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Disney+ è arrivata: ecco le nostre prime impressioni

La nuova piattaforma streaming Disney+ mantiene molte promesse, anche se si vede che è solo all'inizio 

Dopo mesi di battage promozionale finalmente Disney+ è arrivata anche in Italia.

 

 

Dal 24 marzo anche noi italiani possiamo quindi godere del catalogo della piattaforma streaming di The Walt Disney Company, che promette di essere una concorrente agguerrita nella ormai sanguinosa Streaming War, detta anche, per chi tra di voi segue il nostro podcastLa Guerra dei Flussi. 

 

Ogni piattaforma sarà obbligata a proporre contenuti originali, dato che le piattaforme proprietarie come Disney+ sono in aumento e dopo l'accordo tra Warner e HBO arriverà anche quella di Universal

E Sony certamente non resterà a guardare dalla finestra.  

 

 

 

Ho voluto immediatamente testare l'app di Disney+ e il suo funzionamento per smartphone e da laptop.

 

Le seguenti considerazioni si riferiscono all'utilizzo dell'app su smartphone Samsung con Android 10 e sull'uso da laptop MacBook Pro. 

 

Personalmente trovo che l'app Android sia davvero ben fatta: veloce, intuitiva, user-friendly. 

A Disney+ hanno evidentemente imparato da Netflix e l'hanno applicato, a differenza di altre piattaforme streaming per le quali non si può dire lo stesso. 

 

L'accesso presenta una schermata facile da navigare, con 5 macroaree che rappresentano le maggiori IP presenti all'interno di Disney+: Disney, Pixar, Marvel, Star Wars e National Geographic. 

 

 


 

Scegliendo di navigare una delle macroaree andremo a scoprire tutti i contenuti relativi. 

 

La navigazione avviene con lo scrolling verticale per sfogliare i contenuti di diverse categorie, oppure orizzontale all'interno della stessa categoria. 

 

Molto interessante la pagina della ricerca: prima ancora di digitare il nome del contenuto che ci interessa, Disney+ ci suggerisce altre macroaree che potrebbero contenere quello che stiamo cercando. 

Da qui si scopre ad esempio il raggruppamento di Disney+ per decenni. 

 

A partire dal 1928 di Steamboat Willie, la nascita ufficiale del personaggio di Topolino, Disney+ presenta tutti i contenuti che ha suddivisi per decenni dagli anni '20/'30 fino ai giorni nostri. 

 

 

 

 

Ho personalmente salutato con parecchio entusiasmo la scelta di inserire oltre al film anche i contenuti extra come le scene eliminate, il commento audio, i making of e le gag reel. 

 

Sono davvero tanti i film che presentano gli extra e questo lato è indubbiamente qualcosa che differenzia Disney+ da tutti gli altri competitor presenti in Italia oggi: a livello personale è davvero un enorme plus, perché era una delle cose di cui lamentavo l'assenza su Netflix, Amazon Prime Video e Infinity e che ancora mi tenevano legato all'acquisto fisico del Bluray, oltre a un'insana passione per il collezionismo e per vedere uno di fila all'altro in libreria i film che possiedo. 

 

La presenza degli extra all'interno di Disney+ trovo che sia una scelta vincente: interessante anche scoprire quali e quanti ce ne siano e in quali film.  

 

Ma a una prima occhiata averli notati in Cenerentola del 1950 così come in Avengers: Endgame del 2019 mi pare che sia rappresentativo del fatto che li abbiano inseriti laddove li avevano disponibili. 

 

 



Nel catalogo ci sono tantissimi Classici Disney, film originali Disney sia live action che di animazione, e ci sono anche alcuni film che arrivano dall'acquisizione di 20th Century Fox come ad esempio Avatar e i film sugli X-Men.

 

Tanti anche i documentari, sia Disney Nature che National Geographic e, come per i film e le serie TV, anche qui si può scegliere la lingua e i sottotitoli. 

 

Altro lato positivo: cambiando lingua e/o sottotitoli durante la visione il contenuto non si ferma nemmeno per un secondo, ma prosegue come se niente fosse. 

