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8 cose che fino ad oggi non sapevi su Lo chiamavano Trinità...

Primo film della coppia Bud Spencer e Terence Hill assieme al regista E.B. Clucher

Lo chiamavano Trinità... è il primo film della coppia Bud Spencer e Terence Hill assieme al regista E.B. Clucher, pseudonimo di Enzo Barboni. 

 

Dopo i precedenti tre film con Giuseppe Colizzi tra il 1967 e il 1969, Dio perdona... io no!, I quattro dell'Ave Maria e La collina degli stivali, la coppia formata da Carlo Pedersoli e Mario Girotti - questi i veri nomi di Spencer e Hill - abbandona il genere western per approdare al fortunatissimo filone del western brillante, anche noto come Fagioli Western proprio grazie a loro.

 

La commedia la fa da padrona e trasforma i film quasi in una parodia degli Spaghetti Western che avevano dominato il Cinema italiano di quegli anni. 

 

Trinità e Bambino sono due personaggi caratterizzati al massimo, inseriti nei più classici cliché del genere eppure con delle peculiarità proprie, che entrarono immediatamente nel cuore degli spettatori. 

 

 

 

L'immagine di Trinità sdraiato dietro al cavallo che lo porta in giro e di Bambino che si spazientisce fanno parte del nostro Cinema. 

 

La storia, per chi non la conoscesse, è semplice: Trinità, abile pistolero ma pigro e indolente, arriva in una piccola città dove scopre che suo fratello Bambino fa lo sceriffo.

In realtà Bambino è un ladro di cavalli e sta usando l'identità del vero sceriffo per nascondersi: assieme faranno squadra contro un proprietario terriero che vuole sbarazzarsi dei coloni mormoni che vivono in una valle che desidera comprare.

 

Il film ha già festeggiato il suo mezzo secolo dal giorno della distribuzione italiana, avvenuta il 22 dicembre 1970!

 

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Posizione 8

Il cast

 

Pensare a Lo chiamavano Trinità... senza Bud Spencer e Terence Hill oggi appare impossibile. 

 

Eppure all'inizio non erano loro gli attori presi in considerazione per il ruolo di protagonisti! 

Il primo che fu coinvolto per la parte di Trinità fu Franco Nero: all'epoca l'attore era già un volto iconico del western grazie a Django di Sergio Corbucci e poteva vantare un David di Donatello per Il Giorno della Civetta e addirittura una nomination ai Golden Globe come Migliore Attore Emergente con Camelot

 

Nero però rifiutò il ruolo, ritenendo che il copione fosse troppo strano. 

 

Al che vennero coinvolti Luigi Montefiori, in arte George Eastman, e Pietro Martellanza, in arte Peter Martell, ma come andarono le cose lo lascio raccontare allo stesso Terence Hill, che dichiarò quanto segue in un'intervista: 

"Barboni andava in giro per Roma con un copione che si chiamava Lo chiamavano Trinità, si rivolgeva a tutte le produzioni dicendo che voleva fare quel film.

 

I produttori lo aprivano e dicevano: "Cos'è tutto questo dialogo? Non ci sono morti? Passo!"

Intanto io e Bud stavamo cercando lavoro, avevamo già visto due o tre copioni che non ci erano piaciuti quando arrivò Barboni e lo fece vedere al produttore, noi eravamo lì e decidemmo subito di correre il rischio.

 

Sì, perché era considerato da tutti un rischio fare un film così: strano, con delle battute strane.

Lui aveva già pensato di farlo fare ad altri due attori ma, visto che eravamo lì subito disponibili, ci disse che gli andava bene e che lo avrebbe fatto fare a noi."

 

 

Posizione 7

La citazione tarantiniana 

 

Quentin Tarantino non ha mai nascosto di provare un amore sconfinato per il Cinema italiano, con una particolare predilezione nei confronti di Sergio Leone e a seguire per tutta la nostra cinematografia considerata di Serie B, o comunque meno conosciuta qui da noi... che da Tarantino stesso. 

 

Non fa eccezione Lo chiamavano Trinità..., che è stato omaggiato all'interno del suo Django Unchained, film in cui tra l'altro compare anche Franco Nero, il primo Django: siamo quasi all'inception di citazioni per il Cinema italiano. 

 

Quando nel film esplode Candyland e Jamie Foxx si allontana si può sentire che in sottofondo parte il brano Trinity: Titoli, di Franco Micalizi, scritta apposta per il film di Enzo Barboni. 

