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Alfred Hitchcock e Tippi Hedren: una storia di molestie

I retroscena della tormentata collaborazione fra il regista britannico e l’attrice statunitense.

Nel marzo del 1962 iniziarono le riprese del film Gli Uccelli, pellicola con la quale Alfred Hitchcock Tippi Hedren scrissero una memorabile pagina della Storia del Cinema.  

 

Ma dietro il grande successo del film è nascosta una tormentata collaborazione fra regista e attrice.  

 

[Il trailer de Gli Uccelli]

 

 

Prima di essere scelta da Hitchcock come protagonista di quel film, Tippi Hedren era nota perlopiù come modella e non aveva alle spalle esaltanti esperienze cinematografiche.

 

La sua carriera ebbe una svolta quando Sir Alfred la scritturò per Gli Uccelli, film che aveva l’arduo compito di eguagliare il successo di Psyco, uscito nelle sale nel 1960. 

Hedren accettò l’offerta di lavorare con uno dei più celebri registi al mondo con grande entusiasmo; tuttavia, non aveva il minimo sentore di ciò che avrebbe affrontato durante la lavorazione del film, a causa degli irrispettosi comportamenti di Hitchcock. 

Il regista, infatti, esibì a più riprese un comportamento inadeguato e poco consono, cercando di instaurare con l’attrice una relazione che andasse oltre il semplice rapporto lavorativo.  

 

Tippi Hedren confessò come spesso sul set Hitchcock si mostrasse glaciale nei suoi confronti dopo averla vista conversare con altri uomini della troupe; in un’altra occasione, mentre erano in auto, il cineasta provò a baciarla senza il suo consenso.

 

 

 

 

La donna resistette ad ogni tipo di avances da parte del regista, che addirittura giunse un giorno a spiarla dalla limousine, parcheggiata di fronte a casa sua.   

 

Intanto, la lavorazione della pellicola andava avanti e in diverse occasioni la salute di Hedren fu messa da Hitchcock in grave pericolo.

Ciò avvenne una prima volta durante la scena in cui Melanie Daniels, il personaggio da lei interpretato, si rifugia - per sfuggire alla furia dei volatili durante gli esterni girati a Bodega Bay - in una cabina telefonica, il cui vetro non era affatto infrangibile: all’attacco degli uccelli meccanici esso si frantumò e alcune schegge colpirono il volto della donna, fortunatamente senza gravi conseguenze.  

 

Altro episodio - ben più grave - si verificò durante la scena in cui Melanie entra nella camera da letto di casa Brenner, venendo brutalmente assalita da uno stormo di corvi e piccioni, rigorosamente veri: le riprese si svolsero per quasi una settimana a seguito della quale il medico, per le ferite riportate, consigliò a Tippi una decina di gioni di riposo; Hitchcock invece insistette perché lei tornasse subito al lavoro.

 

 

 

 

Va precisato che Hedren non ha mai ammesso apertamente che tutto ciò avvenne per ripicca ai suoi rifiuti, ma ha ipotizzato che il non essersi concessa ad Hitchcock abbia generato nel regista un desiderio di vendetta. 

 

Nonostante il clamoroso successo del film, presentato fuori concorso al Festival di Cannes del 1963, la carriera di Tippi Hedren non decollò. 

Sul set di Marnie, il successivo lavoro di Hitchcock, quest'ultimo cercò ancora di mettere le mani - letteralmente - sull’attrice che aveva contribuito a lanciare e, dopo essere stato nuovamente respinto, le promise che le avrebbe rovinato la carriera. 

 

Ad oggi, i film girati con il Maestro del Brivido sono i punti più alti della carriera di Tippi Hedren.  

 

[Il trailer di Marnie]

 

 

L’attrice statunitense non parlò mai chiaramente delle umiliazioni subite durante le riprese di questi due lungometraggi, aprendosi soltanto agli inizi degli anni ‘80, dopo la morte del regista; negli anni precedenti si era limitata a osservare come il regista fosse troppo possessivo ed esigente nei suoi confronti. 

