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Netflix e le sale cinematografiche: ''La Grande Guerra''

L'intervista a Sergio Troiano, gestore del cinema Ambrosio di Torino, unica sala piemontese a proiettare Sulla mia Pelle, il film su Stefano Cucchi distribuito da Netflix

Intervista a Sergio Troiano, gestore del cinema Ambrosio di Torino, una delle principale sale cittadine nonché una delle poche sale italiane ad aver proiettato Sulla mia Pelle.

 

Il film di Alessio Cremonini, che racconta gli ultimi 7 giorni di vita di Stefano Cucchi, è stato presentato alla 75ª Mostra del Cinema di Venezia nella sezione Orizzonti e ha come protagonisti Alessandro Borghi, Jasmine Trinca e Max Tortora. 

 

 

[Alberto Barbera, direttore artistico della Mostra del Cinema di Venezia, e Alessandro Borghi a una delle proiezioni del cinema Ambrosio]

 

 

- Partiamo dalla domanda più ovvia: come si è arrivati alla possibilità di proiettare Sulla mia Pelle in sala, nonostante i diritti per la distribuzione siano stati acquistati da Netflix.

E perché questa scelta?

 

In questo caso si è speso in prima persona Alessandro Borghi che, oltre ad essere il più grande attore italiano come dichiarato da Alberto Barbera a Venezia [ndr: il critico cinematografico è stato presente insieme l'attore ad alcune proiezioni al cinema Ambrosio], con un gesto coraggioso e profondamente generoso si è "impuntato" - chiaramente entro i limiti della sua posizione - minacciando di non accompagnare la promozione del film se questo non fosse passato in sala.

 

Netflix gli ha concesso il day-by-day.

 

[Alessandro Borghi spiega la sua scelta a una delle proiezioni]

 

 

Questo è stato un evento eccezionale e dobbiamo ringraziare Alessandro, che è stato anche presente in sala alle nostre proiezioni, così come Jasmine Trinca, Alberto Barbera e Alessio Cremonini.

 

Lucky Red, con Andrea Occhipinti in prima persona, si è spesa totalmente per sfruttare questa possibilità.

 

Spiace per le sue dimissioni da ANICA ma sono certo che l'abbia fatto con il sorriso perché questa è stata una scelta proiettata verso il futuro.

 

- Durante la Mostra di Venezia e nei giorni precedenti la proiezione in sala c'è stata una levata di scudi da parte di tutte le associazioni di categoria (ANEM, ANEC, ANICA...) in opposizione alla presentazione di un film distribuito da Netflix, soprattutto in ottica di una programmazione simultanea in sala e sulla piattaforma di streaming.

Perché si è dissociato dalla protesta dei suoi colleghi?

 

Ci sono state varie ragioni dietro la mia scelta: intanto credo che sia partita la "Grande Guerra" tra i nuovi sistemi di fruizione e quelli classici e penso che opporsi a questo cambiamento e all'innovazione che ne deriva sia antistorico e anacronistico.

 

Soprattutto perché chi veramente si ritroverà a essere vittima di questo scontro tra le grandi multinazionali della distribuzione on-demand - per ora Netflix, ma non ci vorrà molto che si aggiungano nuove piattaforme - e la grande "industria del pop-corn" è la categoria dei piccoli esercenti che puntano tutto sul Cinema di qualità. 

 

 

[Alberto Barbera e Alessandro Borghi a una proiezione all'Ambrosio]

 


Forse per altri film avrei seguito i miei colleghi, nonostante non ne condivida la posizione, ma credo che Sulla mia Pelle sia un caso differente: è un film sociale, importante e coraggioso che noi esercenti dobbiamo salvaguardare in quanto prodotto italiano [ndr: il film è prodotto da Cinema Undici e Lucky Red] prima di difendere, se così si può dire, la nostra posizione di sala cinematografica.

 

È un film da sala, con un'importante valenza politica e sociale, che deve essere visto e condiviso nel luogo più consono.

Non possiamo negare la cultura - soprattutto in questo caso - con un film che si va a porre nella grande Storia del Cinema italiano in compagnia indimenticati lavori degli anni '70, come quelli di Petri e Comencini

 

- Ancora due parole in merito al film.

