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Echo Valley è il nuovo film diretto da Michael Pearce e distribuito su AppleTV+ dopo un'uscita limitata nelle sale di Stati Uniti e Canada.
Kate Garrett (Julianne Moore) vive sola nella fattoria di Echo Valley ed è una donna contro cui la vita si è accanita duramente: separata dal primo marito dopo essersi perdutamente innamorata di un'altra donna, dopo che questa l'ha lasciata vedova non è più riuscita a occuparsi del maneggio che gestivano insieme e ora non ha più un soldo per mantenerlo.
Sua figlia è dipendente dalla cocaina e torna a casa solo quando fugge da un'altra clinica, ma Kate ha un grande punto di forza: non ha più niente da perdere e, quindi, nulla la spaventa.
[Il trailer di Echo Valley]
Echo Valley è un thriller umano che fa dei rapporti umani il suo punto forte, un film che presenta notevoli aspetti positivi - fra cui un cast di tutto rispetto - affiancati però da eccessi narrativi e da lacune che finiscono col depotenziare la storia.
Da che sua moglie è morta in un incidente a cavallo, Kate non fa che annullare le lezioni di equitazione, portando il proprio conto sempre più in rosso.
Per non dover mandare tutto in malora è costretta a supplicare l'ex marito (Kyle MacLachlan) di farle l'ennesimo prestito per riparare il tetto; tornata a casa, trova ad attenderla la figlia Claire (Sydney Sweeney), che spunta dal niente come fa da anni, continuando a uscire e rientrare dai centri di recupero senza riuscire a disintossicarsi dalla cocaina.
[Julianne Moore è Kate in Echo Valley]
Fra le macerie di una vita passata
Sembra tutto intimo e familiare finché non appare Ryan (Edmund Donovan), il tossico ragazzo di Claire: i due litigano, poi se ne vanno insieme.
Kate scopre che la figlia ha gettato in mare un borsone di Ryan, senza sapere che dentro ci fosse della cocaina e ora il loro spacciatore Jackie (Domhnall Gleeson) sta alle calcagna di entrambi.
La situazione si fa ancora peggiore però qualche notte dopo, quando Claire riappare sulla porta: è coperta di sangue e dice di avere in macchina il cadavere di Ryan.
Sopraffatta dall'istinto materno, Kate distrugge le prove e affonda il cadavere in un lago, ma dopo qualche giorno si imbatte in Ryan vivo e vegeto, da cui la figlia è tornata: capire di chi fosse il corpo a quel punto si rivela il problema minore.
[Sydney Sweeney immersa nell'atmosfera dark di Echo Valley]
Era una notte buia e tempestosa...
Tempesta in realtà poca e raramente pervenuta nella Pennysilvania del film, ma il buio compensa.
Non solo buona parte degli eventi determinanti di Echo Valley avvengono infatti di notte, ma anche le scene diurne, ambientate per la quasi totalità in interni, sono messe in scena con una scelta fotografica che va verso la sottoesposizione.
Illuminando i protagonisti al centro della stanza e accentuando le ombre tutto intorno, la fotografia esalta l'oppressione in cui si sente immersa la protagonista.
Anche il sonoro, costituito più da effetti e sottofondo che da una vera e propria composizione musicale enfatizza la tensione e la paura crescente: tonalità distorte e dissonanti in scala minore, stridenti, che si aggrappano all'inconscio dello spettatore per lasciar emergere il disagio e l'ansia.
Gli elementi tecnici concorrerebbero alla creazione di un film impeccabile, eppure in Echo Valley mi pare manchi qualcosa. O meglio: diventa di troppo.
Pearce finisce per mettere nel film un po' troppo, arrivando a un risultato il cui unico e reale difetto è quello di risultare eccessivo.
I colpi di scena e il ritmo incanzante portano a un plot twist dopo l'altro, al punto che il pubblico si aspetta un nuovo ribaltone e finendo, paradossalmente, per giocarsi la suspense.
Il piano di Kate perfettamente elaborato e curato in ogni dettaglio logico si rivela così contorto da perdere credibilità per essere stato pensato e messo in atto in un arco temporale così breve, così come lo sviluppo dei rapporti tra madre e figlia e tra le amiche è talmente netto da perdere di credibilità.
La trama di Echo Valley resta comunque avvincente e godibile, anche grazie alla velocità narrativa che, sebbene con un leggero sforzo, riesce a coprire un minutaggio non indifferente.
[Domhnall Gleeson, lo spietato spacciatore Jackie di Echo Valley]
L'arte di risalire in sella
Sotto la trama thriller e la suspense Echo Valley si rivela una storia di rinascita.
Distrutta dal dolore, dalle difficoltà economiche e dallo spirito autodistruttivo della figlia, Kate si mette in moto quasi per inerzia, spinta solo dalla volontà di proteggere Claire, nonostante lei abbia provato più volte di non volersi salvare.
Neppure la vicinanza della carissima amica Jessie (una Fiona Shaw che beve birra in camicia a quadri, ma della zia Petunia di Harry Potter conserva la cieca lealtà) riesce a darle la spinta per ripartire.
Solo quando Jackie la affronta personalmente (o meglio: non lei, ma il sogno che aveva costruito con la moglie) la sua mente si attiva davvero per elaborare un piano: non per sfuggire, ma per attaccare.
Peggio di così, tanto, non le può andare.
La figlia per la quale ha speso tutti i risparmi e ha sorpassato il limite della legalità l'ha sfruttata solo per i suoi scopi e questo Kate lo sa benissimo: la sua forza la trae da lì.
Lui è quello che può ancora perdere qualcosa e lei farà di tutto perché accada, così da poter riprendere in mano le redini della propria vita - letteralmente, dato il contesto equestre di Echo Valley.
Un piano macchiavellico però ha bisogno di un aiutante per essere messo in pratica e qui torna in gioco Jessie, dimostrando di essere a sua volta disposta ad agire senza fare domande.
Non è quello il suo ruolo, non in quel momento.
Nel delicato e al contempo incrollabile legame che può nascere fra due donne infaticabili, ora deve solo essere lì per aiutare l'amica a rimettersi in sella e ripartire, lasciandosi alle spalle chi si è perduto.
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