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Un altro giro - Recensione: l'inno di Vinterberg alla sua 'ebbra' Danimarca

La pellicola con Mads Mikkelsen in sala (forse) a dicembre

Un altro giro uscirà nelle sale - probabilmente, è purtroppo il caso di dirlo - il prossimo mese di dicembre, distribuito da Movies Inspired.

 

Druk in danese vuol dire "ubriacarsi", "sbronzarsi".

 

Ed è esattamente quello che Thomas Vinterberg mette in scena con il suo nuovo film, presentato alla Festa del Cinema di Roma.

 

[Trailer italiano di Un altro giro]

 

 

Quattro insegnanti delle scuole superiori, incuriositi dalla strana teoria dello psicologo norvegese Finn Skårderud secondo la quale ognuno di noi nasce con un deficit di alcol nel sangue pari allo 0,05%, scelgono di verificare di persona quanto sostenuto dallo scienziato.

 

Decidono così di bere costantemente durante l'intera giornata, in modo controllato, appuntando accademicamente ogni dettaglio della "ricerca".

 

Ben presto la loro routine quotidiana comincia a cambiare, portando benefici ad ogni singolo "ricercatore", dal professore di Storia svogliato all'insegnante di musica che sembrava aver perso la sua passione.

 

 

[La cena di Un altro giro durante la quale i quattro amici decidono di cominciare la loro "ricerca"]

 

Non tutto, però, è così come sembra.

 

I quattro decidono di spingere al limite la loro ricerca, per il bene della scienza, ma finiscono per essere travolti da una tempesta fisica ed emotiva che colpirà in modo differente ognuno di loro.

I protagonisti di Un altro giro sono tutti perfettamente in parte, con scelte di fotografia che sottolineano gioie e drammi della pellicola.

 

 

Su tutti spicca l'interpretazione di Mads Mikkelsen nei panni di Martin, l'insegnante di Storia con un passato da ballerino jazz e un presente tra libri, studenti e l'inevitabile routine familiare.

 

Ma l'esercizio corale riesce grazie anche alle prove di Thomas Bo Larsen (Tommy, l'insegnante di educazione fisica), Magnus Millang (Nikolaj, l'insegnante di psicologia) e Lars Ranthe (Peter, l'insegnante di musica).

 

 

[Mads Mikkelsen: in Un altro giro è Martin, annoiato insegnante di Storia]

 

 

Il fim di Vinterberg è un autentico inno all'ebbrezza, ambientato in una nazione, la Danimarca, dove quello dell'alcol è uno dei principali problemi soprattutto tra i giovani.

 

Lo sottolinea lo stesso regista nella sua opera, quando decide di aprire e chiudere la narrazione proprio con le scorribande alcoliche dei ragazzi.

Manca - ma sembra essere una chiara volontà del regista - la stigmatizzazione di alcuni comportamenti, se non in un paio di passaggi affidati ai ruoli femminili della pellicola, dalle mogli di Martin e Nikolaj alla preside dell'istituto. 

 

"Vogliamo che sia un omaggio all'alcol, ma è ovvio che vogliamo anche dipingere un quadro sfumato" , ha spiegato il cineasta. 

Incorporato nel nostro esame dell'essenza dell'alcol si trova il risvolto della medaglia: sappiamo bene che le persone muoiono e vengono distrutte dal bere eccessivo e dall'alcolismo.

Un'esistenza con l'alcol genera la vita, ma può anche uccidere".

 

Thomas Vinterberg ha poi aggiunto 

"Un altro giro vuole essere una storia sfaccettata che allo stesso tempo provoca e diverte, ci fa pensare, piangere e ridere per tutta la durata del film.

E si spera che lasci spunti di riflessione e di dibattito per un pubblico che vive in un mondo che, in misura crescente, è definito esteriormente dalla retorica puritana, ma di fatto ha un consumo di alcol piuttosto elevato anche da persone con un'età relativamente giovane".

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