Ci sono state varie critiche per la decisione di parlare di un'inchiesta ancora in corso e per il rischio di essere di parte.

Cosa ne pensa?

 

Le proteste in merito si sono spente quasi subito, non appena il film è stato visto, perché è un'opera lucida, non un attacco allo Stato o alle Istituzioni, ma una rappresentazione perfetta dell'indifferenza che troviamo a tutti i piani e in molti contesti quotidiani, oltre che dell'aggressività che può scaturire dall'essere umano.

 

Mio padre era poliziotto, ho ancora amici in quel mondo e, alla fine, il film è stato ben accolto da tutti nonostante non faccia piacere a nessuno vedere certe cose.

 

 

[Alessandro Borghi in una scena del film]

 

 

- Tornando a Netflix e alla questione del boicottaggio: dunque, secondo lei, la piattaforma di streaming sta difendendo un prodotto italiano?

 

Netflix, a differenza delle grandi multinazionali di tutti gli altri ambiti, valorizza il prodotto locale.

 

A differenza di molte multinazionali che operano nei settori più disparati, Netflix non sta sostituendo il suo prodotto - magari realizzato altrove - a quello autoctono, ma sta acquisendo film e serie TV  in tutto il mondo, valorizzandoli sul loro territorio d’origine e all'estero, proprio è come successo con Sulla mia Pelle.

 

In passato un film come questo non sarebbe mai arrivato negli Stati Uniti, come invece - forse - succederà ora.


E questo è merito di una piattaforma che può garantire agli artisti la possibilità di raggiungere 190 paesi nel mondo. 

 

 

[Jasmine Trinca e Alessio Cremonini a una proiezione all'Ambrosio]

 

 

È giusto quanto dicono Alfonso Cuarón e David Cronenberg: ad oggi questa nuova piattaforma è un'opportunità in più per gli artisti, e senza di essa non vedremmo molti film che invece resterebbero rinchiusi nel circuito di poche sale del solo paese di produzione. 

 

La lotta in difesa del contenuto deve venir prima di quella in difesa del luogo. 

È come un rito: se la chiesa cercasse di vietare di pregare per strada penseremmo tutti a una follia.

Il film buono deve essere per tutti, sia in sala sia a casa.

 

Ogni anno escono circa 1200/1300 film - dei quali solo una cinquantina sono boni film - e noi dobbiamo impegnarci per salvaguardarli e fare di tutto per farli arrivare al pubblico, che sa perfettamente cosa meriti di essere visto al cinema e cosa, invece, tra tutti quegli titoli, può rimanere intrattenimento da divano.

 

Se il prezzo da pagare è la contemporaneità con lo streaming legale... beh, meglio di nulla.

 

 

[Jasmine Trinca Alessandro Borghi in una scena del film]

 

 

- Non crede che ci sia il rischio di tagliar fuori una parte di pubblico?

Che il Cinema diventi "meno democratico"?

 

No, al contrario: negli anni '70 le sale avevano bisogno di difendersi perché pochi mesi dopo i loro prodotti uscivano sulla televisione pubblica e chiunque poteva vederli.

 

Oggi non è più così, anzi, spesso le televisioni non possono permettersi di comprare tutti i prodotti che noi cinema distribuiamo.

Di conseguenza la possibilità, per tutti, di raggiungere un film attraverso un servizio come quello dello streaming legale è un modello ben più democratico di quello di obbligare la gente ad andare al cinema - anche quando magari non può permetterselo e non ha una sala nelle vicinanza - con l'unica alternativa di perdersi titoli importanti come questo o come il film vincitore di Venezia.

 

- Come vede la discesa sul campo del VOD da parte di Disney? 

Può favorire la pluralità e magari mettere in difficoltà Netflix?

 

Secondo me la Disney punterà a difendere i suoi prodotti, come ha spesso fatto nel corso negli anni, e non credo che adotterà strategie offensive verso Netflix. 

 

Credo che la vera Morte Nera che potrebbe far concorrenza, anche aggressiva, possa essere Amazon che fino ad oggi è rimasta abbastanza in silenzio, ma che ha il volume economico per essere davvero un punto di rottura per la distribuzione.

 

Anche perché ha capitali talmente ingenti da poter far concorrenza a Hollywood o a chiunque altro. 

