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Dieci costumisti che hanno fatto la Storia del Cinema

Come accade nel mondo reale, anche nel mondo della finzione gli abiti dicono molto di chi li indossa

Come accade nel mondo reale, anche nel mondo della finzione gli abiti dicono molto di chi li indossa. Ciò che rende classico un film è quando tutti gli elementi che lo compongono si uniscono perfettamente gli uni con gli altri e, in questo senso, uno dei contributi più importanti è dato proprio dal costume designer.

 

Pensiamo a un personaggio come Darth Vader di Star Wars con la sua tuta nera, l'imponente mantello e il casco o a Audrey Hepburn in Colazione da Tiffany quando, durante la scena iniziale, scende dal taxi indossando l'iconico tubino nero di Givenchy: ciò che indossa un personaggio dice molto su di lui.

 

A creare questa composizione visiva è il costumista, con il suo contributo stilistico al mondo del Cinema e all'estensione ai nostri mondi.

 

Ecco 10 costumisti che hanno contribuito alla Storia del Cinema.

_____________________ 

 

 

[Il mago di Oz, 1939, regia di Victor Fleming]

 

 

Adrian Adolph Greenberg

 

Adrian Adolph Greenberg è l'uomo che viene comunemente considerato come il primo costumista della storia e che ha firmato gli abiti di classici come Il mago di Oz (1939), Maria Antonietta (1938) e altri centinaia di film dagli anni '20 agli anni '50.

 

Ha creato il look esclusivo di Joan Crawford - sia dentro che fuori dallo schermo - comprese le spalline imbottite che hanno poi definito la moda femminile degli anni '40.

 

CineFacts! 

Sebbene le scarpe di Dorothy nei libri fossero argentate, Adrian le rese rosso rubino per la nuova tecnologia di colorazione in Technicolor.


Creò più di 200 bozzetti prima di arrivare al risultato finale e una delle dieci paia realizzate per il film venne venduta all'asta nel 2000 per 666.000 dollari!

_____________________ 

 

 

[La finestra sul cortile, 1954, regia di Alfred Hitchcock]

 

Edith Head

 

Edith Head è la donna con più Oscar vinti e con più nomination nella Storia del Cinema: 8 statuette su 35 nomination ricevute.

 

In quasi 60 anni di carriera ha scritto libri sul tema e vestito le più grandi star hollywoodiane, creando abiti diventati simbolo di un’eleganza senza tempo come il celebre Paris dress, il vestito bianco e nero indossato da Grace Kelly nel film La finestra sul cortile diretto da Alfred Hitchcock nel 1954, considerato tutt'ora uno dei costumi più celebri nella Storia del Cinema e un'icona della moda.

 

CineFacts! 

Quando Edith venne assunta dalla Paramount come bozzettista si fece prestare il portfolio da un amico, riuscendo così a ottenere il lavoro nonostante la scarsa esperienza.

_____________________  

 

 

[Cleopatra, 1963, regia di Joseph L. Mankiewicz]

 

 

Irene Sharaff

 

Seconda come nomination solo a Edith Head, Irene Sharaff è stata 5 volte vincitrice dell' Oscar per i Migliori Costumi su 15 candidature tra il 1952 e il 1978.


Nel 1932 debutta come costumista a Broadway nella famosa Alice in Wonderland di Eva Le Gallienne (ambito teatrale che le porterà 6 nomination ai Tony Awards con una vittoria per The King and I nel 1952).


Nel Cinema ha creato abiti per più di 70 pellicole, fra i quali spiccano quelli di Elizabeth Taylor in Cleopatra (1963) e di West Side Story (1961).

 

Il leitmotiv della Sharaff era l'uso dei suoi colori preferiti: rossi, arancio e rosa, riuscendo a inserirli nei suoi lavori con magistrale bravura.


CineFacts!  

Nel 1935 è diventata la prima costumista americana a disegnare gli abiti per il Balletto Russo e il TDF/Irene Sharaff Lifetime Achievement Award è stato creato in suo onore.

È stata la prima vincitrice nell'edizione del 1993.

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[I predatori dell'arca perduta, 1981, regia di Steven Spielberg]

 

Deborah Nadoolman

 

"Iconico" è l'aggettivo che viene in mente quando si descrive il lavoro della costumista Deborah Nadoolman.

I suoi progetti si sono adattati perfettamente all'ambientazione dei film per i quali ha disegnato e molti dei suoi costumi si sono impressi con forza nella memoria dello spettatore.

 

È responsabile della giacca di pelle rossa indossata da Michael Jackson nel vidoclip/cortometraggio Thriller, dei completi di The Blues Brothers e di quello che forse è uno dei costumi più iconici della Storia del Cinema: il famoso binomio fedora/giacca di Harrison Ford ne I predatori dell'arca perduta.

 

CineFacts!  

La Nadoolman viene menzionata nella serie televisiva The Big Bang Theory per il suo lavoro in Indiana Jones. 

La giacca di Thriller venne battuta all'asta per 1,8 milioni di dollari.

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[Il portiere di notte, 1974, regia di Liliana Cavani]

 

 

Piero Tosi

 

Piero Tosi è sicuramente uno dei costumisti italiani che ha segnato un epoca.


Tosi ha sancito il rinnovamento del costume, traducendolo in chiave del personaggio trasformandolo da contenitore a parte integrante, sottolineandone carattere e profondità.