 

 



La mancanza all'interno di Disney+ di molti film Pixar o Classici Disney è dovuta alla già dichiarata situazione attuale: sono tanti i prodotti della Galassia Disney che attualmente sono ancora presenti su altre piattaforme, come ad esempio Logan - The Wolverine che si trova oggi su Infinity o La Spada nella Roccia che è disponibile su Chili. 

 

Anche alcune serie sono monche di alcune stagioni, ma il tutto lo si deve agli accordi che The Walt Disney Company ha preso in precedenza e che sono ad oggi ancora validi. 

 

Nel momento in cui questi accordi scadranno non verranno mai più rinnovati, quindi pian piano su Disney+ arriveranno tutti i film e le serie TV Disney, ai quali poi si aggiungeranno tutti i prodotti nuovi. 

 

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I film pensati per la piattaforma come Lilli e il Vagabondo, le serie originali e nuove come ad esempio The Mandalorian o Il Mondo secondo Jeff Goldblum, i film che usciranno al cinema d'ora in avanti... non appariranno su nessuna piattaforma se non su Disney+. 

 

E questo, per la piattaforma con le orecchie da topo, è un plus che i competitor al momento non possono permettersi (è anche il motivo per cui Amazon e Netflix hanno aumentato a dismisura le produzioni interne negli ultimi 18 mesi). 

 

 



Simpatica la possibilità di personalizzare fino a 7 profili per ogni abbonamento, associando a ognuno una foto profilo presa dalle tante IP presenti all'interno di Disney+. 

 

Ogni profilo poi avrà la propria lista preferiti, i propri contenuti iniziati e quindi segnalati da finire, i contenuti consigliati in base a cosa si è già visto e si può indicare se un profilo sia o meno destinato a un utilizzo per bambini. 

 

Questo particolare mi ha fatto scattare un campanello. 

 

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Va detto infatti che il catalogo di Disney+ è al momento molto "PG13 oriented": per chi ha dei bambini è la piattaforma perfetta.

  

Ma Disney si ritrova in mano un catalogo potenzialmente gigantesco, che una volta che sarà davvero completo la concorrenza non potrà vantare.

 

Oltre ai contenuti più indirizzati a un pubblico giovane e giovanissimo, Disney ha oggi le sue manone guantate di bianco su tutte le proprietà già citate e note - quindi Disney, Pixar, Marvel, Lucasfilm e National Geographic - ma ha anche l'intero catalogo Fox, Fox 2000, Fox Searchlight, Hulu, ABC... 

Difficile dunque che possa scegliere di continuare a vendere le licenze alla concorrenza anche adesso che è proprietaria di una piattaforma. 

 

La possibilità di "bambinizzare" un profilo, oggi come oggi, non ha molto senso dato che i contenuti disponibili al momento su Disney+ sono effettivamente già tutti PG13, quindi adatti a un pubblico di giovani e giovanissimi. 

 

 

 

Ma potrebbe essere un'indicazione di come si muoverà Disney+ nel prossimo futuro. 

 

Per adesso, avendo colto l'occasione dell'offerta lancio e dividendola con la mia compagna, posso sinceramente dire che per 2,5€ al mese questa Disney+ mi soddisfa eccome. 

 

Attualmente vige l'offerta di una settimana di prova gratuita, al termine della quale potete scegliere l'abbonamento annuale per 69,99€ oppure il mensile per 6,99€. 

 

Vedremo cosa succederà in futuro, quanti saranno stati gli abbonamenti in Europa nel primo mese e quali saranno le contromosse dei competitor adesso che è arrivata l'ammiraglia delle piattaforme streaming. 

 

In ogni caso, come già scritto altrove, la continua offerta di prodotti audiovisivi da parte loro per riuscire a conquistare il pubblico avrà un solo vincitore assicurato: noi spettatori. 

 

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3 commenti

Manca l'impostazione dei sottotitoli. Sono grandi e con lo sfondo nero e non si possono modificare

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Yuri Palamini

4 anni fa

Ah ok! Personalmente non è un enorme problema, però certo aver la possibilità di scegliere la lingua che si preferisce sarebbe cosa gradita...

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Marco Volpe

4 anni fa

Purtroppo no! I doppiaggi italiani sono assenti in svariati prodotti, moltissimi cortometraggi animati classici ma anche in un elenco inaspettato di film live-action.... Aimè è abbastanza imbarazzante come cosa.

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