Noi sale dovremo farci trovare pronte a queste eventualità.

 

 

[Il pubblico a una delle proiezioni all'Ambrosio]

 

 

- Il rischio che la gente resti a casa invece di andare al cinema per lo stesso film è concreto.

Come sta andando Sulla mia Pelle qui all'Ambrosio?

 

L'accoglienza è stata grandiosa, molte persone mi ringraziano per il coraggio di averlo proiettato e questo ci rende molto felici. 

Abbiamo avuto numeri altissimi in tutta Italia nonostante le poche sale.

 

Basti vedere il box-office: siamo nella top-ten pur avendo 100 sale in meno di quasi tutti gli altri film presenti.

E siamo sempre tra i primi titoli della settimana in Piemonte, anche se siamo gli unici a distribuirlo in tutta la regione.

La polemica potrebbe aver aiutato, ma sinceramente non credo; penso che la presenza degli attori e del regista e la forza del film siano stati la principale forza trainante.

 

 

 

 

- L'Ambrosio da sempre organizza eventi, proiezioni straordinarie (anche con la presenza di ospiti d'eccezione), come quelle per Sulla mia Pelle, ed è allo stesso tempo punto di riferimento della Storia del Cinema italiano. 

 

Crede che questa sia la nuova via di sopravvivenza per la distribuzione in sala?


L'Ambrosio è nato nel 1913: è stato tra i primi cinema d'Italia ed è passato dal muto al sonoro, dal bianco e nero al colore, ha combattuto la TV, il satellite e lo streaming illegale.

Ora si trova davanti a questa nuova battaglia e non vogliamo farci trovare impreparati, ma "rinnovare questo scatolone".

 

È incominciato l'Hunger Games dei cinema.

 

In Cina esistono complessi con più di 50 sale, alcune più grosse per eventi, presentazioni e grandi conferenze, altre da massimo una ventina di posti in cui le persone possono "portare la fruizione casalinga con gli amici al cinema".

Non credo che questo modello sia applicabile in Italia per spazi e numeri, ma credo che sia chiaro che il cinema deve cambiare e rinnovarsi.

 

In questo momento storico di rivoluzione per i cinema, le sale devono ritrovarsi guardando indietro e tornare all'evento unico, al cineforum e alla condivisione perché ormai per lo spettatore lo streaming ha un appeal infinitamente maggiore, la qualità percepita è pari - se non superiore - e la comodità e il costo sono tutti dalla loro.


Quindi o si offre qualcosa di diverso e impossibile da avere online o rischieremo di perdere la battaglia.

 

Molte sale chiuderanno, ma se le piccole relatà che puntano sulla qualità sapranno muoversi con intelligenza potrebbe esserci una grande possibilità per tutti noi.

Per esempio, quest'estate abbiamo organizzato un cineforum sul Cinema anni '70 e gran parte delle persone presenti erano ragazzi che nemmeno conoscevano la parola cineforum.

 

Erano presenti perché attratti dal concetto di condivisione e dalla possibilità non solo di vedere, ma di poter portare via dalla sala qualcosa di più. 

 

 

[Sergio Troiano e Alberto Barbera a una delle proiezioni]

 

 

- Spesso si sente dire che Netflix stia uccidendo la sala.

È vero o era un processo già in corso? 

La fruizione di film online è solo una conseguenza o una delle tante cause?

 

Credo che le cause siano molteplici e ben precedenti alla nascita delle piattaforme streaming: la pirateria, la tecnologia che porta prodotti sempre più di qualità nelle case, la comodità, i costi, ma anche la rivoluzione portata delle serie TV. 

 

L'immissione di questa specie di metanfetamina "alla Breaking Bad" ha rivoluzionato il mondo della fruizione televisiva e cinematografica.

 

Anch'io, nonostante l'età, ne guardo spesso.

E ora le persone sono abituate a stare 5 o 6 ore davanti a delle puntate di telefilm seduti sul proprio divano, ma non a stare 2 ore in sala.

 

Inoltre, il prodotto offertogli ha una qualità elavatissima e comprensiva di ogni comodità possibile, come la possibilità di scelta della lingua originale, che il nuovo pubblico sembra apprezzare molto.

È una questione generazionale.

Vedremo come risponderà la grande distribuzione.