Costumista estroso e rigoroso (ma non troppo) ha creato icone come il tailleur di Anna Magnani in Bellissima o il frac di Paolo Stoppa ne Il Gattopardo.
Storico costumista di Luchino Visconti, ha collaborato con Federico Fellini, Vittorio De Sica, Pier Paolo Pasolini e Franco Zeffirelli.

 

Nominato 5 volte agli Oscar, ne vinse uno nel 2014 alla carriera. 

 

CineFacts!  

Tosi odiava prendere l'aereo, motivo per il quale rifiutò l’ingaggio de La Grande Africa e mandò Claudia Cardinale a ritirare il suo Oscar.

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[Marie Antoinette, 2006, regia di Sofia Coppola]

 

 

Milena Canonero

 

Milena Canonero, torinese, allieva del grande costumista Piero Tosi, vanta 9 nomination agli Oscar e 4 statuette vinte al fianco di alcuni dei più grandi autori e registi, da Stanley Kubrick (con cui ha debuttato in Arancia Meccanica nel 1971 in sostituzione del suo Maestro), a Francis Ford Coppola e Wes Anderson.

 

Le sue creazioni trasudano sempre umanità e una profonda unione con l’anima degli attori che le indossano.

 

CineFacts!  

Nel film Marie Antoinette di Sofia Coppola i costumi sono ricostruiti in maniera storicamente puntuale, frutto di un lungo lavoro di documentazione, anche se, curiosamente, in una scena del film è possibile vedere un paio di scarpe Converse All Star. 

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[Memorie di una Geisha, 2005, regia di Rob Marshall]

 

 

Colleen Atwood

 

Chi non conosce Tim Burton?

 

L'aspetto dei suoi film è riconoscibile a colpo d'occhio e questo deve molto al lavoro della costumista Colleen Atwood che ha collaborato con lui in innumerevoli progetti tra cui Edward mani di forbice (1990), Mars Attacks! (1996), Il mistero di Sleepy Hollow (1999), Big Fish (2003), Sweeney Todd (2007), Alice in Wonderland (2010), Big Eyes (2014), Dumbo (2019).

 

Vincitrice di 4 Premi Oscar su 12 nomination, non solo è abile nel creare ambientazioni irreali all'interno di un film, ma è ugualmente riuscita a contribuire alla rappresentazione di opere realistiche e contemporanee, consolidando la sua reputazione come una delle principali costumiste in attività.


CineFacts! 

La maschera di Hannibal Lecter ne Il Silenzio degli Innocenti era in realtà solo un prototipo in vetroresina.

Originariamente doveva essere colorata e rifinita, ma quando la costumista statunitense ricevette il campione decise che era più spaventosa e bella così com’era. Intuizione ottima!

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[Gangs of New York, 2002, regia di Martin Scorsese]

 

 

Sandy Powell

 

Sandy Powell ha lavorato in produzioni importanti come Intervista con il vampiro, Gangs of New York, The Wolf of Wall Street e molti altri.

Una delle sue caratteristiche più famose è quella di riuscire a rendere contemporanei abiti del passato, trasportando lo spettatore da tempi remoti fino al presente con grande naturalezza.

 

Ha ricevuto 14 nomination agli Oscar (4 delle quali in soli due anni, il 1996 e il 2010) e ha portato a casa 3 statuette.

 

Voglio ricordare anche il premio mancato per Velvet Goldmine di Todd Haynes, per il quale fece un lavoro eccelso con un budget a dir poco ridotto. 

Grazie alla sua versatilità è una delle costumiste più utilizzate da Martin Scorsese e Todd Haynes.

 

CineFacts!  

Quando nel 2010 ritirò l’Oscar per The young Victoria disse:

 

Dedico questo premio a quei costumisti che disegnano un guardaroba contemporaneo, lavorando duramente quanto chi affronta il settecento"

 

Una stoccata all’Academy e al suo modus operandi di assegnare il premio in questione che, nonostante le molte ricostruzione storiche in curriculum, racconta molto della personalità di Sandy Powell.

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[Blade Runner, 1982, regia di Ridley Scott]

 

Michael Kaplan

 

Michael Kaplan ha un’immaginazione sartoriale fuori dal comune: i suoi progetti iconici come Blade Runner, Fight Club, Flashdance, e le più recenti serie di Star Wars e Star Trek sono diventati parte della nostra coscienza collettiva.

 

Nonostante non sia mai stato nominato agli Oscar (ha vinto un BAFTA nel 1983 e raccolto una nomination agli Emmy per The Alienist) ha contribuito alla creazione di moltissime icone e ha impattato l’industria del costume, merito sottolineato dal Career Achievement Award della Costume Designers Guild da lui vinto quest’anno.

 

CineFacts!  

Quando J.J. Abrams lo contattò per firmare i costumi di Star Trek, Kaplan inizialmente rifiutò perché non era un grande appassionato della serie e non voleva sentire la pressione dei fan, ma il regista riuscì alla fine a convincerlo.

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[La casa Russia, 1990, regia di Fred Schepisi]

 

Ruth Myers

 

Ruth Myers è un costumista in grado di mescolare stili di epoche diverse con design originali.

È in grado di destreggiarsi in vari generi e i suoi costumi hanno la tendenza a sembrare grandi, ma senza essere appariscenti a una una prima occhiata.

 

Questa sottigliezza è evidente in film come La famiglia Addams e L.A. Confidential.

 

CineFacts!  

Ruth ha iniziato la sua carriera di costumista nel mondo del Cinema ricamando migliaia di paillettes per il costumista inglese Anthony Powell.

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