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Data inizio produzione: 24/10/2017
Data fine produzione: 16/02/2018
First Man
Prima uscita: 29/08/2018 - Mostra Internazionale del Cinema di Venezia (ITA)
Distribuzione italiana: 31/10/2018
Sceneggiatura: Josh Singer
Fotografia: Linus Sandgren
Montaggio: Tom Cross
Lingua: Inglese
Colore
16mm, 35mm, 65mm orizzontale
Aspect Ratio: 2.39:1, 1.90:1 (IMAX digitale, scene sulla Luna)
Camere: Aaton Penelope, Arricam LT, Arriflex 435, IMAX MSM 9802 (scene sulla Luna)
Ottiche: Camtec Vintage Ultra Primes
Budget: 59.000.000 $
Box Office Mondiale: 105.449.069 $
#cinefacts
60%
#pubblico
78%
#film
Biografico, Drammatico, Storico
Ryan Gosling, Claire Foy, Jason Clarke
Specifiche tecniche
0%
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La vita dell'astronauta Neil Armstrong, il primo uomo che mise piede sulla Luna il 20 luglio 1969.
first man
il primo uomo
Damien Chazelle
ryan gosling
claire foy
Jason Clarke
storico
drammatico
biografico
spazio
oscar
oscar effetti speciali
Chazelle veniva da due film esplosivi, rumorosi, emozionanti e coinvolgenti. Ciononostante, per questo First Man sceglie un approccio del tutto contrario, lavorando sul silenzio, su prove attoriali...
Chazelle veniva da due film esplosivi, rumorosi, emozionanti e coinvolgenti. Ciononostante, per questo First Man sceglie un approccio del tutto contrario, lavorando sul silenzio, su prove attoriali estremamente misurate, su pochi dialoghi, su un montaggio che, nonostante la durata considerevole, conferisce al film un ritmo molto asciutto e diretto. Non c'è spazio per la retorica, non c'è spazio per i virtuosismi, né per l'epicità, se escludiamo l'ultimo quarto d'ora, per forza di cose. Armstrong non è un supereroe: è un ingegnere, freddo, risoluto, ben consapevole del rischio di abbandonare moglie e figli, ma allo stesso tempo conscio dell'importanza del suo lavoro. Si lascia andare alle emozioni solo quando mette i piedi sulla luna, solo quando è ormai compiuta la sua missione, solo dopo aver messo un'impronta nella storia. Da questo punto di vista, è interessante notare quanto il film rifugga l'epica, rinunciando a descrivere i personaggi come eroi o come persone straordinarie; sono ingranaggi di un enorme meccanismo, sono solo le persone designate per entrare nella storia.
Questo aspetto, se da una parte dona grande realismo alla pellicola e permette un'empatia con i protagonisti altrimenti difficilmente raggiungibile, dall'altra, inevitabilmente, toglie qualcosa in termini di potenza e grandiosità, cosa che potrebbe deludere alcuni spettatori.
Dal punto di vista registico, Chazelle punta molto su primi piani strettissimi, rinuncia quasi del tutto ai campi lunghi, soprattutto nelle scene ambientate nello spazio, che è mostrato quasi esclusivamente tramite gli oblò delle navette. Scelta ben precisa, che restituisce le sensazioni degli astronauti, e al tempo stesso contribuisce a mantenere il focus sugli uomini, più che sullo spazio. Le uniche inquadrature larghe sono riservate alla superficie lunare, quasi a testimoniare come da quel momento in poi Armstrong possa finalmente schiudersi, poiché la sua missione è compiuta, e il passato è ormai alle spalle.
Da notare anche la costruzione scenica delle navette, sia dal punto di vista materiale, data l'abbondanza di dettagli mostrati, come la sporcizia, la ruggine, le finiture imperfette, i comandi asettici; sia, soprattutto, dal punto di vista sonoro, con l'incessante colonna sonora di cigolii, rumori metallici, tonfi, spie, allarmi. L'immedesimazione, nelle scene ambientate nell'abitacolo, è assicurata.
Film molto bello, da vedere però con le giuste aspettative.
