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8 cose che fino ad oggi non sapevi su Scarface

Il film di Brian De Palma con Al Pacino è entrato nella Storia

Il film di Brian De Palma con Al Pacino è entrato nella Storia: uscito negli Stati Uniti il 9 dicembre 1983 e in Italia il 24 febbraio 1984, Scarface è diventato fin da subito un cult movie. 

 

Violentissimo, efferato, con un protagonista in gran spolvero e una storia che è un perfetto paradigma del tòpos "ascesa e caduta". 

 

Ma Scarface ha molto da raccontare anche fuori dal film in sé: ecco 8 curiosità che forse non conoscevate, 8 cinefacts per conoscere - e comprendere - meglio il film!


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Posizione 8

 

Remake

 

Molti lo sanno, ma moltissimi no: lo Scarface di Brian De Palma è fondamentalmente un remake. 


Il film originale del 1932, con lo stesso titolo, ha la regia di Howard Hawks e un cast che vede la partecipazione di Paul Muni, Boris Karloff, George Raft e Anne Dvorak.

 

Muni interpreta Tony Camonte, un gangster nella Chicago degli anni '30 che grazie alla propria ambizione senza scrupoli sale velocemente sulla scala del successo, fino a quando la propria insicurezza lo farà crollare. 


Vi ricorda qualcosa? 

Il film originale viene omaggiato da De Palma sul finale del proprio Scarface: il primo cartello nei titoli di coda è proprio una dedica a Howard Hawks e allo sceneggiatore Ben Hecht.  

Posizione 7

 

L'accento

 

Per prepararsi al ruolo di Tony Montana Al Pacino studiò a lungo lo spagnolo e l'accento tipico degli immigrati cubani a Miami. 

 

Sul set chiese al direttore della fotografia John A. Alonzo - texano di origini messicane - di rivolgersi a lui parlando esclusivamente in spagnolo per tutta la durata delle riprese. 

 

Non solo: ci sono un paio di cose improvvisate da Pacino che vennero mantenute in montaggio da De Palma. 

Una è la parola "yeyo": imparata quando studiava l'accento cubano, Pacino la usò mentre giravano la famosa scena con la sega elettrica come termine in slang per chiamare la cocaina; a De Palma l'idea piacque e così Pacino la riutilizzò anche in altre occasioni - in italiano il termine è diventato "roba"

 

Un'altra frase improvvisata e mantenuta nel montato finale è quando Tony si trova nella vasca da bagno e guarda la televisione. 

A un certo punto si rivolge a Manny dicendo "Look at dem pelicans fly!", che in italiano sarebbe "Guarda i pellicani che volano!": la frase era una di quelle che l'attore soleva ripetere con il proprio accent coach per imparare al meglio l'accento. 

La buttò lì a caso, e rimase nel film. 

Posizione 6

 

Miami? No: Los Angeles

 

Scarface si svolge a Miami, ma solo poche scene furono effettivamente girate in Florida: la maggior parte del film fu girata... a Los Angeles, in California, dalla parte opposta degli Stati Uniti. 

 

Questo perché quando si seppe della produzione ci furono vibranti proteste sia da parte dei cubani residenti a Miami che da parte dell'Ente del Turismo della città, che vietò alla produzione di girare in loco per la paura che il film potesse scoraggiare il turismo, soprattutto a causa del fatto che gli immigrati cubani venissero dipinti come gangster e spacciatori. 

 

Molti edifici di Los Angeles furono quindi rivestiti dagli scenografi per dar loro un look simile a quello della città della Florida. 

 

Non solo: nella realtà i cosiddetti "marielitos" - circa 125.000 cubani che scapparono dalla propria isola arrivando a Miami nel 1980 - vennero temporaneamente accolti in un accampamento denominato Freedom Town sotto un'autostrada sopraelevata di Miami; per il film tutta la sequenza ambientata a Freedom Town fu ricollocata sotto un'autostrada di Los Angeles, all'incrocio tra la Harbour e la Santa Monica. 

 

E per la scena della rivolta furono scritturate oltre 600 comparse in grado di parlare spagnolo. 

Posizione 5

 

Steven Spielberg

 

È strano leggere il nome di Spielberg associato a un film come Scarface, eppure il regista di Cincinnati non solo andò sul set ma diresse anche una scena! 

Lui e De Palma erano amici da una decina d'anni, ed erano soliti andarsi a trovare sui rispettivi set quando uno dei due era al lavoro su un film. 

Quando Spielberg andò a trovare De Palma sul set di Scarface si stavano girando le scene finali del film, quelle in cui i colombiani irrompono nella casa di Tony Montana: De Palma gli chiese quindi se avesse voluto voglia di parteciparvi, e Spielberg accettò. 

 

La scena in cui uno dei criminali lancia un rampino per arrampicarsi sulla villa fu diretta da lui, compreso il posizionamento della macchina da presa e le indicazioni all'attore, e Spielberg fu anche uno degli operatori alla macchina che girarono le inquadrature all'interno della villa, quando Tony Montana si trova ad affrontare da solo l'assalto dei colombiani. 

 

Il regista de Lo Squalo e di E.T. chiese di non essere accreditato in alcun modo nei titoli di coda, perché voleva che Scarface restasse in tutto e per tutto un'opera di Brian De Palma, e non voleva che il proprio nome potesse in qualche modo distrarre gli spettatori o la stampa. 

 

Posizione 4

 

La cocaina

 

Forse avete letto da qualche parte che sul set di Scarface utilizzarono della vera cocaina. 

 

Ma non è affatto vero. 

 

La "cocaina" usata nel film era presumibilmente latte in polvere o vitamina B come accade solitamente sui set, ma Brian De Palma negli anni ha giocato sulla diceria e non ha mai dichiarato ufficialmente cosa utilizzarono.

