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La situazione dei cinema in Italia durante l'emergenza: intervista agli esercenti

Abbiamo voluto intervistare alcuni esercenti in varie regioni d'Italia per conoscere il loro pensiero in merito e per sapere come stanno affrontando la cosa, oltre a sapere come stava andando la stagione cinematografica in corso

Da ormai un mese in Italia le sale cinematografiche sono chiuse. Il DPCM dell'8 marzo 2020 legato all'emergenza per la pandemia da Coronavirus ha sancito la chiusura di molti luoghi di aggregazione così come di tante attività, e senza dubbio tra quelle che stanno più accusando il colpo ci sono proprio le attività legate agli spettacoli cinematografici. 

 

 

Abbiamo voluto intervistare alcuni esercenti in varie regioni d'Italia per conoscere il loro pensiero in merito e per sapere come stanno affrontando la cosa, oltre a sapere come stava andando la stagione cinematografica in corso. 

 

La situazione ovviamente non riguarda solo l'Italia: negli Stati Uniti film come Onward e Bloodshot sono passati velocemente dalla sala alla fruizione sulle piattaforme streaming, dopo che anche negli USA si è resa necessaria la chiusura di oltre 5400 sale per via dell'emergenza legata al Coronavirus. 

 

Ma non solo: in questi due casi si tratta di film già usciti in sala e che hanno visto la chiusura dei cinema in piena distribuzione. 

Diverso è il caso di Trolls World Tour, la cui uscita in sala era prevista per il 10 aprile e che invece di essere rimandata è stata immediatamente girata in streaming. 

 

Il Presidente dell'Associazione Nazionale Esercenti USA John Fithian ha rilasciato un'intervista all'Hollywood Reporter dichiarando che 

"Solo la Universal, e solo su Trolls, uno studio ha saltato l'uscita cinematografica e si è rivolto direttamente allo streaming.

Universal continua a dire ai consumatori che Trolls World Tour verrà distribuito simultaneamente nei cinema e nelle case il 10 aprile e mentono ai consumatori.

 

Universal sa che i cinema rimarranno chiusi il 10 aprile, quindi a differenza di tutti gli altri distributori che dovranno semplicemente ritardare le loro uscite per quel periodo di tempo, ma sanno bene che l'uscita nelle sale è essenziale per il loro modello di business, Universal su Trolls non ha preso questa decisione.

Gli esercenti non lo dimenticheranno." 

 

L'ultima frase racconta bene quale sia il sentimento attuale degli esercenti cinematografici nei confronti delle major che al posto di rinviare l'uscita di un film - come sta avvenendo per tantissimi titoli, da No Time to DieTop Gun: Maverick - scelgono di saltare completamente il passaggio e andare diretti sullo streaming. 

 

Della stessa idea infatti è anche l'International Union of Cinemas (UNIC), l'organismo che rappresenta i proprietari dei cinema europei, che ha sottolineato la sua opposizione a qualsiasi sfida alla finestra cinematografica nonostante la diffusa chiusura dei cinema a causa della crisi legata al Coronavirus.

 

In una dichiarazione rilasciata il 20 marzo, l'UNIC ha dichiarato:

"Dato che gli impatti finanziari di questa crisi senza precedenti sul nostro settore non sono ancora del tutto chiari, questo non è il momento di cercare guadagni finanziari a breve termine, a spese del settore nel suo insieme".

 

UNIC, il cui CEO è Laura Houlgatte, rappresenta le associazioni degli esercenti nazionali e gli operatori cinematografici in 38 territori europei, coprendo oltre 42.000 schermi in tutta la regione.

I membri includono le catene Les Cinémas Pathé Gaumont, Cineplex, Cineworld Group, Kinepolis Group, Odeon Cinemas Group, UGC e Vue International. 

 

Questa la situazione delle più grandi catene cinematografiche mondiali, con circa 25000 schermi chiusi: 

 

 

[Tabella: Variety Intelligence Platform - Fonte: National Association of Theatre Owners, Company Statements]

 

 

Non sono solo gli esercenti a premere affinché la visione in sala rimanga la scelta principale da parte dei distributori. 

