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Perché non possiamo essere tutti critici cinematografici

Come funzionano i voti di Rotten Tomatoes e degli altri 'siti di critica'

Da quando la critica cinematografica si è spostata dalle riviste al web e dai saggi ai social network abbiamo assistito a un proliferare incredibile di critici improvvisati: la libertà di parola concessa da Internet e dai social ha convinto molti del fatto che la possibilità di esprimere il proprio parere debba necessariamente andare di pari passo con l'accettazione dello stesso da parte del prossimo. 

 

Il che, intendiamoci, non è sbagliato di per sé, ma lo diventa nel momento in cui il critico improvvisato di cui sopra decide di parlare di Cinema - che è l'oggetto del contendere e il topic di questo sito, ma il discorso generale è valido anche per la musica, la letteratura, ecc - elargendo complimenti o stroncature in maniera oggettiva, senza magari avere nessun tipo di studio accademico alle spalle. 

 

Di base, ognuno di noi è libero di esprimere un'opinione in merito a qualunque cosa, sulla base del proprio gusto personale. 

 

Meno libero però è di pretendere che tale opinione debba essere per forza di cose rispettata, soprattutto se a motivarla non c'è nient'altro che il proprio gusto e una disperata voglia di ergersi da soli su un piedistallo, con la convinzione di detenere la Verità Assoluta. 

 

 

["Io ho ragione e il resto del mondo ha torto"]

 

 

È il solito, vecchio, consunto discorso della differenza abissale che passa tra il "mi piace/non mi piace" e il "è fatto bene/è fatto male"

 

Quando si parla di Arte in genere ci si dimentica spesso questa sottile ma sostanziale differenza, che in altri campi invece appare ben più palese. 

 

Facendo un esempio sciocco: personalmente non ho alcun tipo di preparazione nell'ambito dell'architettura, quindi resto libero di sostenere che il nuovo grattacielo costruito a Milano mi piaccia oppure no ma non potrei mai sostenere che sia costruito male o meno. 

Perché non ho la minima idea di come si costruisca un grattacielo. 

 

Il mio parere finisce con il mio gusto personale, resta soggettivo e non si muove da quei limiti. 

 

Dovessi invece sostenere che quel grattacielo "è fatto male" verrei immediatamente redarguito e smentito da un architetto che mi spiegherebbe perché invece sia costruito benissimo; ovviamente a me quel grattacielo continuerà a non piacere, ma la differenza tra "mi piace/non mi piace" e il "è fatto bene/è fatto male" è chiara. 

 

 

 

 

La stessa cosa si potrebbe fare con la cucina. 

 

Io non so cucinare quindi le mie competenze, anche in questo caso, si limitano al gusto. 

Se mi trovassi al ristorante potrei tranquillamente dire che un piatto non mi piace, ma mai mi permetterei di dire che è cucinato male. 

 

Lo chef verrebbe a spiegarmi che il piatto è cucinato alla perfezione seguendo tutti i crismi del caso, e io accetterei la spiegazione pur continuando a pensare che quel piatto, sinceramente, non mi piace neanche un po'. 

 

Quando tutto ciò si sposta nell'ambito delle arti, in questo caso il Cinema, sono tantissimi che si dimenticano questo semplice concetto di base e che a tutti i costi cercano di convincere il prossimo che il proprio parere è quello giusto; raramente si ha a che fare con persone che sanno distinguere e che quindi ammettono che un film sia fatto bene nonostante a loro non sia piaciuto. 

 

E vale anche il contrario: quanti film ci piacciono tantissimo nonostante ognuno di noi sia consapevole del fatto che siano "film fatti male"? 

Per distinguere le due cose sono necessari alcuni ingredienti e... alcune mancanze.

 

L'assenza di presunzione e di arroganza è senza dubbio cosa essenziale per riconoscere i propri limiti; il riconoscimento del fatto che chi ha studiato un dato argomento ne sa per forza più di noi è un mattoncino importante, e non meno importante è la capacità di ascoltare il prossimo, a maggior ragione se fa parte del novero di coloro che hanno studiato e che, di conseguenza, possono insegnarci qualcosa. 

 

Quest'ultimo ingrediente va di pari passo con la voglia di imparare qualcosa: se siamo interessati solo allo scontro e alla cieca convinzione di avere ragione a tutti i costi, allora appare evidente che nessun confronto sano e costruttivo sarà mai possibile. 

