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Better Call Saul 5 - Recensione: un re Mida al contrario

La recensione della quinta stagione di Better Call Saul

La 4x10 di Better Call Saul ci aveva lasciato davanti allo schermo a bocca aperta, tra il divertito e lo stupefatto, con uno dei migliori finali di stagione della recente storia della serialità televisiva.

 

 

Quell'It's all good man sornione, ammiccante, sparato a bruciapelo a una Kim (Rhea Seehorn) a dir poco perplessa, segnava un passo decisivo nella trasformazione da fuco in farfalla, da James McGill a Saul Goodman.


Un Jimmy che, per un aspetto fondamentale, puntata dopo puntata, dimostra sempre più di essere il corrispettivo speculare di quel Walter White protagonista della ‘serie madre’ Breaking Bad.

 

 

 


Proprio come Walt, l’avvocato azzeccagarbugli di Better Call Saul è una sorta di ‘Re Mida al contrario’ in grado di distruggere - più o meno inconsapevolmente - ogni cosa o persona che entri in contatto con lui.

Esattamente come sosteneva il vecchio Chuck, che per questo motivo si era guadagnato le antipatie di noi spettatori.

A posteriori possiamo dire che non avesse tutti i torti...

 

Ma se quella di Mister White, da questo punto di vista, era una ripida picchiata verso il baratro dove trascinare chiunque - amici e nemici senza distinzione alcuna - per Saul, invece, è uno yo-yo continuo, frenetico, dove si passa in un battito di ciglia dallo Slippin’ Jimmy truffatore al prode James McGill, l’avvocato che si batte strenuamente per i diritti dei suoi clienti.

 

 

[Le tante "variazioni sul tema" operate in Better Call Saul dal buon Bob Odenkirk]

 

Il conflitto interiore di Jimmy/Saul, anche nella quinta stagione, continua ad essere uno dei piatti principali di Better Call Saul, estendendosi come un virus anche a Kim Wexler, con la quale il rapporto si ingarbuglia, riempiendosi di contrasti e tensioni accennate, chiarimenti, silenzi, fino ad arrivare a un matrimonio totalmente inaspettato.

 

Se nelle prime stagioni l’esplorazione dei rapporti fra personaggi premiava l’analisi del binomio fraterno Chuck/Jimmy, la stagione appena conclusa della serie creata dalla mente brillante di Vince Gilligan pone un grande accento su una Kim in balia a una perenne lotta interiore fra il cuore - che la porterebbe a lavorare in tribunale come avvocato pro bono per clienti bisognosi - e la ragione, rappresentata da una carriera di primo piano per la quale però non prova alcun trasporto.

 

Ma, soprattutto, per tutta la quinta stagione, Kim è corrosa dal dubbio interiore che si muove fra rigore etico/professionale e le “scorciatoie” disoneste con cui il virus-Jimmy l’ha infettata.

 

 

[Il cono ormai è a terra: da adesso è compromesso e chiunque è libero di cibarsene. Una metafora non indifferente]

 

 

In mezzo a tutto questo, dopo il ritorno in grande stile di Mister Pollos Hermanos (soprattutto dal punto di vista della definizione narrativa del personaggio), in seguito al blocco del progetto del super- laboratorio e la sconfitta dell’eterno nemico Hector, Gustavo Fring viene messo un po’ in secondo piano dal dipanarsi degli avvenimenti e dall’affermazione di quello che è senza dubbio il personaggio-rivelazione di questa ultima decina di Better Call Saul: Lalo Salamanca.

 

La cosa più buffa è che Vince Gilligan ha recentemente ammesso che non avrebbe voluto concedere tutto questo spazio al personaggio.

"Quasi mi vergogno di ammetterlo adesso, ma ai tempi delle prime stagioni, quando ero più attivo sullo show, Peter (Gould, produttore esecutivo insieme a Gilligan n.d.r) continuava a dire 'Dobbiamo far vedere chi è Lalo'.

 

E io rispondevo 'Non so se dobbiamo rispondere a ogni singola domanda'.
Beh, mi sbagliavo: se Peter non avesse insistito non avremmo avuto Tony Dalton, e con lui questo personaggio fantastico."

 

 

[Dai, come si fa a non amarlo? TACA TACA TACA EN MI CABALLO!]

 

 

Il luogotenente del Cartello interpretato con enorme bravura da Tony Dalton ha una natura ambigua e ferina, simile a quella del Coati, il procione protagonista della storia minacciosa raccontata da Gustavo a Hector nella stanza di ospedale di quest’ultimo nella scorsa stagione. 