 

Pochi giorni fa il regista e sceneggiatore Christopher Nolan ha scritto una lettera al Washington Post rivolgendosi al Congresso degli Stati Uniti, affinché vengano presi provvedimenti per salvaguardare le sale cinematografiche e tutta la filiera produttiva del Cinema, che coinvolge non solo 

"(...) le star, le grandi case di produzione, il glamour. (...)

[ma anche coloro] che lavorano nelle aree di ristoro, che gestiscono gli impianti, che staccano i biglietti, prenotano i film, vendono pubblicità, puliscono i bagni dei cinema." 

 

Ecco quindi perché come CineFacts.it abbiamo sentito il bisogno di dare voce agli esercenti italiani, per dar loro moodo di rivolgersi a quel pubblico che al momento non hanno e per sentire quale sia la situazione attuale. 

 

Registriamo che le grandi catene italiane The Space e UCI Cinemas hanno preferito non rilasciare dichiarazioni ufficiali, e ringraziamo per la disponibilità

Laura Fumagalli e Famiglia di Arcadia Cinema (Melzo - MI),

Francesco Santalucia del Multicinema Galleria di Bari,

Lucia Botturi del Circuito Cinema Fiume, Pindemonte, Kappadue, Diamante di Verona

Nicola Curtoni del Cinema Mignon di Sondrio

Giuseppe Fraccalvieri del Cinema Splendor di Bari

Pio De Lorenzo del Cineteatro Sala Farina di Foggia

 

 

[L'ingresso del Cineteatro Sala Farina di Foggia]

 

 

CineFacts.it:

Il DPCM dell'8 marzo 2020 ha stabilito la chiusura di tutte le sale cinematografiche sul territorio nazionale: come avete accolto la notizia?  

 

Francesco Santalucia, Multicinema Galleria di Bari:

"Più che aspettarcelo lo invocavamo. L'idea di continuare a lavorare in quel modo, con una persona seduta e due poltrone non era più fattibile, sia in termini economici che in termini gestionali.

Abbiamo accolto con favore l'idea di chiudere definitivamente il cinema."  

 

Lucia Botturi, Circuito Cinema Fiume, Pindemonte, Kappadue, Diamante di Verona:

"Era nell'aria ma dopo già due settimane di chiusura abbiamo imparato ad essere cauti.

Si paventava l'idea di aprire con ingressi contigentati e utilizzando il droplet.

Le circostanze sanitarie però cambiano di giorno in giorno e non è stato possibile anche avendo filtri d'aria e 500 posti in sala.

 

Pio De Lorenzo, Cineteatro Sala Farina di Foggia:

"Ce lo aspettavamo.

Essendo una monosala per noi è stato abbastanza semplice gestire la capienza del cinema, seguendo le precedenti direttive ministeriali."  

 

Nicola Curtoni, Cinema Mignon di Sondrio:

"Abbiamo accolto il tutto con molta sorpresa: è stato un colpo improvviso e a livello nazionale, quindi certamente non ce lo aspettavamo." 

 

Giuseppe Fraccalvieri, Cinema Splendor di Bari:

"Diciamo che, considerando l’andazzo di quello che avvenuto in Cina e di quello che è avvenuto a Milano, ce l’aspettavamo.

Basta un minimo di ragionevolezza per andare incontro a questa decisione. È una misura drammatica ma necessaria.

 

Drammatica, quasi marziale come disposizione, però se questo può servire a ridurre anche di un minimo il contagio e soprattutto a far aprire gli occhi alle persone sulla serietà della questione.

Il problema è purtroppo serissimo perché le sale cinematografiche, soprattutto una sala come la mia, in questo periodo aveva un discreto rendimento soprattutto perché tra Berlino e Cannes, con le feste di Pasqua alle porte, c’è sempre una certa vivacità del pubblico a seguire la programmazione.

Il danno è mostruoso." 

 

 

[La sala del Cinema Splendor di Bari]

 

 

Esiste un accordo attualmente in vigore tra voi esercenti e la distribuzione?

Quando la situazione tornerà alla normalità e le sale riapriranno ripartirà la programmazione da dove si era interrotta?

 

Francesco Santalucia:

"Non lo sappiamo.

Immagino che alcuni film che erano in sala continueranno a essere trasmessi, mi riferisco per esempio a Volevo nascondermi di Giorgio Diritti.