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La Recensione più entusiasta
85%
Chazelle veniva da due film esplosivi, rumorosi, emozionanti e coinvolgenti. Ciononostante, per questo First Man sceglie un approccio del tutto contrario, lavorando sul silenzio, su prove attoriali...
Chazelle veniva da due film esplosivi, rumorosi, emozionanti e coinvolgenti. Ciononostante, per questo First Man sceglie un approccio del tutto contrario, lavorando sul silenzio, su prove attoriali estremamente misurate, su pochi dialoghi, su un montaggio che, nonostante la durata considerevole, conferisce al film un ritmo molto asciutto e diretto. Non c'è spazio per la retorica, non c'è spazio per i virtuosismi, né per l'epicità, se escludiamo l'ultimo quarto d'ora, per forza di cose. Armstrong non è un supereroe: è un ingegnere, freddo, risoluto, ben consapevole del rischio di abbandonare moglie e figli, ma allo stesso tempo conscio dell'importanza del suo lavoro. Si lascia andare alle emozioni solo quando mette i piedi sulla luna, solo quando è ormai compiuta la sua missione, solo dopo aver messo un'impronta nella storia. Da questo punto di vista, è interessante notare quanto il film rifugga l'epica, rinunciando a descrivere i personaggi come eroi o come persone straordinarie; sono ingranaggi di un enorme meccanismo, sono solo le persone designate per entrare nella storia.
Questo aspetto, se da una parte dona grande realismo alla pellicola e permette un'empatia con i protagonisti altrimenti difficilmente raggiungibile, dall'altra, inevitabilmente, toglie qualcosa in termini di potenza e grandiosità, cosa che potrebbe deludere alcuni spettatori.
Dal punto di vista registico, Chazelle punta molto su primi piani strettissimi, rinuncia quasi del tutto ai campi lunghi, soprattutto nelle scene ambientate nello spazio, che è mostrato quasi esclusivamente tramite gli oblò delle navette. Scelta ben precisa, che restituisce le sensazioni degli astronauti, e al tempo stesso contribuisce a mantenere il focus sugli uomini, più che sullo spazio. Le uniche inquadrature larghe sono riservate alla superficie lunare, quasi a testimoniare come da quel momento in poi Armstrong possa finalmente schiudersi, poiché la sua missione è compiuta, e il passato è ormai alle spalle.
Da notare anche la costruzione scenica delle navette, sia dal punto di vista materiale, data l'abbondanza di dettagli mostrati, come la sporcizia, la ruggine, le finiture imperfette, i comandi asettici; sia, soprattutto, dal punto di vista sonoro, con l'incessante colonna sonora di cigolii, rumori metallici, tonfi, spie, allarmi. L'immedesimazione, nelle scene ambientate nell'abitacolo, è assicurata.
Film molto bello, da vedere però con le giuste aspettative.
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La Recensione più cattiva
65%
Senza dilungarmi troppo sulla trama, è la storia di Neil Armstrong, e di tutto il processo che lo ha portato a diventare il primo uomo a mettere piede sulla luna.
Interessante il fatto che si...
Senza dilungarmi troppo sulla trama, è la storia di Neil Armstrong, e di tutto il processo che lo ha portato a diventare il primo uomo a mettere piede sulla luna.
Interessante il fatto che si mostri molto la sua famiglia: la figlia che ha perso, gli altri suoi due figli e sua moglie, interpretata da una Claire Foy, che non mi è per niente dispiaciuta.
Ryan Gosling molto calato nel ruolo, soprattutto nella drammaticità, profondità, e gioia della scena in cui getta sulla luna il braccialetto della sua figlia morta. Ho adorato anche l’ultimo profondissimo silente scambio di sguardi tra lui e la moglie.
Come film, nonostante abbia momenti molto interessanti, non mi ha convinto del tutto, ammetto che dopo La La Land avevo aspettative molto alte, però questo film escludendo gli ultimi 10 minuti non è riuscito, purtroppo, a farmi emozionare.
