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Vederci doppio: Il cow-boy col velo da sposa

Curiosità disneyane su inesistenti gemelle e cowboy con veli da sposa

Oggi voglio raccontarvi un po' di pillole di curiosità disneyane su uno dei più fortunati live-action del passato: Il cow-boy col velo da sposa, film Disney del 1961 diretto da David Swift.

 


[Trailer originale de Il cow-boy col velo da sposa]

 


Sicuramente vi sarà capitato, se siete appassionati di Cinema e questa cosa è nota nella vostra cerchia di amici, che qualcuno vi chieda consigli cinematografici o che vi si chieda se sapete spiegare con quale trucco hanno realizzato un particolare effetto speciale. 

 

A me è capitato che mi venisse chiesto quando recentemente in TV hanno trasmesso Non c’è due senza quattro, film datato 1984 della coppia Bud Spencer & Terence Hill.

 

Se qualcuno - oltre a mio cugino - si fosse chiesto come abbiano realizzato le scene che vedevano la coppia interagire sullo schermo assieme a loro stessi, con questa Pillola Disney proverò a darvi risposta.

 

 

[I "doppi" Bud e Terence in Non c’è due senza quattro]

 

Il trucco sta alla base anche di un delizioso film Disney degli anni ’60 intitolato The Parent Trap, da noi conosciuto come Il cow-boy col velo da sposa.

 

Per raccontarvi di questo film partirei con lo spiegare le ragioni di questo bislacco titolo italiano, che si discosta dall’originale e poco ha a che vedere con la trama.

 

Protagonista maschile del film è il celebre Brian Keith che all’epoca, anche in Italia, era noto per la sua attività nelle pellicole del genere western.

Dopo aver già lavorato con la Disney in una pellicola proprio di genere western Dieci uomini coraggiosi (Ten Who Dared, 1960) Keith stringe il suo secondo contratto con la Casa del Topo per un film che si rivolgeva alle famiglie e quindi a un target diverso da quello cui anche lui era abituato e per il quale il pubblico lo (ri)conosceva.

 

In Italia si decise all’epoca di fare nel titolo un indiretto riferimento al famoso attore, forse pensando in questo modo di portare più spettatori al cinema.

 

 

[Brian Keith protagonista nella serie The Westerner, 1960]

 

Il cow-boy col velo da sposa ebbe un enorme successo, tanto da portare la Disney a realizzare svariati sequel televisivi e remake di cui parlerò dopo: quasi tutti hanno comunque mantenuto anche in italiano un corretto adattamento del titolo.

 

La trama della pellicola si ispira al romanzo tedesco Carlottina e Carlottina di Erich Kästner (Das Doppelte Lottchen, noto anche come La doppia Carlotta, 1949) adattato per lo schermo dallo stesso regista (David Swift) e vede due gemelle, Sharon McKendrick e Susan Evers, conoscersi per la prima volta solo a tredici anni durante un campeggio estivo, poiché i loro genitori si erano separati durante il loro primo anno di vita. 

 

  italiana originale del film]

[I rarissimi titoli italiani cinematografici d'epoca de Il cow-boy col velo da sposa, dall'archivio privato di VHSWD. Da diversi anni il titolo è erroneamente mutato, anche nelle distribuzioni ufficiali, diventando Il cowboy con velo da sposa]

 

 

Superati i forti momenti iniziali di antipatia, le due diventano amiche e, capito di essere sorelle gemelle sulla base di alcune fotografie e della innegabile somiglianza fisica, decidono di attuare un piano per far ricongiungere i propri genitori.

 

Gli storyboard del film prevedevano che in molte scene le due gemelle venissero mostrate contemporaneamente insieme, sullo schermo.

 

Ed ecco il problema: dato che si decise di non provinare dei veri gemelli e di usare la giovane star dello Studio Hayley Mills, la quale non aveva una sorella gemella, come fare?

 

 

[Maureen O'Hara, qui assieme a Hayley Mills, è la protagonista femminile adulta de Il cow-boy col velo da sposa]

 

 

Il caro Zio Walt, che non voleva ci si accorgesse degli effetti speciali, si rivolse ancora una volta all’amico e collega Ub Iwerks, che sebbene avesse una istruzione limitata (non aveva finito le scuole superiori) come Walt stesso studiava qualsiasi cosa lo attirasse, accrescendo e approfondendo le sue conoscenze e competenze.

 

Poiché allo Studio era famoso per risolvere i problemi più spinosi, Iwerks escogitò anche questa volta la soluzione ideale, ripescando dal suo bagaglio di conoscenze un vecchio trucco cinematografico, sviluppandolo come forse mai prima di quel momento era stato fatto. 

 

L’effetto visivo più usato da Ub Iwerks per avere sullo schermo due Hayley Mills, cosa che non era una novità nel campo cinematografico, è chiamato in gergo schermo diviso.

 

Ovviamente, come era tipico in quel modello di Cinema artigianale e senza effetti al computer, il trucco è semplice quanto efficace.

 

 

[Una storica fotobusta italiana promozionale de Il cow-boy col velo da sposa]

 

 

La troupe girava ogni scena due volte, ponendo le due protagoniste divise tra la destra e la sinistra dell'inquadratura, grazie anche all’uso di una controfigura al posto di una delle due gemelle.

 

Poi le attrici si scambiavamo vestiti e parrucche e si girava la scena per l’altra parte dell'inquadratura.

La macchina da presa veniva ben fissata di modo che se i tempi tra l’una e l’altra ripresa si fossero eccessivamente dilatati, si avrebbe avuta la certezza che in montaggio tutto sarebbe stato esattamente uguale a prima.