La situazione è così straordinaria che nemmeno le distribuzioni hanno un’idea precisa sul da farsi. 

Al momento non si hanno certezze, ma sono convinto che almeno per la prima settimana, il tempo di organizzarsi, la programmazione proseguirà con i film già usciti."

 

Lucia Botturi:

"Non ci sono accordi con la distribuzione perché l'una senza l'altra non esiste e viceversa.

Entrambi i settori sono in ginocchio.

Quando finirà l'emergenza ripartiremo da dove abbiamo lasciato con la volontà di programmare titoli e rassegne anche per tutta l'estate.

Inoltre i film del Cineforum veranno recuperati se entro aprile/maggio la situazione tornerà alla normalità."

 

Pio De Lorenzo: 

"Non sappiamo ancora nulla, siamo in un limbo."

 

Nicola Curtoni:

"Che io sappia non ci sono stati anche perché le cose si evolvono di giorno in giorno.

Si “naviga a vista”, non si sa quando finirà. Impossibile che si parta da dove si era interrotto, tuttavia le date - almeno dei film più grossi - sono state spostate e i film saranno pertanto ricalendarizzati dai distributori.

Questo porterà senz’altro a un sovraffollamento nel mercato estivo (presumibilmente), un mercato che in quei tre mesi già lavora molto meno.

Gli equilibri non saranno affatto semplici da ristabilire. Forse non tutti i film riusciranno a trovare uno spazio."

 

Giuseppe Fraccalvieri:

"Il calo di affluenza si è avuto, si è avuto nell’ultima settimana, perché il cittadino barese e nella provincia di Bari ha iniziato a subodorare l’idea di qualcosa di straordinario.

Già il decreto del 4 marzo del Presidente del Consiglio ha gettato una scure sull’affluenza, da una riduzione del 90% del pubblico a una chiusura definitiva c’è voluto poco.

Personalmente per quanto riguarda la nostra realtà la stagione cinematografica di quest’anno, precedentemente a questa emergenza, non è stata diversa dalle precedenti.

 

Il pubblico, per quello che ci riguarda, è costante, non cresce e non diminuisce.

Il pubblico che frequenta assiduamente il cinema d’essai non lo vedo particolarmente in crescita anzi spesso si basa su generazioni ultra-collaudate al cinema d’autore.

Non conquista quote di mercato nuove.

I ragazzi che seguono il cinema d’autore hanno ricevuto un’educazione del film in sala dai genitori, gli altri tra un biglietto al cinema di 4,50 euro e una birra con gli amici a 12 euro sceglieranno la seconda opzione.

Questo si traduce in un'analfabetizzazione piuttosto colpevole, di cui bisognerebbe rendersi conto.

 

Chi legge il Cinema legge la società.

Oggi gran parte delle comunicazioni vengono veicolate attraverso videomessaggi.

Le immagini in movimento ci raccontano il Paese, basti pensare al Presidente del Consiglio, ai telegiornali, al Presidente della Regione, agli editoriali. Chi non sa leggere le immagini è un analfabeta, si fa fregare più facilmente.

Una persona del 1950 che aveva la terza elementare, ma sapeva leggere il Cinema, sapeva capire se un film era buono o meno, non si sarebbe fatto fregare da una possibile fake news.

Ai ragazzi manca la capacità di leggere le immagini e l’educazione civica.

Capire i film vuol dire saper leggere i giornali, vuol dire non farsi fregare dal videomessaggio del politico di turno.

Spero che questa situazione serva per rafforzare nelle persone il senso civico, il senso di solidarietà delle persone e che, infine, serva a discriminare le cazzate dalle cose importanti, anche grazie al Cinema.

 

Il Cinema è un’attività di aggregazione.

Siamo tutti con la testa nel computer per lavorare. La vita sociale si è ridotta a un social network.

Il cinema, oltre lo stadio, è rimasto l’unico vero momento di esperienza collettiva di uno spettacolo, oltre che la qualità è diversa da quella casalinga, lo dico nonostante io abbia a casa Netflix, Infinity e Amazon Prime e guardo su Cine34 i vecchi film negli anni ‘70." 

 

 

[L'esterno del Cinema Teatro Mignon di Tirano, Sondrio]

 

 

Prima dell'emergenza qual era la situazione della stagione cinematografica in corso?