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85%
Chazelle veniva da due film esplosivi, rumorosi, emozionanti e coinvolgenti. Ciononostante, per questo First Man sceglie un approccio del tutto contrario, lavorando sul silenzio, su prove attoriali...
Chazelle veniva da due film esplosivi, rumorosi, emozionanti e coinvolgenti. Ciononostante, per questo First Man sceglie un approccio del tutto contrario, lavorando sul silenzio, su prove attoriali estremamente misurate, su pochi dialoghi, su un montaggio che, nonostante la durata considerevole, conferisce al film un ritmo molto asciutto e diretto. Non c'è spazio per la retorica, non c'è spazio per i virtuosismi, né per l'epicità, se escludiamo l'ultimo quarto d'ora, per forza di cose. Armstrong non è un supereroe: è un ingegnere, freddo, risoluto, ben consapevole del rischio di abbandonare moglie e figli, ma allo stesso tempo conscio dell'importanza del suo lavoro. Si lascia andare alle emozioni solo quando mette i piedi sulla luna, solo quando è ormai compiuta la sua missione, solo dopo aver messo un'impronta nella storia. Da questo punto di vista, è interessante notare quanto il film rifugga l'epica, rinunciando a descrivere i personaggi come eroi o come persone straordinarie; sono ingranaggi di un enorme meccanismo, sono solo le persone designate per entrare nella storia.
Questo aspetto, se da una parte dona grande realismo alla pellicola e permette un'empatia con i protagonisti altrimenti difficilmente raggiungibile, dall'altra, inevitabilmente, toglie qualcosa in termini di potenza e grandiosità, cosa che potrebbe deludere alcuni spettatori.
Dal punto di vista registico, Chazelle punta molto su primi piani strettissimi, rinuncia quasi del tutto ai campi lunghi, soprattutto nelle scene ambientate nello spazio, che è mostrato quasi esclusivamente tramite gli oblò delle navette. Scelta ben precisa, che restituisce le sensazioni degli astronauti, e al tempo stesso contribuisce a mantenere il focus sugli uomini, più che sullo spazio. Le uniche inquadrature larghe sono riservate alla superficie lunare, quasi a testimoniare come da quel momento in poi Armstrong possa finalmente schiudersi, poiché la sua missione è compiuta, e il passato è ormai alle spalle.
Da notare anche la costruzione scenica delle navette, sia dal punto di vista materiale, data l'abbondanza di dettagli mostrati, come la sporcizia, la ruggine, le finiture imperfette, i comandi asettici; sia, soprattutto, dal punto di vista sonoro, con l'incessante colonna sonora di cigolii, rumori metallici, tonfi, spie, allarmi. L'immedesimazione, nelle scene ambientate nell'abitacolo, è assicurata.
Film molto bello, da vedere però con le giuste aspettative.
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65%
Senza dilungarmi troppo sulla trama, è la storia di Neil Armstrong, e di tutto il processo che lo ha portato a diventare il primo uomo a mettere piede sulla luna.
Interessante il fatto che si...
Senza dilungarmi troppo sulla trama, è la storia di Neil Armstrong, e di tutto il processo che lo ha portato a diventare il primo uomo a mettere piede sulla luna.
Interessante il fatto che si mostri molto la sua famiglia: la figlia che ha perso, gli altri suoi due figli e sua moglie, interpretata da una Claire Foy, che non mi è per niente dispiaciuta.
Ryan Gosling molto calato nel ruolo, soprattutto nella drammaticità, profondità, e gioia della scena in cui getta sulla luna il braccialetto della sua figlia morta. Ho adorato anche l’ultimo profondissimo silente scambio di sguardi tra lui e la moglie.
Come film, nonostante abbia momenti molto interessanti, non mi ha convinto del tutto, ammetto che dopo La La Land avevo aspettative molto alte, però questo film escludendo gli ultimi 10 minuti non è riuscito, purtroppo, a farmi emozionare.
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82%
Togliamoci subito il pensiero e parto con lo spoiler: sulla luna ci arrivano! :)
Ho trovato la regia di Chazelle spettacolare. Alcune scelte sono imponenti e potenti. Più volte, durante...