 

Gli ingredienti andrebbero poi mescolati insieme e versati sul piatto di portata - scusate, ma dopo l'esempio della cucina il mio pensiero si è fermato in quell'ambito e ora mi vengono solo metafore gastronomiche - che funziona come punto fondamentale di tutta la questione: la predisposizione all'ascolto e la comprensione del fatto che la critica cinematografica non nasce per dirci se un film sia bello o meno, quanto piuttosto per spiegarci le motivazioni che rendono quel film valevole di una visione oppure no.

 

Mi riferisco ovviamente a un certo tipo di critica cinematografica, non certo alle due righe leggibili su un profilo Instagram improvvisato che si limitano a un 

"Oh figata questo film è una bomba voto 10 capolavoro fatto troppo bene!" da parte di qualcuno che sostiene

"Mi piacciono i film sono troppo un cinefilo ciao"

 

Chi ha studiato un determinato argomento possiede gli strumenti per analizzarlo, per contestualizzarlo, per andare oltre ciò che viene semplicemente mostrato. 

In poche parole: c'è una grande differenza tra vedere un film e guardare un film.  

 

Tra parlare di film e parlare di Cinema. 

 

 

[I critici improvvisati di Instagram davanti a un film "lento, noioso e sopravvalutato"] 

 

 

Come possiamo noi utenti quindi imparare qualcosa? 

 

Se non abbiamo voglia di studiare, possiamo banalmente confrontare il nostro gusto personale con ciò che dice la critica cinematografica.

 

Restando aperti al parere altrui, cercando di comprendere come mai un film che a noi non è piaciuto è stato invece osannato dalla maggior parte della critica mondiale. 

L'utente non in possesso degli ingredienti di cui sopra tenderà a bollare come "ignoranti" tutti coloro che non la pensano come lui, secondo l'assioma 

"A me il film non è piaciuto quindi tutti coloro che sostengono che sia un bel film stanno sbagliando". 

 

Anzi, solitamente per soggetti del genere l'assioma è diverso e diventa: 

"Io dico che il film è brutto quindi tutti coloro che sostengono che sia un bel film stanno sbagliando". 

 

Che è una frase che si spiega da sé e che ben definisce chi la pronuncia, o la scrive. 

Contestualmente, appare chiaro come anche il termine "sopravvalutato", affibbiato dall'uomo della strada a un film osannato dalla critica, sia la più lampante manifestazione di presunzione e arroganza. 

 

Riprendendo il discorso iniziale, oggi abbiamo la possibilità di leggere decine e decine di pareri su un film. 

Se volessimo imparare qualcosa da questi pareri, come possiamo muoverci in questa giungla di critica improvvisata che ci piove addosso da tutte le parti? 

 

Leggendo i pareri di critici autorevoli, o dando un'occhiata a ciò che i siti autorevoli ritengono tali. 

 

I maggiori siti dove si può tastare il polso della critica e dove si possono vedere "i voti ai film" sono conosciuti da tutti, e sono principalmente IMDb, Metacritic e Rotten Tomatoes.  

 

 

 

 

IMDb è il più noto: il più grande database mondiale di Cinema ha ormai trent'anni di vita, dal 1998 appartiene ad Amazon, vanta circa mezzo miliardo di visite al mese ed è al 51° posto tra i siti più visitati al mondo. 

 

Ma il suo sistema di voto è quello aperto agli utenti. 

La cosa quindi presta il fianco anche a tantissimi critici improvvisati non in possesso dei citati ingredienti, e non è quindi utile a conoscere cosa la critica autorevole pensi di un film. 

 

Non impariamo nulla. 

 

Come esempio vi basti sapere che nelle prime 10 posizioni dei film con il voto più alto su IMDb si leggono solo 4 titoli antecedenti al 1994. 

Chiunque può votare un film, anche il vostro vicino di casa che ritene capolavori i film di Uwe Boll e schifezze assolute i film di Sergio Leone. 

 

E soprattutto può votare un film senza nemmeno averlo visto. 

 

 

 

 

Metacritic fa invece un discorso diverso: oltre a dare la possibilità di voto agli utenti, il sito è un aggregatore di critiche. 

 

Nato nel 2001, è proprietà di ViacomCBS, il conglomerato che possiede anche Paramount Pictures. 

 

Il sito pubblica una media voto chiamata Metascore, che però a mio avviso ha più di una pecca: come si può leggere nelle FAQ, il Metascore è "una media ponderata dei voti dei singoli critici."

Metacritic raccoglie e agglomera le recensioni di 66 siti diversi, e le ricalcola secondo un sistema che non viene divulgato, ma che "assegna pesi diversi a ciascuna pubblicazione (...) facendo sì che alcune pubblicazioni contino più di altre nel calcolo del Metascore". 

