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E se vi dicessi che il venerabile John Williams copia?

Copiare? Rubare? Prendere in prestito? Nella musica è una prassi condivisa da chiunque. Vediamo come viene messa in pratica da John Williams 

Già: se vi dicessi che anche John Williams copia? 

 

Se vi schierate con chi pensa che nella musica rubare o copiare sia disdicevole e squalificante, questo pezzo vi costringerà a rivedere, o quanto meno a mettere in discussione, la vostra posizione. Anche in virtù della quantità abnorme di sample utilizzati nella musica pop di oggi, rubare viene considerata un’operazione da artisti di Serie B, la scelta indolente di scrittori costretti a sfornare brani in serie per le popstar. 

Un sottoprodotto della musica concepita come industria schiava delle classifiche.

 

Ma se invece vi dicessi che anche molti autori in totale controllo del proprio lavoro e con capacità compositive eccezionali si affidano a questa possibilità?

 

John Williams, il compositore più incensato di Hollywood, copia.

 

 

[Aspetta John, non ti arrabbiare: ascolta tutto il discorso]

 

 

Per essere più precisi, prende in prestito idee compositive ed estratti di temi scritti dai grandi compositori classici di Ottocento e Novecento.

 

Prima di andare avanti con il mio ragionamento vi mostrerò qualche esempio abbastanza esplicativo di ciò che intendo. 

Cominciamo con un classicone dell’infanzia di tutti noi: Mamma, ho perso l’eereo.

 

Mentre la famiglia di Kevin corre per l’aeroporto di Parigi alla ricerca di un telefono, suona una musica familiare.

 

Assomiglia in maniera evidente alla danza russa Trepak de Lo Schiaccianoci di Pëtr Il'ič Čajkovskij.

 

[Making the plane, da Mamma, ho perso l'aereo]

 

 

[La danza russa di Čajkovskij]

 

 

John Williams deve essere un grande estimatore di Igor Stravinskij.

 

Per la colonna sonora della saga di Guerre Stellari ha preso in prestito dalla Sagra della Primavera del compositore russo due idee di accompagnamento.

 

Ascoltate l’inizio de Il mare di dune di Tatooine, mentre C-3PO si perde tra le montagne di sabbia, poi ascoltate l’attacco della seconda parte del balletto di Stravinskij.

 

[Bastano le prime note e siamo già su Tatooine]

 

 

[John Williams lo studioso]

 

 

Questo invece è il tema degli Stormtroopers in paragone con Adorazione della Terra - Gli auguri primaverili, danze delle adolescenti, facente parte della prima metà della Sagra della Primavera.

 

[Ecco l'impero!]

 

 

[Che un gruppo di adolescenti incuta più timore di un drappello di stormtroopers non è una sorpresa]

 

 

In Guerre Stellari ci sono altri interessanti furtarelli commessi dal nostro amato John Williams.

 

Il romantico tema di Han e Leia prende ispirazione dal Concerto per violino in Re maggiore di Ćajkovskij.

 

L’inizio del tema principale di Guerre Stellari ricorda invece decisamente quello del tema di Kings Row, composto da Erich Wolfgang Korngold.

 

[Mi chiedo se ci fosse effettivamente bisogno di inserirlo nell'articolo]

 

 

[Tutta la mia vita è una menzogna...]

 

 

Si potrebbero citare anche le influenze derivanti dall’opera I Pianeti di Gustav Holst, molto utilizzate in Guerre Stellari, o dalla seconda sinfonia di Howard Hanson per la parte finale di E.T. - L'extraterrestre, fino ad arrivare all’incipit del quarto movimento della nona sinfonia Dal nuovo mondo di Antonín Dvořák come idea base per il famosissimo tema di John Williams per Lo squalo.

 

Il senso lo avete capito.

 

John Williams vede il repertorio classico come un sarto navigato osserva della pregiatissima seta siamese: affila le forbici, ritaglia alcuni selezionati frammenti e, partendo da loro come base, confeziona un abito nuovo di zecca.

Un’operazione per nulla elementare per chi non abbia studiato Musica.

 

Abbiamo dunque appurato che anche John Williams copia.

Cosa farcene ora di questa realizzazione?

 

Invece di optare per una nichilista caduta degli idoli di stampo nietzschiano, il mio consiglio è quello di mettere tutto in prospettiva.

 

 

[Tranquilli: John Williams copia, ma non è il Solo...]

 

 

John Williams copia dai compositori russi del periodo classico, ma il famoso gruppo dei cinque, che ha rivoluzionato la musica nelle terre dello Zar, ha letteralmente saccheggiato la musica popolare prendendone in prestito i temi più suggestivi.

 

Ed è meglio se ci fermiamo qua, perché se andiamo ancora più indietro nel tempo diventa palese che Ludwig Van Beethoven abbia copiato da Wolfgang Amadeus Mozart, Mozart da Johann Sebastian Bach e che persino lo stesso Bach abbia copiato da Dietrich Buxtehude e Antonio Vivaldi.

 

A furia di indietreggiare si rischia davvero di arrivare al topolino che al mercato mio padre comprò.

Il fatto è che tutti prendono ispirazione dai predecessori ed è giusto ricordare da dove si viene se si vuole andare avanti.