Togliamoci subito il pensiero e parto con lo spoiler: sulla luna ci arrivano! :)
Ho trovato la regia di Chazelle spettacolare. Alcune scelte sono imponenti e potenti. Più volte, durante il film, mi è capitato di rimanere sorpreso, impressionato, da quello che stavo vedendo/sentendo/ascoltando. Perché non è solo un film bello visivamente, ha anche un comparto sonoro (con relativo montaggio) che sottolineano ed enfatizzano in maniera superba i momenti del film (un esempio su tutti l'apertura del portellone del LEM una volta effettuato l'allunaggio).
Avrei tante curiosità che vorrei approfondire sulla realizzazione di questo film:
- il respiro di Amstrong (Gosling) è forse lo stesso di 2001? A me è parso che abbia usato lo stesso audio, registrato direttamente da Kubrick
- Alcune overture della colonna sonora mi hanno ricordato richiami a quella di 2001 o è stata solo una mia impressione?
- Le comunicazioni via radio, le interviste e più in generale gli spezzoni audio delle comunicazioni erano forse gli originali delle varie missioni? Ho visto il film in versione originale e credo che possa essere così. Anche il famoso "un piccolo passo per l'uomo, un enorme balzo per l'umanità" potrebbe essere l'originale di Amstrong.
Queste sono solo alcune domande che mi vorticavano nella testa durante la visione del film. Esattamente come accade più volte nel film, le immagini sullo schermo ed i miei pensieri avevano lo stesso ritmo e la stessa vorticosa potenza.
Sono rimasto soddisfatto da questo film e dalla sfida che Chazelle ha voluto affrontare. Questo regista è dannatamente bravo. Penso che siamo di fronte ad uno che diventerà un Grande del Cinema.
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85%
Visto tre giorni fa ed ho dovuto aspettare un po' per metabolizzare il tutto.
Sarà che sono particolarmente affezionata all'argomento delle missioni spaziali, sarà che con i suoi primi...
Visto tre giorni fa ed ho dovuto aspettare un po' per metabolizzare il tutto.
Sarà che sono particolarmente affezionata all'argomento delle missioni spaziali, sarà che con i suoi primi due lavori Chazelle non ha fatto altro che ammaliarmi sempre più, ma delle volte non succede forse di andare in sala carichi di aspettative per un certo film e alla fine queste vengono completamente smontate?
Be', questa volta non è decisamente successo.
Che Chazelle abbia una passione smodata per la musica è cosa assodata, anche una persona poco attenta lo capirebbe dopo le visioni di Whiplash e La La Land. Ma la cosa che stavolta mi ha stupito e su cui sono rimasta a riflettere è come il regista, solitamente così tanto attento nel dare la giusta colonna sonora ai suoi personaggi e alle diverse fasi delle loro vite, sia riuscito a conferire al film un ritmo incredibile...con le scene (ed il conseguente adeguato montaggio). Non che non ci sia una vera colonna sonora, anzi, l'ho apprezzata moltissimo (il fedele Justin Hurwitz è stato scelto anche qui da Chazelle), ma ciò che ho apprezzato ancora di più è stato il ritmo, come dire, non tanto sonoro quanto visivo. E' stato come salire su delle montagne russe: subito partenza in salita in un crescendo di pathos, si arriva in cima con un'esplosione di emozioni e poi giù veloce verso la calma del rettilineo...ma sai di essere sulle montagne russe, quanto vuoi che possa durare? E quindi resti sempre in allerta. E' un sali-scendi emozionale che non stanca, scandisce i tempi dei protagonisti ed esemplifica le loro emozioni con cui noi non possiamo far altro che essere in sintonia.
Gosling l'ho sempre considerato un ottimo attore ma, non so perchè, fino ad ora non era entrato nella cerchia di quelli che considero dei fuoriclasse. Be', è stato uno schiaffo in faccia: perfetto nei panni di Neil Armstrong, impeccabile nel trasmettere debolezze e paure dell'astronauta, ma soprattutto dell'uomo, che doveva sostenere il peso di un lavoro che lo metteva in costante pericolo di vita, di una famiglia che pretendeva giustamente da lui una presenza da padre e marito, di politici che pensavano quasi esclusivamente alla competizione con i sovietici.