 

Le due pellicole della medesima scena venivano poi rifotografate fotogramma per fotogramma con una particolare stampatrice ottica e si univano le due esposizioni. 

In una esposizione la ragazza è sulla sinistra, mentre la destra dove si trova la controfigura viene coperta da una maschera nera affinché la luce non colpisca la pellicola; nell’altra esposizione la ragazza è a destra e la zona mascherata è quella a sinistra del quadro, eliminando la controfigura.

 

La stampa e la successiva unione delle due esposizioni “a metà” dava come risultato la scena completa che si vede nel film, con le due gemelle che dialogano tranquillamente tra loro ma interpretate dalla stessa identica attrice!

 

 

[Un fotogramma da Il cow-boy col velo da sposa, con le gemelle interpretate dalla stessa attrice]

 

 

Un’operazione veramente delicata, considerando oltretutto che per evitare che si vedesse una linea tra le due Hayley i tecnici della Disney studiarono via via metodi differenti per imbrogliare l’occhio dello spettatore, dato che se le estremità non avessero combaciato perfettamente si sarebbe notato.

 

La divisione a metà dell'inquadratura era pertanto mascherata dalla presenza del palo di una tenda da campeggio, dallo stipite di una porta, da una spalliera del letto e così via. 

 

I tecnici ricordano che se sulla scena si trovava qualche elemento grazie al quale fare la divisione, senza seguire contorni netti come negli elementi architettonici sopra elencati, questo veniva sfruttato.

Erano addirittura arrivati a disegnare delle impronte sul pavimento del set, per far sì che la giovane protagonista e la sua controfigura riuscissero a muoversi rimanendo nei confini della linea prevista.

 

Ovviamente, come già detto, Il cow-boy col velo da sposa si inserisce in quel “Cinema d’artigianato” che anche senza computer grafica riesce comunque a far risultare credibili e ancora attuali i suoi trucchi ed effetti speciali, ma è bene sottolineare che molte scene della pellicola sono state girate addirittura senza il minimo effetto!

 

Provate a fare attenzione a tutte le inquadrature dove le gemelle condividono la scena, ma una delle due è di spalle o di profilo: quella è chiaramente la controfigura di Hayley Mills, la giovane Susan Hanning.

 

 

[L'attrice protagonista de Il cow-boy col velo da sposa e la sua controfigura]

 

 

Ovviamente, anche per evitare di trattare le scene otticamente più del dovuto, tutte le volte che era possibile la troupe preferì ricorrere alla compresenza della controfigura e in alcune inquadrature - se si guarda veramente bene e con attenzione - si riesce a notare anche la sua vera faccia, non propriamente identica a quella di Hayley Mills. 

 

Il successo de Il cow-boy col velo da sposa fu enorme, generando anche parecchio merchandising tra cui mi piace citare, per tutti, il prestigioso libro italiano d'epoca di Mondadori che propone un adattamento del titolo un po' meno fantasioso di quella effettivo e certo più efficace: Un simpatico imbroglio

 

 

[Il libro con il racconto del film, edito da Mondadori]

 

 

Si è poi perso il conto dei sequel e remake generati da Il cow-boy col velo da sposa.

 

Il più celebre è senza ombra di dubbio quello realizzato per il grande schermo nel 1998 da Nancy Meyers e fedelmente titolato in italiano Genitori in trappola (in originale è sempre The Parent Trap).

In questa occasione nel cast troviamo Lindsay Lohan nei panni delle due gemelle chiamate Hallie e Annie.

 

Precedente, ma forse meno noto, è invece Matrimonio a 4 mani (It Takes Two), un libero adattamento cinematografico del libro di Kästner realizzato nel 1995 dalla Warner Bros, con la partecipazione delle gemelle Olsen. 

 

 

[Le "altre gemelle" protagoniste delle pellicole cinematografiche sopra citate]

 

 

Ma il fronte televisivo non si è certo risparmiato, coinvolgendo addirittura la stessa Hayley Mills in diversi dei seguenti film, anche se ovviamente in ruoli differenti da quello delle storiche gemelle.

 

Si annoverano Trappola per genitori(The Parent Trap II, 1986), Una trappola per Jeffrey(Parent Trap III, 1989) e Trappola per genitori - Vacanze Hawaiane(Parent Trap: Hawaiian Honeymoon, 1989).

 

Piccola chicca: l'attrice Joanna Barnes, che nel film originale del 1961 dà vita al personaggio della gioovane fidanzata Vicky, è presente anche nel remake con Lindsay Lohan, dove è di nuovo Vicky che però è diventata... la madre di Meredith! 

 

[I titoli di testa in stop motion de Il cow-boy col velo da sposa]

 

 

Il mio invito è dunque quello di scoprire o riscoprire questo piccolo gioiellino del Cinema disneyano, figlio di un artigianato cinematografico che oggi non esiste quasi più, in una commedia dai buoni sentimenti che raccoglie i migliori talenti artistici e tecnici della Casa del Topo.

 

Tra questi tanti pregi basterebbe citare la splendida sequenza dei titoli di testa che potete vedere qui sopra, realizzata in stop motion da "T." (Thornton) Hee, Xavier Atencio e Bill Justice

 

Ma sarebbe ingiusto non porre l'accento anche sull’abile regia di David Swift, gli effetti speciali supervisionati dal già citato Ub Iwerks, le musiche di Paul Smith e le canzoni dei fratelli Sherman (tra le quali spicca l’orecchiabile Let's get together), il tutto condito nella versione italiana con un valente doppiaggio da manuale.

 

Certo, se si tralascia l’eccessiva libertà del titolo nostrano!

 

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1 commento

Marco Volpe

2 anni fa

Ehehe...l'originale non si batte!

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