 

C'è però una curiosità in merito.

 

Il testo della canzone a un certo punto dice "You may think he's a sleepy tired guy", ovvero "Potresti pensare che sia un ragazzo assonnato e stanco": la cosa descrive alla perfezione il personaggio di Trinità, che si lascia trascinare dal cavallo, ma non andava bene per il Django tarantiniano...

 

Venne quindi coperta su esplicita richiesta di Quentin con il suono di un'esplosione in fase di post-produzione audio, per non creare confusione negli spettatori statunitensi che magari non conoscevano il film italiano!

 

Posizione 6

Il successo in Italia 

 

Il film uscì nelle nostre sale il 22 dicembre 1970 e fu immediatamente un successo. 

 

Lo chiamavano Trinità... portò al cinema quasi 9 milioni di persone e arrivò secondo come incassi nella stagione 1970/71, dietro solo a Per Grazia Ricevuta di Nino Manfredi, con un incasso totale di oltre 3 miliardi di lire: circa 27 milioni di euro attuali. 

 

Il successo del film non si limitò alle sale cinematografiche. 

 

Nel 1988, quasi vent'anni dopo la sua distribuzione in sala, il film fu ancora capace di raccogliere davanti alla televisione 11 milioni di spettatori in prima serata, nonostante non fosse la prima volta che veniva trasmesso in TV. 

 

Uscito in videocassetta nel 1989, Lo chiamavano Trinità... nel 1992 fu tra le 10 VHS più vendute in Italia: 22 anni dopo la sua realizzazione! 

 

 

Posizione 5

Il successo all'estero 

 

Lo chiamavano Trinità... fu un successo non solo da noi. 

 

Tra il marzo e il dicembre 1971 venne distribuito nell'allora Germania Ovest, negli Stati Uniti, in Belgio, Francia, Danimarca, Norvegia, Svezia, Finlandia e Taiwan. 

 

L'anno successivo fu la volta di Turchia, Spagna, Portogallo, Giappone, Australia e Hong Kong. 

 

Conosciuto come They Call me Trinity negli Stati Uniti, il film fece diventare Bud Spencer e Terence Hill due vere stelle internazionali e diede luogo a una situazione piuttosto buffa.

 

Dato il successo del film, negli USA non solo venne distribuito il sequel ...continuavano a chiamarlo Trinità (con il titolo Trinity is still my Name), ma vennero recuperati anche i tre film precedenti della coppia, che però furono pubblicizzati sempre nominando i due come Trinity Boys, anche se il personaggio di Trinità non aveva niente a che fare con gli altri film! 

La cosa proseguì anche per i film successivi con Bud Spencer e Terence Hill, che ancora oggi per gli statunitensi sono... i Trinity Boys. 

 

Posizione 4

Le location 

 

Gli spaghetti western ci hanno abituato a vedere il Vecchio West degli Stati Uniti riprodotto... in Almeria, Spagna, come Sergio Leone insegna. 

 

Ma Lo chiamavano Trinità... è stato girato in location ancora più maccheroniche: praticamente tutto il film è girato nel Lazio!

La scena della cascata fu girata presso le cascate di Monte Gelato, all'interno del parco della Valle del Treja, fra Roma e Viterbo.


Il villaggio western fu costruito negli studi di produzione della De Laurentiis, lungo la Via Pontina.

Non andate a cercarlo: purtroppo oggi non è rimasto nulla, perché dopo le riprese fu abbandonato e lasciato a se stesso, finché non furono demoliti i pochi resti. 

 

Alcune scene in esterna furono girate a Campo Imperatore, altre invece nel Parco Naturale Regionale dei Monti Simbruini, tra Abruzzo e Lazio.

Il comune di Camerata Nuova in provincia di Roma, che oggi conta 450 abitanti e immaginate quindi quanti poteva contarne 50 anni fa, insignì Bud Spencer e Terence Hill della cittadinanza onoraria, come riconoscimento per aver girato il film presso la loro cittadina e per ringraziarli del conseguente arrivo di turisti curiosi che si presentarono nel paese in seguito alla distribuzione e al successo della pellicola. 

 

Le scene all'inizio e alla fine del film, quando Terence Hill vaga per il deserto ed entra a mangiare nella locanda, sono state girate in una cava di tufo alla periferia di Roma: oggi in quei luoghi c'è l'autostrada A91 che porta all'aeroporto di Fiumicino. 