Da parte vostra avete notato un'affluenza in aumento rispetto alla stagione scorsa?

 

Francesco Santalucia:

"Il 2019 è stato un ottimo anno, c’era stata una forte ripresa, rispetto al 2017-2018, che erano stati gli anni più bui cinematograficamente parlando.

Il 2020 si era aperto con un mese molto forte, la gente si era riabituata a rifrequentare le sale.

Il cinema era sicuramente col vento in poppa, diciamo così. "

 

Lucia Botturi:

"La stagione 2019/2020 è partita benissimo.

Titoli belli e importanti - fino a metà febbraio tutto in segno positivo - purtroppo abbiamo interrotto in un momento dove l'offerta era ancora economicamente molto valida.

Molti titoli ora sono stati cancellati/rinviati." 

 

Pio De Lorenzo:

"Altalenante, non si sa mai come andrà a finire ogni proiezione.

Il pubblico è particolare, ogni proiezione è diversa. A volte alcuni film su cui non avrebbero scommesso riescono a fare il pienone, mentre altri lasciano le sale vuote.

La situazione non è positiva nel complesso, essendo la nostra una sala che proietta film particolari, d’essai, cercando di mantenere una programmazione che alterna film per famiglie e film per adulti.

Dall’anno scorso la situazione non è cambiata, ma hanno dovuto aumentare di 50 centesimi il prezzo del biglietto."

 

Nicola Curtoni:

"Prima di questa emergenza la stagione cinematografica procedeva abbastanza speditamente e questo grazie a una buona annata e di qualche caso isolato come Tolo Tolo che, tutto sommato, è stato provvidenziale per le nostre casse, anche in vista della situazione attuale."

 

Giuseppe Fraccalvieri:

"La parte relativa alle rassegne, come quella su Agnes Varda, posso giocarmele come voglio.

Chiaramente se dovessimo riaprire a giugno preferirei tenermi la rassegna di un’autrice della sua importanza per settembre-ottobre.

I film in ogni caso usciranno, è un falso mito il fatto che ci sono film che non vedranno mai la luce in sala. La strategia delle distribuzioni ancora non si sa.

Non si può sapere con certezza quando finirà il coprifuoco, ma quando ci sarà serenità si vedrà la disponibilità dei film e sceglieremo il film migliore per noi.

 

Se non dovessero uscire delle pellicole d’autore non escludo la possibilità di proiettare film più vecchi.

Dipende sempre dall’identità della sala e del rapporto con l’autore. Io, per esempio, trasmetto sempre Ken Loach, qualsiasi cosa diriga.

Ognuno fa le scelte più opportune in rapporto all’identità della struttura, penso di essere l’ultimo a Bari - lo dico con orgoglio e con sofferenza - che può fare questo ragionamento.

 

Speriamo che questo periodo serva a restituire serietà alle persone, anche per quanto riguarda la fruizione della cultura.

Non perché alcuni film e alcune attività abbiano meno dignità di altri, ma andare al cinema in certi posti, in certi luoghi, come in una zona sperduta di un quartiere popolare lontano dal centro cittadino, ha ancora un senso.

È facile e ipocrita poi fare la retorica dell’indignazione quando un cinema chiude, ci sono frasi fatte che potrei ripetere all’infinito." 

 

 

[Una delle sale del Circuito Cinema Fiume, Pindemonte, Kappadue, Diamante di Verona]

 

 

È già stata fatta una valutazione in merito alle perdite economiche che questa situazione comporterà?

State pensando a qualche idea per provare a contenere i danni?

 

Francesco Santalucia:

"Tutto dipenderà da quanto durerà questa cosa.

Per me sono difficilmente quantificabili, ci sono diverse variabili: la data di riapertura, il fatto che alcune importanti produzioni americane siano già state spostate nella seconda parte dell’anno, come il nuovo Bond o Mulan.

Una struttura come la mia presumibilmente perderà qualche centinaia di migliaia di euro."

 

Lucia Botturi:

"I danni sono enormi per tutto il comparto.

Dal momento che le sale in Italia sono chiuse il fatturato è a zero e speriamo in un intervento che ci consenta di pagare gli stipendi dei collaboratori che in questo momento sono in ferie obbligate.

