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Cineworld chiude temporaneamente il 90% dei suoi 9500 schermi: colpiti 45mila posti di lavoro

Il CEO di Cineworld parla della chiusura delle sale in USA e in UK e spiega le dinamiche dietro la decisione e cosa succede sul mercato

La news riguardo la possibile chiusura delle sale cinematografiche del circolo Cineworld/Regal in USA e UK circola ormai da qualche giorno, ma solo nella giornata di ieri è arrivata la decisione finale. 

 

Mooky Greidinger, CEO del gruppo Cineworld, ha avuto modo di dire la sua, spiegando come la decisione sia dovuta anche al rinvio di No Time to Die.

 

Il CEO ha parlato con un giornalista di Deadline, rilasciando una lunga intervista nella quale sottolinea come sia indiscutibilmente vero che il ritorno alla chiusura dei cinema sia dovuto all'incertezza dei calendari delle major, ma anche di come questo calendario sia viziato da quello che viene definito come "poco movimento" nell'area di New York. 

 

New York, area precedentemente al centro dei contagi, sembra essere ritornata a una situazione decente e stando alle dichiarazioni di Greidinger il flusso economico creato dall'area di New York è fondamentale per dare alle major un forte segnale riguardo le uscite in sala. 

 

 

 

 

Un segnale che è stato in parte smorzato dall'inflessibilità, come la definisce il CEO, del Governatore Anthony Cuomo, molto aspro verso i cinema ma più permissivo verso casinò e altre attività al chiuso, molto meno stringenti e sicure dal punto di vista delle disposizioni sanitarie per evitare la diffusione del contagio COVID-19.

 

Questo, anche se non viene detto direttamente, ha portato il pubblico a riporre poca fiducia nel circuito delle sale e di conseguenza - come abbiamo visto con Tenet, il cui incasso domestico è stato di soli 30 milioni di dollari - ha creato quel poco movimento in un hub economico fondamentale che ha fatto desistere le major, scatenando la catena di ritardi vista in questi giorni. 

 

Greidinger ha anche commentato come sia importante per loro mantenere una forte liquidità economica che viene messa a repentaglio tenendo le sale aperte senza un calendario di uscite, poiché questa mossa diviene estremamente costosa e porterebbe a conseguenze peggiori per i circuiti. 

 

Mantenere liquidità grazie agli incassi del mercato dell'Europa centrale, dove escono film dei mercati locali e dove Tenet ha incassato, in parte, i restati 260 e rotti milioni, è importante. 

 

 

[Tenet ha fatto da vittima sacrificale per testare il blockbuster in sala e sembra aver preso un brutto colpo]

 

Contestualmente il CEO ha anche escluso proposte di acquisizione così come ha escluso, proprio ponendo l'accento sulle manovre di chiusura temporanea, la chiusura definitiva di alcuni cinema. 

 

Inoltre viene fatto notare, su invettiva dell'intervistatore, come la catena sia pronta a riaprire qualora alcuni film attesi per Natale come Wonder Woman 1984 dovessero tenere fede all'impegno o qualora le major definissero un calendario più solido, dando fiducia al movimento che è possibile creare a New York, grazie a un calendario di uscite e abbattendo le politiche di Cuomo

 

Infine è anche curioso notare come Cinemark, terza catena cinematografica degli Stati Uniti, abbia invece fatto sapere che l'80% delle sue sale sia aperto e attualmente disponibile per la proiezione di classici e Watch Party privati, pubblicizzando la fiducia e la soddisfazione degli avventori, riguardo le manovre di sicurezza prese dalla catena.

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