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La Montagna Sacra di Jodorowsky: piccola guida alla scalata

Una piccola guida per meglio comprendere il simbolismo contenuto dentro La Montagna Sacra di Alejandro Jodorowsky

Pretendere di analizzare un film come La Montagna Sacra di Alejandro Jodorowsky è un esercizio di boria che lascio volentieri a qualche altro recensore di qualche altro sito.

La Montagna Sacra

 

Invece di pubblicare l’ennesima “spiegazione” limitata e limitante ho deciso di dare vita a questa 'piccola guida alla scalata', per fornire a chi non ha dimestichezza con il cineasta, attore, artista, scrittore, psicomago cileno, alcuni elementi (da approfondire) e spunti di riflessione per rendere meno confusa la visione di quest’opera meravigliosa.

 

O meglio: la seconda visione di quest’opera, perché da qui in avanti farò degli spoiler e perché La Montagna Sacra merita un tentativo di scalata senza condizionamenti esterni.

 

[Fermatevi! Guardate La Montagna Sacra e poi tornate. E poi riguardate La Montagna Sacra!]

 

Ma prima un po’ di Storia.

 

Jodorowsky muove i suoi primi passi nel mondo del Cinema a Parigi, durante la sua esperienza teatrale, ma è in Messico che inizia ufficialmente la sua carriera da regista.

 

Dopo i disordini causati da Il Paese Incantato (Fando y Lis), Alejandro Jodorowsky tira fuori dal cilindro El Topo.

 

[Che sia La Montagna Sacra o El Topo, Jodorowsky è sempre una garanzia] La Montagna Sacra

 

 

Come ci racconta Teo nei cinefacts qui sopra, John Lennon si innamora di El Topo rendendolo un film cult.

Ma non basta!

 

Ne rimane invaghito a tal punto da convincere il suo manager Allen Klein a produrre, a scatola chiusa, il successivo film di Jodorowsky.

Il film in questione sarà La Montagna Sacra.

 

Gran colpo, John e Allen, non vi ringrazierò mai abbastanza.

 

 

[John Lennon e l'inseparabile Yoko Ono con Allen Klein] La Montagna Sacra

 

La prima parte

 

"La Montagna Sacra è un film di critica sociale, politica e religiosa."

 

Se qualcuno vi dovesse riassumere il senso del terzo lungometraggio di Jodorowsky con questa semplice formula, fuggite lontano.

 

Sicuramente i tre elementi appena menzionati sono presenti ma essi sono solo la cornice, la base di partenza per affrontare il vero tema principale del racconto.

 

 

[Vero è che Jodorowsky non le manda a dire e non risparmia nessuno] La Montagna Sacra

 

 

Il primo atto de La Montagna Sacra è ricco di momenti surreali e di critiche incisive dirette contro la religione cristiana in quanto modello del corporativismo religioso, contro le forze di polizia emblema dell’autoritarismo, e contro il popolo incosciente, intrattenuto e divertito dalla crudeltà della Storia e della cronaca.

 

Un mix surrealista di poesia e violenza.

 

Da questa melma si erge la figura del ladro, una sorta di moderno Gesù Cristo.

Un Cristo che è anche Anticristo.

 

Dopo aver conosciuto e rifiutato il superficiale e il mondano, al ladro infatti viene offerta la croce e viene indicata la Via del Signore.

 

Ben presto però egli capisce l’inganno che lo porterà, sul finire del primo atto, ad abbandonare il suo passato per salire sulla torre e iniziare il vero processo di conoscenza.

 

 

[Il ladro è giunto in cima alla torre e si prepara a squarciare il velo e ad incontrare l'alchimista]

 

Tarocchi

 

A inizio film, dopo la clamorosa introduzione, vediamo il ladro giacere nel fango e subito dopo una carta dei tarocchi: il Matto!

 

Chi segue Jodorowsky saprà della sua pratica di lettura dei tarocchi (a proposito, andate subito a guardare il suo racconto di quando li lesse a Kanye West).

 

 

[Il matto, la prima carta dei tarocchi di Marsiglia] La Montagna Sacra

 

 

Ma andiamo con ordine.

 

I tarocchi si dividono in 22 arcani maggiori e 56 minori.

Jodorowsky dischiude il simbolismo racchiuso nei ventidue arcani maggiori dei tarocchi di Marsiglia e lo utilizza per analizzare il presente (mai il futuro), rispondere alla domanda del consultante o quantomeno indicargli la via per la risoluzione del suo cruccio.