Non abbiamo fatto un calcolo della perdita essendo gli incassi aleatori (legati al titolo/periodo/meteo)."  

 

Pio De Lorenzo: 

"Sicuramente non aumenteranno nuovamente il prezzo del biglietto per evitare un calo ulteriore dell’utenza.

Sperano in direttive ministeriali che possano aiutare le sale a sopravvivere a questo momento, considerando anche il fatto che nonostante il cinema sia chiuso i costi rimangono gli stessi.

Per esempio la bolletta della corrente elettrica, dato che i proiettori devono rimanere attivi per non rovinarsi." 

 

Nicola Curtoni:

"L’unica cosa che si può effettivamente fare è continuare a tenere un rapporto con il pubblico o, perché no, creare legami nuovi con nuove fasce di spettatori potenziali.

E non stiamo parlando soltanto di semplici consigli di visioni.

In questo senso desidero segnalare le interessanti iniziative del cinema Arsenale di Pisa, il Postmodernissimo di Perugia e il Beltrade di Milano."

 

Giuseppe Fraccalvieri: 

"Nessuna stima e nessuna idea per recuperare, perché non abbiamo idea di quanto durerà.

Se arriverà a Pasqua ci saremo giocati l’ultimo mese serio della stagione.

 

Si può provare a quantificare le spese significa semplicemente, tra costi vivi e incassi mancati… se riapriamo ad aprile recuperiamo a dicembre.

Nei mesi estivi c’è pochissima affluenza e già, in tempi normali, le perdite estive si recuperano i primi mesi della stagione invernale.

È facile capire quindi che perdere anche metà della stagione invernale è gravoso.

In ogni caso a perderci sono tutti gli esercenti.

 

Ci sono fondi ministeriali di ogni tipo, soprattutto per il cinema d’autore, conosco proprietari di strutture ben più grandi che riconoscono il valore della nostra sala.

In ogni caso le perdite vanno di pari passo ai guadagni, una grande sala ha più guadagno ma anche più costi.

 

È ovvio che proiettare Checco Zalone faccia riposare quattro mesi, riempiendo le sale, certi film fungono da bombole d’ossigeno per una sala.

Per il discorso dell’identità cinematografica di cui si parlava prima la mia è stata una scelta, ma ci sono tanti sacrifici.

Quando c’erano i cinepanettoni alcune sale venivano potevano permettersi la ristrutturazione grazie agli incassi.

Per chi ha proiettato Checco Zalone stare un mese chiusi tra marzo e aprile è un problema, ma per chi proiettava, per esempio, Memorie di un Assassino, il problema è decisamente maggiore."  

 

 

[La Sala Energia del Cinema Arcadia di Melzo (MI), immagine dal Tour Virtuale]

 

 

Possono gli organi d'informazione - pensiamo ai siti d'informazione cinematografica come il nostro - fare qualcosa in questo periodo per aiutare voi esercenti ad affrontare l'emergenza?

 

Laura e famiglia Fumagalli, Cinema Arcadia di Melzo (MI):

"Gli organi di informazione cinematografica come CineFacts.it sono essenziali per veicolare le informazioni a 360° sul Cinema del Passato, del Presente e del Futuro.

Ma soprattutto, come peraltro CineFacts.it fa da sempre, continuando - oggi più che mai - ad evidenziare ai lettori/spettatori tutti quei piccoli e grandi dettagli che rendono UNICA e INSOSTITUIBILE l’Esperienza Cinematografica in Sala Sul Grande Schermo…

 

Dall’ingresso nell’atrio del Cinema avvicinandosi agli allestimenti di eventi passati o futuri, la scelta della propria poltrona preferita, l’attesa nell’atrio poco prima di poter accedere alla sala, superata la porta d’ingresso la visione del Grande Schermo nella sua magnificenza, il suono del “GONG” che con sacralità sancisce l’inizio dello SPETTACOLO cinematografico proposto con la Migliore Esperienza possibile, unica modalità di fruizione che denota un duplice RISPETTO: da una parte nei confronti del grande lavoro fatto a monte dal Regista e dal Team creativo e dall’altro nei confronti dello Spettatore, proponendo appunto quello Spettacolo esattamente come è stato concepito.

 

Ecco, in generale vi chiediamo di continuare a ricordare quanto ci manchi non poter andare al cinema.