 

Oltre ad essere palese l'assoluta arbitrarietà del metodo c'è da sottolineare un paio di cose: le 66 pubblicazioni prese in esame sono solo ed esclusivamente statunitensi e, nonostante si legga che periodicamente rivalutano quali pubblicazioni continuare a considerare, quali eliminare e quali aggiungere, il novero di queste pubblicazioni che vanno a fare media è sempre e comunque frutto di una decisione a monte, che secondo me invalida del tutto o quasi la "media voto". 

 

Senza considerare il fatto che, essendo Metacritic di proprietà ViacomCBS, il dubbio che "alcune pubblicazioni contino più di altre" a seconda se il film sia Paramount e di come sia stato recensito... è quanto meno lecito. 

 

 

 

 

Ecco perché ritengo personalmente che Rotten Tomatoes sia tra questi il più affidabile. 

 

RT appartiene a due major hollywooodiane: Fandango - società che vende biglietti cinematografici online, in mano per il 70% a Comcast, la stessa che controlla anche NBCUniversal e che possiede il 75% di Rotten Tomatoes - e WarnerMedia, che ne detiene il 25%. 

 

Anche Rotten Tomatoes è un aggregatore di recensioni, ma il suo Tomatometer ha due pregi che Metacritic non ha, e che allo stesso tempo sono anche fonte di incredibili fraintendimenti tra chi naviga il web alla ricerca dei "voti sui film" e che non va ad approfondire come funzioni la cosa. 

 

Quello che spicca maggiormente quando si controlla il voto di un film su Rotten Tomatoes è una percentuale. 

Che non va assolutamente confusa con il voto. 

 

Il punteggio del Tomatometer rappresenta la percentuale di recensioni positive da parte di critici professionisti, e viene calcolato dopo aver ricevuto almeno cinque recensioni.

Dopodiché il sito assegna un pomodoro di colore diverso a seconda del risultato. 

 

Quando almeno il 60% delle recensioni per un film è positivo, viene visualizzato un pomodoro rosso per indicare il suo stato Fresh.

 

Se invece le recensioni positive per un film sono al di sotto del 60% viene visualizzato un simbolo verde che indica un pomodoro schiacciato, e lo stato del film è Rotten, ovvero marcio. 

 

Oltre alla percentuale, viene indicata anche la media voto, da 0 a 10, della critica mondiale.

 

All'interno del voto "All Critics" vengono aggregate le recensioni di più di 400 critici provenienti da tutto il mondo, e viene anche compreso uno sparuto gruppo di "Top Critics", i più autorevoli tra gli autorevoli, che volendo è possibile separare da "All Critics" per avere una percentuale e media voto "Top". 

 

Ovviamente anche Rotten Tomatoes è aperto al voto degli utenti, che possono assegnare da 0 a 5 stelline e il cui voto fa media a sé, ma con una sostanziale differenza rispetto agli altri: essendo di proprietà di Fandango il sito può verificare che gli utenti abbiano effettivamente visto il film che stanno votando mediante il biglietto comprato, eliminando quindi il voto dato casualmente o - come è successo in alcuni casi eclatanti - il voto dato apposta per provare a cambiare la percezione di un film appena uscito. 

 

Come vengono scelti i critici il cui voto andrà a formare la percentuale del Tomatometer e la media voto? 

 

Rotten Tomatoes in questo è molto chiaro, al contrario di Metacritic, e ritiene necessarie alcune caratteristiche: nel caso di un sito web le pubblicazioni devono avvenire con costanza da almeno 24 mesi, il sito deve avere un minimo di 2 milioni di visite ogni 6 mesi e deve avere una comprovata presenza su social network quali Facebook e Instagram. 

 

Ecco perché su Rotten Tomatoes non possono votare tutti, ed ecco perché in linea di massima le recensioni aggregate arrivano da siti che hanno una certa nomea e non dal blog di quel vostro vicino di casa amante di Uwe Boll. 

 

Soprattutto ecco perché quando andate su Rotten Tomatoes non dovreste guardare solo ed esclusivamente quel numero in percentuale che appare scritto in grande, ma approfondire il tutto.  

 

 

 

 

Non stupitevi se navigando nel sito leggete che Metropolis, Mad Max: Fury Road, Taxi Driver e Black Panther hanno tutti un 97%. 

 

Quello non è il voto al film, ma la percentuale di critiche positive. 

 

Andando ad approfondire scoprirete che Metropolis, il capolavoro di Fritz Lang del 1927, ha una media voto di 9,1 su 10 ottenuta da 126 recensori, che diventa 9,25 leggendo solo le 38 "Top Critics". 

