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Rising Phoenix: la Storia delle Paralimpiadi - Recensione: il nuovo docufilm Netflix

Recensione di Rising Phoenix: la storia delle Paralimpiadi, il nuovo docufilm Netflix

La vita, si sa, è difficile. Ma c'è chi vive la propria assaporando ogni momento da vincente: questo è ciò che ci racconta Rising Phoenix: la Storia delle Paralimpiadi, docufilm disponibile su Netflix dal 26 agosto.

 

 

Il 2020 sarebbe dovuto essere l'anno delle Olimpiadi, che per ovvi motivi sono state posticipate. 

 

Il 2020 è però anche l'anno in cui si celebrano i 50 anni della nascita delle Paralimpiadi e Netflix festeggia aggiungendo al suo catalogo Rising Phoenix: la Storia delle Paralimpiadi, il docufilm di Ian Bonhôte (McQueen) e Peter Ettedgui (Vigo) che debutterà il 26 agosto sulla piattaforma streaming.

 

Noi di CineFacts.it abbiamo avuto la fortuna di vederlo in anteprima e abbiamo così potuto assaporare la bellissima storia di come le Paralimpiadi abbiano cambiato il modo in cui il mondo vedeva i disabili.

 

 

 

Con una forte empatia Rising Phoenix descrive le storie, le emozioni e i sentimenti di grandissimi atleti come la schermitrice italiana Bebe Vio, vincitrice di 51 medaglie d’oro e di 5 Coppe del Mondo o di Ellie Cole, nuotatrice australiana, dell'atleta francese di salto in lungo e sprint Jean-Baptiste Alaize, dell'arciere statunitense Matt Stutzman, del corridore inglese Jonnie Peacock. 

 

E ancora della sollevatrice di pesi cinese Cui Zhe, del giocatore di rugby australiano Ryley Batt, del velocista sudafricano Ntando Mahlangu, della fondista e biatleta statunitense Tatyana McFadden.

 

 

[Bebe Vio, campionessa italiana di scherma]

 

 

Rising Phoenix non racconta solo le testimonianze di nove atleti protagonisti, ma fa un vero e proprio excursus storico sulla nascita dei Giochi Paralimpici.

 

Dal 1948, quando il medico Ludwig Guttmann fondò i primi Giochi per disabili come metodo di riabilitazione fisica e psicologica, fino al 2016 a Rio de Janeiro, quando si rischiò di non fare i Giochi Paralimpici a causa della mancanza di fondi.

 

Un documentario che non espone solo i fatti, ma che riesce a entrarti dentro, grazie a racconti stupefacenti e ad una regia impeccabile, accompagnata da immagini forti di altissima qualità.

 

Le Paralimpiadi vengono raccontate nel documentario viste attraverso gli occhi di questi eroi dello sport, atleti che troppo spesso vengono lasciati nell'ombra o discriminati, ma che grazie ai Giochi Paralimpici dimostrano che non hanno niente da invidiare agli atleti normodotati.

 

Questi sportivi sono persone che hanno vissuto delle vite al limite e dei tragici eventi che li hanno portati alla condizione di disabilità in cui si trovano adesso, ma sono riusciti a fare dei loro limiti dei punti di forza, grazie al loro grande spirito e la loro voglia di vivere.

 

Sono tante le storie che vengono raccontate in Rising Phoenix, a cominciare da quella della nostra connazionale Bebe Vio, che nonostante venga colpita dalla meningite da piccola continua a giocare a scherma, il suo sport preferito.

 

Jean Baptiste Alaize, atleta francese, che ha vissuto l’orrore della guerra civile in Burundi e continua imperterrito a vincere, anche senza una gamba, che gli è stata amputata dopo essere stato colpito con un machete.

 

Matt Stutzman, invece, bambino nato senza braccia, è diventato campione di tiro con l'arco grazie all'educazione e all'amore della sua famiglia.

 

Il biondissimo Jonathan Peacock, con una gamba amputata da piccolo, è riuscito a correre assieme al suo idolo Oscar Pistorius, e addirittura a batterlo.

 

 

 

[Da una scena di Rising Phoenix, il docufilm sulle Paralimpiadi targato Netflix]

 

 

Ci sono altre storie da raccontare, tutte tragiche ma con un lieto fine, storie di persone rinate come la fenice del titolo.

Perché quando la voglia di vivere è più forte dei limiti che a volte la vita ci impone, come dice Bebe Vio: "La vita è una figata!"

 

Per ogni campione infatti il sogno è quello di rappresentare il proprio paese nella competizione internazionale più prestigiosa e di conquistare una medaglia olimpionica, salendo sul gradino più alto del podio.

 

Purtroppo viviamo in un mondo dove la lotta dei disabili è ancora molto evidente, dove le persone con disabilità vengono considerate come cittadini di Serie B.

Questo emerge soprattutto nei racconti di chi ha lottato per riuscire a far sì che i Giochi Paralimpici di Rio de Janeiro venissero realizzati.

 

Il punto di forza di Rising Phoenix è sicuramente il fatto di riuscire a descrivere momenti difficili e storie di vita tragica senza alcuna forma di pietismo, ma in maniera totalmente normale e, a tratti, perfino divertente.

 

Coinvolge e non annoia.

 

 

 

 

[Da una scena di Rising Phoenix]

 

 

Rising Phoenix permette allo spettatore di scoprire il fascino di un evento che purtroppo molto spesso è considerato di seconda categoria rispetto alle Olimpiadi, ma che in realtà è avvincente, entusiasmante e seguitissimo in tutto il mondo.

 

Con questo documentario Netflix continua a dare voce alle minoranze, aggiungendo un prodotto di questo calibro al suo catalogo streaming.

 

Personalmente ho trovato questo docufilm molto toccante, ne consiglio la visione anche a chi non fosse interessato all'argomento: è costruito davvero molto bene e getta un po' di luce su un mondo ancora poco conosciuto.

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