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Nuovo Cinema Coppola: Sofia Coppola regista e trend setter

L'uscita di Sofia Coppola Archive offre l'occasione per soffermarsi su quella che secondo me è una delle registe che hanno maggiormente contribuito a definire il corso del Cinema contemporaneo, creando un'estetica riconoscibile e ben definita    

Non capita spesso di seguire l’evoluzione di un regista da prima che la sua carriera cominciasse, anzi è probabile che il caso di Sofia Coppola sia un unicum; la figlia di Francis Ford Coppola nasce in un ambiente ricco di stimoli e di contaminazioni culturali e come ogni creativa (con tempo a disposizione) sperimenta. 

 

Negli anni '90 è perfettamente ascrivibile alla categoria della IT Girl, definizione coniata dallo scrittore Jay McInerney sul New Yorker in un profilo di Chloë Sevigny.  

"La IT Girl non ha particolari meriti, è una eterna dilettante, ma ha la capacità di rendere interessante tutto ciò su cui posa il suo sguardo." 

La IT Girl non crea ma vive performando, ogni vestito indossato, ogni luogo scelto diventa parte di un progetto estetico che concorre alla definizione della sua personalità, c'è una corrispondenza totale tra essere e consumo, tra stile di vita e identità.

 

Sofia Coppola segue questra strada per una decina di anni: fa uno stage da Chanel, viene ritratta languida da Steven Meisel per la cover di dicembre 1992 di Vogue italia, fa cameo in numerosi videoclip di band musicali che poi torneranno nelle colonne sonore dei suoi film. 

 

 

[Sofia Coppola negli anni '90]

 

 

Per tutto il decennio successivo Sofia Coppola mette a punto uno stile e uno sguardo che si concretizzeranno nel 1999 con Il giardino delle vergini suicide, un film d'esordio che contiene in nuce tutti gli elementi del Cinema che svilupperà negli anni a seguire.

 

L'interesse per l'adolescenza femminile, gli sguardi vacui, l'ennui, l'immagine che ingloba la parola oscurandola.

 

Il film è la summa di tutte queste passioni: gli Air producono l'intera colonna sonora, ne usano alcune scene per i videoclip e c'è un dialogo costante tra musica e Cinema: la stessa regista ha sempre dichiarato che è proprio la musica la sua prima fonte di ispirazione quando deve scrivere una sceneggiatura. 

 

 

[Il giardino delle vergini suicide: l'esordio alla regia di Sofia Coppola]

 

 

Proprio per questa forza dello sguardo, per questa insistenza nel racconto dell'adolescenza Sofia Coppola ha costruito una fanbase solidissima che non è solo interessata al suo Cinema, ma anche alla sua persona.

 

La regista negli anni ha accontentato il suo pubblico: non compare eccessivamente sulla scena pubblica, ma quando lo fa non manca di rilasciare interviste in cui elargisce consigli di stile, racconta al NYT Magazine cosa c’è nella sua lista della spesa, parla dei suoi film preferiti

Ha concesso a poco a poco al suo pubblico di fare un'incursione nel suo universo, di sbirciare dallo spioncino che cosa succede nella mente di un creativo quando è al lavoro e ora ha sistematizzato tutto in un coffee table book; uno di quei libri cari al popolo della moda, dal quale è adorata, nel quale sono archiviati le annotazioni e i post-it realizzati negli anni per la costruzione dei suoi film e le fotografie scattate sui set. 

 

Il libro è un’incursione all’interno della testa della regista statunitense.

 

 

 

 

I fan hanno risposto felicemente a questo dono presentandosi al firmacopie newyorkese formando una coda lunghissima per poter scattare una foto con la regista, avere una dedica sul libro, incontrare l’artefice di quella che a mio avviso sia una delle estetiche più potenti del Cinema contemporaneo. 

 

Non è un caso infatti che anche Wes Anderson, autore che come Sofia Coppola ha forgiato un'estetica riconoscibile e definita fatta di colori pastello e inquadrature simmetriche, abbia riscosso un simile successo di pubblico anche al di fuori del mondo dei cinefili; ci sono pagine su Instagram dedicate alla sua "estetica", recentemente è diventato virale un trend su TikTok che invitava gli utenti a girare i video delle loro giornate come se li avesse diretti Wes Anderson e non mancano i coffee table book ispirati ai film e alla poetica andersoniana.

 

 

 

 

Sofia Coppola e Wes Anderson hanno in comune non solo la creazione di due “estetiche” riconoscibili, ma anche il fatto di averle portate fuori dagli schermi, mostrando come la poetica e lo sguardo applicato al Cinema si applichi di conseguenza anche alla vita. 

 

Il loro Cinema è perfettamente trasportabile nei feed delle ragazzine e nei trend virali forse perché il pubblico che cercano sta proprio lì, con lo sguardo vacuo tra uno scrolling e l’altro, desideroso di trovare un mondo nuovo al quale appartenere.

 

[articolo a cura di Matilda Ferraris]

 

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