E la Foy fantastica nelle vesti di Janet, la moglie di Neil Armstrong, una scommessuccia sul suo Oscar, pur non conoscendo ancora le altre candidate al premio, la farei...
Alla fotografia, di nuovo al fianco di Chazelle, troviamo Linus Sandgren...e si vede! C'è la scena in cui Neil e Janet danzano nel salotto, le tende di sfondo dalle tinte bluastre e più a sinistra un lume che colora con tinte calde le tende e le pareti circostanti...ricorda nulla (foto 1: https://goo.gl/images/bwDdQv ; foto 2: https://goo.gl/images/ghKGjH)? Bah, forse è un po' troppo alla lontana o ero condizionata dal fatto che ci fossero tende e Gosling in entrambi i casi, poi in La La Land è tutto sul verde...ma è stato il mio primo pensiero non appena è iniziata quella scena!
Il senso di mancanza d'aria, di spazio, la difficoltà di movimento, tutte sensazioni percepite alla perfezione dallo spettatore che si sente parte dell'equipaggio grazie alle telecamere che entrano nelle navicelle e a quelle scene in cui tutto gira come se la camera fosse stata lasciata all'interno dell'abitacolo in assenza di gravità.
E' un viaggio verso la luna, sì, ma non è quello il punto.
Poteva anche essere la storia del signor Mario che vuole raggiungere il supermercato, un supermercato che nessuno riesce a raggiungere perchè la strada è sconnessa, piena di buche, mostri, sempre condizioni meteo avverse, un luogo in cui con nessun mezzo si riesce ad arrivare, la gente muore per cercare di andarci... Però tutti i colleghi di Mario lavorano duro per raggiungere l'obbiettivo, sono una vera squadra, si lavora a costo della vita e Mario non molla di un colpo: tutti i sacrifici suoi e dei suoi colleghi devono essere ripagati.
Ed il supermercato alla fine verrà raggiunto.
E' un modo un po' fantasioso e molto esagerato per dire che in questo film non è importante la meta alla fine del viaggio (sottolineo, solo nell'ambito di questo film), ma è il viaggio stesso la cosa preziosa, il modo in cui viene raccontata una vicenda il cui finale è tra i più noti al mondo.
Buona visione in sala! :)
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6 anni fa
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Adattamento cinematografico della biografia su Neil Armstrong (scritta da James R. Hansen nel 2005), che ripercorre la storia dell'astronauta a partire dalla prematura dipartita della figlia (1961),...
Adattamento cinematografico della biografia su Neil Armstrong (scritta da James R. Hansen nel 2005), che ripercorre la storia dell'astronauta a partire dalla prematura dipartita della figlia (1961), fino ad arrivare allo storico sbarco sulla Luna (1969).
Ryan Gosling riesce a caratterizzare il suo personaggio, uomo riservato e introverso, di un'umanità inaspettata. Nel lungometraggio è ravvisabile un pregevole parallelismo tra il viaggio spaziale dell'Apollo 11 e quello umano, di maturazione ed elaborazione interiore del lutto, che compie dentro di sé il protagonista. Tuttavia, nonostante la pellicola provi a soffermarsi più sull'uomo Neil che sull'astronauta Armstrong, a stupire più di ogni altra cosa è la bellezza delle scene ambientate nello spazio. Scenografia e fotografia sono superbe. Inoltre, in più di un'inquadratura vi sono espliciti omaggi a 2001 Odissea nello Spazio di Stanley Kubrick (1968) che contribuiscono a rendere la cornice dell'opera ancora più affascinante.
First Man è pertanto una pellicola che merita di essere vista dagli appassionati del genere e non solo.
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80%
Parto col dire che avevo grandi aspettative per questo film, sia perchè Chazelle si cimenta in un genere nuovo, e sia perchè il film è stato molto applaudito al festival di venezia. Diciamo che...