 

A nome della redazione di CineFacts.it mi sento di ringraziarla profondamente per la disponibilità e per aver portato in sala un film importante come Sulla mia Pelle.

 

 

 

[Tutte le foto e i video delle proiezioni sono realizzati da Sharon Di Cinci per il Cinecafè Ambrosio, che le ha messe a nostra disposizione]

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86 commenti

Davide Sciacca

5 anni fa

Eh ma noi (o almeno io) come consumatori del prodotto senza nient'altro da fare che far staccare biglietti o sottoscrivere un abbonamento cosa possiamo fare per spingere in quella direzione, secondo te?

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Davide Sciacca

5 anni fa

Direi che neanche la versione completa andrà lontano, ormai

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Adriano Meis

5 anni fa

"[...] prima o poi non sarà nemmeno necessario la visione in sala per vincere gli oscar o altri premi prenderanno il posto di qualcosa che diverrà il passato."

In poche righe hai descritto il mio incubo più oscuro. Un futuro dai tratti orwelliani e angoscianti...che ansia

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Davide Sciacca

5 anni fa

Non so cosa vincerà nel bilancio tra il pubblico affezionato dei piccoli cinema e la politica dei multisala. Questi ultimi possono azzardare di più secondo me perché possono cercare di mediare tra le sale che hanno, credo. Il rischio di avere meno sale sta che se tal film fa 50 biglietti, è davvero il tuo introito giornaliero. Poi io non vorrei chiudesse nessuno dei due, onestamente, è come avere un fast-food e un ristorante stellato, ti nutri da entrambi.

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Fabrizio Cozzolino

5 anni fa

Tra l'altro, solo in italia, se guardiamo all'offerta di film non originali (cioè non prodotti da Amazon) presenti su Prime Video, ci sono delle proposte molto valide, forse anche più valide di Netflix, artisticamente parlando. Su Netflix non mi è ancora capitato di imbattermi in un film di Chabrol o di Buñuel.

Ps. Mi riferisco alla semplice offerta, non alla produzione, ci tengo a sottolinearlo.

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Kelevra

5 anni fa

😩 Pensa che io non stavo nemmeno parlando dei multisala ma delle "normali" salette cittadine con 3 sale al massimo e le file da 18 poltrone che vanno dalla A alla H. 
La cosa orrenda è che se anche vai a vedere qualcosa di più ricercato ti trovi ad avere a che fare con gente che sembra andare al cinema appositamente per rovinare l'atmosfera agli altri. 
E' vero che il cinema è un esperienza, ma al momento è un esperienza orribile per i posti in cui riesco ad andare 😓

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Antonio Ciriello

5 anni fa

Si probabilmente sarà difficile, dopotutto lo stesso Sulla mia Pelle è stato distribuito in poche sale. Io vivo in provincia di Caserta e gli unici cinema che lo hanno proiettato erano uno a Napoli e uno a Salerno, quindi per me è stato impossibile andare a vederlo. Questo mi fa pensare male anche per Irishman, che si appresta ad essere un colossal in termini di budget, ma che temo vedrà la "luce" in poche sale, a meno che i nomi in gioco, Scorsese in primis, non spingano in un'altra direzione, come mi auguro.

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Fabrizio Cassandro

5 anni fa

Pensa che vivo a Torino e così ne conosco cinque o sei e non siamo proprio 5000 anime xD

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Fabrizio Cassandro

5 anni fa

Perchè, secondo Troiano, sa di essere nel giusto e di aver combattuto una battaglia (quella per Sulla Mia Pelle in sala) che con il tempo darà i suoi frutti, mentre coloro che hanno ostacolato questo progresso un po' alla volta si "distruggeranno da soli".
Io credo che bisognerà capire quanti lo appoggeranno non appena inizieremo a perderci i primi quattro o cinque filmoni in sala ed allora si vedrà se davvero vincerà questa battaglia o meno

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Kelevra

5 anni fa

Mi stai descrivendo un paradiso che non ho mai visto. 
E' così che immagino il cinema di un paese di cinquemila anime, gestito da un anziano signore con i capelli tutti bianchi, i calzoni con le bretelle e il papillon, che gestisce il cinema, ne è il proprietario e fa anche il proiezionista.

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