 

 

Posizione 3

Sarah e Giuditta

 

Se avete visto il film, fate parte dell'universo maschile, siete eterosessuali e sostenete di non esservi innamorati delle due mormone che nel film perdono la testa per Trinità... 
State mentendo. 

 

Elena Pedemonte e Gisela Hahn - rispettivamente Giuditta e Sarah, nell'immagine da sinistra a destra - nel film non riescono a convincere Terence Hill a restare con loro, nonostante nella loro comunità la poligamia sia consentita, ma rubano il cuore di tutti gli spettatori uomini. 

 

Che magari nel tempo si sono chiesti che fine abbiano fatto.

 

Gisela Hahn aveva all'epoca delle riprese 26 anni: tedesca, aveva già una carriera alle spalle prima di Lo chiamavano Trinità... e dopo il film continuò a recitare, anche se non arrivò mai al successo internazionale. 

L'ultima sua apparizione è sul piccolo schermo e risale appena all'anno scorso, in una puntata di Polizeiruf 110: magari noi non la conosciamo, ma è la più famosa serie poliziesca tedesca, che va avanti da ben 42 stagioni! 

Elena Pedemonte invece quando girò il film con Terence Hill e Bud Spencer era appena maggiorenne: nata nel 1952, la ragazza aveva partecipato nel 1968 a Miss Mondo Teenager e poi nel 1970 prese parte - oltre che al film di Enzo Barboni - allo Spaghetti Western Wanted Sabata e a Il Presidente del Borgorosso Football Club, mitico film con Alberto Sordi. 

 

L'anno dopo ebbe due piccoli ruoli: ancora in uno Spaghetti Western dal titolo Blind Man, il cui unico merito è probabilmente quello di avere tra i protagonisti il batterista dei Beatles Ringo Starr, e in un film girato da un regista americano in Italia, Cometogether

 

Il giorno precedente alla premiere di Cometogether la Pedemonte fu vittima di un incidente motociclistico.

Le ferite riportate la costrinsero ad abbandonare il mondo della recitazione: nel 2006 decise di abbandonare l'Italia e oggi vive in un piccolo villaggio in Messico. 

 

 

Posizione 2

Il mezzo di trasporto di Trinità

 

Il lettino di legno su cui si sdraia pigramente Trinità nel film per farsi trascinare dal suo cavallo, seppur geniale come mezzo di trasporto, non è un'intuizione del film bensì un oggetto realmente esistente chiamato Treggia, e ha una storia interessantissima che si perde nei millenni. 

 

La treggia è una struttura che veniva utilizzata dai nativi americani che abitavano le Pianure del Nord per trascinare carichi sulla terra trasportati dai cavalli o dai cani.

 

Ma non solo: esistono prove che dimostrano che la treggia veniva usata in tante altre parti del mondo prima dell'invenzione della ruota: in un sito archeologico francese sono state trovate prove dell'esistenza della treggia fin dal Neolitico. 

Parliamo dunque di circa 5000 anni fa. 

 

Ancora oggi si possono vedere le tracce delle tregge usate dai nativi americani negli Stati Uniti lungo il cosiddetto Lewis and Clark National Historic Trail, un percorso che parte dalla Pennsylvania e arriva in Oregon dopo quasi 8000 chilometri. 

 

Le transumanze dei nativi facevano sempre la stessa strada: le tregge segnavano dei solchi nel terreno che anno dopo anno venivano usati come indicazione della strada da percorrere. 

 

Tutta questa storia... e poi Trinità usava la treggia per dormire! 

 

 

Posizione 1

I fagioli 

 

È senza dubbio una delle scene più famose di Lo chiamavano Trinità... 

 

Trinità si avventa su una padella piena di fagioli e li mangia con una tale voracità da causare appetito ogni volta che lo si guarda, e nel tempo sono comparse in rete anche delle plausibili ricette di quei fagioli, anche se non sappiamo quanto possano essere attendibili. 

 

L'arte della recitazione richiede immedesimazione, ma a volte costringere gli attori ad affrontare delle difficoltà può far sì che questi regalino delle performance ancora più convincenti. 

 

Terence Hill ha raccontato che prima di girare quella scena aveva digiunato per 36 ore di fila, e che quella padella la finì veramente tutta quanta: niente trucchi, niente tagli, niente finzione! 

La sua prova fu subito talmente convincente che il regista Enzo Barboni non ritenne di dover girare altri ciak... come si dice in gergo: buona la prima! 

 



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