Parto col dire che avevo grandi aspettative per questo film, sia perchè Chazelle si cimenta in un genere nuovo, e sia perchè il film è stato molto applaudito al festival di venezia. Diciamo che queste aspettative sono state ripagate al 90% circa. Il film mi è piaciuto per tanti motivi: ho apprezzato molto l'ambientazione di quel periodo, i vari test prima dello sbarco vero e proprio, tutta la preparazione fisica e psicologica degli astronauti, e anche la vita personale di Neil Armstrong; la regia è bellissima a parer mio, molto curata nei minimi dettagli, a partire dall'inquadratura degli appunti scritti in un quaderno, fino alle scene movimentate all'interno della navicella, in cui si trasmette allo spettatore la sensazione di esserci lui la dentro; la fotografia molto bella ugualmente; il sonoro spettacolare veramente, sopratutto nella scena dell'allunaggio quando si apre il portello della navicella, la musica termina all'improvviso (per far riferimento al fatto che nello spazio il suono non si propaga), e vi è un totale silenzio. L'unico rumore che percepiamo è il respiro di Neil armstrong all'interno della tuta, come se ci fossimo noi al suo posto, veramente bellissimo.
L'unica cosa che non mi ha entusiasmato particolarmente ( e qui so di andare contro corrente) è stata l'interpretazione di Ryan Gosling: non mi ha colpito, commosso, nelle scene anche più tristi, magari ci avrei visto un'altro attore per questa parte, ma questa naturalmente è una mia personale opinione. Peccato perchè in La La Land mi era piaciuto tantissimo. Chi invece mi è piaciuta assai è stata Claire Foy: molto brava nella parte della moglie-madre, tipo nella scena in cui si preoccupa e fa di tutto per far riaccendere la trasmissione radio.
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Bellissimo film. Non delude Gosling, un'ottima Claire Foy (specie nella scena pre-partenza) e non delude Chazelle con le sue scelte, tra tutte la chiusura dei moduli spaziali (una scelta di...
Bellissimo film. Non delude Gosling, un'ottima Claire Foy (specie nella scena pre-partenza) e non delude Chazelle con le sue scelte, tra tutte la chiusura dei moduli spaziali (una scelta di controtendenza rispetto alla possibilità di lasciar spaziare l'occhio sull'immensità dello spazio), il senso di occlusione e di incertezza che accompagnava le missioni lassù e il progetto Apollo quaggiù, attorniato dalla paura, dalle difficoltà e dai lutti. E' una storia chiaramente umana e individuale, ma allo stesso tempo nel contesto di una grande impresa che passa quasi in secondo piano nel finale. E' il discorso di Kennedy a fare da collante tra l'individuo e la collettività. Non viene forse evidenziato a sufficienza nell'allunaggio, se uno non ci sta attento, ma viene fatto nel resto del film: Neil Armstrong era una persona estremamente, estremamente competente e il fatto di essere stato il primo uomo a posare il piede sulla Luna è stato un successo guadagnato professionalmente e sofferto emotivamente. Il computer di bordo che diede errori in continuazione nel finale, la zona di atterraggio prevista che non era piana come atteso dalle foto di Apollo 10, la decisione di pilotare manualmente il LEM fino a trovare la zona migliore e atterrare con 25 secondi di carburante rimasto (=no carburante, crash sulla superficie assicurato), tutta una situazione per niente ideale domata dall'esperienza e dalla competenza (e dal coraggio). Ho apprezzato che abbiano accennato al discorso già pronto in caso di fallimento.
Pure Buzz Aldrin si merito' di trovarsi dove stava: mi è un po' dispiaciuto che sia stato relegato al cazzone del film, per quanto sia un altro bel ruolo in bacheca per Corey Stoll.
Per il resto, il terzo tassello di quella che potrebbe essere una grande carriera. Ryan Gosling è capace di sbagliare un film...?
Alla fine dei 141 minuti, pensate a tutti coloro che ancora negano l'esistenza stessa dei fatti raccontati, e con essa quindi non solo la competenza degli scienziati e ingegneri di 50 anni fa, ma soprattutto i sacrifici e le sofferenze patiti da un numero non indifferente di persone per un obiettivo così ambizioso.
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