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Il filo nascosto e i segreti della moda

Uno sguardo inedito nelle magiche atmosfere dell'Haute Couture di metà secolo londinese

Daniel Day-Lewis nel suo ultimo ruolo ne Il filo nascosto ha imparato a cucire come un couturier degli anni '50 per interpretare al meglio Reynolds Woodcock, uno stilista britannico di quegli anni che realizza abiti incredibilmente eleganti per debuttanti e principesse straniere.

 

Indossa solo calzini tra il rosso cardinale e il rosa acceso ed è allergico alle imperfezioni.

 

Daniel Day-Lewis, che è lui stesso un perfezionista, ha intrapreso un apprendistato di un anno presso Marc Happel, il direttore dei costumi del New York City Ballet, per acquisire le abilità e la mentalità di un couturier.

 

Alla fine della sua formazione è stato persino in grado di ricreare una perfetta copia di un vecchio abito da giorno Balenciaga che ha poi regalato a sua moglie. 

 

[Trailer internazionale de Il filo nascosto]

 

 

"Lavorare con Daniel è straordinario" ha dichiarato Mark Bridges, il costumista Premio Oscar che ha creato gli abiti di raso color gioiello e le piccole giacche da sera in pizzo della casa immaginaria di Woodcock e che ha lavorato a quasi tutte le produzioni del regista Paul Thomas Anderson.

 

Il costumista che ha fatto indossare a Heather Graham i pantaloncini di raso e pattini a rotelle dorati in Boogie Nights e ha contribuito a trasformare lo stesso Day-Lewis in un barone del petrolio texano fissato con il tweed per Il petroliere.  

 

 

Il filo nascosto Il filo nascosto 

 

Mark Bridges e P.T. Anderson hanno creato insieme il protagonista de Il filo nascosto ispirandosi a leggendari stilisti di moda tra cui il già citato Balenciaga, Hardy Amies, Edward Molyneux e Victor Stiebel, dando vita a una fusione unica (e a volte sconvolgente) di tutte le idiosincrasie di questi designer e non solo.

 

Come lo stilista fittizio Woodcock ha le sue fissazioni, il reale Marc Jacobs mangia solo pollo a pranzo e ha collaborato per un decennio con la modella Jamie Bouchet, l'unica su cui poteva accettare di vedere le sue creazioni in essere e la signora Prada beve sempre tè e acqua naturale.

 

Allo stesso modo gli stilisti francesi dell'epoca erano molto superstiziosi. Coco Chanel era interessata alla numerologia e Christian Dior era solito appuntare il mughetto nelle fodere delle gonne prima della sfilata di moda, come portafortuna.

 

 

Il filo nascosto Il filo nascosto 

Tutte le scene che coinvolgono Alma nel ruolo di musa (interpretata da Vicky Krieps) sono molto accurate: lo stare in piedi per ore, le riflessioni sugli orli fino alle 4 del mattino.

 

Se qualcosa va storto, l'atelier deve lavorare tutta la notte, come quando nel film l'abito da sposa subisce uno strappo e necessita di riparazioni.

 

L'atmosfera è super rispettosa, tutti nelle strutture dell'Haute Couture sono molto riverenti verso lo stilista e c'è un'etichetta da rispettare e in questo Il filo nascosto non è da meno.  

 

 

[L'intensità, la dedizione e le abilità quasi silenziose delle donne in camice bianco mentre cuciono e si adattano sono identiche alle scene in qualsiasi famosa casa di moda, che sia Londra, Milano o Parigi]

 

 

In una scena, Daniel Day-Lewis scende una scala nella sua elegante casa londinese.

 

Ha lavorato tutta la giornata, ha fatto il bagno e si sta recando nel salone per la cena.

Indossa un pigiama color lavanda che sembra fatto di cotone follemente costoso, con un cardigan, una sciarpa con motivo cachemire e una giacca di tweed.

 

Sembra a suo agio, ben coordinato e assolutamente favoloso.

E, secondo il costumista Mark Bridges, quello stile particolare è stato ideato dallo stesso Day-Lewis.

 

L'attore ha messo insieme l'outifit attingendo dai pezzi di un ampio guardaroba che gli era stato fornito: per aiutarlo a entrare meglio nel personaggio il costumista ha voluto creare un armadio “reale” di Woodstock, formato sia da abiti vintage che su misura, così che l’attore avesse potuto immedesimarsi di più immaginando quello che il suo personaggio avrebbe potuto indossare proprio in un'occasione del genere.  

 

 

Il filo nascosto Il filo nascosto 

 

Per il film Bridges non solo ha creato i guardaroba adatti al periodo per Day-Lewis e gli altri attori, ma un'intera linea per una sfilata di moda della House of Woodcock dai toni hitchcockiani - è un caso che "Woodcock" richiami "Hitchcock" e che la musa si chiami Alma come la moglie del famoso regista? - con tessuti pesanti, velluti, sete e pizzi. 

 

Il tutto senza tralasciare i riferimenti storici, come possiamo vedere nell'abito da cocktail in seta granata indossato da Alma dove il ricamo trae ispirazione da una tecnica di perline e seta usata da Balenciaga.

 


[La sfilata della collezione House of Woodcock]

 

 

In un’intervista il costumista ha dichiarato che anche durante la progettazione spesso coinvolgeva Daniel nei processi creativi.

 

Per un abito di pizzo antico, Day-Lewis / Woodcock ha scelto il colore, un malva chiaro.

 

“Sapevo di volerlo satinato, così gli ho dato il libro dei campioni di raso e lui ha scelto il colore.

Sia Paul che io volevamo che Daniel si sentisse parte della creazione".  

 

Ma per gli addetti ai lavori le star del film non sono Day-Lewis, Vicky Krieps o la nominata all'Oscar Lesley Manville per il suo ruolo di Cyril, la sorella del protagonista.

 

Sono Sue Clark e Joan Brown.  

 

Per la ricerca, il primo scalo di Bridges è stato il Victoria and Albert Museum di Londra, dove ha potuto consultare gli archivi del museo e osservare da vicino gli abiti e i tessuti.

E il museo si è rivelato utile anche in altri modi.

 

Due delle docenti che hanno supervisionato le esplorazioni d'archivio di Bridges avevano lavorato presso case di moda londinesi.

Non solo hanno condiviso dettagli utili su come funzionava una casa di moda britannica della metà del secolo, ma Anderson le ha anche scelte nel film.

Le docenti del V&A, Sue Clark e Joan Brown, appaiono nei panni di Biddy e Nana, due delle dipendenti più anziane di Woodcock.

 

 

[Lesley Manville, seconda da sinistra, con Joan Brown e Sue Clark, sulla destra] 

 

Clark, 70 anni, ha trascorso la sua vita lavorativa come insegnante di moda, mentre Brown, 74 anni, ha imparato il mestiere presso il sarto di Savile Row Hardy Amies e la casa di moda Worth.


Ora sono entrambe volontarie presso l'archivio del V&A's Clothworkers Center, dove portano la loro esperienza nella collezione di moda del museo.

 

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