In virtù di queste considerazioni, abbiamo realizzato un Tour Virtuale di Arcadia Melzo, nell’attesa di poter ri-accogliere di persona tutti i nostri Affezionati Spettatori.

Non vediamo l’ora."

 

Francesco Santalucia:

"Al momento siamo tutti sulla stessa barca, quindi poco.

Una volta che riapriranno i cinema far capire che sono luoghi assolutamente sicuri e sanificati.

Quello che avevo notato nell’ultimo periodo è che nonostante fossimo aperti la gente era spaventata e non veniva al cinema.

Potrebbe essere utile fare una campagna di informazione che rassicuri la gente sulla sanificazione, spingere la gente, ovviamente nel momento in cui la situazione sarà ormai passata, a uscire e frequentare le sale."

 

Lucia Botturi:

"La domanda più gentile.

Parlarne e sensibilizzare gli spettatori e i cittadini veronesi al momento del ritorno alle buone vecchie abitudini.

Questa intervista è gia un punto di partenza, un pensiero rivolto a questa attività è luogo di cultura, di arricchimento personale - è la Settima Arte sullo schermo - nonché d'intrattenimento sano, di incontro e discussione.

Una finestra sul mondo.

Grazie per averci dato parola!" 

 

Pio De Lorenzo: 

"Sottolineare la situazione delle piccole sale italiane.

Ci sono fondi ministeriali dati solo alle grandi strutture e lo stesso sistema di distribuzione e di pubblicità tende a favorire le multisale.

I siti d’informazione dovrebbero pubblicizzare le piccole sale e, in questo momento d’emergenza, non contribuire alla diffusione del panico.

È stata sottolineata anche la difficoltà nel comunicare su internet e farsi pubblicità, i post sui social spesso sono oscurati e non in evidenza e questo comporta una costante attenzione alle pubblicazioni, che devono essere molto frequenti e richiedono un ulteriore lavoro."

 

Nicola Curtoni:

"Se si conoscesse una data di termine sicura si potrebbe pensare a una campagna fondi che coinvolga tutte le realtà colpite.

Ma sono un po’ scettico a riguardo. Verosimilmente ogni esercente penserà alle proprie “ferite di guerra”".

 

Giuseppe Fraccalvieri: 

"L’informazione cinematografica è un altro grandissimo capitolo che dovrebbe essere affrontato seriamente.

Online rischia di perdersi in un mare magnum in cui si fa notare o chi la spara più grossa o chi ha un substrato solido.

 

Cosa potrebbe fare non so, ma io una cosa penso: più si parla di cinema e meglio è.

Per cui inculcare un po’ di curiosità nella testa delle persone riguardo i film in maniera intelligente, senza copia-incolla di cui non se ne può più, in maniera spontanea.

È meglio scrivere tre righe che siano sincere piuttosto che copiare pezzi da saggi letterali.

Per me l’importante è che si parli di Cinema." 

 

 

[L'interno della Sala 1 del Multicinema Galleria di Bari]

 

__________________________

 

Ringraziamo dunque nuovamente Lucia Botturi, Laura Fumagalli, Giuseppe Fraccalvieri, Nicola Curtoni, Pio De Lorenzo e Francesco Santalucia per la loro disponibilità e le risposte, che sicuramente ci hanno dato un quadro più chiaro sull'attuale situazione delle sale cinematografiche italiane e sul sentimento che corre negli esercenti del nostro paese. 

 

Se volete seguire le sale presenti in questa intervista ecco le loro pagine Facebook: 

Arcadia Cinema (Melzo - MI),

Multicinema Galleria di Bari,

Circuito Cinema Fiume, Pindemonte, Kappadue, Diamante di Verona

Cinema Mignon di Sondrio

Cinema Splendor di Bari

Cineteatro Sala Farina di Foggia

 

Ci auguriamo che tutta questa situazione di emergenza possa passare il più presto possibile - ma questo ovviamente in generale, non solo per quanto riguarda il Cinema - per poter tornare tutti insieme ad affollare con gioia le sale cinematografiche, il luogo pensato per i film da chi i film li pensa, li produce e li gira.

 

L'unico posto dove il sogno vive davvero e per un paio d'ore diventa realtà.   

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