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Cosa sarà - Recensione: Bruni racconta la malattia tra risate ed emozione

Il film in sala per appena 48 ore, dopo la nuova chiusura dei cinema a causa della pandemia

Il film di chiusura della 15ª edizione della Festa del Cinema di Roma è stato Cosa Sarà di Francesco Bruni.

 

Pellicola che, uscita al cinema il 24 ottobre, è rimasta in sala appena 48 ore per via del Dpcm che ha di nuovo chiuso le sale cinematografiche italiane.  

 

[Trailer di Cosa sarà

 

 

Cosa Sarà è una commedia dai forti tratti drammatici, il racconto autobiografico della malattia cui ha sofferto il regista stesso, la mielodisplasia, cioè un tumore del sangue.

 

Una pellicola ben strutturata e ben scritta, nel perfetto stile di Francesco Bruni, dove si ride e ci si emoziona parecchio.

Una finestra sulla vita e sulle relazioni interpersonali, in particolare con la famiglia.   

 

Non è un racconto medico, ma la rappresentazione dei momenti più duri nella vita del protagonista, che si ritrova da un giorno all'altro a fare i conti con lo spettro della morte, con la paura di non poter più riabbracciare i suoi figli o non poter litigare con suo papà.   

 

 

[Il photocall di Cosa sarà alla Festa del Cinema di Roma]

 

Sulle note di Perfect Day di Lou Reed, la pellicola si apre con il taglio dei capelli prima della chemioterapia cui si sottopone Bruno (Kim Rossi Stuart).

 

La sua degenza in ospedale in attesa del trapianto di cellule staminali si alterna ai flashback della sua vita passata e al percorso che l'ha portato su un lettino d'ospedale.

Scopre e riscopre cose della sua vita di cui non era a conoscenza, mentre nella sua mente si alternano le immagini dei 'fantasmi' del passato, i ricordi da bambino e l'immagine della mamma che non c'è più.   

 

Si ride e ci si emoziona, dunque, grazie anche alla scrittura pungente dello stesso Bruni, al cui fianco in fase di sceneggiatura c'è stato lo stesso Kim Rossi Stuart.

Il finale è esilarante, quasi surreale.    

 

 

[Kim Rossi Stuart in Cosa sarà è Bruno, il protagonista]

 

"Come nei miei tre film precedenti, la sceneggiatura (e dunque anche il film che ne deriva) ha dunque una base autobiografica, sulla quale si sovrappone un lavoro di invenzione romanzesca", ha spiegato Bruni. 

 

E, come negli altri film, il tono oscilla fra momenti inevitabilmente e puramente drammatici e altri dove affiora, nonostante tutto, un certo umorismo specialmente nel racconto dei rapporti familiari e dell’ambito professionale del protagonista (il Cinema, appunto)

 

 

[Il regista di Cosa sarà Francesco Bruni]

 


L'unica nota stonata di Cosa sarà, però, è proprio l'interpretazione del protagonista.

 

Personalmente non ho apprezzato l'approccio dell'attore, su cui si regge gran parte del film.

In molte occasioni ho percepito la finzione scenica, non mi ha concesso di immergermi nel film finendo per infastidirmi. Molto meglio, e di tono completamente diverso, l'interpretazione del personaggio malato, sul letto d'ospedale.

Più intensa e onirica. 

 

Sull'immagine del mare aperto e sulle note di Altrove di Morgan, il regista lascia la dedica finale a Mattia Torre, appassionato scrittore di Cinema e tra gli sceneggiatori della serie TV Boris, scomparso davvero troppo presto nel 2019, a soli 47 anni. 

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