 

Abbiamo così scongiurato il rischio di svalutare l’intera produzione musicale degli ultimi cinquecento anni.

 

Dovremmo forse pensare che John Williams sia allo stesso livello dei furbacchioni che pochi anni fa hanno fatto i milioni riciclando per la trecentesima volta il tema di Llorando Se Fue, meglio conosciuto come la Lambada?

 

 

 [Chissà perché sento la mancanza di un palo da pole dance]

 

 

Giammai!

 

Non tanto perché sarebbe lesa maestà, quanto perché John Williams, come gli altri grandi compositori, quando prende in prestito un’idea è in grado di svilupparla in maniera creativa, dimostrando di possedere il linguaggio espressivo di chi ha studiato composizione. 

Ottenendo così un risultato molto più emozionante rispetto a quello del semplice producer che campiona un vecchio pezzo pop.

 

Vi faccio un esempio.

Prendete il tema di Han Solo e la Principessa, ispirato a Čajkovskij.

Viene ripetuto tre volte di fila in maniera diversa attraverso cambiamenti melodici e armonici.

 

Vi lascio i video con la partenza programmata sotto le spiegazioni, affinché sia più facile associare l’analisi alla musica.

 

La prima volta il tema parte dall’accordo centrale della tonalità, in questo caso il Do diesis maggiore, seguito dal Re diesis semidiminuito.

 

[La prima frase del tema arriva fino a 01:06]

 

 

Poi inserisce un accordo fuori tonalità, il Re maggiore, andando a toccare con la melodia proprio la nota Re.

 

Essa si trova a solo mezzo tono di distanza dal Do diesis (centro della tonalità) e a un tritono (intervallo dissonante) di distanza dalla nota precedente.

 

Questo espediente conferisce un senso cupo e malinconico alla frase.

 

[Ecco la seconda parte fino a 01:11]

 

 

Dopo una classica cadenza con Sol diesis e Do diesis, il tema viene ripetuto per la terza volta.

 

Inizialmente è uguale alla prima, ma dopo il Do diesis maggiore John Williams inserisce di nuovo il Re maggiore.

 

Questa volta però la melodia tocca la nota Fa diesis, che è la quarta nota della scala di Do diesis e conferisce al tema un senso di apertura, anche perché essa fa risaltare il suono “maggiore” dell’accordo di Re.

 

 

 [Terza parte con il climax a 01:15]

 

 

Questa è una classica struttura utilizzata da John Williams nella scrittura dei temi.

 

In primis esegue il tema, al quale segue una risposta con variazione.

La terza volta inizia con il tema originale, ma poi lo muta per raggiungere un climax espressivo.

Climax che nel tema dell’esempio precedente viene raggiunto sulla nota di Fa diesis.

 

Dopodiché abbiamo la chiusura.

 

I non musicisti mi scuseranno per la spiegazione tecnica, ma il senso è che John Williams e gli altri compositori come lui possono permettersi di riutilizzare, rubare o copiare idee altrui perché sanno come farlo con gusto e funzionalità ai fini del racconto.

 

In queste circostante razziare la suite I Pianeti di Gustav Holst diventa buono e giusto quando si deve scrivere una colonna sonora di un film ambientato nello spazio.

 

 

[Figurati John Williams, è stato un piacere difenderti]

 

 

Insomma: prendere spunti, idee (e anche qualche pezzetto, perché no?) dai grandi del passato per poi rielaborarlo in questo modo non può certo essere squalificante o disdicevole.

 

Al contrario credo possa contribuire a regalare una nuova vita ad opere che spesso il grande pubblico non conosce e che invece meriterebbero di essere ascoltate. 

 

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8 commenti

Sì sì certo. Williams fa un lavoro di reinterpretazione di altissimi livello

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Grazie infinite!

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Grazie 💪🏻 Sì sì concordo pienamente con te! L’ascolterò, anche perché a me piace quando una cover supera l’originale o comunque la rivitalizza

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Marco Natale

4 anni fa

Concordo assolutamente

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Nuriell

4 anni fa

No no, non stavo dicendo quello, ho trovato l'articolo veramente ottimo e incredibilmente interessante.

Volevo solo rendere palese la mia disapprovazione contro coloro che per la minima somiglianza cominciano a gridare al plagio, sia tra chi fruisce sia, ancora di più, tra chi compone.

Anche per me la scopiazzatura in se per se è male, ma se hai una buona idea puoi tirare fuori cose incredibili.

Anchese non fa parte del mondo del cinema, se non avete sentito Zombie dei Bad Wolves fatelo, scoprirete che a volte una nuova versione puo' essere fortemente superiore all'originale.

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Grazie 🤙🏻 Infatti, concordo. È pieno internet di gente che crea polemiche sterili

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Ti ringrazio. Fa piacere che sapere che tu abbia apprezzato nonostante i tecnicismi 😅

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Per carità, in alcune situazioni il campionamento può essere davvero un’arte. Ad esempio l’uso che ne hanno fatto i Prodigy negli anni 90 è degno di stima.
In generale il mio discorso voleva porre l’abilità compositiva dei grandi film scorers qualche gradino oltre, tanto da trasformare la copiatura da citazione a risorsa artistica

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