 

Studiando i tarocchi, Jodorowsky racconta di essersi reso conto del simbolismo contenuto nei ventidue arcani maggiori.

Dalla prima carta, il Matto, si giunge all’ultima, il Mondo.

 

Dall’infinita potenzialità e libertà si giunge alla realizzazione, attraverso la via passante per le altre venti carte.

E se aggiungiamo i cinquantasei arcani minori possiamo ottenere un mandala (mettetelo da parte, ci tornerà utile) che dal Matto ci guida verso il Mondo.

 

Vi lascio qui sotto la spiegazione dalla voce di Jodorowsky stesso.

 

Nel caso non fosse sufficiente e vi interessasse l’argomento vi consiglio caldamente il suo libro La via dei Tarocchi, scritto con Marianne Costa.

 

 

[Purtroppo l'ho trovato solo in spagnolo con sottotitoli in inglese, ma Jodorowsky è abbastanza comprensibile] 

 

 

Chakra

 

Dopo essere salito sulla torre, il ladro incontra l’alchimista, interpretato da Jodorowsky.

 

La prima azione dell’alchimista è quella di disarmare e acquietare il ladro.

Nel gesto, colpisce sette volte l’antagonista immobilizzandolo.

 

Dopo la rimozione del bubbone da parte della sua assistente, l’alchimista ripete i colpi riportando in stato di veglia il ladro.

 

L’operazione potrebbe alludere a un ribilanciamento energetico dei sette chakra principali dell’induismo (anche se una posizione differisce dagli originali), centri nei quali risiede e da cui fluisce l’energia divina.

 

I chakra sono dei cerchi mistici, dei mandala (continuate a tenerli da parte), e il loro simbolismo si ritrova nelle immagini di alcuni pavimenti della torre.

 

 

[Un mandala quasi uguale ad ajna chakra, il chakra del terzo occhio]   La Montagna Sacra

 

 

Alchimia

 

Oltre alla figura dell’alchimista, i simboli riferiti alla disciplina sono ben evidenti.

 

Nella scena che segue l’abluzione rituale vediamo il ladro chiuso dentro un vaso di vetro con davanti un’ampolla contenente un liquido giallo, probabilmente la sua urina.

 

Il vaso a forma di uovo rappresenta il luogo della rinascita, l’uomo e l’urina rappresentano l’homunculus e l’aqua permanens.

 

 

[Il ladro dentro il vaso/uovo di vetro in attesa che la trasmutazione alchemica dei suoi escrementi in oro giunga al termine]

 

L’assistente ha tatuato sulla schiena un caduceo che simboleggia il mercurio, elemento cruciale nella trasformazione alchemica.

 

Trasformazione che si basa sull’unione dei contrari rappresentati dai fluidi rosso e blu, la cui reazione porta alla mutazione degli escrementi in oro. 

Il disprezzo finale dell’alchimista nei confronti del ladro lo interpreto come un’esortazione a lasciare il dominio del terreno e la deriva materica presa dall’ultimo filone di alchimisti e abbracciare il lato simbolico, spirituale dell’alchimia.

 

Da qui inizia la ricerca dell’immortalità o per dirla in termini alchimistici la creazione della pietra filosofale.

 

 

[Non sei che merda! Puoi cambiare te stesso in oro]  La Montagna Sacra

 

Inoltre, nei titoli di testa, appaiono diverse volte le piume della coda di pavone - animale che compare nella scena in cui vengono introdotti i compagni di viaggio - simbolo alchimistico della totalità.

 

In particolare, ci vengono mostrati un mandala (here we go again) composto da un bersaglio circondato da piume di pavone, e un altro con un occhio al centro. 

 

Finisco, cosciente della parzialità di questa lista, con la rosa a sette petali, simboleggiante la trasmutazione, disegnata sulla copertina del manoscritto dei Rosacroce (un leggendario ordine mistico, cabalistico) in cui si narra dei nove immortali.

 

Anche qui, per chi volesse iniziare ad approfondire l’argomento e scovare altri riferimenti contenuti ne La Montagna Sacra, consiglio Psicologia e Alchimia di Carl Gustav Jung.

 

 

[Un atipico mandala con le piume della coda del pavone]  La Montagna Sacra

 

Enneagramma

 

L’enneagramma si trova nel ciondolo dell’alchimista e sul tavolo in cima a La Montagna Sacra, inoltre i partecipanti alla scalata sono nove.

