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Romulus - Recensione: una serie dal respiro internazionale

Recensione di Romulus, la serie creata da Matteo Rovere

Sono passati due anni da quando in Italia uscì Il primo re di Matteo Rovere, opera che convinse sia il pubblico sia la critica nonostante fosse una sorta di unicum nel nostro recente panorama cinematografico.

 

La storia era quella di Romolo e Remo e della relativa fondazione di Roma secondo il mito.

Un racconto mitico che il regista di Veloce come il vento ha saputo trasporre con sostanziale fedeltà e grande ambizione, grazie a uno sforzo produttivo importante e alla particolarità di voler girare il film in protolatino: una scelta stilistica che ha contribuito a rendere Il primo re una produzione originale e, soprattutto, più fruibile per il mercato internazionale. 

 

Matteo Rovere, sfruttando l’onda del successo del suo ultimo film, ha deciso di produrre, co-sceneggiare e dirigere i primi due episodi di una serie ispirata alla sua ultima fatica cinematografica: Romulus.

 

[Il trailer di Romulus]

 

 

Un’idea - come dichiarato dallo stesso regista - ben antecedente alle riprese de Il primo re.

 

Il successo del quinto lungometraggio di Rovere fuori dai confini italiani (specialmente nel mercato britannico) gli ha permesso di trasformare il sogno in realtà.  

 

Lo scrivo subito: Romulus non è una riproposizione de Il primo re in versione allungata, il titolo in questo caso può trarre in inganno, perché si tratta di un prequel: un’operazione simile a quella attuata per Suburra.

 

Scelta che si è rivelata vincente nell’economia del racconto, perché quella che ci viene mostrata è una storia nuova, in quanto i fatti antecedenti all'arrivo di Romolo e Remo non hanno la stessa fama del mito dei due fratelli.

 

La prima cosa che balza all’occhio guardando Romulus è la produzione gigantesca e maniacale dietro questa serie.

 

I villaggi sono stati creati da zero seguendo dettagliatamente i veri reperti archeologici - non sono state girate scene all’interno di teatri di posa - i costumi così come l’uso della lingua, anche in questo caso viene parlato il protolatino, contribuiscono a immergere lo spettatore nel mondo di Alba Longa dell'VIII secolo a.C.

 

 

[In Romulus il lavoro svolto dagli scenografi è di fondamentale importanza]

 

Una scelta non scontata e coraggiosa, ma che ha donato al prodotto finale un tocco di autenticità che molti prodotti americani non hanno. 

 

Una serie che guarda saggiamente ai grandi successi internazionali - Game of Thrones è molto presente in Romulus - ma che rimane fedele a se stessa nella poetica e nella storicità.

 

C’è l’ambizione di Rovere e di tutta la produzione - Groenlandia, Sky e Cattleya - di creare un prodotto audiovisivo adulto dove le scene di violenza non si risparmiano: i temi affrontati passano dalla fratellanza alla smania per il potere fino al concetto stesso di popolo, e portano lo spettatore a porsi delle domande e a riflettere andando oltre quindi al singolo episodio.

 

Una menzione d’onore va fatta ai truccatori che hanno svolto un lavoro grandioso e alla fotografia eccezionale che si sposa benissimo con il lavoro fatto dalla scenografia; la colonna sonora - dove spesso la musica diegetica si fonde con quella extradiegetica - contribuisce a creare delle sequenze veramente evocative ed emozionanti.

 

Nota di merito anche per la sigla d'apertura di Romulus cantata da Elisa che al suo interno ha un significato metacinematografico: il brano è una versione moderna di Shout dei Tears for Fears che mette in contrasto la modernità con l'arcaicità della serie, il nuovo che si affaccia sul vecchio.

 

Romulus è un prequel dove al suo interno si sviluppano tre storie di tre personaggi: Iemos, usurpato dal trono di Alba e costretto a fuggire; Wiros, un giovane dal passato ignoto costretto a sopravvivere sei mesi nei boschi e infine Ilia, una sacerdotessa deflagrata dall’amore di una vita in cerca di vendetta.

A fare da contorno c’è l’egemonia di Amulius e la sopravvivenza de I figli della Lupa, una tribù che si nasconde nei boschi.

 

Tre storie che porteranno a Romolo e Remo, tre storie che contribuiranno alla nascita di Roma.

 

 

[Grande prova di Andrea Arcangeli nei panni di Iemos]

 

Ma nel mondo di Romulus non è il numero perfetto a essere protagonista, ma il due: Rovere mette in scena una serie di dualismi che aiutano a dipanare il racconto in più situazioni stratificate.

 

Due fratelli, due re, due popoli, due donne che tessono le fila dei propri capi, creando dei contrasti che fanno prendere forza al racconto, anche se si ha la sensazione che alcuni personaggi siano meno approfonditi psicologicamente di altri.

 

Oltre ai caratteri principali l’ambiente riveste un ruolo importante all'interno della serie: il bosco è visto come luogo di rifugio e di minaccia, come una nuova casa o come nemico da bruciare.

 

Le sequenze più spettacolari si svolgono all’interno dei boschi a cui Rovere affida un ruolo da comprimario, ribadendo l’attaccamento alla Storia e alle ambientazioni che hanno fondato Roma.  

 

 

[Matteo Rovere ha anche il merito di aver di aver dato spazio in Romulus a tanti giovani attori]

 

C’è da dire però che non tutti gli avvenimenti e le situazioni che si creano all’interno di Romulus appaiono interessanti, con la conseguenza che alcune storyline risultano prolisse e prive di quel mordente che una serie dovrebbe avere.

 

In alcuni momenti ho avuto la sensazione di assistere a qualcosa di già visto - sempre dal punto dello sviluppo della sceneggiatura - e alcuni personaggi chiave mi è parso facessero delle scelte in totale contrasto con ciò che veniva mostrato nei minuti precedenti.   

 

Alcuni episodi, inoltre, non riescono a trovare un equilibrio nel racconto: la serie spesso si affanna da un punto di vista ritmico, alternando momenti di violenza improvvisa a situazioni di stallo completo che chiedono allo spettatore un piccolo sforzo per seguire Romulus.

 

Nel complesso però il lavoro di Matteo Rovere risulta promosso - benché non esente da difetti - in quanto dà un forte segnale alla serialità italiana.

 

Nel nostro panorama non si girano solo prodotti come Curon o Luna nera, ma anche Cinema di genere ben fatto, una missione che Rovere ha iniziato con Veloce come il vento e che sta portando avanti egregiamente anche sul piccolo schermo. 

 

Gli ultimi due episodi di Romulus andranno in onda venerdì 4 dicembre su Sky Atlantic mentre la serie completa sarà sempre disponibile on demand su Sky e in streaming su NOW TV.

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