sono venuto a sapere del blackout. 

Credo che sia perché il regista che avete appena incontrato, Kim Han-min, è troppo energico! L’anno scorso è andato a Londra ed è successa una cosa simile con il video... credo proprio che porti sfortuna!” 

 

L’incontro con Park è iniziato dialogando con lui in merito al suo rapporto con il costume e con il trucco, facendo riferimento sia all'esperienza in Hansan nei panni dell’ammiraglio Yi, sia a quella in Eungyo nel ruolo di un uomo anziano. 

 

L’attore, che ha ammesso di aver accettato entrambi i ruoli con alcune perplessità, ha spiegato rispetto a Hansan: Rising Dragon che per lui “l’armatura era davvero importante, era la prima porta che consentiva di passare da Park a Yi, da persona a personaggio” oltre a permettergli di “tornare a quell’epoca storica, sentendo sulla pelle le difficoltà relative a quel periodo storico e i motivi per cui era importante combattere”.

 

In Eungyo di Jung Ji-woo (noto in alcuni paesi come A muse), adattamento cinematografico del romanzo erotico di Park Bum-shin, Park interpeta un poeta di 70 anni che s’innamora di una liceale e decide di scrivere un racconto su di lei.

 

 

[Park Hae-il in Eungyo, film presente nel programma del FKFF 2023]

 

 

L’attore ha così spiegato il suo approccio al ruolo e al make up: 

“[Il film] in realtà non volevo farlo.  

 

Avevo già lavorato con il regista che mi aveva consigliato di leggere il romanzo originale. 

Avrei dovuto fare tante ore di trucco, ma io sono una persona curiosa e quindi ho detto ‘Ok, facciamolo!’.

 

Abbiamo fatto un test con la truccatrice, eravamo in due e siamo stati 12 ore insieme seduti; all’epoca non era molto sviluppata la tecnica per il make up, così mi sono chiesto se dovessi farlo davvero per così tante volte. 

Alla fine siamo riusciti a ridurre il tempo di lavorazione a 8 ore e, siccome era necessario applicare anche un collante sulla pelle, per tutelare la mia salute abbiamo deciso di girare una volta ogni due giorni”.

 

Ma il trucco per l’attore non sembra essere stato così tanto importante: Park infatti ha voluto specificare quanto fosse necessario per quel ruolo un altro tipo di criterio: 

“Durante le riprese certamente recitavo, ma avvicinandomi sempre di più a questo personaggio ho avuto il bisogno di riposarmi per una settimana perché iniziavo a sentirmi depresso. 

A livello concreto e materiale il trucco specializzato non mi interessa molto, in questo caso era molto più importante per me andare a ricercare l’anima interiore del personaggio.

Per questo è stato un lavoro significativo [...]

 

Dentro di me si è formato, è cresciuto, è nato questo personaggio anziano.”

 

 

[Park Hae-il in Memorie di un assassino di Bong Joon-ho]

 

 

Dopo il suo debutto in Waikiki Brothers di Yim Soon-rye e il grande successo Jealousy Is My Middle Name, Park Hae-il è divenuto noto al pubblico grazie al suo ruolo di sospettato in Memorie di un assassino di Bong Joon-ho, tornando poi a collaborare con il regista nel successivo The Host.

 

Riguardo a quell’esperienza l’attore ha raccontato di aver incontrato numerose difficoltà: 

“Memorie di un assassino di Bong Joon-ho è tratto da una storia vera avvenuta negli anni ‘80. [...]

 

Ho ricevuto tante domande dal pubblico che mi chiedeva se fossi io il colpevole nella realtà. [...] Credo che questa etichetta di 'sospettato' mi sia rimasta addosso per molto tempo. 

Adesso però mi sono riscattato, perché in Decision to Leave di Park Chan-wook sono finalmente il detective!”

Il dialogo con Park Hae-il si è concluso con alcune domande dal pubblico e la consegna di un regalo speciale da parte di una spettatrice che gli ha domandato quale fosse stato il ruolo più semplice da interpretare nella sua carriera.

 

L’attore ha voluto rispondere alla domanda e salutare il pubblico proponendo una riflessione circa l’analogia tra i film e la vita, in relazione ai continui e inaspettati alti e bassi che ogni ruolo e ogni momento personale sono in grado di riservare.

 

Become a Patreon!

 

CineFacts segue tantissimi festival, dal più piccolo al più grande, dal più istituzionale al più strano, per parlarvi sempre di nuovi film da scoprire, perché amiamo il Cinema in ogni sua forma.  

Vuoi sostenerci in questa battaglia a difesa della Settima Arte?

Chi lo ha scritto

TI POTREBBERO INTERESSARE ANCHE

Articoli

Articoli

Articoli

Lascia un commento



close

LIVELLO

NOME LIVELLO

livello
  • Ecco cosa puoi fare:
  • levelCommentare gli articoli
  • levelScegliere un'immagine per il tuo profilo
  • levelMettere "like" alle recensioni