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È morto Giuseppe Rotunno: grandioso direttore della fotografia del Cinema italiano

Ci ha lasciato a 97 anni Giuseppe Rotunno, leggendario direttore della fotografia italiano

Ci ha lasciato a 97 anni Giuseppe Rotunno, uno dei più grandi direttori della fotografia che il Cinema italiano abbia mai conosciuto. 

 

Dopo un'infanzia burrascosa, Giuseppe Rotunno iniziò la carriera nel mondo del Cinema come apprendista elettricista, per poi diventare assistente alla fotografia.

 

Finita la Seconda Guerra Mondiale partecipò alla fotografia di diversi film - tra i quali Umberto D. - fino a riuscire a esordire come DoP nel 1955 con Pane, amore e… di Dino Risi.

 

Successivamente firmò la fotografia di diversi capolavori della Storia del Cinema come Rocco e i suoi fratelli di Luchino Visconti - che gli valse il suo primo Nastro d’argento - Il Gattopardo sempre di Visconti e La grande guerra di Mario Monicelli.  

 

 



Nel 1962 attraverso Cronaca familiare di Valerio Zurlini portò il colore all’interno del Cinema drammatico che fino ad allora era più predisposto a una fotografia in bianco e nero.   

 

Giuseppe Rotunno diventò poi fidato collaboratore di Federico Fellini, che attraverso lo sguardo visionario di Rotunno creò quel mondo felliniano che abbiamo imparato ad amare con pellicole come Fellini Satyricon, Amarcord, Il Casanova di Federico Fellini e Roma.

 

 



Giuseppe Rotunno lavorò anche con grandi registi d’oltreoceano come Robert Altman per Popeye, Fred Zinnemann per Cinque giorni, un’estate, Sydney Pollack per Sabrina e Bob Fosse per All that Jazz - Lo spettacolo comincia - film che gli fece ottenere la sua prima e unica nomination ai Premi Oscar - e Terry Gilliam per Le avventure del barone di Munchausen. 

 

Il suo ultimo film come DoP risale ormai al 1997 con Marcello Mastroianni: Mi ricordo, sì, io mi ricordo, per la regia di Anna Maria Tatò, ed è impossibile non citare tra i suoi tanti lavori anche Non ci resta che piangere, l'amatissimo film firmato nel 1984 da Massimo Troisi e Roberto Benigni. 

 

Nel 2006 ricevette il David di Donatello alla carriera, dopo averne vinti due per la fotografia di E la nave va (1983) e Mio caro dottor Gräsler (1990), oltre a ben 7 Nastri d'argento vinti tra il 1961 e il 1990. 

 

Ci ha lasciati un leggendario direttore della fotografia, capace di donare eleganza immortale al bianco e nero e di far splendere come pochi altri i colori.

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