 

Qualunque cosa fosse, però, creò problemi non indifferenti alle cavità nasali di Al Pacino.

 

"Per anni ho avuto della roba lì dentro", ha dichiarato Pacino in un'intervista del 2015.

"Non so cosa sia successo al mio naso, ma su quel set è cambiato".

 

Qualunque cosa fosse, in effetti l'attore nel film ne sniffa in quantità industriali... 

Posizione 3

 

Say 'Hello' to my little friend

 

Nell'adattamento italiano si perde una delle frasi più famose in assoluto di Scarface, che probabilmente è anche la citazione più riportata della filmografia di Al Pacino

 

Quando Tony nel finale spara verso la porta lo sentiamo esclamare "Salutatemi il mio amico Sosa!" ma in originale la frase è "Say 'Hello' to my little friend!", dove il ''friend''... è il suo fucile. 

 

Per gli appassionati di armi da fuoco, l'amichetto di Tony è un fucile d'assalto M16 con un lanciagranate M203 40mm attaccato alla canna: nonostante i colpi in scena fossero ovviamente a salve, il fatto che Al Pacino imbracciasse in mano il fucile tenendolo dalla canna... gli causò una forte ustione alla mano sinistra. 

 

La cosa gli impedì di girare per un paio di settimane, durante le quali la produzione cambiò il piano e girò tutte le inquadrature del finale che non coinvolgevano Pacino (e furono proprio i giorni in cui era presente Spielberg!) 

Un altro cinefact sulle armi utilizzate nel film riguarda un dispositivo elettronico con il quale vennero equipaggiate: gli armieri sul set fecero in modo di sincronizzare gli spari con l'otturatore della macchina da presa, facendo in modo che le armi sparassero solo quando l'otturatore era aperto. 

 

In questo modo nel film si vedono esplodere tutti i colpi di arma da fuoco, mentre nella maggior parte dei film ciò avviene solo quando casualmente lo sparo avviene in concomitanza dell'apertura dell'otturatore della macchina da presa. 

 

Se guardando Scarface avete avuto l'impressione di vedere molti più colpi sparati rispetto agli altri film... ecco spiegato il motivo. 

 

Posizione 2

 

La sceneggiatura

 

Fu il produttore Martin Bregman a coinvolgere Oliver Stone e a chiedergli di scrivere la sceneggiatura, ma Stone non era convinto: sosteneva che il film originale di Hawks non l'avesse entusiasmato e non trovava interessante scrivere un ennesimo film sulla criminalità italiana negli Stati Uniti, dato che ormai di film simili ce n'erano molti e, a suo dire, molti erano ottimi. 

 

Il primo regista che avrebbe dovuto dirigere il film era Sidney Lumet, e fu lui che ebbe l'intuizione di aggiornare la storia e parlare di quello che stava succedendo a Miami in quel periodo. 

 

Gli immigrati cubani chiamati "marielitos" furono quindi lo spunto per trasformare la storia di un gangster italiano a Chicago negli anni '30 e farla diventare quella di un gangster cubano nella Miami degli anni '80. 

 

Al fine di creare un quadro più preciso possibile, Oliver Stone trascorse del tempo in Florida e nei Caraibi intervistando sia immigrati che poliziotti per la sua ricerca. 

 

Sfortunatamente, mentre scriveva la sceneggiatura, Stone stava lottando contro la propria dipendenza dalla cocaina, cosa che gli forniva un'idea di ciò che quella droga può fare a chi ne abusa ma che gli impediva di scrivere in maniera lucida. 

Lasciò gli Stati Uniti e si trasferì a Parigi, per continuare a lavorare senza avere la possibilità di un facile accesso alla coca. 

 

Una volta terminato lo script rientrò negli USA. 

 

Posizione 1

 

La censura

 

La prima volta che Brian De Palma presentò Scarface il film alla MPAA - l'associazione americana che classifica i film e assegna il rating - ricevette una classificazione X, che all'epoca equivaleva a vietare il film ai minori. 

 

De Palma fece dei tagli al film e lo ripresentò una seconda volta, ma il film ottenne di nuovo la X.

Il regista allora tornò in montaggiò e tagliò ulteriormente la pellicola per poi ripresentarla e... ottenere per la terza volta la X.

 

A quel punto De Palma si rifiutò di tagliare ancora per arrivare ad avere una R - la classificazione immediatamente successiva alla X che comportava il divieto ai minori di 17 anni non accompagnati - e fece ricorso all'MPAA assieme al produttore Martin Bregman.

 

Portarono a loro supporto una giuria di esperti, inclusi dei veri ufficiali della squadra narcotici, la quale affermò che non solo il film era un ritratto accurato della vita reale e della malavita legata alla droga, ma che si trattava di un film essenzialmente contro la droga, e che era giusto che fosse visto da più persone possibili.

 

La cosa convinse l'MPAA che assegnò al film la R con una votazione di 18 membri a favore e 2 contrari.

Tuttavia, De Palma sostenne in quel momento che se la terza versione del film aveva ottenuto la R, allora anche il primissimo montaggio avrebbe dovuto ottenere la R.

 

Chiese quindi alla Universal se poteva pubblicare il primo montaggio, ma gli fu risposto di no.

De Palma, però, conscio che lo Studio non conoscesse a tutti gli effetti quali differenze ci fossero tra le varie versioni che aveva tagliato, mandò in proiezione la prima versione.

 

La Universal venne a conoscenza della verità solo qualche mese dopo quando il film uscì in videocassetta, e Brian De Palma ammise in un'intervista di essersi fondamentalmente... preso gioco di loro e dell'MPAA per fare uscire la versione che voleva lui. 

 

 



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