 

Ultimamente, a seguito dello scandalo che ha visto coinvolto Harvey Weinstein, ha lodato le donne che hanno deciso di uscire allo scoperto, denunciando gli uomini che le hanno molestate.  

 

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30 commenti

Tazebao

5 anni fa

Ti capisco. Anch'io ho avuto non pochi problemi ma vista la complessità dell'essere umano e visto il fatto che un'opera d'arte si distacca dal creatore per vivere una vita quasi imperitura, trovo giusto non lasciarmi condizionare dal lato privato ed umano dell'artista. Se dovessimo - metti caso -  utilizzare un criterio altamente selettivo come la coerenza tra il carattere dell'artista e il suo prodotto, non esisterebbe più nulla. Dalle canzoni d'amore finite bene ai precetti filosofici. Da un legno storto, come è l'uomo, non può uscire qualcosa di interamente diritto. L'opera, poi, vive e cambia forma da orecchio ad orecchio, da mente a mente; distaccandosi dalla persona che l'ha creata.

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Tazebao

5 anni fa

Credo che ogni persona nasconda un lato poco lusinghiero. Non bello in alcuni casi, orribile in questo (per una verità che mai verrà a galla, suppongo). Il mito di questo regista rimane nelle sue opere, poiché nessuno  potrà mai conoscere nel privato gli artisti che meritano un posto nel nostro pantheon personale. Io seguo sempre 2 principi: 1. La condanna dell'uomo e non delle sue opere o scelte pubbliche. 2. La storicizzazione dei fatti - che non riguarda questo caso, ovviamente.

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Roberto Rotondo

5 anni fa

AHAHAHAHAAHHAAH😂😂😂

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BubbleGyal

5 anni fa

Certamente! E mi ha fatto piacere leggere le tue risposte. Appena lo avrò visto ti lascerò le mie impressioni a caldo :)

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Kelevra

5 anni fa

Figurati, sono curiosa di sapere cosa ne pensi quando lo avrai visto 😄 Comunque la mia non voleva essere una critica ai tuoi metodi di ribellione (benvenga il dito medio ai soprusi), ma uno spunto di riflessione, spero si sia capito 😉

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Lorenzo Nuccio

5 anni fa

Anche Vera Miles, che avrebbe dovuto interpretare il ruolo della Novak in Vertigo, si trovò nella medesima situazione. Il "lato maniaco" di Hitchcock, sotto questo aspetto, è ben raccontato nel film con Anthony Hopkins

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BubbleGyal

5 anni fa

Ok grazie, me lo vedrò :) Comunque,per concludere, sarò io a questo punto che sono troppo "ribellina" e salto via quando vedo ingiustizie e comportamenti scorretti e piuttosto di piegarmi rispondo con un bel dito medio, quindi faccio fatica ad accettare chi in questi casi sopporta i soprusi per tanti anni.

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Eleonora Bisogni

5 anni fa

Parole dure, parole dure di un uomo davvero strano

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Kelevra

5 anni fa

C'è un film del 2016 che parla proprio di datori di lavoro e porci comodi, si intitola "7 minuti" e te lo consiglio, credo ti piacerà 😁
Detto questo, dire a una persona in difficoltà e/o psicologicamente fragile "hei, dovresti ribellarti!" senza tenere ben presente il contesto in cui si trova, non lo vedo dissimile dal dire a una persona obesa "Cosa vuoi, una dieta? Ti è piaciuto ingozzarti, però, potevi pensarci prima." senza sapere se magari ci sono altri fattori a causare la sua condizione (dalla tiroide a problemi psicologici che portano questa persona a comportamenti compulsivi). 
Sarebbe un bel mondo se tutti trovassero la forza di ribellarsi ai soprusi, ma per quel che la storia ci insegna è una cosa molto rara. Si poteva evitare anche la rivoluzione francese se la gente avesse detto "hey stronzi, sapete dove ve le potete ficcare quelle brioches?" 😀 

 Ps. Ho "scomodato" i lavoratori del Pakistan (affiancandoli peraltro ai nostri centralinisti, quindi in Patria ci sono rimasta 😉) per paradosso naturalmente. 😊

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Gaspare Cusumano

5 anni fa

Purtroppo si

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