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Karamea - Recensione: il cul de sac per ritrovare se stessi

Sostenibile, comunitario, felice: un altro modello di vita è possibile?

Di cosa abbiamo veramente bisogno come esseri umani? Un'auto nuova che non ci serve? Tavole imbandite con ortaggi dall'aspetto impeccabile, ma insapori e intrisi di fertilizzanti chimici?

 

Un lavoro che ci rubi dieci ore al giorno privandoci della possibilità di veder crescere i nostri figli?

Si riduce davvero tutto a questo?


Oppure esiste un altro modello di vita che possa renderci migliori, veramente felici e in contatto con noi stessi e col prossimo?

 

 [Uno dei tanti scorci mozzafiato offerti da Karamea]



Le risposte a queste domande ce le danno i protagonisti del film documentario Karamea - Is this the end of the road?


Sognatori, turisti, autostoppisti che, ciclicamente, finiscono per ritrovarsi (e, spesso, a stabilirsi) nella cittadina di Karamea, situata nella costa ovest dell'Isola del Sud della Nuova Zelanda.


Paradiso in terra, cul-de-sac ecosostenibile, città nascosta alla fine dell'unica strada percorribile... chiamatelo come volete, ma questo piccolo ritrovo di sognatori ambientalisti ha tanto da insegnare al mondo.

Tanto da raccontare, vista la straordinaria ordinarietà delle persone che la popolano.

Paul, Tristan, Brett e tutti gli altri volti dei protagonisti di questa storia ci dicono - sorridendo e senza la presunzione di voler imporre la propria visione - che il pianeta su cui viviamo è uno solo, così come la vita che abbiamo: dobbiamo quindi prendercene cura e valorizzarli fino alla fine, perché non ci verrà data una seconda opportunità.

 

 [Coltivatori, musicisti, insegnanti. Persone felici: sono loro gli abitanti e protagonisti di Karamea]



A Karamea c'è una stazione radio locale: non si sa quanti ascoltatori siano sintonizzati durante le giornate.

Cento, venti, forse nessuno.


Ma, in fondo, non è importante, perchè la musica è aggregazione, è un momento di incontro e di scambio per i DJ che si alternano nella turnistica quotidiana.

È la felicità di far ballare un gruppo di lavoratori che hanno appena terminato l'attività di giardinaggio giornaliera.

A Karamea c'è il corpo di polizia più modesto del mondo, composto da un solo agente.

Perché, dopotutto, lì non è che ci sia molto da controllare.

Ci sono i wwoofer (membri del World-Wide On Organic Farms) che coltivano ogni varietà di frutto e ortaggio, barattandola in seguito con i vicini per mantenere un modello di vita basato non sul denaro ma sul senso comunitario e sull'ecosostenibilità.

E poi le scuole con sette alunni che imparano tutto attraverso i propri occhi e dall'esperienza tangibile, le mostre di artisti girovaghi che vengono ospitati dalla comunità, ex ingegneri informatici esauriti che hanno ritrovato il senso della propria esistenza grazie a un ululato lanciato in una corsa senza vestiti sulla spiaggia deserta di Karamea.

Ci sono i dodicenni che pilotano areoplani sognando, un giorno, di poter far sfrecciare i Boeing attraverso i cieli di quel "mondo civilizzato" così frenetico, folle e lontano.

 

Karamea, così piccola, eppure così grande.

 

[La ricetta del benessere]



Attraverso la fotografia - curata da Paolo Baccolo - che coglie appieno l'ampio respiro dei paesaggi del luogo, le musiche originali di Rick Daamen e Laura Sonneveldt e a una narrazione genuina, scorrevole ed educativa (ma mai pedante), il film scritto e diretto da Marco Gianstefani - prodotto da The Cool Fool con il supporto di una campagna di crowdfunding - ci presenta uno degli ultimi paradisi civilizzati presenti nel mondo.

Un posto per trovare se stessi, accettandosi, ricreandosi, per poi ripartire.
O, forse, dove restare per sempre.



 [Il trailer di Karamea - Is this the end of the road?]

 

 

Il film, proiettato a Milano il 23 maggio in anteprima mondiale, proseguirà il suo viaggio nelle sale di Genova, Torino, Roma, Bologna, Faenza, Trieste.

 

Dopo queste tappe, Karamea continuerà la sua corsa sul grande telo bianco grazie alle vostre prenotazioni su Movieday - la prima piattaforma di cinema on demand italiana - che permette a chiunque di organizzare proiezioni al cinema. 


Quindi, se voleste imbarcarvi verso questa splendida realtà neozelandese e conoscere i "sognatori di professione" (definizione coniata da uno che di luoghi speduti ne sa qualcosa) che la abitano, vi invitiamo a controllare il plannig delle proiezioni e staccare il vostro biglietto su Movieday.it.

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