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Greenland - Recensione: una famiglia alla fine del mondo

La recensione di Greenland, disaster movie con Gerard Butler e Morena Baccarin, nelle sale italiane dall'8 di ottobre 

Di asteroidi, pianeti e corpi celesti in rotta di collisione col nostro pianeta, il mondo cinematografico ne ha incrociati parecchi ma, francamente, vedere Greenland - disaster movie diretto da Ric Roman Waugh - in questo catastrofico 2020 fa davvero un po' strano.

 

Waugh, ex stuntman con alle spalle una carriera sui set di film come Universal Soldier, Last Action Hero e Il Corvo, porta sullo schermo l'ultima di una lunga serie di storie dove una cometa sbucata dal nulla sta per cancellare la vita dal pianeta Terra.

 

In una situazione emergenziale e terrorizzante come quella descritta, l'unica via di scampo è rappresentata da un bunker militare (situato nella Groenlandia che dà il titolo al film) dove pochi esseri umani selezionati dal governo potranno trovare la salvezza.

 

[Il trailer italiano di Greenland]

 

 

Nella sceneggiatura tratteggiata da Chris Sparling (Buried - Sepolto; La foresta dei sogni) le vicende sono raccontate dal punto di vista della famiglia Garrity, composta da John (Gerard Butler, anche co-produttore del film) e Allison (Morena Baccarin), coppia in crisi matrimoniale che tenta di restare unita per il bene del piccolo Nathan (Roger Dale Floyd), unico figlio dei due.

 

In un mondo al collasso, preda di roghi, pirotecnici impatti di frammenti di cometa, razziatori ed esseri umani poco raccomandabili, John farà di tutto per tenere unita la sua famiglia e condurla fino alla salvezza.

 

 

 

 

In Greenland, Gerard Butler, da impavido ed eroico agente dei servizi segreti americani di Attacco al potere 3 - Angel has fallen (diretto dallo stesso Waugh) si trasforma in un padre di famiglia dotato di fragilità e peccati dai quali cerca redenzione: un uomo decente, comune, che si impegna per il bene della propria famiglia e, se possibile, anche per il prossimo che si trova in difficoltà.

Il fulcro del film - distribuito in italia da Lucky Red - pare essere proprio questo: la prospettiva familiare all'interno del cataclisma (come era accaduto similarmente in The Impossible) e la possibilità di conservare altruismo e umanità durante la catastrofe.

 

 

 

 

Nel progetto originale Greenland doveva essere diretto da Neill Blomkamp (il regista sudafricano abbandonò il progetto nel febbraio 2019) e avrebbe visto Chris Evans nel ruolo di protagonista.

Il passaggio di testimone nelle mani di Ric Roman Waugh ha probabilmente dato un impulso maggiore alle scene di azione, adrenaliniche, che si susseguono per le due ore di durata del film.

 

Se le sequenze di massa - che portano sullo schermo le esplosioni di panico e fughe incosulte - risultano godibili, spesso non si può dire lo stesso di quelle più "posate" dove il montaggio - non propriamente plastico - di Gabriel Fleming fallisce nel supportare la rappresentazione visiva di Waugh; intento rispettato parzialmente, invece, dalla fotografia di Dana Gonzales che va progressivamente a spegnersi su tonalità scure (illuminate dai roghi accesi dai micro-frammenti della cometa) con l'avvicinarsi dell'impatto finale.

 

 

[Morena Baccarin è Allison Garrity in Greenland]



Se la spettacolarità degli effetti CGI è predominante in Greenland (e vale decisamente la visione sul grande schermo), soggetto e sceneggiatura si concedono tante, troppe scelte narrative incongruenti e dialoghi che hanno echi lontani nel filone dei film catastrofici.


Elementi che finiscono col non aggiungere nulla di nuovo a un film che, di fatto, è l'attualizzazione delle molte produzioni che, a fasi alterne nella Storia del Cinema, hanno tentato di cogliere e soddisfare le ansie e le paure del pubblico rispetto all'idea del "disastro finale".

 

In Greenland non c'è sicuramente l'ansia metafisica e allegorica che permea Melancholia di Lars von Trier, il lirirismo pop di Armageddon, o la pochezza di pellicole come 2012San Andreas o The day after tomorrow: l'ultimo lavoro di Waugh ci consegna invece un intrattenimento genuino e adrenalinico senza troppe pretese, parente di pellicole votate all'idea di tenere compagnia allo spettatore - fra l'ansia e il lieto fine - come nel caso di quel Deep Impact del 1998 prodotto da Steven Spielberg.

 

Greenland sarà nelle nostre sale a partire dall'8 di ottobre.

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