 

Se parliamo di enneagramma sarebbe un errore capitale trascurare la figura di Georges Ivanovic Gurdjieff, per il quale esso rappresentava un simbolo universale per la comprensione del mondo da lui stesso definito "La pietra filosofale degli alchimisti".

 

 

[I nove immortali seduti alla tavola rotonda, ognuno in corrispondenza di un vertice dell'enneagramma]

 

Il primo contatto con la filosofia di Gurdjieff lo abbiamo quando l’alchimista prende il ladro sotto la sua ala e lo esorta a ricevere gli insegnamenti dei tarocchi allo scopo di creare un’anima.

 

Questo concetto è mutuato proprio dal pensiero di Gurdjieff secondo il quale l’uomo nasce senza un’anima e ha tutta una vita per crearla e sfuggire alla morte del corpo.

 

Aall’enneagramma vengono inoltre associati un sistema di tipizzazione delle personalità e un sistema di sviluppo del .

 

Su Gurdjieff non posso dilungarmi ma, come detto, se vi stuzzica l’idea di iniziare ad approfondire il personaggio vi consiglio Incontri con uomini straordinari.

 

 

[Georges Ivanovic Gurdjieff] La Montagna Sacra

 

Sciamanesimo

 

I nove, accompagnati dall’alchimista, iniziano il cammino verso La Montagna Sacra, ma prima di intraprendere la scalata vera e propria si dedicano a un percorso di crescita, purificazione e guarigione sotto la guida di alcuni sciamani.

 

Jodorowsky ha sempre dimostrato la sua vicinanza al mondo dello sciamanesimo, avendone attinto a piene mani nella creazione della Psicomagia.

Nel suo libro intitolato appunto Psicomagia racconta come siano state fondamentali le sue esperienze trasformative in quanto apprendista della guaritrice Pachita.

 

Tra i diversi riti mostratici ne La Montagna Sacra, mi soffermerei in particolare sull’assunzione del brodo di piante preparato dalla curandera.

 

Il riferimento alle piante come "umili guardiane del segreto", il rituale e i successivi avvenimenti, lasciano supporre una cerimonia a base di ayahuasca.

 

In contrapposizione alla saggezza delle piante abbiamo la critica, durante la visita al Pantheon Bar, all’LSD in quanto psichedelico ad uso ricreativo, sovente non accompagnato dal processo di introspezione necessario ad abbracciare il messaggio arrivato durante il trip.

 

 

[I riferimenti a una cerimonia con l'ayahuasca sono molto evidenti]

 

 

Mandala

 

Ed eccoci ai mandala, filo conduttore di questa guida.

 

Anche in questo caso non possiamo prescindere dalla trattazione del simbolo da parte di Carl Gustav Jung.

Vi riporto un estratto da Simbolismo del Mandala, ultimo capitolo del libro Gli archetipi e l’inconscio collettivo.

 

"Il loro motivo di base è l’idea di un centro della personalità, di una sorta di punto centrale all’interno dell’anima, al quale tutto sia correlato, dal quale tutto sia ordinato e il quale sia al tempo stesso fonte di energia."

 

 

[Carl Gustav Jung, fondatore della Psicologia Analitica]

 

 

Quando appaiono in serie, secondo le osservazioni di Jung, i mandala possono simboleggiare il Processo di Individuazione, ovvero un processo di avvicinamento dell’Io al Sé.

 

Sempre parlando del mandala e del , Jung dice:

 

"Benché il centro sia costituito dal punto più interno, esso possiede anche una circonferenza, un contorno, in cui è contenuto tutto ciò che appartiene al Sé, ossia le coppie di opposti costituenti la personalità nel suo insieme.

A questa totalità appartiene in primo luogo la coscienza, poi il cosiddetto inconscio personale, infine un segmento indefinitamente vasto dell’inconscio collettivo, i cui archetipi sono comuni a tutto il genere umano."

 

 

Anche in questo caso vi consiglio di approfondire l’argomento che, per necessità, ho dovuto appena accennare correndo il rischio di banalizzarlo.

 

 

[Uno dei mandala contenuti nel Libro Rosso di Jung pubblicato nel 2009 grazie a Sonu Shamdasani]

 

Con i mandala concludo questa piccola guida, forzatamente parziale, che ha il solo scopo di presentare alcune delle fonti da cui ha attinto Jodorowsky per la realizzazione de La Montagna Sacra. 

 

Sperando possa aiutarvi nella fruizione e invogliarvi a trovare la vostra chiave interpretativa per un film senza eguali.

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