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Cover-Up - Recensione: gli Stati Uniti dello scandalo

Dopo il successo folgorante di Tutta la bellezza e il dolore, Laura Poitras torna con uno dei suoi preziosi ritratti per punteggiare la figura del giornalista Premio Pulitzer Seymour Hersh, questa volta girando a quattro mani con Mark Obenhaus

Cover-Up è il nuovo film di Laura Poitras, fuori concorso alla Mostra del -cinema di Venezia.

 

La figura di Seymour Hersh è legata a doppio filo con la mitologia statunitense e con la storia più lugubre di quel paese.

La sua carriera giornalistica attraversa di fatto larga parte della seconda metà del Novecento, non soltanto come occhio cinico e acuto su ciò che accadeva nel paese, ma soprattutto come voce cruciale di un giornalismo d'inchiesta feroce e militante, pronto a cambiare le cose.

 

Con la sua natura carismatica, controversa e combattiva Hersh incarna una sorta di personaggio romantico ideale per i registi Laura Poitras e Mark Obenhaus.

 

[Una clip di Cover-Up]

 

 

Cover-Up sembra infatti porsi in maniera organica nel percorso autoriale di entrambi: Obenhaus con i suoi documentari d'inchiesta e Poitras con i suoi ritratti.

 

In particolare dal suo ultimo lavoro Tutta la bellezza e il dolore, Leone d'oro a Venezia 2022, è rintracciabile un'innegabile continuità, tanto stilistica quanto riflessiva.  

La costruzione del racconto che seguiva la figura di Nan Goldin, fotografa dirompente nei febbrili Stati Uniti underground e attivista senza tregua nel presente, ritorna con precisione attorno alla figura di Hersh. 


La narrazione di Cover-Up non percorre una solida cronologia, ma si muove tra ricordi biografici, unità dialogiche con l'Hersh del presente e veri e propri momenti d'inchiesta, delineando per quanto possibile la sua figura sfuggente. 

 

Un ritratto forse imputabile di una certa romanticizzazione, ma che comunque tenta di riportarne anche le storture e le controversie.

 

 

[Un frame di Cover-Up]

 


Il lavoro sul materiale d'archivio, che aveva contraddistinto anche il film precedente di Poitras, è prezioso. 

 

La selezione del materiale, il montaggio e la raffinatezza con cui i registi sembrano muoversi tra le scorie di un'infinità di documenti concedono a Cover-Up un passo e una tensione quasi da thriller politico.

La testimonianza verbale di Hersh accompagna con gravità e precisione le immagini dei misfatti che hanno segnato la storia degli Stati Uniti, dal massacro di My Lai al Dugway Sheep Incident, fino allo scandalo Watergate.

 

Seymour Hersh è catturato di sfuggita in qualche foto d'epoca, ripreso nel suo ufficio, intervistato nel presente: è costantemente inondato dal cartaceo.

C'è un persistente riferimento al microcosmo di documenti che attornia Hersh anche nei dialoghi, con riferimenti al suo modo incomprensibile di prendere appunti e ai fogli che contengono misteri e fonti irrivelabili.

 

In modo affine l'utilizzo dei documenti che appaiono fotografati a schermo, con scarabocchi, cerchi e sottolineature prende quasi le sembianze di un montaggio astratto e nevrotico che restituisce il senso estetico del lavoro di Hersh.

 

Questi frammenti scandiscono il montaggio di Cover-Up e sembrano seguire la scelta ben precisa di restituire la densità, rendendo palpabile quel Moloch che separa il singolo individuo dalla verità.

____ 

 

CineFacts segue tantissimi festival, dal più piccolo al più grande, dal più istituzionale al più strano, per parlarvi sempre di nuovi film da scoprire, perché amiamo il Cinema in ogni sua forma: non potevamo dunque mancare l'appuntamento con la Mostra di Venezia!   

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