 

La definizione e l’estensione caratteriale del cugino di Tuco ha un fascino straordinario: canterino brillante, simpatico, solare, ma soprattutto scaltro, Lalo è dotato anche di quella lucida follia caratteristica del clan dei Salamanca.

Quella impulsiva e imprevedibile, pronta ad esplodere quando la vittima meno se lo aspetta.

 

Caratteristiche che rendono Eduardo Salamanca un personaggio dotato di un fascino sinistro che non può che irretire e catturare le simpatie dello spettatore. La curiosità più grande, al momento, è quella di vedere come nella prossima stagione l’unico Salamanca rimasto attivamente in gioco perderà le sue caratteristiche di guascone in favore di una ferocia che si preannuncia essere totale.

 

Buona fortuna a Nacho e Jimmy.

 

 

[Non c'entra molto col discorso che stavo facendo, ma... potevo non metterla?!]

 

 

Un altro elemento dell’intreccio che spicca in questa quinta stagione di Better Call Saul è quello rappresentato dalla risposta emotiva manifestata da Michael Ehrmantraut alla morte del capo-cantiere Werner Ziegler, eliminato per mano dello stesso responsabile della sicurezza di Los Pollos Hermanos.

 

Personalmente, vedere un personaggio come Mike perdere il suo proverbiale controllo fino al punto di esplodere contro l’adorata nipotina mi ha sorpreso.

Nel corso della sua storia pregressa - nonostante le nefandezze da lui commesse - ci sono stati forniti una serie di elementi che indicano una sostanziale bontà d'animo dell’ex sbirro di Philadelphia.

 

Ma sbattere il naso contro un evento in grado di traumatizzarlo fino a questo punto è stato tanto inaspettato quanto positivo per la 'resa' del personaggio.

 

 

["Nonno Mike" è uno dei personaggi più umani e belli di Better Call Saul]

 

 

La quinta stagione di Better Call Saul ci consegna come sempre un prodotto dotato di una qualità tecnico-visiva di altissimo livello, sotto ogni punto di vista (pensate solo che alla scelta della soundtrack in bilico perenne fra oldies sudamericani, yodel e musica contemporanea), ma soprattutto con una capacità di sviluppo dei personaggi davvero impressionante.

 

Ovviamente anche grazie a un cast che definire 'di livello' è alquanto riduttivo.

Giancarlo Esposito, Jonathan Banks, Rhea Seehorn, Tony Dalton e, ovviamente, Bob Odenkirk hanno fatto un lavoro eccezionale.

Ormai a Esposito basta fissare una friggitrice per mettermi paura. 

 

Gus guarda la friggitrice.

La friggitrice non si muove. Gustavo continua a guardarla.

Più arrabbiato.
Brrr.

 

 

[Io che guardo Gus che guarda male la friggitrice]

 

 

Anche negli episodi ‘filler’ (penso ad esempio alla 5x08, Corriere) gli showrunner della serie AMC sono riusciti a costruire una tensione narrativa costante, perfettamente in grado di donare ai personaggi - e ai vicendevoli rapporti di questi ultimi - una profondità descrittiva sbalorditiva, capace di tenere lo spettatore incollato allo schermo.

 

La rappresentazione di questo concetto la si ritrova anche nel finale di stagione, sicuramente movimentato, ma non 'esplosivo' quanto - probabilmente - molti spettatori avrebbero voluto.

 

È proprio in questo che Better Call Saul si distingue come serie TV straordinariamente intelligente: nel non eccedere in cliffhanger (praticamente assenti) o in sbalzi narrativi immotivati, lasciando invece che gli avvenimenti si susseguano in maniera naturale, ora pacata, ora concitata, senza che la penna degli sceneggiatori tiri fuori lo spettatore dalla finzione in cui è immerso. 

 

 

 

 

Al team di scrittori di Better Call Saul è stato sufficiente ribaltare la prospettiva, ancora una volta, rendendola speculare rispetto alla conclusione della scorsa stagione: una trovata tanto semplice quanto geniale.

 

Sorprenderci nuovamente con lo stesso espediente narrativo, rovesciandolo nei suoi poli - secondo il parere di chi scrive - è un tocco di classe e originalità non indifferente.

 

A questo punto, l'attesa per  la conclusione della storia di Jimmy e compagni è semplicemente stellare.

La sesta stagione di Better Call Saul vedrà per forza di cose la scomparsa di alcuni personaggi, tre su tutti Kim, Lalo e Nacho... come usciranno di scena?

 

Ma soprattutto, la stagione finale sarà quella che vedrà dissolversi completamente il dubbio morale che spacca l'animo di Jimmy McGill, il quale si trasfigurerà definitivamente nel mostro senza etica, il 're Mida al contrario', Saul Goodman.

 

Non vedo l'ora... e voi?

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