 

Il film di Martin Scorsese ha una media voto di 9,05 su 10, con appena 3 recensioni non positive su 87. 

La media voto di Mad Max: Fury Road è 8,59 su 10, quella di Black Panther è 8,28 su 10. 

 

Eppure tutti e quattro i film hanno "il 97% su Rotten Tomatoes". 

 

Altri due esempi con film molto conosciuti usciti nel 2019: Avengers: Endgame e 1917. 

 

Il film Marvel presenta uno sfavillante 94%, mentre il war movie di Sam Mendes arriva "solo" all'89%.

Se però approfondiremo la cosa ci accorgeremo che la media voto per gli Avengers è 8,24 su 10, mentre per 1917 è 8,36 su 10. 

 

Meno critiche positive per il film di Mendes, ma media voto più alta.  

 

 

 

 

Leggendo le Top Critic la differenza è ancora maggiore: Avengers: Endgame ottiene un 93% di critiche positive ma una media voto di 7,7 su 10. 

 

1917 scende ancora e ottiene un 85% di critiche positive, ma la media voto sale addirittura all'8,46 su 10. 

 

Tutto ciò non significa che i critici siano dei pazzi.

Chi ha gradito Avengers: Endgame è in maggior numero rispetto a chi ha gradito 1917, ma l'entusiasmo nei confronti del film Marvel è stato evidentemente più tiepido rispetto a quello raccolto dal film Universal. 

 

Più critiche positive in generale, ma voto più basso. 

 

Rotten Tomatoes, così come gli altri, ci presenta la cosa più importante sotto tutti questi strani numeri da interpretare: le recensioni da leggere. 

 

Perché, come dicevo prima, non sono tanto i numeri a fare la differenza, ma le argomentazioni. 

Se un film che non ci è piaciuto scopriamo avere ottenuto il 97% di critiche positive non significa che noi abbiamo ragione e che il 97% di chi fa critica per professione si è sbagliato o era ubriaco quando ha visto il film. 

 

Stiamo sbagliando noi. 

 

Per capire perché stiamo sbagliando ci basterà leggere un po' di queste critiche, che ci racconteranno i motivi che hanno spinto i recensori a giudicare positivamente un film che a noi non è piaciuto. 

 

Scopriremo magari di non aver prestato attenzione a certi aspetti, di averne trascurati altri o di non esserci accorti di che tipo di messaggio voleva lanciare il film, presi forse solo dal mero aspetto visivo e dal livello più basico dell'opera cinematografica in questione. 

 

 

 

 

Se avremo voglia di imparare senza rinchiuderci in un castello di arrogante supponenza, leggeremo come mai quel dato film sia ritenuto invece un gran bel film da una maggioranza così preponderante di critici. 

 

Sia chiaro: il film continuerà a non piacerci. 

Non dovremo cambiare idea. 

 

Ma almeno ne avremo un quadro più completo, che andrà al di là del nostro mero gusto personale e dello stato d'animo nel quale eravamo quando lo abbiamo visto, o dell'aspettativa che ci eravamo fatti in merito, due fattori che spesso giocano un ruolo importante. 

E probabilmente ci verrà voglia di rivedere il film, per verificare se una volta imparate alcune cose saremo in grado di farle nostre e saremo capaci di guardare, e non soltanto vedere. 

 

Tutto ciò ovviamente se vorremo parlare di Cinema e non solo sputare giudizi sui film.

Se avremo voglia di apprendere, di conoscere, di crescere. 

 

Perché non possiamo sicuramente essere tutti critici cinematografici, ma senza dubbio coloro che lo sono possono trasmetterci un po' di amore per il Cinema, che come tutte le arti non va soltanto visto distrattamente, ma studiato, approfondito, scardinato, rielaborato e conosciuto per poter dire davvero di amarlo. 

 

Che è cosa ben diversa e ben più profonda rispetto al semplice "Mi piacciono i film sono troppo un cinefilo ciao". 

 

O a quel vostro vicino di casa.

 

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2 commenti

Kappa

4 anni fa

Rotten non mette voti,però a seconda della percentuale di recensioni positive decide se il film è"rotten" "fresh" o "superfresh", quindi sì, un giudizio finale lo assegna. Per me funzionerebbe meglio senza questo dettaglio.

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Teo Youssoufian

4 anni fa

l'articolo spiega proprio che Rotten non "mette voti". 

e i redattori dei siti da cui prende le recensioni per creare la media non sono certo persone che mettono "un voto altissimo o basissimo per motivi che esulano dal film".

e no: non puoi fare un'affermazione di quel tipo senza un "secondo me" davanti, proprio per le ragioni che ho scritto.

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